Stamattina, mentre ci preparavamo, è venuta a chiedermelo esplicitamente, e lo ha ripreso.
Uscendo da casa era in quello stato di autoprotezione per cui sei così terrorizzata che sorridi serenamente alla vita. Durante il tragitto in macchina abbiamo chiacchierato, abbiamo scherzato, abbiamo riso. La difficile ricerca di un parcheggio non l'ha spaventata. Siamo arrivate a scuola e abbiamo trovato già parte della clac che era stata invitata all'evento. Ha iniziato ad avere un colorito un po' più spento una volta che è arrivata dietro la porta dell'aula ed ha visto entrare la ragazza prima di lei. Sono arrivati tutti gli amici, chiamati all'adunata per farle coraggio, e l'attesa è stata più lieve.
Quando è toccato a lei, mi sono scelta il posto più panoramico della platea, in modo da poterla vedere in viso, ma non troppo.
Ho pianto.
Ho pianto dall'inizio alla fine.
Ho pensato che è figlia mia, che l'ho fatta io, l'ho cresciuta io, ed è bellissima. Ha saputo sostenere il colloquio con una sicurezza e una capacità di improvvisare che le invidio ancora oggi. Ha avuto solo un momento di difficoltà emotiva, proprio a metà, ma ha bevuto un po' d'acqua, si è asciugata le lacrime ed ha risposto correttamente alla domanda che le era stata fatta.
Mentre concludeva il colloquio esponendo la sua relazione sul PCTO, io mi son detta che il mondo non ha idea di quale gioiello prezioso io gli abbia donato.
Sono stata fiera di lei, orgogliosa di essere sua madre.
Oggi Matilde ha finito gli esami di maturità.
Oggi Matilde comincia un nuovo capitolo della sua vita.
Nessun commento:
Posta un commento