In una vita frenetica e piena di impegni, dove rinunci al sonno per poter avere gli unici 40 minuti quotidiani da dedicare a te, e ti arrabatti costantemente tra la frustrazione di un lavoro che ti gratifica, ti permette di campare, ma ti fa sentire in ostaggio della vita di altri, e il sempre-presente senso di colpa nei confronti delle tue figlie e del poco tempo che dedichi loro, e gli altri doveri nei confronti della casa, della dispensa, del parentado, quando hai un giorno libero all'improvviso, ti ritrovi spaesata.
Come se qualcuno ti avesse mollato di colpo nel bel mezzo di una piazza enorme e circondata dal paese della cuccagna. Sai che hai almeno 7 ore tutte tue, ma non sai come impiegarle - o meglio - vorresti poterle impiegare con tutte quelle cose per le quali non hai mai tempo: leggere, dormire, fare pulizie accurate, passeggiare, fare una telefonata, andare in bici. Non sai dove dirigerti, dal centro di quella piazza, da quella parte o dall'altra? Basteranno 7 ore per poter andare sia di qua che di là? E se non bastasse, quale direzione offre le attrazioni migliori? E se poi fosse una delusione? E se rimpiangessi il tempo impiegato da quella parte, mentre ti sei privata di esplorare dall'altra?
Ti senti così.
E ti ritrovi alle 8 del mattino a guardare fuori dalla finestra e pensare: "E adesso?"
Nella vertigine di tutto il quel-che-potrei-fare, opti per un vegetare consapevole, che con una lavatrice avviata mette a tacere il tuo senso del dovere, e con una passata di smalto sulle unghie appaga il desiderio di fare una cosa da donna adulta.
Poi divano, coperta, musica e sguardo fisso sul soffitto bianco. Adieu.
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