06/02/20

La compresenza

Una delle condizioni che ho sempre detestato al lavoro (di tata) è quando mi tocca stare in compresenza con qualcuno della famiglia, che siano i genitori o i nonni, o altri parenti, specialmente quando i bambini che ho in carico hanno meno di 2 anni.
Trascorro la totalità del tempo non ad occuparmi di loro, bensì affannandomi a tenerli lontani dagli adulti in questione.
Perché una bambina di 14 mesi non ha nessun motivo per voler stare a giocare con me sul tappeto in cameretta quando c'è suo padre seduto sul divano in soggiorno.
Mi succede raramente, per fortuna, ma ogni volta è un supplizio.

Fino a poco tempo fa mi dannavo l'anima e mi inventavo centomila diversivi, poi mi son detta: ma chi me lo fa fare? Mi pagano meno di quanto meriterei, ma faccio il mio lavoro molto meglio di quanto è pagato, e allora mollo. La bambina vuole stare a rompere il ca##o al papà, che si è preso un giorno di ferie per rilassarsi sul divano mentre - illuso faraone - la Serva intrattiene la figlioletta? La Serva non sa più cosa inventarsi, che non sia la detenzione forzata, per impedire alla frugoletta di andare a saltare sulla pancia e sul telecomando del papà, quindi la lascia fare.
"Vuole stare con te", spiego "D'altro canto ti sente, ti sente parlare al telefono, è normale che tra te e me preferisca te".
Quindi io ho rimediato una giornata lavorativa durante la quale ho guardato un padre tentare di divincolarsi dalla figlia. E' riuscito a farlo solo inventandosi una commissione da fare e uscendo.

Non so, più il tempo passa e più mi accorgo che ho sempre meno voglia di avere a che fare con gli adulti.

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