01/11/08

La solitudine dei numeri primi

L'ho letto in tre sere.
Scorrevole e di piacevole lettura, indubbiamente.
Però...

Però non mi è piaciuto per niente.... Ed ha vinto il Premio Strega? Non voglio sapere chi erano gli altri concorrenti.

Partiamo dalla trama: non accade niente. Dopo i due avvenimenti iniziali, forti e determinanti per la vita dei protagonisti e per la storia del romanzo, non succede più niente di rilevante.... tante piccole quotidianità banali... quando sembra che ci sia la svolta determinante.... si perde anche quella.... così... per strada... sulla soglia di un appartamento...
E' come un gabbiano che non riesce a spiccare il volo... corre corre corre, batte le ali furiosamente, solleva le zampe, si stacca dal suolo e poi ricade, inciampa e riprende a correre correre e correre, ma non vola, non ci riesce, quando sembra che stia per farcela ripiomba nuovamente a terra.

Poi, sinceramente, mi aspettavo un po' più di matematica, visto il titolo... Mattia e Alice non vivono una vita da "primi gemelli", perché vivono una vicinanza di 7 anni e stanno lontani per 9. Mi sarei aspettata una progressione, una vicinanza e una lontananza via via più distanti tra loro.... e loro due a non toccarsi mai. E allora il riferimento al titolo sarebbe stato chiaro.

Bah. Sopravvalutato, secondo me. E non voglio entrare nel merito di certi errori "stilistici". Ad esempio la frase: "Alice sentiva il latte turbinare nello stomaco, mentre sprofondava nella neve con gli sci in spalla, che gli sci bisogna portarseli da soli finché non diventi talmente bravo che qualcuno li porta per te" secondo me è sbagliata, sia dal punto di vista della grammatica che della narrazione... Prima parla in terza persona singolare, poi diventa seconda persona... La mia maestra, in quinta elementare, era capace di mettere "Male" in un tema anche solo per una frase così. E siccome è un "modello" variamente presente in tutto il romanzo ma non troppo, mi sembra un "errore" piuttosto che una caratteristica di stile.

Ma alla fine si sa. Io rosico.
Io rosico quando leggo la biografia di Giordano: uno che ha studiato tutt'altro nella vita, ha scritto *un* solo romanzo e ha vinto pure il Premio Strega e Mondadori gliel'ha pubblicato, suppongo, senza chiedergli un centesimo.

Prima ero convinta che avrei dovuto decidermi una volta per tutte a smettere di scrivere e sognare. Ora penso che dovrei persino smettere di leggere.

3 commenti:

ArditoEufemismo ha detto...

Hai proprio ragione. Io per prendere in giro Giordano ho scritto un post dal titolo La goffaggine delle radici quadrate. Comunque la frase che hai citato potrebbe essere l'anacoluto per antonomasia.

BStevens ha detto...

ma no! io non l'ho letto, magari è bellissimo. e se non è bellissimo, avrà "conosciuto" qualcuno in casa editrice!! ((mi incuriosiva però...))

utente anonimo ha detto...

Io l'ho comprato... il titolo mi ha incuriosita molto ma sta fermo in lista d'attesa. Cmq credo di capire quello che provi... e mi dispiace per te e per tutti coloro che come te stanno così... e pensare che anche la Carfagna ha scritto un libro...