E' stato difficile, forse più delle altre volte. E' stato difficile andare, è stato difficile stare, è stato difficile tornare.
Non lo so perché, ma quest'anno ho sentito di più la fatica. Ovviamente non una fatica fisica, bensì emotiva.
E' stato emotivamente difficile partire trascinandomi dietro le ragazze che non avevano (più) nessuna voglia di andare in Sicilia. Nemmeno per rivedere il papà, nemmeno per rivedere la famiglia, nemmeno per l'idea di vacanza.
Eravamo sulla porta di casa quando Matilde ha detto che non voleva partire. Ho usato la mia autorità genitoriale per spiegarle che ormai era troppo tardi per discuterne. Gli altri non lo sanno, ma è probabile che quello appena trascorso sia stato l'ultimo natale che hanno trascorso insieme. E pazienza.
E' stato emotivamente difficile stare. Non sono più abituata a queste lunghe convivenze coi miei genitori, per quanto siamo una famiglia allegra e giocherellona, che annovera anche parecchi elementi scassaca##i. Bello, sì, ma 5 minuti.
E' stato emotivamente difficile andarsene. Non mi capitava da anni di piangere nei giorni precedenti la partenza. Ho pianto anche poco fa, appena arrivate, quando ho parcheggiato la macchina in garage.
Mi mancherà il mare, più di ogni cosa. Forse mi manca anche il senso di sicurezza che provo, comunque, quando sono giù dai miei genitori. Lì torno ad essere figlia, torno a pensare che andrà tutto bene perché se qualcosa va male ci sono i miei genitori ad aiutarmi.
Questa volta è stato proprio pesante.