30/09/19

Incontrarsi al discount

E fingere di non conoscersi. Ma perché? Che c'è di male?

Io non mi vergogno di fare la spesa al discount. Se dovessi fare la spesa al supermercato acquistando prodotti di marche note e pubblicizzate, faremmo letteralmente la fame. Dovessimo campare di pasta Barilla, biscotti Mulino Bianco, mozzarella Santa Lucia, pisellini Findus e passata di pomodoro Cirio, seriamente potremmo mangiare 1/3 a parità di spesa.
Però ho alcuni prodotti su cui non transigo. Il caffè, ad esempio: deve essere di marca; ne ho provati diversi da discount e non me n'è mai piaciuto nessuno. Stesso discorso per la nutella; e non mi riferisco alle creme di nocciole e cacao di marche "concorrenti" o prodotte artigianalmente (tra l'altro qui in piemonte ogni bancarellaro al mercato ha i suoi bei vasetti di crema spalmabile alle nocciole e cacao prodotti da suocuggino che ha l'azienda agricola sulle langhe, ma chevvelodicoaffare) ma proprio della marche da discount: ecco quelle no, quelle sono oscene. Oscene anche le marche "del supermercato". E, se ne comprassi, avrei lo stesso rigore nei riguardi della coca cola: tutte quelle sottomarca sono orribili.
Ma, a parte il caffè, che compro quasi mensilmente, nutella e cocacola mi può capitare di comprarle una volta ogni 3 anni, al massimo ogni 2, ecco, dunque non le terrei propriamente in considerazione per il mio bilancio domestico.

Quindi, facendo la spesa al discount, ho incrociato il papà di un compagno di Angelica. Che già è uno che mi sta antipatico di suo, figuriamoci quando ho notato che stava fingendo di non avermi visto.
"Oh, ciao! Anche tu qui!" l'ho calorosamente salutato.
VaffancuBo.

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