Autostrada Palermo-Catania.
Una macchina blindata fa la sua comparsa nello specchietto retrovisore della nostra macchina.
Ci sorpassa.
"Era la Borsellino"
"In quella macchina?"
"Si l'ho vista, era seduta dietro e parlava al telefonino"
"Lascia che si allontani, allora..."
"Infatti sto rallentando a 90..."
Brutto. Davvero un brutto scambio di battute. Ma la nostra infanzia è stata ripetutamente segnata da violenti lutti nazionali, e il pensiero di noi - che non c'entriamo niente - va proprio a chi non c'entrava niente, in quei lutti.
A chi si trovava su quell'autostrada per i fatti suoi, perché era andato a prendere all'aeroporto gli zii dall'America, a chi si trovava a passare da quella strada per caso, solo perché doveva andare al supermercato, o a studiare da una compagnetta che viveva proprio in quello stesso palazzo.
Io mi auguro che la paura del "non entrarci niente" non passi alla generazione di mia figlia. Che almeno lei e i suoi coetanei possano vivere per strada sereni, senza paura che un'autobomba esploda a pochi metri da loro *che non c'entrano niente*.
2 commenti:
gulp...
io credo che sarà possibile...
la speranza non deve morire mai!
chicca
eh... è brutto pensare queste cose... ma purtroppo la realtà che ci circonda non offre un bello spettacolo.. pseriamo nel futuro... ma chissà...
Giada
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