Oggi (stasera...) mia figlia fa 3 anni.
Tre anni da che si è impadronita del mio corpo, della mia anima e della mia vita.
Come faccio a saperlo? Beh, perché quando una donna la gravidanza non la cerca, anzi preferirebbe evitarla, sa molto bene qual è stato l'unico momento di disattenzione.
Ogni volta che ripenso a quel momento (e ci ho ripensato spesso in questi 3 anni, più nel bene che nel male) mi piace pensare che la mia piccolina svolazzava allegramente tra le nuvole, come un angioletto... mi ha vista e le sono piaciuta, e allora ha approfittato del primo minuscolo spiraglio lasciato aperto per infilarsi. Non mi voleva lasciare scappare... ci teneva tanto che fossi io la sua mamma, e ne ha subito approfittato.
Questa immagine tenera è quella che ripercorro mentalmente, ogni volta che ripenso a "quella" volta e mi rimprovero di esser stata "leggera".
Ogni volta che ho passato le giornate in bagno a vomitare
Ogni volta che entravo a casa e sentivo l'odore del parquet
Ogni volta che dovevo rinunciare al prosciutto crudo col melone
Ogni volta che mi veniva l'affanno a salire una rampa di scale
Ogni volta che il mal di schiena non mi faceva dormire
Ogni volta che avevo bisogno che qualcuno mi tenesse per mano uscendo dalla vasca da bagno
Ogni volta che mi guardavo l'ombelico rivoltato in fuori
Ogni volta che le veniva il singhiozzo ed io dovevo far pipì ogni tre minuti
Ogni volta che i suoi gomiti puntellavano i miei polmoni ed io non riuscivo a respirare
Ogni volta che il dottore controllava il collo dell'utero perché avevo già contrazioni a 29 settimane
Ogni volta che dovevo mandar giù un cucchiaio di quell'orribile sciroppo anti reflusso al gusto di finocchio
Ogni volta che facevo un passo lungo il corridoio dell'ospedale
Ogni volta che le doglie mi toglievano il fiato
Ogni volta che venivano in 12 a visitarmi per sapere a che dilatazione stavo
Ogni volta che l'anestesista mi diceva di provare a mettermi su un fianco ed io non riuscivo già più a muovere le gambe
Ad ogni spinta
Alla paura di aver capito che la bambina aveva un problema
Ad ogni punto di sutura
Alla tortura dei capezzoli col tiralatte
Alle notti in bianco
Alle coliche
Alle notti in bianco
Alla febbre
Alle notti in bianco
Alla stanchezza
Alla depressione
Alla sensazione di solitudine
Alle notti in bianco
Alle ore passate a piangere
Alle smagliature sulla pancia
Ai capelli miseramente caduti
Al mal di schiena
Alle notti in bianco
Alle amiche ragazzine, che pian piano si allontanano
Alle dita torturate durante le notti in bianco per fare male a me e resistere alla tentazione di far del male a lei
Alle docce interrotte a metà
Alle notti in bianco
Alle tettine che son tornate ine ine
Alla cellulite che è diventata ona ona
Alle cerette rimandate
Ai bagni caldi cui ho rinunciato
Alle uscite diventate corse verso casa
Ai pasti interrotti
Alla crociera nel mar Baltico che ho trascorso per lo più in cabina
Alle notti in bianco
Ai libri di Giulio Coniglio letti fino alla nausea
Alle mutandine bagnate e lavate in continuazione
Alle poesie ripetute all'infinito
Alle domande sui passanti che incontriamo per strada
Alle idee sui premi del cassetto magico
Alle volte che aspetta che mi siedo, per saltarmi addosso.
Sono tante le situazioni in cui ripenso a lei, angioletto, che mi sceglie come mamma e si impadronisce di me.
E' il pensiero che mi aiuta a tirare avanti.
2 commenti:
beh! è dura .... è stata dura
ma cavolo che ricompensa!
ops ... oggi proprio non gira
TANTI FELICI AUGURI alla tua cucciola .... e anche a te
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