24/07/17

Me ne sono resa conto

Del fatto che piangere durante le fasi di imbarco, decollo, crociera e atterraggio è controproducente per almeno tre motivi: 1) ti guardano strano; 2) arrivi a destinazione con il trucco colato, gli occhi rossi e cerchiati e i finanzieri coi cani ti guardano strano e ti fanno annusare; 3) per tutta una serie di ragioni idrauliche, durante turbolenze o aggiustamenti di rotta nei quali l'aereo sale o scende un po', dentro le orecchie ti arrivano fitte dolorose e tu fai smorfie per le quali ti guardano strano.

Del fatto che il nord riesce ad essere più afoso del sud.

Del fatto che fare un bagno al fiume può rivelarsi un valido surrogato del mare.

Del fatto che al nord il mestiere di tata è un lavoro vero e rispettato, le famiglie ti pagano adeguatamente alle loro pretese e ti propongono pure un contratto con tanto di contributi, ferie, tredicesima e indennità di malattia, che sono cose che dalle mie parti non vengono garantite neppure agli impiegati, figuriamoci alle baby sitter.

Del fatto che può fare molto caldo, ma il sole in pianura non sarà mai così cocente come è al sud.

Del fatto che negli uffici pubblici si parla a bassa voce, si rispettano i turni, ci si deve prenotare in anticipo per molti servizi e che gli addetti alla reception sono gentili e garbati anche se non sanno sorridere.

Del fatto che al mercato i fruttivendoli sono tutti siciliano o nordafricani (che potrebbe sembrare la stessa cosa ma non è).

Del fatto che sei capace di sentirti a casa nel bel bezzo di un mercato cittadino solo perché scambi due chiacchiere in dialetto stretto con una signora originaria di Caltanissetta che vende patate e cipolle.

Del fatto che non ti fa paura prendere in braccio neonati sconosciuti figli di genitori sconosciuti durante gli incontri di colloquio e prova pratica.

Del fatto che stranamente la frutta costa di meno al nord.

Del fatto che mai e poi mai saresti stata felice di fare da baby sitter a tuo nipote, perché ti ha dato fastidio lo spontaneo distacco emotivo con cui te ne sei occupata in una - fortunatamente - unica occasione in cui ti è stato chiesto di farlo in un assetto quasi professionale; tu lo vuoi viziare in modo quasi criminale quel bambino, e non accudirlo professionalmente.

Di quanto può squillare forte il tuo telefono quando ti chiamano per comunicarti che hanno scelto un'altra perché gli dava una disponibilità oraria maggiore, ma tu hai dei limiti dettati dal tuo essere madre a tua volta, e dal non voler considerare nemmeno per un po' la possibilità di rinunciare al tempo, già breve, che potrai trascorrere con le tue figlie, solo per accettare un lavoro più impegnativo.

Del fatto che ormai puoi affermare di saper guidare bene tutti i tipi di macchina e su tutti i tipi di strada, anche che nono conosci.

Di come un film giapponese riesca a tenerti incollata allo schermo del cinema semi vuoto per due ore intere senza nemmeno che te ne accorgi.

Del fatto che quando hai iniziato a frequentare Torino, 10 anni fa, il gelato era osceno, mentre negli ultimi tempi si è diffusa la cultura del gelato di pregio (e non è un caso che sia cresciuta in maniera proporzionale alla popolazione originaria del sud) e sta andando a finire che lo trovi quasi più buono rispetto a quello di casa tua.

Di come ti ritrovi a piangere a dirotto, sul divano, quando sei solo a metà della tua permanenza, perché senti la mancanza fisica delle tue figlie.

Del fatto che andare da sola al cinema, all'orario dei ragazzini, vestita da milf, incoraggia al rimorchio il barista interno, che dopo aver tentato una battutaccia sul caffè se ne sta mogio mogio ad osservarti da lontano mentre tu non lo c@chi.

Del fatto che il pane quello vero lo fanno solo al sud.

Del fatto che la fortuna, a volta, ti guarda.

Del fatto che i laghi e i fiumi sono luoghi talvolta incantati, che ti fanno sentire avvolta da Madre Natura, immersa nell'odore di acqua e di terra e di foglie e di umori, ma che mai nessun cielo è altrettanto azzurro come quando si riflette sul mare.

Del fatto che una telefonata può risollevarti la giornata, la settimana e l'intera prospettiva per il futuro prossimo, quando ti chiamano per dirti che gli sei piaciuta e che ti hanno scelta per accudire i loro figli.

Del fatto che sei capace di preparare la caponata più buona del mondo anche con gli ortaggi che compri al nord.

Del fatto che stai prendendo l'abitudine a stare da sola e che sperimentare una convivenza quotidiana per quattro settimane intere ti porta a sbilanciarti sul filo teso dell'esistenza sulla quale fai la funambola, ma vuoi essere ottimista e credere che riuscirai a riequilibrarti con l'aiuto del giusto sostegno.

Del fatto che ti mette in imbarazzo rispondere ad altre chiamate che ti confermano l'intenzione di assumerti, perché ormai ti sei impegnata, ma che ti lusinga la consapevolezza di aver fatto buona impressione a molti.

Del fatto che non vedi l'ora di partire, di tornare a casa, dalle tue figlie, ma con il solo scopo di prenderle e portarle via con te.

***

La consapevolezza, il giorno della partenza, di avere davanti solo 6 settimane prima del trasferimento definitivo mi ha messo angoscia.
Non mi aspetto che sia facile.
Sarà senza dubbio doloroso, per me e per le mie figlie.

Credo che sia la più grande cazzata che farò mai in vita mia. Se sarà la peggiore o la migliore, lo scoprirò col tempo, ma di certo è la più grande.

2 commenti:

Angie ha detto...

bellissimo post....
posso solo dirti che sarete insieme e, certo sarà doloroso, ma sarà l'inizio di una nuova vita (qualità della stessa compresa) sicuramente migliore (frase fatta, sì! ma vera..)
Un grande, affettuoso ed incoraggiante abbraccio
:*

Trasparelena ha detto...

in bocca al lupo per tutto!