24/12/15

Dieci

Hai finito tutte le dita delle mani, tanto che il prossimo anno ci toccherà cominciare a usare quelle dei piedi.
Sei la manifestazione più grande e più concreta di quanto amore si possa contenere dentro un comune cuore di essere umano... Sei la mia stella d'oro.
Buon compleanno, Matilde.

10/12/15

2222

Questo è il post numero 2222.

Dai, valeva la pena di renderlo noto! ;-)

09/12/15

Come ci si sente

Eppure ci penso spesso.
Chissà come ci si sente ad essere solo responsabili di se stessi.
Chissà come ci si sente a tornare a casa, trovarla vuota, aprire il frigo, cucinare solo per sé e solo per quel pasto, senza preoccuparsi di preparare qualcosa in più per l'indomani, o per la settimana successiva, qualcosa da tenere sempre pronto nel caso in cui si torni tardi, o stanchi, o con poca voglia di cucinare, ma con addosso la responsabilità di far condurre una vita sana e una dieta varia e nutriente ai propri figli.
Chissà come ci si sente ad alzarsi la mattina e decidere che oggi non voglio fare niente, perché tanto non devo renderne conto a nessuno.
Chissà come ci si sente ad avere in potenza la possibilità di decidere di prendere tutto e partire, e ricominciare, e ricostruire, senza pensare a niente se non a sé, al proprio benessere, al proprio futuro.

Loro non lo sanno, non lo capiscono, non se ne accorgono, ma io li invidio quelli lì, quelli che possono permettersi di vivere così.

07/12/15

Cose che non vorresti mai vedere #34

La faccia della commessa del negozio di accessori e altre sbrilluccicherie femminili quando sente il rumore inequivocabile di una cascata di pietre, perle, catene e simili che proviene dalla parte del negozio dove un secondo prima c'era una donna che curiosava in compagnia del suo irrequieto bambino.

04/12/15

Questo blog mi sorprende

Sta in piedi da otto anni, poveretto, ed ha nella pancia più di 2200 post. Alcuni nemmeno me li ricordo.
Oggi, ad esempio, ho scoperto che esiste una categoria di post denominata "respiri", il cui ultimo post risale al 2010, un po' prima che nascesse Angelica.

Questo blog mi sorprende. E rileggendomi, talvolta, mi sorprendo anche io.

03/12/15

In America

"Io ho deciso che voglio andare in America"
"Ah, bene. Ma per studiare, per lavorare, per fare la turista...?"
"Io voglio andare in America perché lì c'è Victoria Justice"

Meno male.
Negli ultimi due giorni mi hanno fermato tre maestre per dirmi quanto sia stupefacente il risultato del test che è stato somministrato ai bambini di 5 anni, tra i quali Angelica è stata l'unica, su 80 bambini, ad avere "eccellente".
In fin dei conti è una bambina normalissima, con una normalissima adolescenza anticipata. Saraà anche vero che fin da adesso viene contesa dagli insegnanti che il prossimo anno avranno le prime elementari, ma a me mi farà sclerare come sempre e come è normale che sia.
Meno male.

02/12/15

I discorsi delle mamme

E quando siamo in sala d'attesa dal pediatra parliamo di gravidanze e parti, puericultura e allattamento. Ne ho la nausea.
E quando siamo fuori dall'asilo, parliamo di gravidanze e parti, di malattie, di terapie e di quanto gli sbalzi di temperatura siano nocivi per la salute. Ne ho la nausea.
E quando siamo fuori dall'elementare parliamo di quanto mangino poco i nostri figli, di quanto crescano a vista d'occhio, di gravidanze e parti. Ne ho la nausea.

Ma ieri la sorpresa.
Da ieri si è introdotto l'argomento "sviluppo" con tanto di dettagli sulla peluria delle bambine, delle loro ghiandole mammarie e crampi al basso ventre.
Tempo due giorni e mi verrà la nausea anche dei racconti della prima mestruazione, ne sono certa.

01/12/15

30/11/15

Me lo sono ricordato

Io sono freddolosa.
Ma non in maniera normale. Proprio freddolosa in modo patologico, basta stati accanto anche solo per 5 minuti in un qualsiasi giorno nell'intervallo 10 settembre - 20 maggio per avere la precisa percezione di quanto poco fisiologico sia il mio freddo.
Io lo genero, lo covo al mio interno. Il cuore di ghiaccio della principessa Anna, in Frozen, non è niente in confronto al mio.

Dunque, durante la visione dell'intera serie di Fullmetal Alchimist Brotherood, potevo forse non innamorarmi di Roy Mustang, Alchimista di Fuoco, al quale basta schioccare le dita per generare fuoco, fiamme, calore...?
XD

27/11/15

Ho perso lo smalto di una volta

Non so se è l'età che avanza, o la stanchezza, o lo stress, o lo scemare dell'entusiasmo, o solo la normale e fisiologica diminuzione della memoria non indispensabile, ma mi capita sempre più spesso che mi succede qualcosa che mi porta a riflettere e mi fa pensare "Bene, ecco l'argomento del post di oggi", e poi, dopo qualche ora, apro blogger e non mi ricordo cosa volevo scrivere. E se cerco nella giornata un altro argomento di cui parlare, non ne trovo.

Oggi è così.

(Ma in qualche maniera, un argomento su cui fare un post l'ho trovato)

26/11/15

Piccolo spazio pubblicità

...e se vi presentate a nome del blog ci aggiungo un'altra "carezza" mia personale! ;-)

25/11/15

Non dare per scontato

Non dare per scontato che i tuoi siano diritti, mentre quelli degli altri doveri.
Non dare per scontato che debba essere la madre ad accudire i figli per il 95% del tempo e delle attività ordinarie e straordinarie.
Non dare per scontato che il tuo lavoro sia più importante di quello degli altri.
Non dare per scontato che se gli altri possono permettersi deroghe e libertà in ambito lavorativo, debbano farlo sempre.
Non dare per scontato che il tuo diritto alle ferie, alle vacanze, al riposo, allo staccare dalla quotidianità sia più importante di quello degli altri.
Non dare per scontato che se entrambi avete impegni nello stesso giorno, sia un problema della madre quello di trovare una sistemazione ai figli o rassegnarsi a portarseli dietro, o a rinunciare all'impegno.

E quanta ce n'è ancora di strada da fare per un sano ed equilibrato rapporto post matrimonio, con figli in affidamento condiviso.

24/11/15

Non sarà esagerato?

"Ragazze, da oggi sarà meglio indossare i giubbotti imbottiti per uscire"
"Mih, il giubbotto pesante? Ma io sudo!"
"Sì, infatti, mamma. Non sarà esagerato?"

Poi usciamo di casa alle 8 del mattino, dopo una notte di pioggia con cielo coperto, 14° e 85% di umidità e le pischelle capiscono che no, non è esagerato.

23/11/15

In modo strano

"Pure se in un modo un po' strano, comunque sappi che io ti voglio bene"

Da quella persona, in quel momento, in quel contesto, con quel mezzo di comunicazione a distanza, questa è la frase d'amore più bella che mi sia mai stata detta negli ultimi tempi.

20/11/15

La legge contro i broccoli

"Mamma, tu non puoi costringermi aamgiare i broccoli, perché la costituzione italiana dichiara la libertà per tutti i cittadini, e siccome io sono una cittadina sono libera di non mangiare i broccoli!"

Volevo ribattere che pure io ero libera di non cucinare mai più per nessuno al di fuori di me, ma temevo che si appellasse alla convenzione di Ginevra e allora ho lasciato stare.
(E non ha nemmeno 10 anni)
(Povera me)

19/11/15

Esiste?

Io: "Ho comprato i biglietti aerei per portare le bambine al Torino Comics di aprile. Ti ho mandato per e-mail la prenotazione con tutti i dettagli"
Ex marito: "Io non credevo nemmeno che esistesse aprile 2016"

E lo so, che stiamo parlando di cose di "tra 5 mesi". Ma già mi sono costati un occhio della testa adesso... Se aspettavo ancora magari volevano pure l'altro.

18/11/15

Eppure...

Eppure questi doppi turni a scuola, per quanto scomodi e sfiancanti, una nota positiva ce l'hanno.
In questo modo posso trascorrere separatamente le due parti della giornata con una sola figlia alla volta. E questo non è successo quasi mai.

17/11/15

Carote

"Carote! Buone le carote, mi piacciono un sacco! Le adoro, le mangerei sempre, tutti i giorni! Oh, le carote!... Che bontà, le carote! Carote! Carote! Carote! Io... Io le amo! Però amo di più te, mamma..."

Meno male.

16/11/15

Snoopy and friends

Potevo forse non andare a vedere le mie "noccioline" preferite al cinema?
Tirata a lucido, cosce al vento, tacco ai piedi e rossetto color corallo, ho varcato la soglia della sala proiezioni alle 17 in punto, insieme a bambini di varie fogge e misure.
E sono stata una Charlie Brown anch'io.

Il film è molto bello, ben fatto, ben strutturato, ben disegnato ma dubitò che possa essere apprezzato da chi non abbia mai visto almeno una volta i cartoon classici dei Peanuts, Natale, ringraziamento, allenamenti, capodanno, Flashbeagle e tutti gli altri, degli anni 60-70.
È un film celebrativo, pieno di citazioni, di easter-egg, di richiami. È un film per chi i peanuts li conosce già, e di certo non per i bambini che, infatti, si sono quasi tutti annoiati non capendone granchè.

12/11/15

Il male

L'apprensione per un edificio scolastico che necessita di manutenzione e riparazioni è una gran scocciatura.
I doppi turni a scuola sono una gran scocciatura.
Avere una figlia al turbo di mattina e l'altra al turno di pomeriggio è una gran scocciatura.
Dover far quadrare in tutto questo delirio anche le necessarie attività pomeridiane è una gran scocciatura.

Ma i gruppi di genitori su whatsapp, quelli sono il male.

11/11/15

Ora sì.

Ieri mattina.
L'Architetto-con-cui-collaboro: "A che stai lavorando?"
Io: "Alle borse estive per Lipari. Vuoi vedere?"
Lei: "No. Continua pure"

Dopo un'ora, passa in laboratorio.
Io: "Sto completando la prima borsa, ho pensato di farla così e colì, e se ci aggiungiamo un paio di questi possiamo anche venderla cinque euro di più della scorsa estate"
Lei: "Sì, mi sta bene"
Io: "Vuoi dare uno sguardo? L'artista sei tu e lo sai che io ho poco estro"
Lei: "No, per il momento no. Ho la testa ad altro"

Dopo un'altra ora la trovo in laboratorio che fissa la bozza della borsa appuntata con gli spilli.
Io: "Come ti sembra?"
Lei: "Non lo so. Per ora sono distratta. Ho lo sguardo fisso, ma in realtà è come se non la vedessi".
Io: " Per il momento l'ho solo appuntata con gli spilli. La cucio domani, adesso devo andarmene"
Lei: "Va bene. A domani".

Stamattina trovo sul tavolo del laboratorio la borsa totalmente stravolta e accompagnata da questo biglietto:


XD

10/11/15

Fuori dal nido

Ore 7.59 di un mattino qualsiasi degli ultimi tre anni in casa Van Pelt
"Angelicaaaaaaaaaaaaaaa! Ancora lì a guardarti allo specchio! Muoviti! E quanti denti hai? È mai possibile che ci voglia tutto questo tempo per lavare solo 20 denti da latte?! È tardi! Siamo in ritardo! Matilde arriverà in ritardo! Dovremo correre!"

Ore 7.59 di stamattina
"Matilde, ti conviene che vai da sola. Se facciamo in tempo ci vediamo tra poco nel cortile della scuola, altrimenti buona giornata e buon lavoro"

E così è andata. Tremante e impaurita, ma grande, coraggiosa, forte, pronta a vincere tutte le battaglie, come recita il suo nome.
Matilde è andata a scuola da sola. Ha percorso velocemente il chilometro scarso di strada, ha anche attraversato un incrocio complicato, non si è persa, non è stata rapita né investita.
Quando l'abbiamo raggiunta in cortile, Angelica ed io (perché la piccola vipera si è velocizzata appena sua sorella è andata via, e per tutto il tempo della strada mi chiedeva se io la vedessi, come se fosse lei più in apprensione di me), quando ci siamo incontrate in cortile, dicevo, mi ha fatto il "pollice su" da lontano, era fiera e orgogliosa di sé.
E porcapaletta quanto mi è sembrata grande.

09/11/15

Merito del social

Ci voleva facebook per far sì che mia madre approvasse ogni cosa che faccio/dico.
(Secondo me ha qualche applicazione che le mette automaticamente il "mi piace" su ogni cosa che pubblico. In alternativa sta lì a spiare il mio profilo costantemente, e questo sarebbe abbastanza inquietante).

06/11/15

La giostra degli scambi

Fino a qualche tempo fa pensavo di non essere più capace di appassionarmi alla lettura, di lasciarmi catturare da un libro, un personaggio, un narratore, un autore. Pensavo che non sarei mai più stata capace di fare notte fonda con un libro in mano.

Invece dipende dal libro. Dall'autore, dal narratore, dal personaggio.

"La giostra degli scambi", il più recente dei romanzi di Andrea Camilleri, mi ha dimostrato che ne sono ancora capace.

05/11/15

Generazioni

Guardare e ascoltare mio padre che racconta a Matilde aneddoti di quando era bambino per una ricerca scolastica, mi fa ricordare di quando anche io andavo dai miei nonni per motivi analoghi, e mi fa immaginare a quando un giorno magari anche io avrò dei nipoti ai quali raccontare com'era il mondo e la vita quando ero bambina io.

Mio nonno mi raccontava della prima guerra mondiale e di quando, a cinque anni, lo mandavano col treno a comprare cereali al mercato nero sulle colline.

Mio padre ha raccontato di quando andava in campagna in macchina a raccogliere i limoni con la sua famiglia.

Io, probabilmente, racconterò di come un tempo era stato possibile vivere senza internet.

04/11/15

Master post laurea

Per infilare correttamente tutti e due i fili del crochet inferiore di una tagliacuci aiutandosi solo von il libretto delle istruzioni, bisogna aver prima conseguito almeno una laurea in ingegneria meccanica.
Dopo aver seguito e sostenuto gli esami di interpretazione delle istruzioni, decifrazione degli schemi, acutezza visiva, e aver dato priva di aver acquisito il superpotere di rimpicciolire e assottigliare le prime due falangi delle dita delle mani, posso orgogliosamente annunciare di aver preso il master in infilatura di tagliacuci.
(Ci arricchissi so' patri!)

03/11/15

La precisa misura

Quando, guardandomi negli occhi, mi ha raccontato di suo fratello che sta attraversando un periodo nero, che lo "corcherebbe de mazzate" per tutte le ca##ate che sta facendo, per i cattivi giri in cui si sta infilando, ma che gli ha trovato un lavoro e ha chiesto ad un suo amico di assumerlo dicendogli "Tu dije quattrocento euro ar mese: du'cento tu e du'cento io", ho avuto la precisa percezione di quanto grande sia il cuore di Gandalf.

02/11/15

Cambio stagione e riflessioni

Ho fatto il cambio stagione delle bambine, che già di suo è impegnativo, perché devo recuperare gli abiti di Matilde messi da parte per Angelica e vedere cosa si può usare e cosa no, cosa va bene adesso, cosa potrebbe andare bene in futuro, e la stessa cosa devo fare con i vestiti estivi che metto da parte, selezionare cosa può ancora andare bene l'anno prossimo e cosa no, e di quelli di Matilde, cosa vale la pena conservare per l'Angelica Del Futuro (cit. MLP) e cosa no, ecc.
E con l'occasione ho riesumato anche i vestiti di Angelica che, fino a due anni fa, mettevo da parte per un ipotetico terzo figlio che sognavo di avere sperando che fosse femmina.
È stato forte. Pesante. Ho anche versato qualche lacrima a ritrovare quei vestitini minuscoli, che mi sembra ieri che dentro ci stavano comode l'una o l'altra figlia. Qualcosa l'ho conservata, qualche giacchina fatta all'uncinetto da mia madre quando sono nata io: quelli sono ormai cimeli di famiglia, ma il resto... Via.
Ho fatto spazio.
Ho lasciato nei cassonetti della raccolta degli abiti ben 6 sacchi grandi di vestiti da 6 mesi a 4 anni.
Ché tanto ormai figli non ne faccio più. E se anche dovessi farne, li farei solo con uno molto ricco.

30/10/15

La fine è vicina

Nel momento in cui le tue figlie inseriscono a proposito nella stessa conversazione le parole "spelling" (cit. Angelica, 5 anni a giugno) e "spin-off" (cit. Matilde, 10 anni a dicembre), e spiegandotene correttamente il rispettivo significato, capisci che sì, la fine del mondo si avvicina.

29/10/15

Salva ogni cinque minuti. Anzi no.

Matilde ha creato, per la scuola, la sua prima presentazione in Power Point come elaborato finale di un piccolo progetto di approfondimento sulla produzione dell'olio d'oliva.
Non aveva mai usato Power Point prima di adesso, ma - da brava nativa digitale quale è - ha imparato quasi subito.
Io l'ho lasciata fare, l'ho lasciata esplorare tutti i menu e tutte le opzioni, ha impiegato due ore solo per visionare tutte le possibili animazioni e solo cinque minuti per stendere la prima bozza di ciascuna diapositiva.
Solo una raccomandazione le ho fatto: salva spesso, salva ogni volta che fai una modifica, specialmente se è una modifica importante o che magari ti ha fatto penare per metterla a punto. Salva ogni cinque minuti.

Oggi pomeriggio si è dedicata alle ultime due diapositive e, mentre gli altri giorni mi aveva chiamato solo per avere un consiglio sullo sfondo da abbinare a determinate fotografie, stavolta mi ha mandato a chiamare "con urgenza" tramite Angelica, perché c'era un mistero inspiegabile.
Il mistero era la sparizione di una diapositiva e quello che il gergo tecnico si chiama "smin#iamento" della formattazione dei testi e delle immagini di quella successiva.

"Non ti preoccupare", le ho detto, "vediamo di ripristinarla", ma quando scorro fino alla fine il menu delle azioni da annullare, mi accorgo di essere soltanto arrivata all'inizio della digitazione del testo della diapositiva successiva. Lei non si era ancora accorta della diapositiva mancante quando ha iniziato a comporre la successiva.
"Va bene", continuo, "la recuperiamo dal file. Basta aprirlo di nuovo e... Ehm... aspetta... Ma tu per caso hai già fatto qualche salvataggio?"
"Certo! Me l'hai detto tu di salvare ogni cinque minuti"

E così non l'abbiamo potuta recuperare, perché chissà in quale fase della creazione della nuova diapositiva era sparita la precedente.

Matilde ci ha pianto qualche minuto, pochi in verità. E quando le ho detto di non abbattersi, che non era una cosa grave, lei mi ha detto "Lo so che non è una cosa grave, ma se tu vedessi sparire tutto il tuo lavoro di un pomeriggio non ti verrebbe da piangere?"

Ed ho ripensato ai tempi in cui non avevamo il gruppo di continuità, o quando mio fratello formattava il pc senza preavviso, o quando i vecchi computer, semplicemente, s'impallavano e non potevi far altro che riavviare. Tra le lacrime, sì.

"Hai ragione, Matildina, anche a me è venuto da piangere ogni volta che mi sono ritrovata al tuo posto. Benvenuta nel mondo di quelli che hanno a che fare con i misteri inspiegabili dei computer".

28/10/15

La nostalgia del mantra

Non è solo quell'ora di pace, di rilassamento e di contatto profondo col mio corpo.
Non è solo l'esercizio fisico.
Non è solo la gioia di rivedere i "compagni" salutati all'inizio dell'estate.

Oggi ho ripreso il corso di yoga, dopo aver chiuso a luglio scorso, e mi sono accorta che mi era proprio mancato.

Mi era mancato l'OM.
Mi erano mancate quelle vibrazioni che partono dal solido radicamento con la terra e crescono fino ad innalzarsi oltre la testa, dopo aver attraversato e fatto risuonare ogni cellula del corpo.
AUM, nella forma didattica.

Bentornato nella mia vita.

27/10/15

Rieletta

E per il terzo anno consecutivo sono stata rieletta rappresentante di interclasse per la classe di Matilde. E la maestra mi vuole così tanto bene che mi ha già candidata per i prossimi cinque anni, quando inizierà Angelica.

Ma la domanda che davvero mi preoccupa è: ma alla fine me la danno la pensione?!
:-D

26/10/15

A costo di sembrare vecchia e rosicona...

...ma no! A quarant'anni non ti puoi mettere come foto di profilo un selfie preso dall'alto con bella vista panoramica sulle tue tette. E non importa che sia un bello spettacolo.
No.
Hai quarant'anni e sei una madre di famiglia.
Io sarò anche una rosicona invidiosa perché le tette come le tue non ce le avevo nemmeno a vent'anni, ma tu sei proprio l'emblema di quanto male stiamo crescendo noi generazione con l'adolescenza tardiva.

25/10/15

Un'ora restituita

Stanotte ci hanno restituito un'ora. Perché - ricordiamolo - mai nella vita nessuno ti regala niente, nella migliore delle ipotesi, prima ti toglie qualcosa e poi, se gli stai simpatico, te lo restituisce.

Un'ora restituita che mi ha fatto spontaneamente svegliare alle quasi-otto che in realtà erano le quasi-nove del mio ritmo circadiano.
E' dalle nuove-otto che penso a come potrei impiegare questo tempo che mi fa essere in anticipo sulla consueta tabella di marca domenicale, ma alla fine non mi è venuto in mente niente.
Da sola in casa, l'unica cosa che ho pensato di fare è stato scrivere questo post.

20/10/15

Gli odori delle case degli altri

È strano, quando riapri la valigia dopo aver soggiornato ospite in casa d'altri, essere investita dall'odore di quegli ambienti, che vai a capire se è il legno dei mobili, il detersivo per i pavimenti, gli aromi di cottura accumulati sulle tende.
È strano perché ti investe quando non te l'aspetti, quando sei già nella tua di casa, della quale hai risentito forte l'odore dopo giorni di assenza e di finestre chiuse, e ti catapulta indietro di poche ore e a distanza di migliaia di chilometri, e chiudi gli occhi e ti sembra di essere ancora lì, li riapri e scoprì di essere invece qui e tra un qui e un lì ha ben chiara la sensazione che i due avverbi e i due luoghi si fondano per un istante, e ti sei portata qui un pizzico di lì.
Aspiri profondamente e, a malincuore, distruggi l'incantesimo nella lavatrice.

13/10/15

Borsa con albero

Non so per quale motivo, ma ultimamente non sono più capace a fare le foto.
Questa è la mia nuova borsa. Mia.
Non sono perché è mia, ma perché l'ho disegnata io, l'ho cucita io, l'ho pensata io dall'inizio alla fine.
Mia.

E le paillette comandano.
:-D

12/10/15

Figli dell'euro

"Mamma, questa cifra come si legge? C'è scritto 20.000 £"
"Ventimila lire"
"Ah. E in italiano cosa significa?"

11/10/15

Otto e trentasette

Non è l'ora esatta attuale, bensì gli anni che compiamo oggi, rispettivamente, questo blog ed io.
Riceverò, spero, alcuni regali e di sicuro molti auguri, ma i migliori li ho già ricevuti:
Questo messaggio e la canzoncina che hanno cantato subito dopo valgono da soli la pena di invecchiare...

...e poi il saluto al sole è bellissimo! XD

09/10/15

Immersione

Oggi sarebbe stato il nostro anniversario di nozze.
Trascorrere la serata insieme aveva già un certo nonsoché di comico. Trascorrerla parlando - tra le altre cose - di espletare anche la formalità del divorzio, è stato il tocco di classe, ma concludere chiedendogli "Ma tu non ce l'hai ancora una zita? E quando te la trovi?" è stata la vera ciliegina sulla torta.
Oggi sarebbe stato il nostro anniversario, avremmo festeggiato 11 anni di matrimonio. È stata una serata piacevole, divertente, serena, senza dubbio una bella serata.
Non sono fuggita da questo giorno doloroso, come ho fatto l'anno scorso. Mi ci sono immersa fino alla punta dei capelli.
Ed è stato proprio come riprendere aria dopo aver a lungo trattenuto il fiato.

08/10/15

Paillette

07/10/15

In Santa we trust

"Mamma, come mai sei così giù di morale?"
"Niente di grave, Matilde. È solo che ogni tanto mi prende un po' di sconforto... Sono un po' preoccupata per il futuro, per il lavoro... Cose così..."
"Stai tranquilla mamma, basta che credi in te e vedrai che ce la farai!"
"Giusto. Devo credere in me. Hai ragione figlia mia"
"Eh, infatti! E poi ricordati sempre che anche io credo in te, e anche Angelica. Noi crediamo in te, mamma! Non è vero, Angelica?"
"Certo che crediamo in te, mamma! E poi figurati, io credo persino in Babbo Natale...! "

06/10/15

L'anno scorso

L'anno scorso di questi tempi mi accingevo a partire per Londra, l'alternativa al taglio delle vene che avevo trovato per non pensare al mio mancato anniversario di matrimonio.
Quest'anno niente viaggi, tutt'altro.

Bisogna starci dentro, diceva il caro dottor Mercurio, mio psicoterapeuta, non opporsi, non negare, non fuggire. Starci, e vedere cosa succede, che cosa porta l'esperienza.

Quest'anno io non fuggo. Ci sto.
E se tutto va bene, mi ci immergo pure, fino ai capelli.

05/10/15

Il panorama

È una di quelle cose strane, alle quali fai caso solo dopo che per anni e anni ci vivi dentro e non te ne accorgi, fino a quando non le riscopri e ti rendi conto di averne sofferto dolorosamente la mancanza fino a quell'istante, ma la sofferenza stava sepolta chissà dove.

Seduta al balcone di casa di un'amica, io, ho riscoperto il panorama, inteso nella sua definizione primordiale. E lì, davanti al mare, alla collina e alla città, mi sono resa conto di trovarmi sul versante opposto rispetto a casa mia, e di godere, dunque, di un panorama identico, ma speculare, rispetto a quello che ho osservato per anni a casa dei miei genitori.
E in quel momento, improvvisamente, mi sono accorta di quanto mi è mancato quel panorama in questi 11 anni, ché da casa mia mi affaccio e guardo la biancheria stesa della signora di fronte. Da casa mia non ho panorama.
E dopo 11 anni me ne sono accorta adesso.

02/10/15

Miiimoooomiiiimoooooo!

È un bel brivido, durante un temporale con lampi e tuoni, mentre cerchi di sdrammatizzare l'apprensione delle tue figlie che ti guardano già mezze spaventate, sentire uno strano verso, cantilenante, un "Miiiimoooooomiiiiimooooooooo" pronunciato da una vocina che non ha nulla di umano, e che proviene dal fondo della stanza dove non c'è nessun altro a parte te e le bambine, né umano né disumano, e scoprire, infine, che si tratta della notifica del giochino dei minions, che hai installato sullo smartphone.

01/10/15

30/09/15

L'incubo

È interessante osservare come, talvolta, nei miei sogni si vengano a creare situazioni e comportamenti perfettamente credibili, al punto che quando mi sveglio mi resta forte addosso l'emozione provata, spesso di rabbia, durante il sogno. E a quella vi si aggiunge l'ulteriore rabbia per la consapevolezza del fatto che era un sogno, ma avrebbe benissimo potuto essere la realtà.

E comunque, nessuno che abbia visto "Inside out" potrebbe mai più evitare di pensare al "filtro realtà" al risveglio da un sogno.

29/09/15

I funghi

Glieli chiedevo da tempo, e ogni volta il fruttivendolo mi rispondeva che no, non c'erano ancora i funghi, ancora faceva troppo caldo, forse la settimana prossima ecc.

Oggi li aveva, belli grandi e bianco, esposti in modo che non si potessero non vedere.

"Buongiorno, mi dai per favore un po' di uva?"
"Altro?"
"Sì, grazie, anche un melone bianco"
"Poi?"
"Delle banane... Quattro, grazie"
"Poi, altro?"
"Uhm... Zucca rossa ce n'è?"
"No, la zucca mi è finita"

Sì, sì, lo so, sono stron#a.

"Oh, vedo che oggi hai i funghi! Fammene mezzo chilo, dai"
;-)

28/09/15

Ma parla come mangi

"Roberto" dice la mamma di un bambino di quinta elementare "a me non importano i rapporti interpersonali che hai coi tuoi compagni. Quando ti chiedo cosa hai fatto a scuola, voglio sapere cosa hai fatto dal punto di vista didattico"
Poi si gira verso di me con aria tronfia, come a volersi compiacere del fatto di usare parole colte nel dialogo col figlio.
Io l'ho guardata non trattenendo un sospiro. Povero Roberto, pensavo.

25/09/15

Il biglietto da visita

"Senti Lucy..."
"Dimmi Architetto-con-cui-collaboro"
"È da tanto tempo che ti voglio raccontare una cosa, ma solo adesso, forse, si sta presentando l'occasione. Ti ricordi di quando, un anno fa, tu mi hai contattato per chiedermi di farti lavorare con me? Certo, all'epoca, io non ti conoscevo bene, anche se avevi portato Matilde qui ai laboratori diverse volte. Quando poi ho parlato di te alla Collaboratrice Tedesca, lei che è sempre un po' diffidente e scettica, mi ha detto che sì, una mano in più ci serviva, ma che dovevamo anche stare attente a chi ci mettevamo in casa, per così dire..."
"Naturale"
"E sai cosa le ho risposto io? Le ho detto che era vero che non ti conoscevo bene, ma che conoscevo tua figlia. E per avere una figlia come Matilde significava che eri una persona in gamba".

Mi son venute le lacrime agli occhi, e poi ho fatto due considerazioni.
Di solito è il contrario, di solito si da fiducia ai giovani proprio in virtù della stima per i loro genitori, e a me è successo l'opposto.
Quando penso che le mie figlie sono il mio biglietto da visita non mi rendo conto di quanto sia fortemente vero.

24/09/15

Una lettera per Momo

Lo so che dovrei parlare di "Inside out", come stanno facendo tutti ultimamente, e a maggior ragione in forza del fatto che l'ho visto al cinema proprio ieri, ma no, non parlerò di quel film, non ora.

Oggi pomeriggio ho visto "Una lettera per Momo", di Hiroyuki Okiura.
È di qualche anno fa, ma l'ho visto oggi e ne voglio parlare. Perché mi ha commosso, sul serio, fino alle lacrime.
Perché una lettera come quella per Momo ce l'ho avuta anche io, parecchi anni fa, e so benissimo cosa significhi sopravvivere a qualcuno con il quale si ha litigato e non si ha avuto il tempo, la possibilità, la voglia di fare pace.

Andrea mi ha preso per mano, durante il mio sogno, ed io mi sono svegliata con la vivida sensazione di essere stata toccata. E quella stessa sensazione mi è tornata alla mente e sulla mano mentre Momo riceveva la sua lettera.
Per questo ho pianto.
Per questo ne scrivo.

23/09/15

Ci dev'essere un motivo

Ma perché mai, se la faccio esercitare a casa, Matilde è capacissima e velocissima nel fare le operazioni di aritmetica, mentre a scuola, accidenti a lei, ne ha sbagliate la metà nel test d'ingresso?

Solo per far disperate me o c'è qualche disegno superiore che a me sfugge?
Sgrunt.

22/09/15

Star table natalizia

Una decina di giorni fa ho partecipato ad un corso di patchwork avanzato, nella fattispecie, un corso sull'utilizzo della rasterquick (un tipo particolare di fliselina, prestampata in triangoli equilateri adiacenti) nella tecnica del "paper piecing" (ossia del riuscire a cucire frammenti minuscoli di stoffa e strisce sottili) per realizzare, infine, una "star table".
Lo so che sembra che sto supercazzolando, e un po' è così in effetto! :-D

Vabbè, in parole povere, ho imparato a fare questa.

21/09/15

La nonna

Lo scorso venerdì mattina, più o meno alle 8 del mattino, è morta la mia nonna paterna.
Se n'è andata serena e in pace, in salute e ragguardevole età di 97 anni.

Qualcuno mi ha chiesto come mi sono sentita. Beh... Triste, ovviamente.
Anche se è un dato di fatto che nessuno di noi è eterno, la nonna ci aveva abituati male, in proposito. L'avevamo vista cadere e rialzarsi come se nulla fosse in diverse occasioni, anche recenti. L'ultima proprio sei anni fa, quando è letteralmente caduta ma miracolosamente rimasta integra. Si è fatta una settimana a letto, ma anche da coricata faceva la bicicletta con le gambe, nel timore che le gambe non la reggessero più una volta passata la convalescenza.
Aveva superato tutto. Ma non era eterna.

Non posso dire di essere emotivamente scossa, perché non ho avuto legami affettivi forti con nessuno dei miei nonni. Non mi ricordo gesti affettuosi da parte di nessuno di loro, carezze, baci, coccole. Da questo punto di vista le mie figlie sono senza dubbio più fortunate.
Però era mia nonna, ed era nata nel 1918, e quando mi raccontava aneddoti della sua infanzia mi sbrava incredibile ascoltare quei ricordi di vita vera sullo sfondo di case piene di tecnologia wireless. Averla davanti ae e sentirle raccontare del viaggio in due giorni a dorso di mulo che l'aveva portata dalle Madonie alla città, e sentire in sottofondo i suoni di notifica di uno smartphone. Cose dell'altro mondo, per davvero, o di quell'altro ancora, per meglio dire.

Mi mancherà.

17/09/15

Infortunio con lo yoga

"Gandalf, ho bisogno di te. Sto malissimo, ho un torcicollo pazzesco!"
"Torcicollo? Che hai fatto? Mica hai continuato a cucì come te ho visto cucì io?! Te l'avevo detto che nun te aggiustavo più!"
"No, no...è iniziato stamattina, mentre facevo il saluto al sole..."
"Facevi er saluto ar sole e te sei fatta venì per torcicollo?! Guarda, Van Pelt, solo tu te potevi fa' male facendo yoga!"
Sì, va bene, lo so.
Ora smettila di ridere e dammi un appuntamento in emergenza.

15/09/15

Magari cambio idea

"Io non voglio avere figli"
"Eh? Angelica, come mai dici questa cosa (considerato che hai solo 5 anni)?"
"Io da grande non voglio avere figli, perché ho paura che mi vengono figli maschi"
"Tesoro mio, se la nonna non avesse avuto figli maschi, tu e Matilde non avreste un papà, non credi?"
"Beh... in effetti..."
"Se l'altra nonna non avesse avuto figli maschi, voi due non avreste gli zii che tanto vi fanno giocare e divertire"
"E' vero"
"E poi pensa a tutti i tuoi compagni maschietti... se le loro mamme non avessero avuto figli maschi, tu non li avresti come amici e compagni di giochi"
"Giusto"
"In fin dei conti non è così tragico avere figli maschi, non trovi? Spesso sono simpatici"
"Sì, è vero. Ma tanto ancora io sono piccola e ci vuole taaaaaaaaaaaaaaanto tempo prima di avere i figli, e magari nel frattempo cambio idea"

Ecco, appunto, affrontiamo i problemi quando si presentano e non con decine e decine di anni in anticipo.

14/09/15

La potenza del vintage

E' lento, rumoroso ed ingombrante, ma l'efficacia con la quale riesce ad inviare i fax il mio vecchissimo portatile Dell, non la batte nessuno! :-D

(E' un ferrovecchio del 2007, ma si accende ancora, funziona ancora, si relaziona ancora con tutti gli altri dispositivi di rete e, meraviglia delle meraviglie!, ha la presa telefonica, che sembrerà anche obsoleta, ma che quando la Telecom ti chiede anacronisticamente di inviare tramite fax la ricevuta della spedizione di un pacco ordinario ti capita proprio alla perfezione!)

11/09/15

L'amico Nerd

Il vero nome dell'amico Nerd è un nome lungo e bello e che, come il mio, è un nome di origine ebraica e  che contiene in sè la radice della parola che si riferisce alla divinità, ma su questo blog continuerò a chiamarlo "Amico Nerd" come nome proprio (e magari ci mettiamo pure le maiuscole).
Ho conosciuto l'Amico Nerd un anno e mezzo fa, in occasione del mio primo cosplay al Torino Comics (all'epoca fu lui ad avere l'idea di travestirci da Minions - precursori noi! - regalandoci un bagno di folla ed un successo insperato).
L'Amico Nerd, infatti, vive a Torino, come mio fratello, è originario del sud, come mio fratello e fa un mestiere da nerd, come mio fratello. No, non si tratta di mio fratello sotto mentite spoglie, e neppure di un suo sosia.
L'Amico Nerd ha gli occhi celesti, chiari, cangianti in base alla luce, con una corona dorata che circonda la pupilla destra, e che - come il "glow in the dark" - più stanno al sole e più diventano azzurri, meno stanno alla luce e più si spengono verso il verde.
L'Amico Nerd è alto circa 4 cm in più di me e tanto mi basta, perché mi permette di indossare scarpe con tacco comodo, che sono le mie preferite in assoluto, il giusto compromesso tra la femminilità e la praticità.
L'Amico Nerd ha un delizioso e appena accennato accento della sua regione, che gli da quel tocco "esotico" che dalle mie parti non guasta.

Nella seconda metà del 2014, tra l'Amico Nerd e me è nata un fitta e regolare corrispondenza elettronica che si è protratta nei mesi, dapprima incentrata su argomenti da nerd: manga, videogames, anime, video virali di gattini che fanno impazzire il web ed altre amenità, poi, pian piano, gli argomenti di discussione si sono spostati sempre più verso il personale, verso le confidenze, verso le condivisioni di stati d'animo e disagi, miste ai puri e semplici racconti di come andavano le nostre giornate.
Non potrei dire di essermi mai sentita davvero corteggiata dall'Amico Nerd, o comunque non in maniera standard, tuttavia...
Durante lo scorso inverno qualcosa è cambiato in me. Complice la psicoterapia, la nuova consapevolezza, il desiderio di rinascere ed un non trascurabile periodo di tempo con la morte dentro l'anima, all'affacciarsi della primavera le timide gemme ed i teneri germogli della natura sono sbocciati anche dentro il mio spirito e, miracolosamente, il mio cuore ha ripreso a battere.
Ma per davvero.
Ne ho anche parlato qui.
E quello che, in quel post, non ho detto è che io ero con lui.
Quando ho sentito di nuovo il mio cuore battere, ero abbracciata a lui, all'Amico Nerd.
Lo abbracciavo sotto tutto un altro impulso, ma quell'esplosione, quel battito, quel ritorno alla vita sono stati, per me, indice di qualcosa che stava succedendo e di qualcosa che forse non sarebbe mai stata più soltanto ciò che era stata fino a quel momento.
C'è voluto del tempo e tanto, ancora, ce ne vorrà, ma...

L'Amico Nerd ed io ci siamo incontrati molto spesso negli ultimi 5 mesi, quasi a cadenza mensile e alternando i viaggi da e per il nord e viceversa.
L'Amico Nerd ed io abbiamo deciso di imbarcarci in quella che potrebbe essere la più grande stronzata del secolo, oppure la più stupefacente meraviglia delle nostre vite. O entrambe le cose, non è mica detto che l'una debba per forza escludere l'altra.

Non so come abbia fatto, ma l'Amico Nerd mi ha convinto a dare un'altra possibilità al genere umano: a quello maschile, nello specifico, ma anche a me stessa. Mi ha invitata a rinascere, a rimettermi in gioco con regole diverse e nuove, per non ricadere negli stessi sbagli e scoprire quanto possa essere divertente farne di nuovi.
L'Amico Nerd ha riportato in vita il mio cuore, dimostrandomi che, nonostante tutto, io sono ancora capace di innamorarmi.

Non sappiamo come andrà, come proseguirà, quanto durerà e come evolverà, ma sono sempre più convinta che l'Amico Nerd sia per me non soltanto una "seconda possibilità" che mi è stata offerta dalla vita, ma proprio e precisamente una benedizione da parte degli Dei.

(Ed ecco il motivo se, come mi ha fatto notare più di qualcuno, negli ultimi tempi sembro tutta "affragolata e cuoriciosa" :-D )

10/09/15

Madonna del Cardellino

Adoro i puzzle.
Adoro le donne e Madonne del rinascimento.
Adoro trascorrere i pomeriggi ricostruendo puzzle di donne e Madonne del Rinascimento.



09/09/15

La coppetta ed io, 13 lune dopo

In realtà non le ho contate, ma sono pronta a scommettere che sono anche 14.

Come al solito, quando si parla di "cose da femmine", invito i deboli di stomaco, gli ipersensibili, quelli dallo scandalo facile e generalmente tutti i maschi di passaggio ad astenersi dal leggere questo post. Si parla di mestruazioni.
Io vi ho avvertito, poi non dite che non ve l'avevo detto e vi lamentate con me.

Uso da esattamente un anno la coppetta mestruale e, contrariamente a quel che pensavo, non faccio che benedire il momento in cui mi sono decisa a provarla. Per rinfrescarci la memoria vi ricordo che dal terzo ciclo in poi ho usato la Meluna "sport" taglia L, più rigida ed estremamente più performante per la mia conformazione fisica.

A distanza di un anno, quindi, mi sembrava doveroso fare un bilancio, considerando soprattutto il fatto di aver avuto modo e occasione per utilizzarla in svariate circostanze, col caldo, col freddo, a casa, fuori casa, in viaggio, al lavoro, durante la lezione di yoga e persino essendo ospite a casa di altre persone.
Comoda. Maledettamente comoda. Dal quarto-quinto ciclo in poi si può dire che ci si prende la mano e diventa prassi normalissima.
Non fa più nessuno schifo o impressione infilare le dita lì dentro a recuperarla. Riesco a ripiegarla e inserirla al primo tentativo. La estraggo con maestria. Ho sviluppato la giusta percezione di quando è il momento di svuotarla, sia nei giorni di flusso abbondante che in quelli da ultime gocce.

L'unico inconveniente è che all'inizio del ciclo, al primo inserimento, non si apre mai. E' come se fosse "fredda" e avesse bisogno di stare un paio d'ore dentro il suo allocamento per riscaldarsi e ammorbidirsi. E' ormai matematico, per me. So già che quando la inserisco per la prima volta, dopo due ore devo cambiarmi perché mi sarò sporcata, devo estrarla (e la trovo sempre ovale, schiacciata, mai rotonda) e reinserirla. Dopo di che, fila tutto liscissimo o quasi.

Due segreti ho imparato durante questo anno di studio e "ascolto".
Trattenere la pipì crea volume che va a premere sulla coppetta riducendone la sua capacità, dunque svuotare la vescica spesso aiuta a non avere perdite.
Quando la inserisco devo spingerla più in fondo possibile. Più entra, più morbidi sono i tessuti, meno impedimenti incontra e più facilmente si aprirà.

Per concludere: la coppetta ha vinto.
Ah, un'ultima cosa. Sembrerà sciocco, ma una cosa che ho scoperto è che il sangue mestruale non ha nessun odore, neppure quando viene raccolto per 10 ore (ad esempio dopo la notte). Sembrerà una cosa superflua, ma, al di là del fastidio fisico degli assorbenti, del prurito e dell'irritazione della pelle, una delle cose che più detestavo era quell'odoraccio di rancido ogni volta che andavo in bagno.
Il sangue non puzza. Puzzano gli assorbenti.

E per finire: il sibilo che emette quando la estraggo e "prende aria" è impagabile! :-D

In hoc signo vinces.

08/09/15

Quel genere di cose... (a proposito del post di ieri)

"Ma... per curiosità: cos'è successo al volante?"
"Si stava letteralmente sbriciolando e l'ho fasciato"
"Ah. Pensavo che stessi preparando pure la Panda per il cosplay. Magari da mummia, anche se, in effetti, non è proprio a tema Totoro"

Ecco. E' esattamente questo il genere di cose che mi fa credere che tra il mio ex marito e me ci sarà sempre, SEMPRE, un'intesa intellettuale che pesca in quel bacino di esperienze condivise e peculiarità affini che si sono create, sviluppate e cresciute insieme per 11 anni e che si mantengono parallele anche adesso.
Cioè, lui può avermi fatto il torto più grave che un marito possa mai aver fatto alla moglie, ma nel momento in cui ci scambiamo battute come queste, io non posso fare a meno di ridere, perché è quel genere di ironia che mi fa ridere e perché lui sa benissimo qual è il genere di ironia che mi fa ridere.



(Per la cronaca, al volante della mia panda è successo questo)


07/09/15

Per amor delle figlie

Che sia soltanto per la condivisa volontà del bene delle figlie che abbiamo in comune (della piccola, nella fattispecie), che oggi pomeriggio abbiamo trascorso un paio d'ore insieme?
No. Non soltanto.
Perché quando ci siamo seduti in quel bar, ad ingannare l'attesa, abbiamo parlato d'altro, e anche dopo, mentre lo riaccompagnavo a casa sua.

Mi viene difficile ammetterlo, ma mi sbagliavo quando credevo che mai e poi mai sarei potuta essere sua amica.
A me la sua compagnia fa piacere, trovo sempre interessanti i nostri scambi e i nostri dialoghi, conosce le apparecchiature tecnologiche di casa mia meglio di me e non si tira indietro quando gli chiedo aiuto o istruzioni, e mi spiega pazientemente le cose, e poi c'è sempre quella base di esperienze in comune che ci permette ancora adesso di capirci al volo, anche solo citando la battuta di un film.

Forse mi sbagliavo. Forse, e non solo per amore delle figlie, io e il mio ex marito potremo essere amici.

04/09/15

La fatidica domanda

E così trascorri la serata con tua figlia la grande, che a dicembre compirà 10 anni e che si trova nel momento adatto per scoprire come funzionano un po' le cose, a parlare delle cose "da grandi".
Le donne, gli uomini... Insomma le cose che riguardano la vita, l'universo e tutto quanto.

"Mamma, ormai il come fanno i bambini a uscire dalla pancia della mamma mi è abbastanza chiaro, ma... Ecco, non ho ancora capito bene come facciano ad entrarci".

Prendi un grande respiro, e cominci a raccontare...

03/09/15

Il paradiso degli orchi

Che io ci arrivi sempre tardi, coi film, ormai è risaputo.

Carino, ma niente di che.
La migliore è la zia Julia, anche se pure Therese era abbastanza calzante e Jeremy sufficientemente irriverente.
Pessimi gli occhiali di Il Piccolo, che invece di essere rosa glieli hanno fatti blu, e l'apparecchio acustico che si sono inventati.
Imperdonabile l'assenza di Clara.

Sono contenta di averlo visto, ma non posso dire che non avrei potuto farne a meno.

02/09/15

Piccola rubacuori

Ed è quando capisci che tua figlia grande non ha ancora abbastanza malizia dal nascondersi da te e farsi, per comodità, un paio d'ore di telefonata in vivavoce con un compagno di scuola, che pensi che tu, alla sua età, avresti riconosciuto facilmente un corteggiatore, ma il problema è che non ne avevi.

01/09/15

Ancora cosplay

Questo non è difficile da indovinare.
Il difficile è stato incollare tutti gli occhi dei Nerini del buio che adornano l'abito.
(L'evento sarà a Palermo il 19 settembre, e solo allora vi mostrerò l'abito completo)

31/08/15

E così anche io...

...mi sono presa due settimane di ferie dal blog.
Ho nuotato di più dell'anno scorso, ma mi sono abbronzata di meno.
Ho letto più libri e visto più film, ma sono uscita di meno con le amiche.
Ho totalizzato in due settimane un numero di chilometri percorsi guidando io da sola pari alla quantità di chilometri che totalizzo in un anno intero, ma sono andata molto meno in bici, quasi niente.
Ho ri-visitato volentieri Erice e San Vito lo Capo, Milazzo e Messina, ed ho persino calcato il suolo calabro dopo una traghettata dello stretto, fatta per il solo gusto di guardare la Sicilia dall'altro lato del mare, ma nemmeno quest'anno sono riuscita a tornare a Lipari, anche se sono almeno 4 anni che lo desidero.

Ho passato molto tempo con le bambine, ma anche da sola.
Mi sono riposata abbastanza, ma mai davvero rilassata, ché c'è sempre un pensiero, un problema, un'ansia, una paura a cui dedicare attenzione.

Ho cucito, ho ricamato, ho scritto ed ho colorato, per me e per altri, ma di più per gli altri.

Ho ripreso a lavorare e mai, negli anni precedenti, ho desiderato così tanto che ricominciasse la scuola.

Ho scoperto, quest'estate, ma ne avevo già la speranza in primavera, che il mio cuore esiste ancora, ed è ancora capace di pulsare, battere, palpitare.
Ho scoperto di essere ancora capace di amare, e forse questa cosa, già da sola, vale la pena di tutta un'estate.

13/08/15

La fase creativa

Non so se capita solo a me o è effetto collaterale comune, ma quando l'aria si rinfresca a me parte la creatività a mille, la voglia sfrenata di fare, fare, fare... riprendere in mano i lavori interrotti, abbandonati e quasi dimenticati, la voglia di cambiare, di dipingere, di abbattere muri e allargare finestre, di cucire abiti da sposa e trapunte abbinate alle tende, di scrivere in una sola notte la prima bozza del nuovo romanzo, di leggere in una sola mattina quei quattro o cinque libri che mi aspettano sul comodino, di cucinare per un esercito intero, di rimettere ordine nella stanza delle bambine, di appendere quadri alle pareti, di spolverare i lampadari, di ricamare uno strofinaccio a punto filza e di pulire il frigorifero.

Poi il giorno dei temporali estivi combacia col primo giorno del ciclo.
E allora mi spalmo sul letto con la borsa dell'acqua calda sulla pancia e addio.

12/08/15

11/08/15

Il premio "Evoluzione"

Non è stata la prima volta, ma quest'ultima reunion di compagni del liceo è stata la più partecipata della storia, con solo 5 assenti, e la presenza di 4 ragazzi che sono stati tra i primi a partire e con i quali non ci siamo più visti negli ultimi 18 anni.
Come tutte le altre volte, è sempre un piacere immenso rivedersi, raccontarsi gli ultimi 18 anni di vita, ed è bellissimo sentire come non è cambiato nulla nell'affetto e nella stima che ci ha legati.
Non vorrei tornare indietro nel tempo, per niente al mondo, ma a guardarli adesso quegli anni mi sembrano i più lieti e spensierati di tutta la mia vita, i più divertenti, i più complicati.
A fine serata io ho ricevuto un premio.
Il premio per l'evoluzione meglio riuscita e più inaspettata.
In effetti chi mi aveva salutato 18 anni fa, aveva lasciato un rospetto brufoloso e disadattato, mentre adesso, testualmente, "sei proprio donna, a partire dalla cura dell'aspetto fisico fino a una maturità, una simpatia, una rivelazione della tua personalità che prima non c'era"
Mi veniva da replicare che forse erano loro a non vederla, o a non darmi modo di mostrarla, ma va bene così
D'altronde già l'inizio della serata è stato notevole quando, nel salutarmi, uno dei ragazzi con cui ci siamo visti occasionalmente, mi ha detto "Ma tu, ogni volta che ci rivediamo, diventi sempre più giovane!".
E non serve altro ^_^

10/08/15

Come andare in bicicletta

Ci sono svariate attività che, come l'andare in bicicletta, una volta imparate non si dimenticano più, anche a distanza di anni.
Nuotare.
Andare in bicicletta, appunto.
Fare la verticale contro il muro della terrazza, pur indossando la gonna e senza essersi preventivamente riscaldate ("Uao, Angelica! Ma ti rendi conto che mamma figa che abbiamo?!")

E, inaspettatamente, meravigliosamente e sorprendentemente suonare il pianoforte.
(Qualche minuto di esercizi di tecnica, enormi difficoltà a leggere lo spartito, ma arrivare ad eseguire un rigo e mezzo alla velocità richiesta e senza errori, mi hanno fatto pensare che, forse, ce la posso fare)

07/08/15

Datemi un martello...

Problema

Soluzione


(Giuro che l'ho comprato e regolarmente pagato, ma la cassiera ha dimenticato di togliere l'aggeggio antitaccheggio, che peraltro non funzionava, perché non ha suonato all'uscita)

06/08/15

Un anno e mezzo fa

Un anno e mezzo fa iniziava la mia vita da donna separata.
Ma vi ricordate di quando segnavo le settimane e i mesi? Di come sembrava passare lento il tempo?
A guardarmi indietro mi sembra quasi impossibile crede che siamo la stessa persona, quella che all'epoca scrisse questo post, ed io.
Come si cambia, per non morire...! diceva quella. Verissimo.

05/08/15

Lo stalker

Lui: "ciao bellezza
che si dice
finalmente si c ritrova
come ivecchi tempi"
Dopo 10 secondi di attesa durante i quali io non rispondo: "c6"

Ricevendo questi messaggi sulla chat di facebook, la mia faccia dapprima si corruga interrogativa sotto l'onda della domanda "Ma cu è?!"; poi, dopo aver focalizzato il nome e cognome, ovviamente invertiti, proprio come quando si compila un verbale coi carabinieri, ho riconosciuto un compagno delle scuole elementari che, per tutta una serie di ottimi motivi, non ho mai più rivisto dopo l'estate del 1989 (anno della mia licenza elementare) e che, tramite un tortuoso percorso di tag e di foto reperti archeologici riesumati, mi sono ritrovata su facebook.

Prima mi dico che no: "c6", nel 2015, un uomo di 37 anni non lo può scrivere. Quindi gli rispondo, cordiale e sorridente. Ma che bella sorpresa, dopo tutti questi anni, che cosa fai, come stai, stai ancora qui o sei emigrato come l'80% della nostra generazione ecc.
E lui, sgrammaticato oltre ogni immaginazione, risponde e vuole sapere se sono sposata, si dispiace quando gli dico che lo ero ma vi ho posto rimedio, mi dice del suo lavoro, il tutto col verbo avere fisso senza "h" e il verbo essere senza accento, gli spazi tra le parole messi in maniera random, la punteggiatura non pervenuta.

L'ho lasciato asino in quinta elementare e lo ritrovo tale e quale.
Poi lo slancio di audacia.

"e poi
ch e mi racconti
ai modo come vederci
in chat
ai skype
o cam qui
manda numero
che quando o un ritaglio di tempo ti chiamo"

A questo punto io vorrei strapparmi gli occhi con le mie stesse mani.
Cerco di glissare, di prendere tempo, gli spiego che dal telefonino le videochat non mi funzionano bene (bugia) e che non ricordo a memoria il mio nome su skype (verità). Provo a salvare la situazione lanciando un "Sarebbe carino riuscire a organizzare una serata tutti insieme, i vecchi compagni, alcuni sono fuori ma in genere tornano per le vacanze estive", ma lui niente, non demorde e insiste:

"ti posso chiamare
mandanumero
ok stasera ti trovo
daniela
e stato un piacere risentirti"

Lo liquido dicendo che le bambine mi chiamano e ZAK! Disattivo le notifiche di quella chat e ZOMP! lo colloco immediatamente nella lista delle restrizioni.

E poi avverto un brivido, una vertigine. E soprattutto una domanda: ma che min#ia gli passa per la testa alla gente?!

04/08/15

Undici minuti

Mi hanno prestato questo romanzo di Coelho indicandomelo come ispirazione per il cambiamento che si stava verificando in me dalla separazione in poi.
E' la storia di una prostituta, e l'ironia è fin troppo facile: risparmiamocela.

Però, leggendo leggendo, ho capito alla perfezione che cosa intendeva dirmi, su cosa mi invitava a riflettere, la persona che me l'ha prestato, ed è stata una lettura illuminante.

Illuminante sul rapporto che ho avuto col mio corpo per tanti anni, illuminante sul rapporto con gli uomini in generale e col sesso nello specifico. Ma anche con l'innamoramento. Soprattutto con l'innamoramento, e la relazione tra innamoramento e sesso, nella loro coesistenza ma anche nella loro manifestazione separata in situazioni e con persone diverse.

Non sono diventata una fan di Coelho, che ritengo troppo "pretenzioso" per i miei gusti, ma questo mi è piaciuto proprio tanto.
Quando un libro mi fa distogliere l'attenzione dalla pagina perché ho bisogno di soffermarmi a riflettere su ciò che ho appena letto, allora è un buon libro.

03/08/15

Sbagliare i tempi

Penso a quando erano piccola, 10-12 anni. I miei potevano, al massimo, concedersi una cena in pizzeria una volta al mese, insieme ad altri amici con figli, ma per le 22 tutti a casa.

La mia generazione è quella del "si cena a casa e ci vediamo dopo", ma un conto è organizzarsi in questo modo quando si hanno 20 anni, ben diverso è farlo quando se ne hanno 40, con figli piccoli dietro.
E invece no.
Ho scoperto un mondo, Ho ri-scoperto IL mondo, quello popolato dalle stesse persone dei miei 15-18-20 anni, quelli che erano adolescenti insieme a me e che adesso hanno figli.
Li ho visti, la sera, dopo le 23 al pub, coi loro bambini a scorazzare in giro mentre loro, tranquilli, stanno seduti a chiacchierare e bere mojito con gli amici.

Quegli stessi che non capivano, quando io avevo Matilde neonata, come non potessi più fare la stessa vita mondana di prima.
Non lo capivano perché non sapevano, non lo vivevano.

Perché io ho sbagliato i tempi. Io sono stata troppo precone, io ho avuto la prima figlia a 27 anni, quando loro erano ancora in piena adolescenza tardiva e il massimo cui si poteva aspirare era l'area giochi di Mc Donald's.

Invece adesso è tutto diverso. Adesso che io ho le figlie quasi grandi, nei pub e nei locali è tutto un fiorire di aree attrezzate per intrattenere i bambini mentre i genitori si rilassano, ci sono gli animatori, i giocolieri e chi più ne ha più ne metta.

E allora li guardo, ormai sentendomi la più Calimero di tutti i Calimeri, perché ormai fuori da quelle compagnie da parecchi anni, e li osservo mentre ridono, chiacchierano e si rilassano.
E... sì, li invidio anche un po'.

30/07/15

Il dirimpettaio junior

Fa capolino dalla porta della terrazza, crede che non ci sia nessuno ed esce.
È in mutande. Ha 16 anni ed è il figlio della mia dirimpettaia.
Saltellando arriva ai fili per stendere la biancheria, raccoglie un paio di pantaloncini e fa per rientrare, ed è in quel momento che mi vede.
Assume una dozzina di tonalità del rosso e si precipita in casa.

Tranquillo, ragazzo. Potresti venirmi figlio. O peggio: genero.

29/07/15

Come scrivo i post

E' da parecchio tempo che non scrivo un post in cui mi interrogo sul cammino di questo blog, sul suo scopo, la mia relazione con esso ecc.
Stasera sono particolarmente stanca-ma-felice per essere riuscita a completare tutto il lavoro in urgenza-emergenza che mi era piombato addosso lunedì, mi sono seduta al computer-vero, mi sono anche accesa l'aria condizionata (sarà la quarta volta che lo faccio quest'anno), per cui posso mettermi comoda e sproloquiare un po'.

Una volta qualcuno mi ha fatto notare che talvolta scrivevo titoli "sibillini" per invogliare la gente alla lettura. Parlo ovviamente di quelli che mi seguono attraverso i lettori di feed, che leggono il titolo del post e giusto qualche riga iniziale.

Parliamo, dunque, dei titoli ai post.
Generalmente è la prima cosa che scrivo. Me lo disse anche un amico scrittore, che io ho proprio la passione per i titoli (e stando a lui ne ho anche "il talento", ma forse voleva solo fare il lumacone con me in tempi - ahilui - sbagliati). Dunque il più delle volte, quando penso/mi succede/assisto a qualcosa che mi "folgora" e mi fa subito decidere di farci un post, al 99% delle volte la prima cosa che mi viene in mente è il titolo.
Mi capita anche di cambiarlo, dopo aver scritto il post ed essermi accorta che è fuorviante o non focalizzato, perché spesso mi faccio un'idea ben precisa di come scrivere quel post, ma poi, in fase di stesura, prende tutta un altra piega, e allora un dialogo diventa un racconto e viceversa, oppure salta fuori un aspetto collaterale della vicenda che, a ben rifletterci, è più interessante della vicenda stessa ecc.
Cose che succedono. Quindi cambio il titolo in corso d'opera.
Ad esempio è appena successo a questo post. Ho iniziato a scriverlo volendo fare una specie di resoconto, di studio statistico sulle visite ricevute, i lettori fissi e i commenti, invece ne è venuto fuori tutto un altro discorso.

E adesso mi chiedo che cosa dirà, qualcuno, riguardo il fatto che io faccia meta-blogging, ossia scriva un post per parlare di come scrivo i post.
Un altro "mezzuccio" per ottenere visite? Non credo.

E comunque, per voi saperlo, il famigerato post sulle forbici che ho trovato dentro la lavatrice, per qualche strano gioco di parole chiave nei motori di ricerca, è in assoluto il mio post più letto di sempre: quasi 2400 visite da utenti unici, e circa 8000 commenti di spam (che non compaiono, ovviamente).
Mah...

28/07/15

L'emulazione lascia il posto alla competizione

Fino a poco tempo fa il rapporto tra Matilde e Angelica era di reciproca emulazione, per quanto possa sembrare strano.
La piccola imitava la grande, per sentirsi grande; la grande imitava la piccola perché sembrava divertirsi di più.
Da qualche tempo le cose sono cambiate e, invece di guardare all'altra come un modello da imitare, cercano di fare meglio, di più.
Più rumoroso, più pericoloso, più antipatico, più sporco, più disordinato.

Una competizione al peggio.

Ed io continuo a temere il momento inevitabile in cui si innamoreranno entrambe dello stesso ragazzo.
Credo proprio che, quando succederà, l'unica soluzione sarà di sedurlo io e farne il mio toy boy... :-D

27/07/15

Homeworking

Belle le ferie.
Tranne quando arrivano ordini urgenti.
L'unico fattore positivo è che puoi comodamente lavorare da casa, dove le tue figlie hanno i loro spazi e i loro giochi, e ti camminano in testa per la metà del tempo rispetto a quando te le porti al lavoro, e soprattutto tu ti senti libera di trasformarti in un mostro urlante all'occorrenza, mentre con loro al lavoro ti trattieni.
Belle le ferie.
Già.

25/07/15

Microsoddisfazione

Lui: "Mih, ma queste cose di pyssla ancora sono così?"
(Il pyssla è un gioco ikea: sono dei piccoli cilindretti di plastica colorata che si montano su delle strutture apposite per formare dei disegni, come se fossero le tessere di un mosaico, e per completare la creazione bisogna scioglierli col ferro da stiro)
(Sul fatto che il mio ex marito si senta ancora in diritto di fare commenti sul mio modo di gestire e non gestire la casa ne parleremo in un altro momento)
Io: "Eh già"
Matilde: "In effetti, mamma, queste cose le avevamo fatte un sacco di tempo fa..."
Io: "Lo so, ma da allora io il ferro da stiro non l'ho più acceso. Forse avreste fatto meglio a portarvi tutto l'ambaradan da papà, che di sicuro lui stira di più di me"
Lui: "Io ho un ferro da stiro, ma l'avrò acceso si e no tre volte. La prima delle quali solo per vedere se funzionava"
Io: "Beh... stirare è una gran scocciatura..."
Lui: "Sì, infatti..."
Io: "Ah, bene! Vedi? Quindi adesso capisci perché io ho sempre odiato stirare e l'ho sempre fatto raramente! Che meraviglia! Vedi come basta cambiare geolocalizzazione per modificare anche il proprio punto di vista? E' sufficiente cambiare posizione rispetto all'asse da stiro per cambiare anche opinione a riguardo. Che bellezza! E' proprio vero che questa esperienza sta facendo crescere e maturare tutti quanti!"
Lui (dopo aver accusato il colpo ma cercando al suo solito di cadere sempre in piedi): "Beh, sì... in effetti io mi stiro soltanto le camicie, ma me le stiro sempre"
Io: "Esattamente come facevo io prima, quando me ne occupavo io. Ora, invece, accendo il ferro da stiro soltanto per il pyssla o per il patchwork. Ne ho guadagnato molto in salute, tempo libero e risparmio sulla bolletta della luce"

Eh, quanno ce vo', ce vo'...! ;-P

24/07/15

Prova costume

"Ma io non ti avevo mai vista in costume. In bikini sei uno schianto!"

Non è solo per il complimento.
Non è solo perché mi fa piacere sentirmi dire che sono in discreta forma.
Non è solo perché una frase del genere, detta ad alta voce in un contesto pubblico, ha canalizzato su di me l'attenzione degli altri e per i successivi 60 minuti mi sono sentita la donna più sexy del lido.

È per la persona che me l'ha fatto il complimento.
Una donna.
Una delle donne più belle e attraenti che io conosca.

Ecco. È questo che mi ha realmente fatto più piacere.

23/07/15

La cosa più bella

"Mamma!"
"Sei tornata!"
"Tesori miei! Ma quanto siete cresciute!"
"Oh, mamma, ci sei mancata tantissimo!"
"Oh, amori miei, anche voi mi siete mancate tantissimo, sapete? (Menzogna fetente, lo ammetto) E allora...? Com'è andata questa settimana? Che avete fatto con papà?"
"Abbiamo fatto tante cose belle e divertenti!"
"Sì, però lo sai qual è stata la cosa più bella di questa settimana?"
"Quale?"
"Il tuo ritorno!"

:'-)

15/07/15

Per Torino

Questo è un post programmato.
A quest'ora, se tutto è andato bene, dovrei aver già allacciato la cintura di sicurezza e posto il telefonino in modalità aereo.

Vado a Torino.
Vado a Torino a divertirmi, nel senso letterale della parola, ossia a rivolgere la mia attenzione ad altre cose/persone rispetto a quando sono a casa.
Vado ad aiutare per un trasloco.
Vado ad insegnare ad andare in bici.
Vado a offrire le mie doti di parrucchiera.
Vado a vedere la Bohème al teatro Regio.
Vado a imparare a sopravvivere dopo aver assaggiato il peperoncino habanero.
Vado a fare la spesa al mercato di corso Racconigi.
Vado a fare da assistente ad uno dei migliori cuochi di Torino.
E, se mi resta tempo, vado a visitare qualche museo, stravaccarmi sui prati erbosi, esplorare la città in bici, prendere confidenza con il groviglio di linee di autobus e quasi certamente - almeno una volta - rifare l'esperienza di guidare in città col car sharing.

Ma soprattutto, fondamentalmente, vado a fare una duplice esperienza di full immersion in un nuovo contesto, e una full emersion da quello mio di sempre, che durerà più a lungo di tutte le precedenti volte.

Da domani, fino al mio rientro a casa, questo diventerà un blog fotografico. Le parole verranno dopo.

Cià.

14/07/15

Formiche vegan

Va bene che è estate.
Va bene che da 11 anni a questa parte il mio dubbio sul fatto che il muro portante esterno di casa mia si regga in piedi non tanto sui mattoni quanto su un intero formicaio si è fatto sempre più certezza.
Va bene che uso un insetticida scaduto da due anni solo per la pigrizia di andarlo a comprare.
Va bene che, se io lascio una briciola sul pavimento, lo sbaglio è mio e non loro.

Ma... pure la lattuga?!
Ma com'è possibile che anche se rimane un coriandolo di lattuga sul mio piano di lavoro in cucina, poche ore dopo lo trovo pieno di formiche?!

...mi dovevano capitare pure le formiche vegane in giro per casa, che se cade un pezzo di formaggio sotto il tavolo della terrazza lo schifano e si fiondano sulla lattuga che sta sul piano della mia cucina.

13/07/15

Ci ho ripensato

Le ferie sono per chi può permettersele.

10/07/15

Basta

Non ho speranza di riposarmi fino al pomeriggio di mercoledì 15, quando mi siederò al mio posto sull'aereo che mi porterà a Torino.
Fino a quel momento dovrò ancora sbattermi tra il lavoro  e la gestione delle bambine senza scuola e da un intero mese addentro alla delusione del non poter andare al mare come vorremmo.
L'anno prossimo, se arricchisco, mi prendo una ragazza alla pari, ché da sola non ce la faccio proprio.

Nel frattempo qui abbasso la saracinesca e mi metto in ferie.
Non mi mancano gli argomenti per scrivere, ma mi mancano le forze, e non riesco più a mantenere la media di un post al giorno, per cui basta. Chiuso fino a data da destinarsi.

Buone vacanze a chi può.

07/07/15

Una precisazione

Dalla mia risposta al commento di Assia al post sulla pelle, potrebbe sembrare che io lavori in un ambiente rigido e freddo. Non è così, per nulla.

La mia "capa" è una delle persone migliori che io abbia mai incontrato, e certamente la più sensibile e onesta tra i datori di lavoro.

La prima cosa che mi ha chiesto, quando ha iniziato a progettare un nuovo modello di borsa in pelle, è stato "Ma poi tu te la senti di cucirla? Non ti crea disagio?".
Io le ho semplicemente risposto che sì, tendenzialmente mi avrebbe creato disagio, ma che mi sarei sforzata di non pensarci.
E così ho fatto.
Sì, mi fa un po' venire i brividi, soprattutto quando dispieghiamo i pezzi interi, ma alla fine tra le mie mani passano quadrati e rettangoli, e mi viene semplice far finta di nulla.
Perché ci tengo a questo lavoro e, allo stato attuale, la mia parte posso farla soltanto in quell'ambito, e di me e delle mie capacità c'è bisogno proprio in quell'ambito. Come dire: posso occuparmi solo delle borse in pelle, e delle borse in pelle posso occuparsene solo io.
E tutto questo, comunque, soprattutto perché non sono così estrema e ottusa come gli altri credono.

03/07/15

La dirimpettaia

Invidio la mia dirimpettaia. Invidio la sua voce.
Quando urla contro i suoi figli riesce ad emettere l'aria con una tale potenza da farle vibrare lo scheletro intero e non solo le corde vocali. E poi l'ugola e il palato molle.
Perché si sente, si sente proprio il "trillo" dei tessuti molli che vibrano.
E poi ci da sotto di diaframma, si capisce benissimo, perché le urla sono potenti e roboanti, profonde. Strilla ma non stecca, non va in acuto, niente falsetto.

Invidio proprio la mia dirimpettaia. Avrebbe avuto un gran talento come cantante lirica.

02/07/15

La nemesi

Cosa ci può essere di peggio, per una vegetariana, del trovarsi costretta a maneggiare, tagliare e cucire per lavoro la pelle vera, col suo odore tipico e la sua consistenza, e la sua difficoltà di gestione?
Il sentirsi investire dall'energia negativa quando, dispiegandola, ne riconosci le forme, il collo, le zampe, le irregolarità di durezza e spessore che ti sbattono in faccia il fatto che quello, poco tempo fa, era un animale vivo.

(Son due giorni che sono di pessimo umore. Lo faccio solo per soldi, sappiatelo)

01/07/15

È passato un anno

È passato un anno.
Non saprei dire se mi sembra che sia trascorso appena un giorno oppure un secolo.
Di sicuro, un anno fa, non avrei mai immaginato tutti i cambiamenti che sarebbero avvenuti nella mia persona nell'arco di soli 12 mesi.
È passato solo un anno eppure mi sento una persona diversa. E faccio enorme fatica a credere che tutto ciò sia accaduto veramente, e non me lo sono solo immaginato.

Un anno.
E pensa a quando saranno due.

30/06/15

Mica è normale

"Mamma chiudi la porta della cabina quando mi togli il costumino!"
"Ops... Scusami, Angelica, la chiudo subito"
"Eh! Mica è normale che le persone che passano vedano le donne che si spogliano!"
Specialmente per le donne di 5 anni.

26/06/15

Quando una è grande

Mi dice solo "Mamma". Io la guardo e la vedo con un fazzoletto insanguinato premuto sul naso.
Dopo la sorpresa iniziale, la porto in bagno, le faccio sciacquare le manine sporche, le sostituisco il fazzoletto e le chiedo "Ma cosa ti è successo? Hai battuto? Sei caduta?"
"No, mi sono messa un dito nel naso"
"Ah. E il fazzoletto te l'ha dato Matilde?"
"No, l'ho preso io. Sono scesa nel bagno di giù e ho preso la carta igienica. E poi sono salita in cucina a cercarti".

Non so spiegare il motivo del mio stupore. Forse perché me la sono immaginata mentre si soccorreva da sola, senza neppure chiedere aiuto alla sorella, dandosi da sé il "primo intervento", con serenità ed efficienza, e venendomi a chiamare soltanto dopo aver affrontato il momento critico.

Ha solo cinque anni, ma a me è sembrata proprio grande.

25/06/15

Fiocchi di puzzle

"Mamma, hai presente quei cuscini che avevate fatto voi, e li avevate imbottiti...? Ecco, come si chiamava quel tipo di imbottitura? Fiocchi... Fiocchi di puzzle...?"
"Memory, Matilde... Fiocchi di memory..."

-_-'

24/06/15

La mia postazione

Casomai qualcuno avesse la curiosità di vedere il mio posto di lavoro, eccolo ;-)



In realtà questo è il mio preferito, quello che ho usato di più di tutti, quello con la cui macchina da cucire ci diamo del tu, ma negli ultimi due mesi ho lavorato su un'altra macchina in un altro angolo della stanza. Oggi sono tornata "al primo amore" per i prototipi della nuova collezione autunno-inverno :-D

23/06/15

Le dolci lacrime

Le dolci lacrime sono quelle che non trattieni, quelle che lasci scendere e colare, giù lungo le guance, e non fai nulla per opporti, non ti vergogni di loro né del motivo che le ha causate.
Le dolci lacrime sono quelle che ti gocciolano dal viso e tu le raccogli col dito per leccarle.
Le dolci lacrime sono quelle che ti concedi, quelle alle quali vuoi dare onore e dignità, legittimando la loro presenza, perché non c'è niente di male in loro, né in te.

Le dolci lacrime sono quelle che versi dopo aver abbracciato il tuo ex marito, a quasi 18 mesi dalla volta precedente, congedandovi dopo una lunga e piacevole passeggiata, durante quale avete parlato molto e di molti argomenti, almeno tre dei quali erano macigni ben piantati nel tuo petto e che lui ha inaspettatamente e meravigliosamente accolto alleggerendo il peso che sentivi sul cuore.

(Tra le lacrime sono solo riuscita a mormorargli un "Grazie". Non ho spiegato il perché lo ringraziavo, ma suppongo che lui abbia capito tutto quello che non sono stata capace di dirgli.)

E poi, mentre cammini e silenziosamente piangi, ti chiedi anche: ma perché prima non vi concedevate mai di parlarvi in quel modo, con semplicità e trasparenza. E ti rispondi che era così che doveva andare. Che probabilmente avevate bisogno di smettere di essere una coppia per poter recuperare e costruire insieme un rapporto equilibrato.

22/06/15

Cose che non vorresti mai vedere #33

Una formica che, a fatica, trascina il cadavere di un altro insetto non meglio identificato lungo il piano di lavoro della cucina di casa tua.

19/06/15

Domanda sciocca

"Uao mamma, sei bellissima!"
"Grazie Matilde"
"Mi piace soprattutto come sei truccata. Sei truccata proprio tanto bene"
"Aspetta... Sono eccessiva?"
"No"
"Sono truccata troppo? Il rossetto è troppo rosso? Sembro una poco di buono? Una ragazza poco raccomandabile?"
"In che senso, mamma?"
"Se tua figlia uscisse con una sua amica che è truccata come me, tu diresti a tua figlia che non ti piace che lei esca con quella ragazza truccata a quel modo?"
"Ehm... No... Non glielo direi..."
"Davvero? Sicura?"
"Certo. Anche perché io non ce l'ho una figlia..."

Anche questo è vero.

18/06/15

Per sole due ore

Non mi cachi da 20 anni.
Mi hai richiesto l'amicizia su facebook.
L'ho accettata.
Ho curiosato tra le tue foto ed ho scoperto che hai un figlio di circa due anni.
Ho chiuso facebook.
Dopo un paio d'ore l'ho riaperto ed ho trovato la mia home piena di tuoi post nei quali parlavi con tuo marito di argomenti tipo "Amò non ti scordare di prendere il pane per stasera" o simili, taggandolo.
Ti ho lasciato tra gli amici ma ho smesso di seguirti.

Che poi, te lo voglio proprio dire. Mi stavi un po' sul ca##o già vent'anni fa, quando eravamo amichette e compagnette di giochi estivi.

Sei durata due ore. Dalle quali sei uscita molto peggio di come ti ricordavo.

17/06/15

Chissà se tu mi penserai...

Non capisco se sono più arrabbiata col tizio che, nella macchina davanti a me, lanciava a millemila decibel una Pausini d'annata per il fatto che mi costringeva a tenere i finestrini chiusi e morire di caldo, oppure se per il fatto che la sua "Solitudine" mi ha rovinato le "Beatitudini" di Rino Gaetano che suonavano educatamente e discretamente nella mia autoradio.

Ho avuto la tentazione di tamponarlo apposta, per vedere di nascosto l'effetto che fa.

16/06/15

La schiappa

"Nonna! Nonna! Sai, abbiamo visto la pagella online! Ho preso tutti 10, tranne in arte, che ho preso 9"
"Ah! Brava! Ma... Che strano che hai preso 9 proprio in arte..."
"Beh, in effetti è strano, sì. A dire il vero io mi sarei aspettata il 9 in educazione motoria, visto che quando giochiamo a basket sono una schiappa"

Tutta sua madre.

13/06/15

Cinque anni

Sei il più gravoso dei miei impegni degli ultimi 5 anni.
Spesso mi sono chiesta chi me l'ha fatto fare.
Sei una rompiscatole incredibile, eternamente insoddisfatta, lamentosa, annoiata.

Ma quando sorridi, quando mi abbracci, quando corri in aiuto di tua sorella ti dimostri capace di amare gli altri con una forza e una dedizione senza pari.

Senza di te, gli ultimi 5 anni sarebbero stati senza dubbio più tranquilli, ma molto più insipidi e noiosi e con tanto, troppo, amore in meno polverizzato nell'aria che respiriamo.

Buon compleanno Angelica.

12/06/15

Per cominciare la giornata

Ricordarsi di non aver ancora fatto quel bonifico per avviare un fondo d'investimento, nonostante la pratica sia stata accettata due giorni fa.
Impugnare lo smartphone, aprire l'applicazione e fare il bonifico.

Alzarsi dal letto e fare un bonifico da 10K euro prima della colazione.
Per la serie: Onassis me spiccia casa.

11/06/15

Paturnie

Niente che una vaschetta di gelato da un chilo e mezzo non possa curare.

10/06/15

Nemmeno a Gandalf

"Che hai?"
"Niente, sono stanca"
"Solo?"
"Credo di sì"
"Se non vuoi parlarmene me sta pure bene, ma nun me devi mentì. Quindi te lo chiedo di nuovo: sei solo stanca?"
No, Gandalf. Non sono solo stanca. Sono preoccupata e pensierosa.
Ma dei miei pensieri e delle mie preoccupazioni non voglio parlarne nemmeno a te. E lo so che se non ne parlo nemmeno a te, significa che si tratta di cose molto forti e gravi, e forse è cosi.
"Va bene. Grazie per la sincerità. Te vojio bene lo stesso, anche se nun me ne parli"
"Grazie a te, Gandalf. Che vuoi bene anche al mio lato oscuro".

09/06/15

Spilli

Mi fregano sempre.

08/06/15

La festa in classe

È stata una gran fatica organizzare, racimolare i fondi, chiedere i permessi, decidere e comunicare data e orario, e comprare l'occorrente e trasportarlo, e metterci il proprio tocco personale rappresentato dall'hi-fi a cui collegare smartphone e memorie USB tramite il computer portatile, per "mettere la musica", ma quella che dicono loro, quella che ti fa sembrare sorella di matusalemme quando non sai chi sia Chiara o Fedez o Moreno o chicchessia. È stata una fatica immane, oggi, mettere in piedi la festicciola per la classe di Matilde.

Però.

Però ho ballato con Carlo, uno dei due bambini "con sostegno", che non aveva mai fatto una piroetta in vita sua e mentre lo facevo volteggiare rideva che nemmeno fosse stato alle giostre, e poi mi ha abbracciato e mi ha detto che quella era stata la festa più divertente della sua vita.

Però quando hanno visto le treccine con lo zucchero, i bambini hanno esultato, e uno di loro mi ha detto " Grazie, Daniela! Le treccine sono le mie preferite. Ti voglio bene! Cioè, vabbè, ti voglio bene a prescindere, comunque, mica solo perché hai comprato le treccine..."

Però tutti si sono messi in fila per cantare, quando hanno capito che tramite il mio smartphone potevamo cercare su YouTube i video di basi musicali e fare il karaoke.

Però molti di loro hanno fatto il turno per avere la mia di dedica sulla loro foto di classe, prima ancora di chiederla ai compagni e agli insegnanti.

È stata una faticaccia, ma quei 19 bambini li porto tutti nel cuore, e sento che per la maggior parte di loro è reciproco.

06/06/15

Risate al telefono

A volte basta fare la telefonata giusta alla persona giusta nel momento giusto per scoprirsi a ridere di cuore durante uno scambio di opinioni filosofiche circa gli effetti personali lasciati sul posto di lavoro trenta secondi prima che le proprie dimissioni diventino effettive.

E sentirsi dire "Sono felice di averti fatto ridere, ché non ce la facevo più a sentirti così demoralizzata" fa ancora più effetto della risata di poco prima.