30/09/13

I 6 gradi di separazione, nell'era delle telecomunicazioni

Quando, su un noto software di messaggeria per smartphone, ti arriva lo stesso identico messaggio-catena da parte di due persone lontane tra loro nella geografia, nella pertinenza e nell'età, ti chiedi se i famosi "6 gradi di separazione" di conoscenze comuni tra due individui qualsiasi del nostro pianeta non debbano essere ridimensionati.

27/09/13

Perché Matilde non farà il catechismo

Motivazioni di ordine pratico:
Il catechismo è un impegno. Un impegno che occupa sicuramente un pomeriggio a settimana, più la messa dedicata ai bambini.
- Un pomeriggio che potrebbe andare a inserirsi (o peggio, sovrapporsi) ai pomeriggi già impegnati dalla danza. Un altro pomeriggio in cui fare l'impossibile per far fare i compiti di scuola in fretta, senza distrazioni né perdite di tempo. Uscire di casa per accompagnarla, poi uscire di nuovo per riprenderla. Un altro pomeriggio di stress.
- C'è la cattiva usanza, da parte delle catechiste (che probabilmente da grandi volevano fare le maestre ma non avevano abbastanza raccomandazioni in curia) di lasciare ai bambini i *compiti del catechismo*, che possono variare dal semplice (e in fin dei conti comprensibile) imparare a memoria le preghiere, i comandamenti ecc, fino al rispondere alle domande formulate sull'argomento della settimana, riempire intere pagine di quaderno di "pensierini" sull'argomento della settimana, e via via sulla scala della complessità, fino a scrivere veri e propri componimenti sull'argomento prescelto. Per sentito dire, nelle due parrocchie più vicine a casa nostra c'è la tendenza all'esagerazione, dunque conosco genitori che purtroppo devono far tardi la sera per far fare ai loro figli i compiti di catechismo.
- Io non ho nessuna intenzione di sorbirmi la messa tutte le settimane, né posso pensare di mandarvi Matilde da sola.

Motivazioni di ordine ideologico:
- Io mi sono affrancata dalla cultura e dalla dottrina cristiana, a fatica e dopo più di 30 anni durante i quali non ho fatto altro che sforzarmi di seguirla e sentirmi in colpa per non riuscirci, per non condividerne la maggior parte dei dettami, delle regole, dei dogmi. Nonché la tremenda sensazione di sentire le porte dell'inferno che si aprivano sotto i miei piedi ogni volta che, mentre un qualsiasi sacerdote parlava,  io pensavo "Ma sta scherzando? Ma questo ci crede veramente in quello che dice? Ma come fa a non rendersi conto di quanto sono cose ridicole?". Già a 10-11 anni.
- Noi non abbiamo mai vissuto una quotidianità di religiosi e praticanti. Non diciamo le preghiere prima di mangiare, né prima di andare a letto. Non frequentiamo la chiesa, se non ai matrimoni e ai funerali e mi sembrerebbe di mostrarmi incoerente agli occhi di mia figlia se, improvvisamente, costringessi lei a modificare la sua quotidianità solo perché *è tradizione* che in terza elementare si faccia il catechismo.
- Nonostante questo, io ho profondo rispetto per la religione cristiana, come quella islamica, induista, buddista, pastafariana ecc. Mi sembrerebbe di mancare di rispetto a chi in quel sacramento chi crede davvero, se lo facessi affrontare a mia figlia solo perché *così si usa*. Sarebbe una messinscena, i confetti, la festa, il vestito elegante e la mangiata al ristorante e basta. No, non me la sento di essere così ipocrita agli occhi di mia figlia. Voglio che anche lei cresca rispettando tutte le diversità di culto. E chi si permetterà di giudicarci, o farle la battutina lo aspetto al varco.

Motivazioni varie:
- Il catechismo non è obbligatorio. La scuola è obbligatoria e pure se costretta e maleparata, ci deve andare per forza. La danza non è obbligatoria, ma è una cosa che le piace e la appassiona, quindi pur essendo un impegno notevole, sia economico che pratico (tre pomeriggi a settimana, sbrigati a finire i compiti che è tardi, sbrigati a cambiarti ecc) lei  lo fa con assoluto piacere, per cui lo affrontiamo. Il catechismo non è né obbligatorio, né le farebbe piacere (già interrogata sull'argomento ha detto lei stessa di non sentirsi particolarmente interessata ad approfondire la conoscenza della religione cattolica: già la fa a scuola e tanto le basta).
- A scuola tutti i bambini sono uguali. Devono essere uguali. Tutti con indosso lo stesso grembiule. Tutti che fanno italiano quando è l'ora di italiano, tutti che fanno religione quando c'è religione ecc. Non farle fare la religione a scuola sarebbe discriminante. Ma a casa propria, fuori dall'orario scolastico, ognuno fa quel che vuole.

Amen.

26/09/13

Una legge, l'altra scrive

A tre anni e un mese, Matilde imparò a leggere.
Angelica, no. Riconosce quasi tutte le lettere in stampatello maiuscolo ma non riesce ad accoppiarle in sillabe e in suoni.
Però sa scrivere.
("Mamma, ho scritto il nome di mia sorella!")

Sotto sapiente dettatura, sa scrivere quasi tutte le lettere in stampatello maiuscolo. Peraltro con una precisione che sua sorella nemmeno a 4 anni suonati aveva.

Sono una coppia perfetta.

25/09/13

Ci mancava il gremlin

Di solito mi basta guardare in faccia Matilde, ascoltare il ritmo del suo respiro e notare la frequenza con cui sbatte le palpebre per capire che sta per mettersi a piangere.
"Che succede?" le chiedo.
"C'è un animale strano sul balcone"
"Un animale strano? Un uccello?"
"No"
"Un insetto?"
"No. Non è un insetto"
Nel frattempo raggiungo insieme a lei il balcone della sua camera e noto che è stato chiuso e blindato, persiane sbarrate, vetri sigillati. Probabilmente, se avesse saputo dove si trova, ci avrebbe fatto pure un giro di silicone tutto torno torno all'apertura.
Apro.
"E' un animale così strano che ti ha spaventata?"
"Sì. Anche perché l'ho cercato sul "Grande libro degli animali" ma non l'ho trovato"
Non sapendo cosa aspettarmi, apro le persiane con cautela.
"Mi dici dov'è?"
"Lì, appeso alla ringhiera"
"Appeso? Forse era un ragno?"
"No, non era un ragno, e stava appeso un po' alla ringhiera e un po' al pavimento".
Esco, mi giro e rigiro ma non vedo nulla.
"Qui non c'è niente. Ma che colore era?"
"Tipo giallo"
"Ma dove si trovava?"
Lei non vuole nemmeno uscire in balcone, ma la convinco a indicarmi il punto preciso dove si trovava. Esattamente davanti alla porta.
"Boh? Qualunque cosa fosse ormai non c'è più"
Poi mi affaccio verso la strada e vedo questo:

Un geco con la coda mozzata ("Ecco perché non c'era nel libro degli animali! Perché io lo cercavo senza la coda!") che a quanto pare stava sospeso tra la ringhiera e il pavimento del balcone, sgranando i suoi occhioni e suscitando un climax di stupore, curiosità, spavento e ribrezzo in Matilde.

Mentre se ne stava lì a farsi fotografare, sospeso nel vuoto, reggendo solo con un dito a ventosa, mi ha fatto molto l'impressione un gremlin. Probabilmente anche a Matilde.

24/09/13

La salvatrice di ragni

I ragni ed io abbiamo sempre avuto un rapporto controverso.
Abbiamo sempre nutrito terrore reciproco. Abbiamo sempre cercato di fuggire, l'una davanti all'altro, ma la mia mole fisica superiore, aggiunta alla mia possibilità di chiedere aiuto a qualcun altro con una mole fisica pari alla mia, ha sempre fatto sì che ogni qualvolta ci siamo incontrati, un ragno ed io, lui è morto.

Fino a qualche tempo fa.
Da un paio di anni a questa parte, il mio modo di vedere i ragni si è modificato. Qualcuno dice che è la mia dieta vegetariana che mi aiuta nell'essere meno violenta verso gli altri, ragni compresi. Può darsi. Sta di fatto che negli ultimi anni, a casa mia non sono più morti ragni. Ho imparato a conviverci e, nella peggiore delle ipotesi, a catturarli per poi liberarli in terrazza.
Sorprendente, no?

Orbene.Qualche giorno fa, aprendo lo sportello del frigo, mi sono vista scendere davanti agli occhi un ragno nero, di quelli salterini. Probabilmente stava sopra il frigo, proprio sull'orlo dello sportello, e quando io ho aperto è caduto. Ho fatto un salto indietro, poi gli ho soffiato per farlo cadere sul pavimento e lui si è rifugiato nello spiraglio tra il frigo e il mobile.

Stamattina, invece, aprendo di nuovo il frigo, l'ho trovato zampe all'aria proprio accanto al contenitore del disperser dell'acqua. Roba che meno male che c'era il coperchio chiuso, altrimenti ci si sarebbe tuffato ed io non lo avrei mai saputo.
Ero dispiaciuta, in fin dei conti. Per me era evidente che doveva essere sceso un'altra volta dallo sportello mentre era aperto, ma senza che io (o chi aveva aperto il frigo) me ne accorgessi. Magari ieri sera.
Povero ragno: morto assiderato dopo una notte intera trascorsa dentro un frigorifero puntato a 4°.

Ho soffiato per farlo cadere a terra ed ho notato che una zampetta aveva avuto un sussulto. Mentre era ancora a terra, gli ho soffiato di nuovo, spingendolo verso la porta del terrazzo, e lui si è mosso. Prendo la paletta e lo vedo che si agita, sgambetta, riesce a rivoltarsi e comincia anche a camminare. Gli accosto la paletta e lui, cammina cammina, ci sale sopra. Io apro la porta della terrazza e lo deposito lì. In tempo 5 minuti, già correva saltellando verso il vaso con la menta e il basilico.

Gli ho salvato la vita.
E' un pensiero che mi farà una certa strana sensazione per tutto il giorno.

23/09/13

Si è rotto il Mac di mio marito

Nonostante tutto, io non c'entro niente, sia chiaro! E' caduto a terra perché *lui* lo aveva lasciato in equilibrio traballante sul bordo del divano.
Però...

Ecco, so che per lui è una tragedia, ma io non riesco a fare a meno di pensare a questa striscia. :-D



E se devo dire come mi sento io, rispetto a questa cosa... beh... mentirei se dicessi che non mi sento così:


(Le due strisce in questione sono rispettivamente del 1969 e del 1974. Nella prima, Lucy va a lanciare il pianoforte di Schroeder sull'albero mangia-aquiloni di Charlie Brown, nella seconda lo butta veramente in un tombino. Entrambe le volte, ovviamente, Schroeder se ne compra uno nuovo e ritorna al suo isolamento musicale, lasciando così che Lucy, sconfitta, riprenda ad accontentarsi del loro rapporto unidirezionale.)

22/09/13

BlogPal + Swap

Non sono parolacce in qualche strana lingua morta, è un'iniziativa tra blogger!

Blogpal + Swap

A me l'idea piace parecchio, ci voleva una scossa in questo blog. Vedremo dove mi porterà! :-D

21/09/13

My name is Apri...

Non è che non ci riesca a dormire la notte, ma quando sono per strada mi imbatto spesso in queste situazioni e allora ci rifletto per qualche minuto.
Se tu mi suoni al citofono ed io ti chiedo: "Chi è?", tu perché invece di dirmi chi sei mi rispondi con: "Apri"?

D'altro canto, se mi citofoni significa che vuoi entrare, e per farti entrare è ovvio che devo aprire la porta. Ma abbi almeno la gentilezza di dirmi chi sei, se io te lo chiedo, anche se sai che riconoscerò la tua voce.
Io ti chiedo: "Chi è?", non ti chiedo: "Cosa vuoi che faccia?".

Oh.

20/09/13

Broccolì, broccolà...

Il mio orto invernale sarà a prevalenza di broccoli. Volevo comprarne 3 piantine, massimo 4, ma le vendevano solo in confezioni da 12, per cui ne ho piantati, alla fine, 9 e altri 3 li ho dati in adozione ad un'amica col giardino.
Se mi danno la stessa soddisfazione dei cavoli verza dell'anno scorso (che, per intenderci, continuano a vegetare e sono già arrivati a farmi 3 cavoli ciascuno perché io non ho estirpato le piante dopo la raccolta e quelle hanno continuato a germogliare e produrre), sarò più che soddisfatta: pure che mi fanno un broccolo delle dimensioni di un pugno, mi ci faccio una minestra e raccogliendoli a rotazione probabilmente riuscirò a mangiare broccoli per tutto l'inverno senza doverne mai comprare! :-D



(Per specificare il tipo di ortaggio, ciò che ho piantato io è questo:
Dove vivo io si chiama "broccolo", ma in realtà credo che nel resto del mondo si chiavi "cavolfiore")

19/09/13

Un sogno che diventa realtà


Se riusciamo davvero a seguire questa pianificazione gastronomica, metto definitivamente la parola "fine" al mio più grande problema di tutti i tempi, specialmente degli ultimi 9 nei quali mi sono sposata: CHE COSA PREPARO PER LA CENA?

(Menu spudoratamente copiato e riadattato da una mensa scolastica della provincia di Venezia, suddividendo l'intero pasto giornaliero in primo-a-pranzo e secondo-a-cena :-D )

18/09/13

The bing bang theory

Va beeeeeeeene, lo ammetto. Ho un'altra ossessione.
In circa due mesi sto recuperando la visione di tutte le 6 serie già trasmesse in Italia e diligentemente... ehm... procurate da Schroeder.

Ho preso una cotta micidiale per il dottor Sheldon Cooper, di quelle che dici: "Te lo farei ribollire io il sangue, nerd disadattato che non sei altro! Te la do io la Soffice Kitty!".
Poi ho scoperto che Jim Parson, l'attore, è omosessuale e, nonostante io non abbia assolutamente nulla contro gli omosessuali, questa scoperta, associata al senno di poi dei miei turbamenti emozionali e ormonali, mi ha destabilizzato un po'.

17/09/13

Rifiniti e appesi

Ecco i Flip It Stamp che ho finito di ricamare pochi giorni fa.


Li ho rifiniti solo sfilando un po' i bordi verticali della tela, ho aggiunto i bottoncini "tiny" (acquistati a peso d'oro già nel 2008) che - devo ammettere - danno un giusto tocco in più, due bacchette di legno, due bottoni color avorio alle estremità e...via! A dar colore alla cucina!
Non riesco ancora a credere che questo banner sia solamente la seconda cosa in assoluto che ho ricamato per me...

16/09/13

Primo giorno di scuola


E da oggi...
... SONO LIBERA!!!

14/09/13

Era Memole il nome mio...

Come il simpatico folletto dagli occhioni grandi e i capelli viola, una delle mie più antiche identità virtuali si chiamava Memole.
La usavo quasi esclusivamente in un gruppo di auto-aiuto su una mailing list di Yahoo, del quale sono diventata anche moderatrice, negli anni.
L'argomento era molto intimo, riguarda una problematica tipicamente femminile, dalla quale - per fortuna - sono uscita già da parecchio tempo, ma siccome sono una maniaca del controllo, nelle cose in cui credo e metto il cuore, il fatto stesso di essere moderatrice e responsabile delle richieste d'iscrizione per l'accesso al gruppo, ha fatto in modo che restassi ad occuparmene per almeno 5 anni dopo la mia guarigione.
E siccome le mie malattie mentali sono dure da debellare, ci sono voluti altri 5 anni prima che smettessi essere iscritta al gruppo, nonostante negli ultimi 4 anni non leggessi più i messaggi pur scaricandoli costantemente dalla casella di posta.
E finalmente oggi, dopo ben 10 anni, ho annullato la mia iscrizione.
Memole se n'è andata. Ha ritrovato la strada verso il suo pianeta e non tornerà più.

13/09/13

La mamma verde

La vita da mamma è sempre ricca di esperienze, positive, negative e medie. Non ci si annoia mai, e questo tutte le mamme lo sanno.
I bambini, per loro stessa natura, sono portati a fare esperienze, positive, negative e medie. Cadono, sbattono, scivolano, si sbucciano le ginocchia e i gomiti, gli esce sangue dal naso, si graffiano. Reagiscono quasi sempre bene. Dopo al massimo 30 secondi dal "trauma" sono di nuovo in piedi a riprovare ciò che ha causato "l'incidente", per farlo meglio, o peggio, o uguale. Cadono e si rialzano.

Matilde no.
Matilde vive i piccoli incidenti come grandi tragedie. E' capace di piangere e tremare al pensiero di togliere una spina dal dito, di disinfettare un graffio, di mettere un cerotto. Ogni volta è sempre l'ultima volta. Non andrò mai più in bicicletta. Non correrò mai più. Non camminerò mai più.
Questo atteggiamento tendente al dramma, devo ammettere, si è manifestato dopo l'intervento di tonsille e adenoidi, con la sua convalescenza lunghissima e dolorosissima: da allora ogni cosa è un dramma e ogni goccia di sangue ci ucciderà. Poi, è comunque sempre capace di affrontare cose che la maggior parte dei suoi coetanei non si sognerebbe mai di lasciarsi fare, tipo la visita otorinolaringoiatrica tramite sonda a fibre ottiche infilata dal naso per arrivare alle orecchie, o estrarre un dente da latte che non vuole cadere nonostante il corrispettivo permanente sia già tutto spuntato dietro, oppure mettere l'espansore del palato ecc.

In linea generale, dunque, le sue sono sempre tragedie che sembrano portare alla fine, ma poi vengono affrontate.

Tranne ieri, che mi ha fatto prendere una paura che mi saranno spuntati altri 3 capelli bianchi nuovi nuovi.

Provando la bicicletta di un amico, si è graffiata un polpaccio. Io l'ho vista quando il sangue arrivava già a macchiare i calzini, ma dato che lei sembrava non essersene accorta, non ho detto nulla. Però, evidentemente, il sangue che colava le ha dato il giusto fastidio, per cui si è grattata. Grattandosi ha sentito il senso di liquido, si è guardata e si è accorta del graffio (lungo e copioso, ma pur sempre solo un graffio).
E' scattata la tragedia, ovviamente.
In questi casi io mi sforzo sempre di essere positiva e accogliente, la tranquillizzo sempre dicendole "Non è niente, ora lo asciughiamo col fazzoletto" anche se mi verrebbe di urlarle "Ma che cavolo ci piangi per un graffio! Se non ti grattavi non te ne accorgevi nemmeno!". Positiva. Tranquillizzante.

Forse lo sbaglio è stato che quando lei mi ha detto di volersi coricare io mi sono limitata a farla sedere per tamponarle il sangue.
Pochi secondi dopo, il sanguinamento si è fermato ed io, come faccio sempre, l'ho incoraggiata a tornare a pedalare, per evitare di lasciarla soffermare troppo sull'accaduto con la sua inevitabile presa di posizione "Non andrò mai più in bicicletta per tutta la mia vita".
Si è alzata in piedi, ha fatto per uscire fuori ma è tornata indietro subito dopo, piagnucolando che le cose non avevano i colori giusti.
Le ho chiesto in che senso e lei mi ha risposto: "Tu, per esempio, hai la faccia verde".

E' stato un attimo.
L'ho vista impallidire di colpo. Lei che ha sempre avuto le labbra rosse che fin da neonata mi chiedevano se le mettessi il rossetto, aveva le labbra bianche. Le ho accarezzato il viso ed era ghiacciata.
Ho fatto in tempo a prenderla in braccio, chiamandola per non farle perdere i sensi, e distenderla sul divano tenendole le gambe sollevate. Non è arrivata a svenire, anche se ha avuto lo sguardo assente per un nanosecondo. Poi, continuando a parlarle e tenendole le gambe sollevate, l'ho invitata a respirare bene ma lentamente e poco a poco ha ripreso colore.

Le tragedie le ha sempre fatte, ma non aveva mai mostrato questo senso di disagio nei confronti del suo sangue.

Si è messa seduta e non ha nemmeno aspettato i due minuti che le avevo suggerito prima di alzarsi in piedi: gli altri stavano mangiando le brioscine al cioccolato e lei si è precipitata da loro.

Sono ca##ate, è vero, ma io ho guadagnato almeno 3 capelli bianchi nuovi.

La sera, a cena, ha raccontato a suo padre che si era sentita male quando aveva scoperto di essersi graffiata, e vedeva "la mamma verde". Ora speriamo solo di non aggiungere anche questo all'elenco delle situazioni "da tragedia", perché davvero, io non ce la posso fare.

10/09/13

La 101

Neanche stavolta ho passato la selezione del concorso ilmioesordio. Chi volesse verificare può cliccare QUI.

Però non mi importa. L'anno scorso ho vissuto con ansia tutti i 40 giorni che sono trascorsi dall'iscrizione alla pubblicazione dell'elenco. Quest'anno no, non me n'è fregato niente. Solo un paio di giorni fa mi sono chiesta se il termine fosse già scaduto oppure no.
L'ho vissuto quasi non vivendolo. Tanto ho perso lo stesso. Se non altro mi sono risparmiata giorni di ansia e pensieri.

Boh? Non la prendo male, non la prendo proprio.
Ho capito che non potrei mai farcela a passare quella prima selezione, per due motivi ben precisi.

Il primo è che i libri non vengono letti integralmente dalla commissione, ma solo nel cosiddetto "incipit", che in questo caso si riferisce al primo 15% della storia. E la mia storia, nel suo primo 15% (pagina 38, fine del capitolo 6, nel momento del "rapimento"), non riesce a coinvolgere e affascinare il lettore come vorrei. Al limite lo incuriosisce a proseguire, ma a quanto pare non vale.

In molti mi hanno chiaramente detto che l'inizio è "un po' così" (ma senza che questo mi induca a rivederlo ancora una volta: sono stata chiara e se mi viene in mente di farlo ho già pagato un killer professionista che faccia il lavoro sporco al posto vostro), che la storia cattura *davvero* solo dopo l'arrivo su Lilith, se non addirittura dopo il "risveglio nella caverna" (capitolo 11, pag 64). Tutto ciò esattamente *dopo* il primo 15%, per cui speranze in tal senso non ne avrò mai.

Il secondo motivo è che io, di fondo, sono asociale ovunque, sia nella vita reale che in quella virtuale. Non mi c@c@ nessuno, e uno dei criteri di valutazione dei romanzi in gara (secondo me il principale, visto l'immenso numero di partecipanti) è il riscontro della community, il numero e la qualità dei commenti e delle recensioni ricevute. E qui la colpa è ancora più mia, perché nemmeno io me la c@co quella community: ricevo quotidianamente richieste di amicizia e "scambio commenti" ma li lascio sbattere, figuriamoci se ho il tempo di sedermi al pc e leggermi il 15% di tutti i romanzi che mi vengono cordialmente segnalati dai loro autori.
Ma è colpa mia.
L'ultima (ULTIMA) edizione di Buongiorno Luna ha avuto una sola recensione. Ciò che mi ha lusingato è stato il fatto che l'abbia scritta una persona che non conosco. Cioè: questa ha aperto il pc, ha visto il titolo del mio romanzo sul sito, l'ha richiesto in lettura integrale (gratuita), l'ha letto e ci ha scritto una recensione coi fiocchi. Sapessi dove abita, le manderei un mazzo di fiori.

Vabbè, tutto sto papello per dire che no, non sono rientrata nei 100 selezionati. Come l'anno scorso, mi piace pensare di essere arrivata 101esima. :-)

09/09/13

La crocettina sborona

Chi se li ricorda?
Sono i "Flip It Stamp" di Lizzie Kate, il mio primo (unico e incompiuto) SAL. Li iniziai nel giugno 2008, li abbandonai, li ripresi in mano nel settembre dell'anno scorso, li abbandonai ancora una volta, infine.... e dico INFINE li ho terminati nell'ultimo mese.
Per completezza li ho rifotografati tutti.













E ora (non me ne frega niente di quel che pensate: sì, sono una sborona) ecco il retro di ciascuno.
Perfetto.
Retro perfetto.

  









Va bene, i primi due sono più "incerti", ma va bene così.
Ammetto che più di una volta ho pensato di lasciar perdere (all'epoca mi serviva per fare pratica col retro perfetto. Ormai ho imparato e mi scoccia da morire) ma mi sembrava di "tradire" il mio stesso intento iniziale.
L'idea originaria, inoltre, li immaginava come una sorta di calendario perpetuo: incolonnati accanto avrei messo i numeri da 1 a 31 e con due pinzettine carine-carine avrei potuto scorrere su e giù i giorni e i mesi per tutti gli anni a venire. Ormai non più, ormai quell'idea mi sembra eccessiva e fuori luogo, per cui li rifinisco solo sfilando un po' i bordi verticali e li appendo così, lunghi lunghi.

E finalmente me li sono tolta di mezzo, dopo appena 5 anni! ;-)

08/09/13

Marco

Una volta pensavo che le cattive notizie arrivassero sempre più in fretta del necessario.
Devo ricredermi.
Ho saputo, con più di 10 giorni di ritardo, della morte di un mio amico di giovinezza, dei tempi del liceo-università.
Aveva solo un anno in meno di me. 33 anni. Morto di tumore a 33 anni. Bah.

Era compagno di scuola di una mia amica, abbiamo fatto volontariato insieme per parecchio tempo e, insieme, rubavamo tempo allo studio cazzeggiando e bivaccando come solo a 18 anni si può fare. Abbiamo passato insieme alcune tra le più divertenti serate di tutta la mia vita, roba che ti facevano male gli addominali dal troppo ridere e senza nemmeno farsi le canne.

Poteva avere al massimo vent'anni quando, stufo di ritrovarsi sempre come confessore della compagnia e depositario dei più loschi segreti degli altri, annunciò: "Il Signore deve farmi solo una grazia: mi deve avvisare tre giorni prima di morire, così io mi monto un bel palco in piazza e spiattello tutto, ma proprio tutto quello che ho sentito dire dalle vostre bocche in questi anni".
Quando ho saputo della sua morte mi sono chiesta se fosse riuscito a farlo davvero.

07/09/13

La gentilezza conviene

"Basta, Matilde! Mi hai fatto arrabbiare! Io non voglio più essere tua sorella!"
"Uhm... Angelica, vuoi dire che ti cercherai un'altra famiglia? Non ti conviene sai... non credo che troverai mai un'altra mamma gentile come la nostra..."
"Occhei... allora sono ancora tua sorella"

06/09/13

Il concorso

Chissà se qualcuno se lo ricorda... perché io me lo scordai.
Avevo iscritto BL al concorso ilmioesordio... ormai dovrebbe essere quasi al termine, credo. Boh? Non mi va neppure di controllare.
Me lo sono dimenticato. Avevo persino dichiarato che avrei fatto la disonesta, aprendomi millemila account e scrivendomi da sola millemila commenti, invece... l'ho dimenticato. O forse non ne ho avuto voglia.
In realtà ho sempre detto: "Vabbè, alla prima occasione in cui ho due orette di tranquillità lo faccio". Poi, quando arrivano le due orette di tranquillità il mio cervello riesce a sopportare al massimo un giro di 5 vite a Candy Crash.
O forse, in realtà, è che io sono non sufficientemente onesta per non pensare di comportarmi in modo disonesto, ma non abbastanza disonesta per poi farlo davvero.
Vabbè, se qualcuno ha voglia mi faccia sapere com'è andato quest'anno. Ma senza fretta.

05/09/13

Non passa mai

Questa malinconia di fine agosto non passa mai...


Come?! E' il 5 settembre?!
L'avevo detto che non passava mai...

04/09/13

Un'estate di libri

Facevo una considerazione: quest'estate ho letto davvero tanti libri, che nemmeno mi sembra vero di aver toccato di nuovo i ritmi dei fasti antichi, quando leggevo in media 2 o anche 3 libri al mese, in una delle mie precedenti vite, risalenti ad almeno 10 anni fa.
Non di tutti ho scritto qui, perché questo non è un blog di recensioni letterarie, ma ne ho letti - credo - 8 da giugnoa settembre.
Certo, buona parte del merito l'ha avuta l'animatrice del miniclub del lido! ;-)

03/09/13

Targhette

Va beh, la foto fa piangere, però questo è uno dei frutti dell'estate.


Per tutta una serie di motivi, mi sono ritrovata a frugare nella scatola delle tele da ricamo e - manco a dirlo - appena le bambine hanno visto la sbrilluccicosissima e mega-fashion aida lurex già volevano che confezionassi loro degli abiti con quella stoffa. Dopo qualche minuto di spiegazioni siamo giunte al compromesso delle targhette coi loro nomi da appendere alla porta .

("Così se a casa nostra viene una bambina, vede la porta e dice: Oh! In questa stanza ci dorme una bambina che si chiama Angelica! E la sua sorellina grande si chiama Matilde!". "Sì, certo Angelica, serve proprio a quello.")

02/09/13

Non lo voglio

"Mamma, cos'è questa cosa verde nella pasta?"
"E' il basilico, Angelica"
"Non lo voglio"
"Ma come?! E' il basilico nostro!"
"Quello coltivato da noi?"
"Sì!"
"Quello che ho annaffiato io?"
"Sì!"
"Non lo voglio"

01/09/13

Considerazioni

Capisci che l'estate è finita quando dal rubinetto dell'acqua fredda, esce acqua fredda.

(Avendo il recipiente per l'acqua in terrazza, in estate tengo gli scaldabagni spenti per avere acqua fredda dal rubinetto dell'acqua calda e acqua calda da quello della fredda)