31/05/16

Correttezza

"Mamma, cosa c'è per cena?"
"Una di quelle cose strane che cucino io"
"Oh, no..."
"Su, ragazze. Sono tutte cose commestibili e che vi piacciono. È uno sformato di patate, zucchine e melanzane. Non siete costrette a mangiarlo tutto, ma promettetemi che lo assaggerete prima di dire che non vi piace"
"Uhm..."
"Dai. Solo un boccone, ma promettetemi che lo assaggerete"
"No, mamma, ci dispiace ma non possiamo."
"Non potete... che cosa?!"
"Non possiamo promettere. Non siamo sicure di volerlo assaggiare, dunque non possiamo fare una promessa che probabilmente non potremmo mantenere. Non sarebbe corretto"

E fu così che Miss Correttezza 2016 cenò con solo qualche fetta di pane e basta, però la sua coscienza non fu mai macchiata da promesse non mantenute.

30/05/16

Me ne vado

Sto cercando lavoro.
Lo sto cercando prevalentemente nella mia ridente cittadina in provincia di Palermo, ma lo sto cercando anche a Torino, e se lo trovo entro fine giugno, me ne vado subito, diversamente rimando la decisione al prossimo anno.
Ché l'ho detto mille volte che Torino mi piace al punto prima o poi avrei fatto una follia. Ecco, l'ho fatta. O meglio, la sto facendo. O ancora più precisamente, sto cercando di porre le basi per farla. Perché naturalmente io non vado da nessuna parte se non ho una certezza del 99,5% di un lavoro.

Ho passato fasi altalenanti, di euforia e impazienza, di terrore, di ansia, di entusiasmo, di sconforto, angoscia, ottimismo e frustrazione.

Mi dispiace andarmene, io non sono della stessa pasta dei miei fratelli. Mi fa male restare, non voglio far crescere le mie figlie in questo mediocre ambiente, dove ognuno guarda solo entro il limitare delle suole delle proprie scarpe.

Ho bisogno di cambiare aria, ho bisogno di dare alle mie figlie un'opportunità. Ho bisogno di fare in modo che diventi anche una MIA opportunità, perché loro sono piccole e hanno tutta la vita davanti e probabilmente tra 10 anni se ne andrebbero lo stesso via a studiare, lavorare, conoscere il mondo e le persone, ed io resterei qui, nella ridente cittadina in provincia di Palermo, a ridere da sola, guardando un muro contro il quale non aver più la forza nemmeno di sbattere la testa.

Se qualche torinese (o baharioto) passa di qua ed ha voglia di leggere il mio curriculum, mi faccia un fischio.

27/05/16

La me del futuro

E poi un giorno ti siedi al tavolo della tua cucina da un lato che non è quello dove ti siedi di solito, così, giusto per cambiare prospettiva ogni tanto. Il tuo sguardo si posa su un foglio appeso alla parete della vetrinetta che si può vedere solo da quell'angolazione. E' un foglio che hai scritto poco più di due anni fa, il giorno dopo che ti è successo questo, e che raccoglie tutti i numeri di telefono da contattare in caso di necessità. All'epoca, l'hai scritto proprio per assicurarti che Matilde potesse chiamare aiuto, se serviva. E la mente va indietro nel tempo, proprio a quegli istanti, proprio a te, quando, seduta in lacrime sul divano di casa tua, scrivevi quel post. Sembra ieri.

Se solo potessi, vorresti tornare indietro nel tempo, proprio a quella sera, proprio a quel momento lì, a quando la te del passato ha cliccato il tasto "pubblica", e sedertici accanto, e abbracciarla e rassicurarla. Dirle rapidamente: "Stai tranquilla, andrà tutto bene. Io vengo dal futuro e posso assicurarti che, tra alti e bassi, ce la farai".

Ed è proprio lì che parte l'angoscia. Pensi questa cosa e automaticamente scoppi in uno dei più inconsolabili pianti della tua vita. Perché le ragioni sono altre, ma anche tu, adesso, tu del presente, ti senti in balia di un mare in tempesta, sballottata a destra e a manca da mille decisioni da prendere o non prendere, da scelte da fare o non fare, e ti guardi indietro e vedi che ce l'hai fatta ma se provi a proiettarti in avanti non sai se ce la farai ancora, e in che modo, e su quale strada e per quanto tempo ancora.

Mentre ti asciughi le lacrime, pensi che vorresti che si materializzasse la te del futuro, proprio lì e in quell'istante, a rassicurarti e a dirti: "Stai tranquilla, io vengo dal futuro e posso assicurarti che, tra alti e bassi, ce la farai".

26/05/16

Angelica col cavolo

Le cosiddette "urla di malicristiani" risuonano in cucina. Vado a vedere che succede e la scena che mi si presenta è la seguente: Angelica spinge con forza la porta dell'armadio a muro che funge da dispensa, dalla quale fuoriescono pezzi di mani e piedi di Matilde.
Quando io chiedo "Ma che sta succedendo?", Angelica molla subito la presa e, con l'aria innocente che la contraddistingue, mi dice "Scusa, mi sembrava che non ci fosse nessuno e volevo chiudere la porta."

Aspetta. Tu stavi palesemente cercando di chiudere tua sorella dentro l'armadio a muro, ed hai il coraggio di guardarmi in faccia e chiedermi scusa?!
Mi faraà raddoppiare i capelli bianchi entro i prossimi 3 anni, lo so.

25/05/16

Nuovo record

10 borse in un giorno e mezzo.
Ho stabilito il mio nuovo record personale di mal di collo e cervicali.

(E dire che quando qualcuno mi ha fatto scrivere sul curriculum che ho una buona capacità di lavorare in situazioni di stress legate alle scadenze per la consegna dei prodotti sartoriali mi son detta: ma che ca##ata. Solo ora mi rendo conto di quanto sia vero. E di quanto faccia curriculum)

24/05/16

La craniata

Fa parte di quelle raccomandazioni dette e ripetute per migliaia di volte alle mie figlie... e alla fine è toccato a me.

Stamattina, mentre stavo preparando delle verdure per la cena, le bambine facevano colazione.
Mi cade per terra un pezzo di qualcosa, mi chino per raccoglierlo e quando mi rialzo (con tutto l'impeto e il vigore che solo chi deve prepararsi la cena alle 7 di mattina può avere) vado a sbattere la testa contro lo spigolo dello sportello aperto del pensile sopra il lavello.
Contrariamente a quel che si può pensare, non ho detto parolacce e non ho nemmeno urlato, ma il dolore è stato lancinante, ho visto un lampo bianco e per diversi minuti sono stata a tenermi una mano sulla testa nel timore che si aprisse in due.

Le mie figlie, che hanno assistito, hanno avuto due reazioni opposte.
Angelica, vedendomi soffrire e lacrimare, ha detto un timido "Mi viene da piangere", poi però è venuta a darmi un bacio sulla testa "così passa più in fretta".
Matilde è scattata subito all'azione: "Tranquilla mamma! Continuo a preparare io le verdure!".

Direi che, per fortuna, non è successo nulla di grave. Non ho perso i sensi, non ho divelto l'intero pensile dalla parete (l'impatto è stato talmente forte che non mi sarei meravigliata se fosse successo), non mi si è rotto/spaccato nulla, non ho perso sangue. Ho un bernoccolone in testa che viene ben camuffato dai capelli ricci, ma soprattutto ho potuto osservare il modo con cui le mie figlie reagiscono/reagirebbero quando mi succede qualcosa: una in modo materno, coi baci-panacea, l'altra con l'azione: tranquilla mamma, ci penso io a continuare a cucinare. Per la serie, se anche tu dovessi morire, qui, in questo istante, davanti a noi, non temere; tutte le zucchine saranno state comunque affettate a dovere.

E' rassicurante tutto ciò

23/05/16

La preferita

"Mamma, sei proprio la mia mamma preferita! E lo so che sembra ovvio, dato che sei tu l'unica mamma che ho, ma se io avessi due mamme, di sicuro saresti tu la mia preferita!"

:-)

20/05/16

È successo

Squilla il telefono alle 2.43, di notte. Lo sapevo sarebbe arrivata questa telefonata, prima o poi, ma quando mi sveglio perdo un istante a sperare che sia qualcuno che ha sbagliato numero.
Invece no, non hanno sbagliato.
Mi investe un brivido di gelo. Rispondo.
"Lucy. È successo"
"Grazie per avermi avvisato. Ti abbraccio"
Poso il telefono e penso a cosa si deve provare quando ci si libera definitivamente da un corpo martoriato.
A modo mio, formulo una frase di saluto, non una preghiera, no. Un saluto.
"Mi dispiace che non abbiamo fatto in tempo a conoscerci".

19/05/16

Regali tristi

I tempi sono cambiati.
Quando io ero bambina i regali che ricevevo da parte dei miei compagni erano gioielli, o giocattoli, i fantasticamente inutili peluche, diari segreti col lucchetto, accessori per capelli griffati (Naj Oleari comandava), e solo raramente vestiti, più facilmente da parte di cugini o parenti.

Ora i tempi sono cambiati e la tendenza si è totalmente invertita. Alle feste di compleanno i bambini ricevono solo vestiti.
E basta guardarli negli occhi, al momento dell'apertura dei regali, per scoprire quanto possa essere triste aspettarsi la casa di Barbie e vedersi recapitare invece il giubbotto invernale più grande di due taglie in modo che possa tornare comodo il prossimo gennaio.

18/05/16

La sveglia umana

È da una settimana che la mia sveglia sul telefono non mi suona.
All'inizio vibrava soltanto, poi ha smesso pure di fare quello.
L'ho eliminata, reimpostata da capo, spento e riacceso il telefono, ma niente. Non suona. E sulla barra delle notifiche mi spunta "sveglia ignorata".

Per fortuna c'è la mia sveglia umana, Matilde, che di giorno in giorno viene a chiamarmi se si accorge che passano le 6 ed io non mi alzo (già, perché lei si sveglia naturalmente verso le 5.45, tutti i giorni).

Dev'essere un messaggio per me da parte degli dèi della stanchezza.

17/05/16

Stupidario medico

Se non fosse che si trattava di una nonna in lacrime, in totale balia dell'ansia per la sua nipotina di 22 anni che stava affrontando un'operazione chirurgica delicatissima, avrei riso moltissimo quando mi ha spiegato che "dalla misuranza magnetica si vedeva una massa all'altezza dell'osso sacro, ed era un timone".

(Comunque l'operazione è andata bene e la ragazza sta bene)

16/05/16

Mezzo strano

Mezzo di trasporto strano è l'aereo.
Fai colazione con vista Monviso e, poche ore dopo, pranzi con vista Monte Pellegrino.

13/05/16

Panico

Poche cose riescono a scatenare il panico tra i passeggeri in fila alla porta del gate quanto il fatto che l'omino addetto all'imbarco metta in bella vista e pronto all'uso il contenitore per misurare le dimensioni dei bagagli.

12/05/16

Fare le valigie

Eppure c'era un tempo in cui avevo bisogno di una settimana per fare una valigia
Esattamente una settimana prima della partenza, chiedevo a Schroeder di prendere le valigie dal soppalco, le appoggiavo sulla cassa panca, e durante la settimana la riempivo con la roba che man mano mi veniva in mente di portare. E tutto questo in modo indipendente dal tipo di viaggio, dalla presenza o meno delle bambine, dalla durata del viaggio, dalla destinazione.
Una settimana per fare le valigie, che si trattasse di una notte ospiti alla casa al mare dei cognati, o che fossimo in partenza per un fine settimana lungo a Disneyland.

Ora è diverso.
Ora mi riduco alla sera prima, quando, stremata, metto in valigia solo ciò che ho di pulito, dovendo magari rinunciare a quel maglioncino che mi piace tanto ma è tra la roba da lavare.

Do due diverse interpretazioni alla cosa:
1) mi sto abituando a viaggiare
2) sto lentamente perdendo il vizio di pretendere di avere sempre tutto sotto controllo

Entrambe mi sembrano comunque cose buone.

11/05/16

Rettifica al post di ieri

"Se ti mando il mio curriculum lo leggi e mi dici che ne pensi?"
"Oddio, ce posso provà"

...

"Lucy ma quello che mi hai mandato non è un curriculum"
"In che senso? Si è scombinata tutta la formattazione del testo? In effetti l'avevo iniziato col word del mio computer e poi l'ho dovuto continuare con l'open office del computer di mia madre..."
"No, no, il file va bene. Intendo dire che quello che tu hai scritto non è un curriculum"
"..."
"Lucy ma che è sta robba che me mandi? Ma che te sembra un curriculum questo?!"
"Io sono davvero commossa per l'alta considerazione che stai dimostrando per i miei trascorsi di vita di merda"
"No, aspetta, io non l'ho manco letto. Io parlo proprio dell'aspetto organizzativo del testo, non sto parlando dei contenuti, quelli manco li ho letti"
"..."
"Lucy lo devi rifà. Cèrcate su gugol il formato europeo e copiati quello. Oppure te mando il mio e te lo sovrascrivi. Questa cosa fa schifo"

No. Non è leggere, valutare, modificare, stilare il mio curriculum la cosa che distrugge maggiormente la mia autostima. Sono le telefonate con Gandalf.

10/05/16

Curriculum

Poche cose sono in grado di distruggere la mia autostima quanto il prendere, leggere e aggiornare il file del mio curriculum.
È sconfortante vedere scritto così, nero su bianco, il nulla su cui si è fondata la mia vita finora.

09/05/16

Gli insegnamenti della mamma

"Scusatemi, ragazze" dico alle mie figlie dopo l'ennesimo impropero lanciato all'indirizzo dell'ennesimo automobilista indisciplinato che mi ha tagliato la strada o non si è fermato allo stop, o mi si è appiccicato dietro mentre facevo la manovra di parcheggio, o ha svoltato senza mettere la freccia o si è posteggiato ostruendo il passaggio o una delle altre mirabolanti imprese che vedo quotidianamente per strada, "Scusatemi, non si dicono queste cose, lo so, sono parole brutte che sporcano la bocca di chi le dice e le orecchie chi le ascolta. Voi non le dovete ripetere mai"
"Stai tranquilla mamma" replica Angelica "lo sappiamo che non si dicono, anche se tu le dici sempre. Ormai le parolacce le conosciamo quasi tutte".

Ecco. Però magari non raccontatelo troppo in giro...

06/05/16

Vivendo o morendo, a seconda dei casi

"Soffia sulle candeline, papà, ed esprimi un desiderio! Bravo!"
"Grazie Matilde"
"L'hai espresso il desiderio?"
"Sì"
"Chissà se si è già avverato"
"Boh? Lo scopriremo solo vivendo"
"Certo. A meno che tu non abbia desiderato di andare in paradiso. Allora in quel caso lo scopriresti solo morendo"

Ma più che altro io mi chiedo: ma da dove le vengono?!

04/05/16

Piccoli nerd crescono

"Mamma! Oggi è il 4 maggio!"
"Eh. Mercoledì 4 maggio 2016, sì..."
"May fourth be with you!"
"Ah, già... Il 4 maggio!"
"Eh! È lo star wars day!"
"Sì, sì..."
"Meno male che te l'ho ricordato io. Pensa che brutta figura che ci facevi con le amiche...!"

Vabbè... :-D

03/05/16

Sempre più presto

Prima mi svegliavo alle 7, insieme a Matilde. Ci preparavamo e, con calma, andavamo a scuola, alle 8.15.

Poi è nata Angelica. Ci voleva più tempo per uscire tutte e tre, dunque mi svegliavo alle 6.50 per essere a scuola alle 8.15.

Poi Matilde ha iniziato le elementari, e non era più come l'asilo, alle 8.10 dovevamo essere a scuola. Puntavo la sveglia alle 6.45.

Poi ha iniziato l'asilo anche Angelica dunque, se prima potevo afferrarla, infagottata e infilarla nel passeggino mentre dormiva e accompagnare Matilde a scuola, a quel punto era indispensabile che anche lei fosse nutrita, lavata e vestita e portata a scuola. Mi svegliavo alle 6.40.

Io ho iniziato a praticare yoga ed ho scoperto i benefici della pratica al mattino appena sveglia. Tre serie di "saluto al sole" durano 10 minuti. Sveglia alle 6.30.

Per qualche strana ragione che non hoai capito, le mie figlie partono accelerate fin dalla prima mattina. Io no. Ho deciso che non voglio più che quei 10 minuti di colazione vengano contaminati dal loro chiasso, le loro domande, lamentele, liti ecc. Mi sveglio alle 6.15 e faccio colazione da sola e in silenzio.

Inizio a lavorare. Ho bisogno di lasciare la casa in mezzo ordine prima di accompagnare le bambine a scuola e quei 15 minuti tra il mio ritorno a casa e l'orario in cui esco nuovamente per andare al lavoro sono appena sufficienti a preparare qualcosa per il pranzo, visto che poi torno direttamente alle 14 insieme a loro, generalmente affamate. Mi sveglio alle 6.

Al lavoro le cose prendono delle strane pieghe per cui, invece che alle 9, inizio a lavorare alle 8.30. Non ho più il tempo di tornare a casa a preparare il pranzo, devo farlo prima di uscire di casa alle 8. Mi sveglio alle 5.50.

Alle 5.50 mi sveglio. Fino alle 6.15 mi preparo la colazione ed eventualmente comincio con il pranzo. Entro le 6.45 metto ordine, lavo piatti, stendo biancheria e altre cose varie che possono esserci da fare. Alle 6.50 sveglio le bambine. Entro le 7 ho preparato la loro colazione. Fino alle 7.25 mi dedico al pranzo e alle loro merende per la scuola, poi tutte e tre insieme andiamo a lavarci e vestirci e siamo pronte per uscire alle 7.50 ché l'ingresso a scuola è alle 8.

Eppure mi rendo conto di non farcela. Sempre più di frequente facciamo tardi, usciamo alle 7.55 o giù di lì.
E siccome è la preparazione del pranzo quella che mi richiede più tempo, la anticipo ancora.
Ma no. Puntarmi la sveglia alle 5.40 non ce la faccio. Lo preparo la sera prima
Sempre più in anticipo.

Finirà che arriverà il momento in cui anticiperò così tanto le preparazioni rispetto ai pasti, che sembrerà sempre di mangiare avanzi.

02/05/16

Non sono bugiarda

"Sei riuscita a dormire?"
"Non molto. Anche perché le mie figlie facevano casino per far fare a tutti silenzio, dicendo che dormivo. E nelle pause mi venivano a fare coccole e baci. In pratica sono stata giusto in dormiveglia"
"Meno male che sapevano che dormivi"
"Poi mi hanno anche chiesto se ho dormito bene con tutte le loro coccole e attenzioni... Ho risposto che i loro baci continui mi hanno fatto fare sogni bellissimi"
"Bugiarda"
"Tecnicamente ho detto una bugia, ma non sono bugiarda... Sono mamma"

:-)