31/08/09

Il mio limbo sartoriale...

Sono in piena e deprimente fase di stallo. Non trovo un tessuto adatto per la stola del mio abito e sono riuscita a salvare per puro miracolo dalle fiamme l'abito di Matilde. Non si trattava di autocombustione, ma di follia distruttiva e disperata.

Ma perché i vestiti non mi riescono mai come sono nelle fotografie delle riviste??? Ma perché i cartamodelli mi combaciano finché sono di carta o di stoffa appena imbastita e quando, poi, cucio mi viene fuori un abito troppo grande o troppo corto??
Perché le scollature dei cartamodelli sono sempre troppo scollate per essere rifinite secondo le loro istruzioni??

Uff...

Oggi è andata un po' così... Il fatto di aver salvato in extremis l'abito di Matilde mi ha un po' tirato su, ma sono stata avvilita tutto il pomeriggio...

Ogni volta mi dico che si tratta dell'ultima volta, che il prossimo vestito glielo compro, ma poi ci casco sempre... ma perché, uffa....

30/08/09

Le scarpe

Dopo tante peregrinazioni e scoraggiamenti, dopo innumerevoli negozi visitati e facce sconsolate di commesse, dopo qualche vano tentativo di far calzare il 40 al mio piedino 41, alla maniera di Genoveffa, la sorellastra di Cenerentola, alla fine di una passeggiata lunga almeno 6 chilometri con tanto di zavorrina matildica al seguito (che ogni due passi voleva salire in braccio), alla fine di cotante fatiche, insomma, ho comprato questo paio di scarpe:

che non ha nulla a che vedere con il tipo di scarpe che speravo di trovare, ma alla fine sono state un buon compromesso tra la loro speranza di vita e utilizzo, il loro prezzo e il loro aspetto.
Diciamo che alla prima occasione di una scarpa 41 elegante e graziosa, non sono stata lì a pensarci e ripensarci....

Il problema, adesso, è che non potrò fare la borsetta con lo stesso tessuto dell'abito, ma dovrò comprarne una nera di pelle lucida...

29/08/09

Faccio un'altra prova

Dopo mesi di pausa, quattro per l'esattezza, ho ripreso in mano il NUOVO. Sono arrivata a 71 pagine A4, corpo 12: poco più della metà di BL. L'avevo interrotto perché si era bloccato. I personaggi non mi parlavano più, ed io, senza il loro aiuto, senza sapere e capire cosa vogliono o non vogliono, non sono in grado di decidere per loro.

Me lo sono ristampato tutto tutto e me lo sto - per ora - rileggendo tutto tutto.
Alla fine di questa rilettura deciderò se darlo alle fiamme o riprendere a scriverlo.

28/08/09

Cose che non vorresti mai vedere #11

Un piatto di plastica sciogliersi sul tuo piano cottura perché distrattamente l'hai posato in corrispondenza del bruciatore che era acceso fino ad un secondo prima.


27/08/09

Per la serie: mai perdere la fiducia!

Esattamente dieci giorni orsono avevo spedito alla mitica Yersinia il suo meritato premio per il concorso "psychiatrico" dell'estate...
Non avevamo notizie di dove fosse finito e io avevo ormai perso le speranze e mi stavo rassegnando a preparare e rispedire qualcos'altro... e invece... A SORPRESA! Le è arrivato oggi!
Eccolo!




Il problema, con Yersinia, è: "Che cavolo posso fare per lei che sa fare tutto ed è una maga in ogni arte esistente ed anche in quelle inestistenti??"
Sono andata, quindi, sul punto croce che forse è una delle pochissime aree manuali dove non eccelle... E qui per lei un piccino biscornu!

26/08/09

...viva il topolin!

Stamattina sono andata al negozietto che espone i miei lavori... ai primi di luglio avevo portato da loro un po' di roba varia... Ci sono andata perché dovevo comprare un regalo di compleanno e pensavo di prendere una collana di quelle artigianali esposte e, con l'occasione, farmi vedere e informarmi...
Ebbene, hanno venduto un topo!

Insomma, prima 1,89 euro dalla vendita del libro, poi 2,55 euro dalla vendita del topino... sto diventando ricca senza neanche rendermene conto!! :-D

25/08/09

La figlia femmina

Sognavo di avere una figlia femmina. Desideravo darle tutte le possibilità che io non ho avuto.

Io, che fino a 14 anni sono stata costretta da mia madre a tagliare i capelli costantemente a lunghezza marines, mi dicevo che avrei lasciato che i capelli di mia figlia crescessero, per pettinarla, farle le treccine e i codini, metterle i fermagli colorati e le mollettine sbrilluccicose.
Io, che sognavo di fare la ballerina e invece venivo catapultata in palestra da mio cugino, che ci lasciava appesi al piolo più alto delle spalliere e ci faceva fare gli addominali costingendoci a sollevare le gambe dritte, mi dicevo che mia figlia avrebbe fatto danza classica e già me la vedevo con la crocchia raccolta in una retina elegante, e il tutù rosa, mentre faceva piroette incantevoli ed io la applaudivo, commossa e orgogliosa, dalla prima fila della platea.

Matilde è nata coi capelli a lunghezza marines e a quell'altezza le sono rimasti per molto tempo. Ci sono voluti 3 anni per riuscire a raccoglierli in una coda, e stamattina mi ha detto "Mamma io voglio andare alla scuola di calcio!".

Poteva andare peggio. Poteva scegliere il rugby.

Sigh...

24/08/09

AAAAAAAATTENZIONE!

Una mail appena arrivata:

"Ciao Lucy Van Pelt,
ti informiamo che Tizio De' Tizi ha acquistato 1 copia/e del tuo libro Buongiorno Luna.
Se la transazione con carta di credito darà esito positivo, riceverai una fattura relativa ai costi da noi sostenuti per stampare, mettere in vetrina e spedire il tuo libro e potrai visualizzare la vendita nella sezione Vendite della tua pagina personale.
Ti ricordiamo che non dovrai pagare questa fattura, perché provvederemo a sottrarre questo importo dal prezzo di vendita pagato dall'acquirente del tuo libro.
Per monitorare lo stato delle vendite vai alla tua pagina personale. "

Ho appena guadagnato, per la prima volta assoluta, 1,89 euro dalla vendita del mio libro.
Urge festeggiare!
Vado a bermi un bicchiere di acqua frizzante, alla salute del mio primo, vero, lettore.

Dieci lunghissimi giorni

"Amore, vuoi che vada al supermercato?"
"Ma se ci sei già stato sabato..."
"Vabbè, però da sabato ad oggi abbiamo già consumato quasi tre buste di latte..."
"Certo, ma il cartone ne conteneva 16, ce ne restano ancora 13 prima di averne ancora bisogno..."

Mio marito è in ferie, da oggi.
O ha una tresca con la cassiera del supermercato, oppure si sta già annoiando.

23/08/09

Ed ecco a voi......

...l'abito che HO CUCITO IO!!!
La modella sono anche io... :-D



Si accettano suggerimenti e consigli sul come "agghindare" il vestito: la mia idea è di mettere qua e là qualche piccolo ricciolino fatto con le perline dello stesso colore della stoffa e decorare (leggi: camuffare il fatto che le pince del seno non sono uguali) un poì il corpetto con qualche rosellina dello stesso tessuto...

22/08/09

L'abito c'è

Ma l'ho fotografato ed è davvero poco fotogenico....
Dunque... in fondo per averci lavorato 24 ore non è andata male. La modifica che avevo azzardato l'ho dovuta eliminare perché faceva schifo. Avevo allargato la parte dei fianchi, visto l'importante fondoschiena che mi ritrovo, ma invece l'abito faceva difetto proprio lì. Sempre nell'ottica del "sono sempre in tempo a buttare via tutto e comprarmelo già fatto" ho ripreso il cartamodello e rimodificato la linea dei fianchi come era in origine. Risultato: finalmente l'abito cade bene. In effetti sono dimagrita nell'ultimo anno ed a quanto pare in maniera notevole.
Il mio problema sono gli scolli, sia la scollatura che gli scalfi. Non riesco a capire perché mi vengono sempre più scollate del necessario e va a finire che non ho sufficiente stoffa per l'orlino. Era già accaduto col vestito di velluto di Matilde e adesso anche con questo abito.... alla fine ho deciso di andare di sbieco rivoltato all'interno per cui con solo mezzo centimetro di stoffa ho fatto l'orlo... però è una cosa sistematica, mi succede SEMPRE.

Per quel che riguarda la giacchina, sono poco convinta anche io e siccome lo scampolo di taffetà che ho preso bastava a fare due abiti, credo che con il resto ci faccio un bolerino o un coprispalle.
Poi tanti, tantissimi fiori della stessa stoffa da appiccicare qua e là per coprire i difetti (ad esempio le due pince del seno non sono simmetriche...!!)

Insomma, manca l'orlo e la decorazione... e posso ritenermi infinitamente soddisfatta per quello che è venuto fuori dalla mia scarsa esperienza!
Seguirà foto!

21/08/09

Progetto-abito. Ci siamo.

Ho scelto il modello. Ho comprato la carta velina. Ho identificato, in un groviglio di linee dritte e tratteggiate multicolori, la giusta traccia da seguire. Ho ricalcato il cartamodello. Ho allargato il modello sui fianchi. Ho ritagliato la carta velina.

Ora prendo la stoffa e la taglio.

Che la dea della sartoria mi assista e guidi le forbici attraverso la mia mano.

Seguiranno aggiornamenti oppure imprecazioni.

Gravidanza isterica

Lo sapevo fin da subito. Inutile propormi e convincermi a prendere tutto il discorso alla leggera: sarebbe stato il chiodo fisso per il resto della vita. E infatti è così, e a questo punto spero davvero che questo mese "fallisca", così forse mi calmerò un pochino.

Non penso ad altro e non ho altro che tutti i sintomi inesistenti e fin troppo precoci di una gravidanza. Isterica, naturalmente.

Quando arrivò in cantiere Matilde, avevo sentito un "pizzico" al ventre e scherzando avevo detto a mio marito "Mi sa che questa volta ci siamo". Tre giorni dopo ho fatto il test ed era positivo.
Ora, è impossibile stabilire se quel "pizzico" fosse davvero "l'annidamento" dell'embione, ma sta di fatto che da circa 10 giorni vivo nell'attesa di risentirlo.
E stamattina l'ho sentito. Dormivo e mi sono svegliata sussultando. L'ho sognato? Forse. Era qualcosa che non c'entra niente? Probabilmente. Ma da oggi in poi "mi sentirò" incinta e non lo sopporto.
Solo una cosa mi smentisce: il seno. Invisibile, come al solito. E pensare che l'unico fattore positivo di una gravidanza (a parte il "frutto") è proprio l'effetto push-up naturale!

Il tempo che mi separa dal 5 settembre mi sembra infinito.

20/08/09

Il mio nuovo progetto

Questa è la stoffa:
E questo è il modello:
Ce la farò a cucirmi un abito per me entro il prossimo 21 settembre?
Manca ancora il tulle ricamato da abbinare per la giacchina, ma prima vedo come va l'abito, che tanto la giacchina è una tale sciocchezza che la faccio in mezz'oretta scarsa... Ma l'abito non so... Vedremo.

19/08/09

Mizzica!

"Mamma, a che cosa servono le mani?"
"Ad afferrare"
"E i piedi?"
"A camminare"
"E le gambe?"
"A correre"
"E il pancino?"
"A digerire"
"E l'ombelico?"
"L'ombelico?"
"Si, a che cosa serve?"
"Beh... l'ombelico è il punto dove stava attaccato il filo che ti teneva dentro la mia pancia... "
Due secondi di silenzio allibito che indica l'elaborazione delle informazioni appena acquisite, infine l'esclamazione: "Bedda matri!"

Si. E' proprio giunto il momento di farle vedere l'albero della vita, prima che la situazione precipiti...

Contenitori separati

"Mamma, io prima stavo tutta in mezzo alla tua cacca!"
"Eeeh?!"
"Quando ero dentro la tua pancia io stavo in mezzo alla tua cacca, perché la cacca sta dentro la pancia"
"Ehm.... no amore, tu e la cacca stavate si dentro la pancia, ma in due sacchetti diversi...."
"Ah.... e la pipì?"
"Anche quella, in un sacchettino a parte..."

Considerazione 1: avreste dovuto vedere lo sguardo divertito alla sola idea
Considerazione 2: che sia già il momento di farle vedere le videocassette de"L'albero della vita"??

18/08/09

Mani di fata

Entro in ascensore, a casa dei miei, insieme a mia figlia.
"Mamma, dove andiamo?"
"A casa nostra, ma prima dobbiamo andare al supermercato a comprare il latte"
Mentre l'ascensore scende i sei piani, mi guardo allo specchio attirata da uno sbrilluccichio sulla mia fronte: un glitter finito lì chissà da dove.
L'ascensore arriva al piano terra, mi volto verso le porte scorrevoli, quindi apro la porta di ferro, esco e la tengo aperta, infine abbasso lo sguardo per vedere uscire Matilde e lei cammina tranquilla, con il mio portafogli in mano. Rapidamente guardo la mia borsa e vedo la cerniera aperta.
"Matilde! Ma che ci fai col mio portafogli in mano?!"
"Volevo controllare se avevi i soldi per comprare il latte!"

Ha aperto la cerniera, frugato nella borsa, preso e tirato fuori il portafogli senza che io mi accorgessi di nulla.

Adesso so che cosa farà da grande.

17/08/09

Fly to London

Ce ne andiamo a Londra, eh già!
Tornando dalla Danimarca avevo detto a mio marito che dovremmo farci più coraggiosi e viaggiare di più, nonostante la bambina al seguito, "Bisogna imparare dalla gente del nord - dicevo - li ho visti stravaccati a terra, famiglie con due o tre bambini, dei quali almeno uno attaccato alla tetta della mamma, padri con zaini-baldacchini in spalla per portare agilmente in giro i piccoli dalle gambe corte e stanche, ho visto i loro arsenali di colori e libri, ho visto i bambini girovagare da soli per gli aeroporti senza che succedesse loro niente di male, li ho visti adattarsi a dormire tra le braccia della madre anche con la luce in faccia e l'hostess che annuncia l'imbarco all'altoparlante... dobbiamo partire, dobbiamo viaggiare, il mondo è troppo grande e la vita che ci rimane da vivere sarà troppo breve per permetterci di vederlo tutto almeno una volta..."

"Andiamo a Londra" ha annunciato lui "A casa di una mia amica che mi invita da tempo. Ho già preso i biglietti, partiamo l'8 ottobre e torniamo il 13"

Trascorreremo nella grigia, umida, fredda e piovosa Londra il nostro anniversario di nozze, il nostro onomastico e il mio compleanno. A Londra. Solo noi 3. Sotto la pioggia. Senza famiglia. In mezzo alla nebbia.

Gooooooooooooooooooooooooooooooooooooood!

Mi farò il pellegrinaggio dei luoghi di Harry Potter e pretenderò un triplo regalo in uno qualsiasi dei paradisi del cross stitching che incontreremo! :-D

14/08/09

Risvolti "flirterecci" di una spirometria

Perché negarlo? Il tecnico, del laboratorio dove ho - finalmente - fatto la spirometria con test di reversibilità bronchiale, era decisamente affascinante.
Non bello, ma affascinante, con due occhi color zaffiro che di solito non apprezzo mai, ma nell'insieme del suo aspetto erano quel "quid" che ne faceva un bel ragazzo.

Noi donne, si sa, siamo tutte "un po' p*lle e troppo profumiere", ci piace ammaliare, sentirci guardate, ma poi girare i tacchi e via... lasciare "godere" solo del nostro profumo...
Io non credo di essere il tipo di donna che attrae, ma se mi va di giocare ho anche io le mie "armi".

Ero sicura, ad esempio, che sarebbe bastato un sorriso, all'interno dello sterile e bisbetico ambiente ospedaliero, per fare breccia... e infatti così è stato.

"Buongiorno... io devo fare una spirometria..."
"Si - mi da una rapida occhiata lui - è prenotata? Come si chiama?"
"Lucy Van Pelt"
"Si, va bene, adesso la facciamo"
"La fa lei?"
"Si" risponde e mi rivolge finalmente un lungo sguardo curioso
"Ah", sorrido io ricambiando lo sguardo.

Non so dire se perché avevo prenotato prima oppure perché avevo sorriso, sta di fatto che nonostante ci fossero altre due persone in sala, sono stata chiamata per prima.
Il ragazzo mi ha spiegato tutto per filo e per segno, sorridente e garbato, infine è andato lui stesso a cercare la dottoressa per fare refertare l'esame. Quando ho finito con la dottoressa, mi ha intercettato verso l'uscita, mi ha chiesto se era andato tutto bene, poi mi ha stretto la mano e mi ha salutato, coi suoi occhi zaffiro.

Ho forse fatto qualcosa di male? Ho solo sorriso, un po' p*lla e molto profumiera, come ben si addice ad ogni donna che si rispetti.

13/08/09

La seratina bisestile

Abbiamo calcolato che la volta precedente è stata poco meno di 4 anni fa, in occasione del primo anniversario di nozze, ma si era verificata a pranzo ed io avevo già un pancione di quasi 7 mesi.

Mio marito ed io, ieri sera, siamo usciti a cena fuori. Da soli.

L'aspetto più allucinante era il mio senso d'imbarazzo iniziale... mi sentivo così strana a dover "scegliere dove andare" come non facevo da 4 anni.

Palermo, centralissima Piazzetta dell'Olivella, per un kebab che non mangiavo da anni. E per una birra seria, rossa, doppio malto.... una Tenntent's Scotch Ale, che dopo due sorsi mi era già salita in testa.... e allora ho parlato.

Ho parlato di gelosia, di senso di solitudine, di chiusura al dialogo, di eccessivo sarcasmo, di priorità e del perché da un po' di tempo non mi sento e non mi comporto come metà di una coppia ma come una misera e penosa ragazza madre attempata.

L'alcol mi fa un effetto incredibile. Non perdo mai il controllo, comunque, anche se mi alzo e barcollo per andare in bagno, anche se mi trema un po' la voce, resto comunque lucida e presente a me stessa. Semplicemente mi cadono tutte le inibizioni e tutte le barriere e mi ritrovo a dire cose che macino da mesi, ma che non avevo mai avuto la voglia, la forza e il coraggio di dire.

Non so stabilire se, effettivamente, dopo il mio discorso di ieri le cose cambieranno, però il solo fatto di aver detto alcune cose, stamattina mi rende più leggera.

Per riportare a pieno regime il nostro rapporto di coppia, avrei bisogno di almeno altre 3  seratine così. Peccato che la prossima si ripeterà, probabilmente, tra altri 4 anni.
Specialmente - poi - se la ca##ata che ci siamo convinti a fare va a buon fine...........

11/08/09

La fatidica domanda

"Mamma, ma io quando l'avrò un fratellino?"
"Forse... un giorno.... chissà..."
"E quando?"
"Non lo possiamo sapere... in questo momento il tuo fratellino o la tua sorellina sta svolazzando nel cielo, insieme agli angioletti... poi un giorno decide di guardare verso la terra e vede te... e dice Ma che bella bambina! Voglio che sia mia sorella! e allora si infila nella mia pancia e dopo qualche tempo nasce... Funziona così: è il fratellino che sceglie quando arrivare, ed è lui che decide che ci vuole come sua famiglia... non possiamo deciderlo noi..."
"Ho capito..."
"Ma... perché me lo chiedi? A te piacerebbe avere un fratellino o una sorellina?"
"Si, mi piacerebbe!"
"Ma guarda che i fratellini quando arrivano sono molto piccoli, e magari anche fastidiosi..."
"Si, ma tanto poi cresce! E io gli devo insegnare tutte le cose!"
"Si, però per crescere ci vuole del tempo... e all'inizio piange soltanto... magari tu ed io siamo belle tranquille che giochiamo con i lego e lui si mette a piangere e allora dobbiamo interrompere per vedere quello che vuole... perché non saprà parlare e allora non potremo sapere subito cosa vuole..."
"Si, tanto io poi ti aiuto, che gli faccio le carezzine, lo faccio giocare e gli insegno a parlare così invece di piangere parla e ci dice quello che vuole"
"Lo faresti davvero?"
"Ma certamente!"

Il senso materno di questa bambina di soli 3 anni e 7 mesi mi spaventa di più dell'idea di fare il bis.

La tovaglietta è pronta!

Eccola qua, lavata stirata e assemblata!

La stoffa ha dei piccoli fiori azzurri e blu. Devo ammettere di essere proprio soddisfatta del risultato finale, non credevo che sarebbe venuta così bene!

Per la serie: stare in ansia è sbagliato ma il più delle volte ci si azzecca!

Stamattina mi telefona mia madre: stanno andando al mare e vuole sapere se vogliamo andare anche noi con loro. Io ho delle cose da spedire, ma in fin dei conti mi lascio convincere a portare solo Matilde.
Così armata di costumino, braccioli e cappellino, Matilde è andata coi miei genitori ed i miei fratelli mentre io sono andata alla posta. Quando l'ho accompagnata alla macchina dei miei, mio padre mi chiede di telefonare ai miei fratelli, che erano ancora a casa, e dire loro di prendere il suo telefonino, perché l'aveva dimenticato a casa.
Mentre mia madre armeggiava con la cintura per Matilde, io sono risalita a casa a prendere il mio telefonino, ma neanche il tempo di tornare giù che la macchina se n'era già andata. E allora un pensiero mi si forma istantaneo in mente: non le ho nemmeno dato un bacio.

Pazienza, mentre vado alla posta telefono ai miei fratelli che, però, non erano già più a casa... quindi niente da fare, i miei genitori erano entrambi senza un telefonino, ma tanto che può succedere? Ecco... Che può succedere.....?

Torno a casa verso le 11 e mi premuro di telefonare a mio fratello, che aveva raggiunto i miei al mare, per sapere come andava e quando pensavano di tornare. Lui mi risponde che i miei se n'erano già andati da qualche minuto perché ormai il sole era troppo caldo per la bambina: si sarebbero fermati in una gelateria a fare merenda e poi sarebbero andati a casa dove mi avrebbero aspettato per il pranzo. Benissimo. Perfetto.

Ma poco prima di mezzogiorno mi telefona mio fratello e mi chiede se ho notizie dei nostri genitori, perché lui è appena riantrato a casa e non ha trovato nessuno.

In quell'attimo credo che si sia annullato tutto l'effetto della colorazione che ho fatto qualche giorno fa e mi si siano nuovamente sbiancati i capelli.
Per prima cosa mi torna alla mente quella brutta sensazione della mattina: non le ho neanche dato un bacio.
Mi dico che probabilmente avranno perso tempo in gelateria... insomma, con mio fratello restiamo che ci risentiamo appena arrivano.

Alle 13 gli telefono e gli chiedo se sono tornati. Lui risponde di no e a quel punto scatta il panico. Sono andati al mare a circa 15 km da casa non è possibile che ci vogliano 2 ore per tornare!
Mio fratello mi dice di aver fatto l'autostrada di ritorno e di non averli visti fermi per qualche problema, ma la gelateria dove sicuramente avevano intenzione di fare la sosta si trova sulla statale, quindi gli dico che scendo subito, mi faccio la statale fino all'accesso al mare e speriamo bene.

Credo di non aver mai guidato così pericolosamente in vita mia.
Mi sentivo la mente offuscata, quella macchina che spariva inghiottita dalla curva della strada e quella frase, non le ho nenache dato un bacio, mi facevano tremare le mani, ma mi ripetevo che non poteva essere successo niente di grave, perché di solito le brutte notizie arrivano sempre in fretta.
Fregandomene del limite di velocità e sfrecciando a 80 km/h dove il limite è 50, raggiungo in fretta la porzione di statale che ha tutti gli accessi al mare... niente, non c'è nessuna macchina ferma sul ciglio della strada, nè li vedo venirmi incontro sull'altra corsia. Arrivo alla zona dove sono stati al mare e ritelefono a mio fratello: sulla statale non ci sono. Fortunatamente non ho neanche incontrato vetri rotti o altre evidenti tracce di incidente, perché credo che sarei morta all'istante. Allora mio fratello si rimette in macchina e decide di rifare di nuovo il pezzo di autostrada, sia all'andata che al ritorno, mentre io proseguo oltre sulla statale nel caso in cui i miei avessero deciso di portare Matilde alla villa comunale di una cittadina poco distante.
Non faccio in tempo a rimettere in moto che mi telefona mio fratello e mi dice di averli appena incrociati per strada, mentre tornavano a casa. Riprendo a respirare, faccio inversione e torno anche io.

In pratica avevano bucato, si erano spinti fino al gommista di un paese sulla statale e si erano fermati l' aspettando che riparasse la gomma. Il bello è che mi hanno anche visto passare, ma io correvo troppo veloce e non ci pensavo proprio che potessero essere lì, loro erano dentro l'officina e quando sono passata lì davanti non hanno fatto in tempo a farsi vedere o a farmi un segnale qualsiasi.

Insomma, alla fine è andata bene, ma che cavolo! Misi è appassito un quarto di cuore!

10/08/09

Per l'asilo

Giusto per dimostrare che NON sono in ferie...


Questo è il ricamo per la prima tovaglietta da asilo di mia figlia... Personalmente non l'ho trovato un bel soggetto, ma lei aveva espressamente chiesto pecore e questo le è piaciuto.
Per la seconda, di ricambio, vuole le mucche... vediamo cosa trovo...

07/08/09

Dolore al braccio destro!

Mio marito sostiene che la causa sia stata l'incursione notturna di Matilde nel letto, io credo di ricordare che già mettendomi a letto avevo sentito il dolore, sta di fatto che oggi mi ha fatto male il braccio destro, nella parte interna, tanto che temevo fosse tendinite...
Poi, chissà, forse è davvero tendinite, ma non mi impedisce di ricamare (per fortuna!), l'unico problema è che non riesco ad estendere il braccio per intero... boh? sopravviverò anche stavolta?
Vedremo... :-)

06/08/09

Hennè

Due sono le cose:
o sono riuscita a beccare la sfumatura di hennè precisa identica spiccicata al colore dei miei capelli, oppure sono stata 30 minuti con un sacchetto in testa, ho sporcato di marrone ogni centimetro quadrato del bagno, mi sono fatta deridere da mia figlia e mio marito e ho puzzato di mistura per tutta la serata inutilmente.
Mi guardo allo specchio e non vedo alcuna differenza di colore rispetto a ieri mattina.

La prova del nove - decisiva - potrò farla quando rivedrò mio fratello P, che è Scovatore Scelto di Capelli Bianchi per la Fra.Min.Po.Scu (Fratelli Minori Poco Sculacciati, associazione mondiale di cui tutti noi o facciamo parte, oppure conosciamo chi ne fa parte).
;-)

05/08/09

Col sacchetto in testa

Sono le 18.05 e sono seduta sul letto.
Ho la testa avvolta da un sacchetto di plastica del supermercato conad, che chissà come ha fatto ad arrivare a casa mia, visto che noi facciamo la spesa al gs o al discount.
Dice che ci vorrà da 20 a 60 minuti. Ne sono passati appena 4 ed io già non ne posso più.
A breve dovrebbe arrivare mio marito a casa, ed io non so ancora decidere se è meglio che arrivi subito oppure quando tutto si sarà concluso.
So già come reagirebbe, vedendomi col sacchetto in testa, e non voglio assistere alla sua reazione, perché altrimenti finirei per pentirmi subito di quello che sto facendo.

Già.

Quello che sto facendo.

Sto cercando di oppormi alla natura, allo scorrere del tempo, alla fisiologica trasformazione del mio corpo con l'andar dei giorni, mesi e anni.

Mi sto tingendo i capelli.
Avrei dovuto usare una cuffia da doccia, ma non ne ho trovate, e allora mi sono dovuta arrangiare con un sacchetto di plastica.
Matilde già mi guarda e ride, e chissà cosa farà mio marito. Voi, se ridete, lo sapete cosa succede: vi cancello dai link! >:-P

04/08/09

Saltiamo?

Ore 22.20, casa Van Pelt. Matilde è a letto da circa 5 minuti.

"Mamma, e tu cosa aspetti?"
"Che tu ti addormenti"
"No non intendevo dire questo... tu cosa aspetti a saltare?"
"A saltare?!"
"Certo, perché di notte si salta!"
"No, di notte si dorme. Dormi"
"Ma gli scoiattoli di notte..."
"...dormono!"
"Dormono?!"
"Si. Adesso dormi"
"E allora quando saltano gli scoiattoli?"
"Di giorno. Adesso dormi"
"Ma io li ho visti sempre..."
"Tu non hai mai visto scoiattoli in vita tua, al limite hai visto qualche gatto randagio. Ora dormi"
"E i gatti saltano?"
"Si, la mattina dopo aver dormito molto, molto a lungo"
"Ho capito"

Meno male.

03/08/09

Viaggio Distruzione: Copenhagen

Ci vado per argomenti, perché in ordine cronologico rischierei di ripetermi.

Il climaIl primo scontro con la città è stato di tipo climatico. Noi, belli freschi come tre quarti di pollo, siamo partiti con bagaglio leggero sotto tutti i punti di vista. Io che sono freddolosa, ho voluto fare l'azione di portarmi una maglietta a maniche lunghe, ma sapevo che sarei stata derisa dai miei fratelli. Siamo partiti da Malpensa che c'erano 35°; io coi jeans lunghi, ma solo perché non mi ero fatta la ceretta; i miei fratelli invece in pinocchietti e t-shirt. Atterriamo a Copenhagen e il comandante annuncia un generico "Tempo buono anche se un po' ventoso", però quando l'aereo (pieno di danesi di ritorno dalle vacanze in Italia) si è fermato e tutti si sono alzati dai loro posti, hanno tirato fuori dagli zaini i giubbotti e i maglioni, e a quel punto noi tre sprovveduti ci siamo guardati preoccupati. Usciti dall'aereo sembrava di essere entrati dentro un frigorifero. Poco male, ci siamo detti, arriviamo in città e ci compriamo qualcosa di più coprente, tanto erano solo le 5 del pomeriggio. Il problema è che lì i negozi chiudono inderogabilmente alle 17.30 quindi siamo stati tutta la serata a correre e tremare, e bere per riscaldarci.
In albergo abbiamo dormito coi piumini (e mio marito mi diceva che era barricato a casa con l'aria condizionata a mille perché c'erano 42°). Insomma, siamo stati bene, freschi, anche troppo, ma l'aspetto più insolito è stata la totale assenza di umidità nell'aria, nonostante il mare, i laghetti, i canali e tutta l'acqua nei dintorni, siamo stati una giornata intera a pedalare sotto il sole e non abbiamo versato nemmeno mezza goccia di sudore. Probabilmente è un buon posto per disestatare (quale sarà il corrispettivo estivo di "svernare"??)

Il ciboNon sappiamo cosa mangiano i danesi, per due ragioni, anzi tre.
La prima ragione si aggancia alla storia dei negozi che chiudono alle 17.30. Noi, gente del sud, siamo abituati a calcolare l'ora di cena in base al tramonto: è impensabile, per noi, cenare prima che cali il sole. Lì, che alle 22.30 c'era ancora luce, la cena viene servita tra le 18.30 e le 20. I nostri pancini hanno iniziato a brontolare verso le 21 e non abbiamo trovato un posto "danese" che fosse aperto e disposto a sfamarci. C'erano aperti i cinesi, i Mc Donald's e i ristoranti italiani. Ora... vi pare che ce ne siamo andati in Danimarca per mangiare un big mac, due involtini primavera o un piatto di tagliatelle col ragù? Non ci siamo arresi prima di aver girato tutto il centro storico (mentre il solitamente nauseabondo odore di frittura dei cinesi cominciava a diventare interessante) e alla fine abbiamo deciso per un tristissimo Burger King, pena il digiuno. L'indomani abbiamo deciso di fare man bassa alla colazione dell'albergo, e così il pranzo se n'è andato coi panini col salame, mentre la sera ci siamo imbucati al gay pride e abbiamo mangiato ad un chiosco tailandese... insomma: siamo stati due giorni interi a Copenhagen e non abbiamo idea di cosa mangino i danesi.
Però ho adorato alla follia il loro pane: si sbizzarriscono con gli impasti, mescolando tra loro i semi, e allora c'è il pane coi semi di zucca, quello coi semi di girasole (il mio preferito), quello coi semi di papavero ecc... ma la cosa meravigliosa è che i semi sono proprio nell'impasto e non solo in superficie, come si usa qui coi semi di sesamo... Buono, buonissimo...

Il bereLo avevamo stabilito prima ancora di partire: andiamo lì per berci tutti i tipi di birra possibili e immaginabili. Orbene: in Danimarca sono due le birre danesi più famose, la Tuborg e la Carlsberg. Alla fine, però, nei pub servono solo la Carlsberg, sebbene abbiano tutti i bicchieri (sia di vetro che di plastica) marchiati Tuborg.
Ho bevuto in quei due giorni più birra di quanta non ne abbia bevuta negli ultimi sei mesi, ma c'è da dire una cosa: è davvero molto leggera seppur corposa e saporita. Insomma, non è leggera perché è annacquata, ha un gusto ben definito e preciso, però ha una gradazione alcolica inferiore a quella che arriva, poi, in Italia. Forse è per questo che ne bevono a fiumi, oppure è il contrario: la fanno più leggera proprio perché è costume locale quella di berne almeno 4 pinte a serata. Comunque non ho avuto mai un attimo di annebbiamento (come invece mi capita bevendo quella italiana) e non può essere soltanto una questione di freddo o di abitudine...
Acqua, invece, non ce n'è. Non c'è in tutta la città una sola fontanella di acqua potabile: l'acqua te la devi comprare (e anche cara! una bottiglietta da mezzo litro costava 15 corone, circa 2 euro!) e anche nelle fontane grandi, con gli spruzzi e tutto il resto, l'acqua è al detersivo! Davvero! C'è la schiuma e un profumo di bucato appena fatto!
E allora, ecco perché in quei due giorni ho bevuto sempre e solo birra.......... :-D

I Danesi
Belli, bellissimi.
Probabilmente ci sono due razze diverse, ben distinte e poco mescolate: gli elfi e i vichinghi. Ci sono persone, sia uomini che donne, bellissimi ed eterei, coi lineamenti finissimi e delicati; li vedi fare i commessi al supermercato oppure i meccanici di biciclette ma ti dici che è impossibile, che dovrebbero fare i modelli o quanto meno mettersi dentro una vetrina per farsi ammirare dagli altri esseri umani.
Poi ci sono i vichinghi: faccie crude e dure, lineamenti selvaggi e guerrieri; li vedi fare i commessi nei supermercati o i meccanici delle biciclette ma ti dici che ce li vedevi benissimo, mille anni fa, con l'elmetto cornuto sulla testa, la clava e la pelle d'orso addosso a saccheggiare i villaggi o ad ammazzare un'alce e mangiarne la carne cruda.
Sono, tuttavia, un popolo freddo e poco incline ai rapporti interpersonali. Li vedi da soli o in gruppi di sole donne o soli uomini, e anche le famiglie o le coppie non si toccano, non si tengono per mano, non si sorridono.
Mentre eravamo lì c'erano le olimpiadi gay e, non so se per questa ragione oppure è così anche in tempi normali, si vedevano moltissime coppie omosessuali in giro. Paradossalmente erano loro quelli che chiacchieravano seduti al tavolino del pub, o che camminavano tenendosi per mano... Popolo strano.

L'arte
Non esiste.
Come avevo già avuto modo di notare, due anni fa, girando le capitali del Baltico, a quelle latitudini non hanno nulla, in confronto all'Italia, e allora si capisce come mai, quando vengono qui, ogni sgorbio li lascia a bocca aperta. Il loro vero problema, probabilmente, è che con il terremoto della riforma luterana, si sono persi il barocco cattolico. Loro non hanno immagini sacre, il loro rapporto con Dio è molto intimo e puro; le loro chiese sono vuote: intonacate di bianco e basta, scarne. Non siamo stati solo a ubriacarci, eh!, siamo anche entrati in una chiesa, ma non c'era niente: un grande palazzone tutto bianco e pulito. Deludente.
Inoltre, un altro grande problema che hanno dovuto affrontare fino a tempi recenti è quello degli incendi. Anche questo discorso vale per Stoccolma o per Helsinki: le case erano tutte costruite in legno e attaccate tra loro: bastava che qualcuno si dimenticasse una padella sul fuoco che si incendiava tutta la casa, e una volta che ne partiva una andava a finire che si bruciava tutta la città. E' anche per questa ragione che non esistono edifici veramente "storici". Copenhagen è stata distrutta dall'ultimo grande incendio a metà dell'800, quindi si capisce che non esiste nulla prima di quella data.

La sirenettaLa più grande delusione in tutto il viaggio.
Molto poetica, senza dubbio, ma è nascosta e poco valorizzata: infilata alla fine di un porto lontano dal centro storico, posata su uno scoglio difficile da raggiungere (un paio di turisti sono finiti col cuBo a mollo per arrampicarsi a farsi la foto!) insomma... l'intero turismo di tutta la nazione si fonda su quella statua, ma è davvero sovrastimata...
Io capisco che, probabilmente sempre nell'ottica dello stretto rapporto con la natura e la naturalezza che contraddistingue questo popolo, abbiano deciso di farla "verosimile": a grandezza naturale e posizionata lì dove sarebbe credibile vedere la piccola sirena che guarda malinconicamente la nave nuziale del principe che si allontana ed esce dal porto, ma insomma...!

Il costo della vita
Copehagen è una città cara, carissima. Non si può davvero comprare nulla, a cominciare dai francobolli, che costano 8 corone, ossia qualcosa come 1,10 euro, quasi il doppio rispetto a quanto costano in Italia e così anche tutto il resto: il pane, il prosciutto, i succhi di frutta, i gelati...

E per concludere...
Il mio gesto illegalissimoSu consiglio di un amico che c'era già stato, non mi sono portata contanti dall'Italia per fare il cambio di valuta, perché le agenzie di cambio ci fanno una cresta esagerata, quindi mi aveva suggerito di arrivare in città e prelevare da un bancomat per avere la sicurezza che fosse applicato il tasso di cambio ufficiale. In effetti abbiamo verificato, coi miei fratelli, che la differenza per cambiare o prelevare 50 euro si aggira nei dintorni dei 4,50 euro che significa il 10% di differenza, che sono un sacco di soldi!
Quindi, non avendo io, poveretta e mischinella, un mio bancomat, sono partita con quello di mio marito. Ho prelevato l'equivalente di 100 euro ma se ne sono andati in due giorni, quindi la mattina del giorno della partenza, che avevamo deciso di dedicare all'acquisto dei souvenir, ero praticamente asciutta di contanti e ho deciso di usare il bancomat di mio marito per pagare anche nei negozi.
Il problema è che nei negozi non vale come bancomat, ma solo come carta di credito, quindi non si digita nessun pin, bensì si deve firmare la ricevuta di pagamento.
Immaginate la mia faccia quando la commessa mi ha messo davanti lo scontrino e la penna: io che parlo un inglese pessimo cercavo di spiegarle che non volevo firmare, ma volevo digitare il pin. Lei, che era cinese e che parlava l'inglese che aveva imparato dai danesi, non capiva. Alla fine, le ho indicato a gesti il tastierino numerico e lei mi ha mostrato lo scontrino con la linea tratteggiata su cui firmare.
Ho pensato: adesso mi arrestano... se mi chiede anche il documento sono completamente fottuta.
Ho deglutito, ho fatto finta di essere scema e non aver capito, ho impugnato con sicurezza la penna e, sorridendo, ho scritto a chiare lettere "Schroeder" sulla ricevuta.
Forse la cinesina si chiede ancora come mai, dopo aver firmato, mi sia dileguata frettolosamente masticando un rapidissimo "goodbye"...

In definitivaE' stato un viaggio stupendo: una parentesi di spensieratezza e serenità che negli ultimi anni non avevo mai conosciuto.
Non so se lo rifarei concretamente, ma la voglia ce l'ho. Chissà...

01/08/09

Viaggio Distruzione: varcare le Alpi francesi

In fin dei conti, Torino è ad un soffio dalla Francia. Sabato mattina ci siamo messi in macchina e abbiamo passato il valico del Moncenisio, inizialmente illusi di poter arrivare fino a Grenoble. Il problema è che, essendo tutti e tre animali marini, non abbiamo la minima idea di cosa possano significare 150 chilometri di tornanti alpini... Perché naturalmente abbiamo fatto la statale, che almeno ci fermavamo ogni volta che avevamo voglia, e abbiamo potuto godere di paesaggi meravigliosi che finora avevo solo visto in fotografia. Alle 17 eravamo ancora a 90 km da Grenoble, quindi abbiamo optato per il ritorno verso casa, siamo scesi a Briancon e poi siamo tornati a Torino dal valico del Monginevro.

Ma procediamo con ordine.

La prima tappa-spuntino l'abbiamo fatta, verso mezzogiorno, a Lanslebourg, ridente cittadina di 200 abitanti, con un supermercato dove non danno i sacchetti, bensì le cassette della frutta e dove hanno una strana idea sulle insegne dei negozi per alpinisti...!


Al supermercato abbiamo comprato le cipster, che lì si chiamano petales (petali), ma sono uguali, del prosciutto cotto e uno schifosissimo succo di arancia e banana che, tuttavia, era l'accostamento meno strambo disponibile.
Io ho sfoggiato il mio superbo francese in una boulangerie, da dove sono uscita, trionfante, sbandierando una straordinaria baguette. Ci siamo seduti sull'argine del fiume Arc, coi piedi a penzoloni, e abbiamo mangiato; quindi abbiamo ripreso l'arrampicata...

Affascinati dai paesaggi, meravigliati dalla vista dei ghiacciati e deliziati dal freddo, abbiamo scorto, subito dopo Valloire, un torrente che era troppo vicino alla strada per non meritare una sosta. Come Heidi, ci siamo scapicollati a correre sul prato, per raggiungere il corso d'acqua, ci siamo fotografati, abbiamo toccato l'acqua scoprendola ghiacciata: io mi sono tolta le scarpe e le calze e mi sono messa coi piedi ammollo, ma quell'acqua fredda, limpida era troppo invitante...


E quindi i tre fratelli si sono inginocchiati tutti e tre lungo la riva per bere direttamente dal torrente, come le mucche!
Vado contro il mio principio di non mostrare immagini di me su questo blog: non potevo non farvi vedere la prova fotografica!

Dopo esserci dissetati (scopro solo adesso che il torrente in questione è il Valloirette) ci siamo rimessi in marcia fino al bivio Grenoble-Briancon e abbiamo scelto la seconda! :-D

Non so se si distingue bene in foto, ma il ghiacciaio in alto al centro si sta praticamente "tuffando" giù dalla montagna: si vede l'ombra che proietta sotto di se... spettacolo mai nemmeno immaginato!!

Giunti a Briancon... il secondo negozio della stradina principale è una merceria! I miei fratelli hanno dovuto trascinarmi via a forza, ma alla fine sono riuscita a scappare ed entrare... ho fatto un giro e poi sono fuggita io da sola dopo aver visto i prezzi!!
Ma non potevo uscire senza una sciocchezzuola, sarebbe stato contro ogni mio principio, e allora ho comprato una mattonellina di aida lurex gold, ad un prezzo esorbitante in proporzione alle dimensioni, ma almeno ho speso solo 5 euro e posso dire di aver fatto acquisti in una vera merceria francese! :-D
E poi c'è la storia della rivista................................................

"Excusez-moi, avez-vous dés magazines de point de croix?"
"Oui, bien sure!"

E il tizio mi mette in mano questo

Io intendevo dire "Generiche riviste di punto croce" e invece ho indovinato con precisione titolo e sottotitolo! :-D

Dopo esserci rifocillati con una crepe au fromage et jambon (buonerrima!), abbiamo fatto strada verso Torino, e siccome dopo esserci arrampicati fino a 2500 metri, la salita verso Superga ci è sembrata poco più che uno scivoletto da passo carrabile...


Ed ecco Torino vista da lassù, e il punto dove lo Stura di Lanzo affluisce nel Po.

Dopo di che ce ne siamo tornati a casa e siamo letteralmente crollati dal sonno!

Viaggio Distruzione: partenza e prima sera a Torino

Ok, ci provo.

Innanzi tutto, sappiate che lo scorso 24 luglio a Palermo facevano circa 45° e noi, in macchina, non abbiamo aria condizionata; inoltre l'aereo partiva da Trapani: 140 km circa di  vento caldo che entrava dai finestrini come se ci fossero stati duemila phon puntati verso di noi.

All'aeroporto, lo ammetto, mi è preso il magone, infatti dopo una granita rinfrescante ho chiesto subito ai miei di andarsene perché altrimenti mi sarei messa a piangere senza ritegno. Un saluto veloce e via verso i controlli, visto che anche loro avevano ancora la strada di ritorno da fare e l'aereo aveva un'ora di ritardo.

Ai controlli mi è suonata la cintura. Mai successo prima nè mai più successo dopo, ma sono dovuta passare due volte, dopo aver tolto la cintura, sperando che non mi si calassero i pantaloni d'improvviso.
Quindi, dato che la mia cintura è, in realtà, una cintura di mio marito, subito dopo gli ho mandato un messaggio, avvisandolo che il suo dispositivo nascosto che avrebbe trasformato la sua cintura in un'analoga "di castità" era stato scoperto e rimosso :-P

Il volo di andata è stato tranquillissimo. Alla fine è di più l'ansia che precede il volo che non la vera paura quando sono a bordo... non so spiegarlo, ma quando mi siedo nell'aereo mi tranquillizzo subito, anche se fino a un minuto prima mi ca*avo addosso...

Arrivati a Torino c'era l'Ingegner T ad aspettarci, abbiamo fatto un rapidissimo giro del centro e poi siamo andati a mangiarci un meraviglioso kebab, il più buono che abbia mai mangiato. Quindi ci siamo fatti un giretto al borgo di Venaria e verso l'una eravamo a casa... a cominciare le scannatine. In fin dei conti il fatto che siamo sopravvissuti tutti ed anche in ottimo stato di salute, la dice lunga su quanto bene ci siamo comportati! :-D