31/07/14

Sottile piacere

Non avrei mai potuto immaginare quanto fosse perversamente godurioso bloccare qualcuno su facebook.
"Vuoi bloccare l'utente selezionato? Se clicchi si, l'utente non potrà più leggere i tuoi post pubblici nè i tuoi commenti, non potrà più inviarti messaggi o taggarti nelle foto. Confermi?"
Clic.

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhh! Che senso di leggerezza!

30/07/14

Per dieci minuti

E' l'ultimo romanzo della Gambarale.
Che dire? L'ho comprato in ebook perché costava molto meno che in versione cartacea e, visto che il penultimo l'avevo lasciato a metà, non ci ho voluto spendere soldi.
Ora, invece, dopo che l'ho letto, dopo che l'ho divorato (letto in 48 ore e non ci riuscivo da ANNI), posso dire che lo coprerò di sicuro *anche* in versione cartacea, per averlo, e poi anche per regalarlo.
E' un libro che mi ha cambiato prospettiva.
E' il quarto libro che sia riuscito a farmi piangere sul serio (gli altri tre: Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, L'amico immaginario, L'imprevedibile viaggio di Harold Fry), però devo ammettere che c'è riuscito solo per la storia che racconta.
La mia storia.
Magari non proprio del tutto identica alla mia (lei ha un lavoro retribuito per mezzo del quale vivere e non ha figli), ma per poltissimi aspetti molto simile alla mia storia, dannatamente simile. Quasi precisa identica.

La Gambarale è stata piantata dal marito all'inizio del 2012, proprio mentre stava iniziando a scrivere il terzo romanzo "Quattro etti d'amore, grazie", quello che io ho lasciato a metà e forse adesso mi spiego il perché e quasi quasi potrei dargli una seconda opportunità.
E' stata piantata all'improvviso, dopo una lenta agonia che non lasciava presagire nulla di una rottura, piuttosto di un infinito trascinarsi per inerzia. Fino a quando lui non la lascia, perché si è invaghito di un'altra.
Ecco, qui c'è la prima differenza con la mia storia, ma solo perché in quella sua si tratta di una "sbandata" di tre mesi, mentre nel mio caso... vabbè, lasciamo stare che non ne vale manco la pena di usurare i tasti del pc per raccontarne i dettagli.
Quindi lei va in analisi e la sua dottoressa, a un certo punto, le propone un gioco: per un mese prendersi l'impegno di fare per dieci minuti al giorno qualcosa di mai fatto prima.
E così cominciano le lezioni di violino e di hip hop, le camminate all'indietro, il cucinare i pancake, guardare un video su youporn, leggere Harry Potter e altre cose.
Il libro non è altro che il diario di quei 31 giorni. Un mese in cui la sua visione della vita e della sua situazione cambia radicalmente, proprio attraverso quei dieci minuti quotidiani.

Ho pianto. Ho pianto spesso e tanto in certi passaggi. Ad esempio al pensiero del primo natale che trascorrerò da separata, o durante certi dialoghi col marito, che mi hanno ricordato molto alcuni miei col mio ex.

Se consiglio di leggerlo non lo so. Ma se siete donne separate da poco, che si sentono pallottole impazzite, come me e con l'autrice, molecole eccitate e fuori controllo, masse informi di materiale organico che va avanti per abitudine più che per voglia di andare avanti, ecco, questo è uno dei libri che può essere utile leggere.
Sull'utilità del giochino non mi pronuncio. Ho pensato che potrei farlo anche io, ma forse non ne avrei la costanza.
Però è un bel libro. E si piazza nella lista dei libri che mi hanno cambiato la vita.

29/07/14

Cominciamo bene...

"Vieni, Angelica", la chiama un bambino del lido, "andiamo insieme al miniclub!".
"Io ci sono già stata e ho fatto due disegni", risponde lei.
"Anche io ho fatto un disegno, vieni, te lo faccio vedere", insiste il bambino.
"L'hai già finito? Tutto tutto? Pure colorato senza lasciare spazi bianchi?", domanda lei con fare da maestrina.
"No", risponde mortificato il poveretto, "devo ancora finire di colorarlo".
"Allora vai", lo liquida lei con un gesto della mano, "poi quando lo finisci mi vieni a chiamare".

Resterà zitella, dice un amico mio. In effetti il rischio c'è.

28/07/14

Al confine

Là, dove finisce l'isola e comincia la penisola. Là, dove poco più di 3 chilometri ti separano dal resto d'Eurasia.
Là, dove ti vien voglia di tuffarti e fartela a nuoto, verso un'altra terra, un'altra gente, un'altra vita.

27/07/14

Un consiglio

Se vi ritrovate ad affidare al vostro ex marito un vecchio cellulare che, poco tempo prima, avete prestato ad una vostra amica, accertatevi che quest'ultima non vi abbia lasciato in memoria i suoi sms salvandoli sul telefono invece che sulla sim.
Soprattutto se solitamente intrattenete un fitto carteggio virtuale con lei. Controllate, prima, è meglio.

Glom.

26/07/14

I vetri e la scritta

Durante la notte scorsa, "ignoti" hanno rotto due vetri dei finestrini della macchina dei miei dirimpettai.

Tralascio scene di "vanedde", urla, minacce urlate al cielo, e altre amenità.

Durante il pomeriggio, è comparsa questa scritta sull'asfalto, in favore del balcone dove affaccia la cameretta del figlio quindicenne...
Difficile non vederci una relazione. O sono io che ho la mente malata e contorta?

24/07/14

Matilde e Angelica alla cappella palatina di Palermo

"È davvero molto, moltissimo dorata"

23/07/14

Luoghi

Ci sono luoghi dove il cielo, la terra e il mare si incontrano, si fondono, si intrecciano, si abbracciano. Luoghi dove lo sguardo si perde, l'anima vibra, la bocca sorride.

Solùnto è uno di quei luoghi.

22/07/14

1900

Questo è il post numero 1900.

Ma sapete una cosa? Mi è venuta voglia di riesumare il caro vecchio "Psychiatrichelpìzzati e vinci", chi se lo ricorda?
Però: siccome ormai non ho più l'età per certe cose, il blog è mio e me lo gestisco io ecc ecc, cambiamo un po' le regole.

Vince chi commenterà per primo il post 1978 (che è il mio anno di nascita) scrivendo solo la frase "Mi psychiatrichelpìzzo e vinco".

Cosa si vince, al solito, non lo so, ma qualcosa me la inventerò di sicuro.
Teoricamente il post 1978 dovrebbe apparire tra 78 giorni, ma tanto voi lo sapete meglio di me che io non ce la faccio a mantenere la media e la costanza di un post al giorno. Ci provo, ma non sempre ci riesco, per cui è inutile che vi fate il conto adesso.

Ma in fin dei conti io sono una "buona". Farò un promemoria al post 1950 e poi a quello 1965. Poi basta, il conto se lo deve fare solo il psychiatrichelpizzàto vincitore!

Avà che ci divertiamo! ;-)

20/07/14

Il planisfero

Dalle mie parti si dice "'Nza cu è ca u chianci", chissà chi lo piange, per commentare qualcosa di palese "altra " provenienza.
Questo planisfero Alitalia non lo so nemmeno io chi lo piange, ma da più di un anno giaceva abbandonato nel sottoscala del condominio dei miei genitori, ancora integro, perfetto, nemmeno un graffio.
Sarebbe stato un enorme peccato lasciarlo ancora lì ad ammuffire, no?
Adesso si gode la sua bella riqualificazione, adornando la parete più alta delle scale di casa mia! ;-)

19/07/14

Per favore...

Per favore, non chiedetemi del mio ex marito. E se sapete qualcosa voi, non raccontatemelo. Insomma, non fatemene parlare.
Che poi mi capita, come stanotte, che me lo sogno.
E mentre prima sognavo bei ragazzi che mi facevano le avances e che io rifiutavo dicendo "No, grazie, sono una donna sposata", ora mi sogno lui che cerca una riconciliazione ed io che mi rifiuto dicendo "No, mi dispiace, ormai abbiamo firmato".

Cioè, basta... quel poco che dormo, vorrei farlo serenamente!

18/07/14

Fenomeno sociologico

Per curiosità: ma, che voi sappiate, i sociologi l'hanno già trovato un nome al fenomeno secondo il quale la gente che non ha le palle neanche solo di guardarti in faccia, ti manda a dire le cose pubblicando i link su facebook invece di affrontare un dialogo con te?

17/07/14

Oggi dev'essere stato un giovedì...

Come Arthur Dent, nemmeno io sono mai riuscita a capirli i giovedì.

(Forse un giorno, se ne avrò voglia, vi racconterò tutte le mie mirabolanti avventure di oggi, che cominciano con il fare da assistente all'elettricista e finiscono con la previsione di un evento che si è catastroficamente verificato ad appena 7 minuti di distanza dall'orario che io avevo previsto.)

Però nella Guida Galattica, quanto meno, i Vogon la distruggono la terra e fanno estinguere tutta l'umanità.

16/07/14

Sì... bella...

Bella la nuova copertura del terrazzo... Buono l'odore di testosterone degli aitanti operai...
...ma le pulizie me le devo fare tutte io e da solaaaaaaaaaaa!!!


15/07/14

Lavori

Prima:

Dopo:

Cosa non si fa per annusare un po' di sano e giovane testosterone in giro per casa...

14/07/14

Il mostro che è nascosto in me

Negli ultimi giorni sono stata intrattabile, più del solito. La ragione è stata la lettera che ho scritto durante la notte tra venerdì e sabato. Una lettera in risposta ad un sms che avrebbe dovuto chiamarsi vlms (questa ve la spiego dopo).

Lasciando perdere i contenuti, che non è il caso di parlarne qui e ora, volendo ammettere che sarà mai il caso di parlarne in qualche luogo e in qualche tempo, ciò che mi ha sconvolto è stata la consapevolezza, giunta solo ieri sera, della mia capacità di reazioni esagerate, crudeli e deliberatamente volte a colpire.
Una cattiveria che non credevo di avere.
E tutto questo... solo perché una persona, che io reputo culturalmente più scarsa di me, ha avuto l'arroganza di scrivermi un messaggio lunghissimo, articolato, palesemente rivisto, ponderato.
L'ho vissuto come una sfida, come un tentativo di portarmi a duellare su un territorio che io reputo mio e con la presunzione di battermi.
Non ci ho visto più. Ho perso veramente il lume della ragione.
Ho scritto una lettera lunghissima, rispondendo punto per punto, una lettera volutamente crudele, pesante, denigratoria e umiliante. Mi sono trasformata in un mostro.
Ad un'esternazione di disagio e sofferenza, ho risposto con l'accanimento.

Per fortuna mia (e della persona in questione), parlarne con qualcuno, fare leggere la mia replica a un paio di amici, mi ha aiutato a riprendere lucidità e coscienza.
La lettera si è trasformata in un altro vlms (sì, sì, ora ve la spiego) e per questa volta non ci sarà nessuno spargimento di sangue.

La cosa, però, mi colpisce. Non erano tanto i contenuti (per quanto alcuni offensivi, falsi e autocommiseranti) quanto la forma in cui erano stati espressi.

Ho più amor proprio per il mio orgoglio di scrittrice che non come donna.
(Ma lo farò nero lo stesso: non per iscritto, bensì verbalmente, ma lo farò nero. E purtroppo non mi darà la stessa soddisfazione che mi avrebbe dato il consegnargli quella lettera)

*Gli sms si chiamano così perché è l'acronimo di Short Message Service. Quando non sono proprio "short" io li chiamo vlms, ossia Very Long Message Service. Ecco, e ora sapete pure questa.*

13/07/14

La creativa della domenica

Questa la regalo al mio avvocato ;-)

12/07/14

Certe notti...

"Certe notti somigliano a un vizio che tu non vuoi smettere, smettere mai"
Tipo fare le due di notte per scrivere una lettera. Una lettera d'amore e d'odio, di accoglienza e di rifiuto, di stupore, di rabbia e di accettazione a una persona che non meritava la sciagura di entrare nella tua vita proprio in questo momento che è una non-vita, ma che si è automaticamente voluta escludere dalla tua quotidianità, qualunque cosa essa potesse offirle, nel bene e nel male.

La verità è che più si cerca di non fare del male agli altri e più ci si scopre capaci di cattiverie e crudeltà indicibili.
La verità è che quando ci si sente "una pallottola impazzita" bisognerebbe rinchiudersi al sicuro, per sé e per gli altri, e non andarsene in giro a distribuire personalità e fascino vacuo.
Se non si ha più un cuore, è sbagliato giocare con quello degli altri solo per illudersi e sperare che, di riflesso, possa riaccedere un minimo battito nel proprio petto.
Una cosa morta è morta. Una cosa distrutta è distrutta. Una cosa che non esiste non esiste.

Resta solo l'autolesionismo, nella fattispecie rosicchiarsi le unghie fino all'osso, fino al sangue. Per espiare col dolore fisico quel dolore che non si riesce più a provare metaforicamente.

E nel frattempo sono quasi le 2 e mezza, ed io sono ancora sveglia. Forse ha ragione la mia psichiatra: forse dovrei valutare seriamente l'ipotesi di fami aiutare farmacologicamente, oltre che terapeuticamente.

11/07/14

Telefonata del ca##o

"Pronto?"
"Ciao Lucy, come stai?"
"Oh, ciao Uomo Di Cui Proteggo La Privacy Per Rispetto Della Moglie Visto Che Tempo Fa Hai Provato A Baciarmi, sto bene, grazie, e tu?"
"Tutto bene. Ma... dimmi, sei al mare?"
"Sì, perché?"
"Perché sono passato davanti al lido e ho riconosciuto la tua macchina. Senti... ti va se ci vediamo qui, al bar del lido? Ti offro un caffè...?"
"Ti ringrazio, ma le bambine stanno facendo il bagno ed io non posso perderle di vista... mi capisci..."
"Ah, sì, certo, capisco... Senti, ma... Tu come stai? Come va la tua vita? ***DOMANDA DEL CA##O n°1*** Ti mantieni sempre magra?"
"Eh? Sì, credo di sì... mi sono anche tagliata i capelli, sai?"
"Ah... ma corti corti?"
"No, tra le orecchie e le spalle"
"Mmmmm... mi piacerebbe vederti... Ma... dimmi... ***DOMANDA DEL CA##O n°2*** che costume indossi? Intero o due pezzi?"
"Scusami, ma che te ne importa?"
"Perché? ***DOMANDA DEL CA##O n°3*** Ti vergogni?"

Dunque. Si da il caso che io sì, mi mantengo sempre magra, indosso solo bikini con microslip allacciato sui fianchi e striminzitissimo reggiseno (tanto non c'è niente da coprire, nè tantomeno da reggere), colore azzurro cielo oppure rosso fragola, e no, non mi vergogno di nulla, nè di indossarlo nè di raccontarlo.
Si da anche il caso che, nonostante tu sia tra gli uomini più arrapanti che conosco personalmente, continui e perseveri nell'essere un uomo sposato, col matrimonio in evidente crisi, ma comunque sposato. E sappi anche che mi lusinga molto la tua telefonata, il tuo pensiero, il tuo tentativo di riprovarci, ma io ho un'etica professionale da rispettare e, no, gli uomini sposati non li tocco nè mi lascio toccare: è la stessa cosa che è stata fatta a me e, credimi, non potrei mai e poi mai farlo ad un'altra moglie e madre di famiglia. Queste cose le lascio fare a chi riesce a farle senza sputarsi allo specchio la mattina. Pertanto, sappi che se anche domani tu venissi da me a dirmi che hai lasciato tua moglie, col ca##o che ti accetterei. A parte il fatto che, probabilmente, neppure ci crederei.

"No, non mi vergogno. Adesso scusami, le bambine mi chiamano. Ciao. E salutami tua moglie"

10/07/14

Cose che non vorresti mai vedere #26

Uno scarafaggiosauro che, incurante della tua espressione di stupore, passeggia sulla tua tavola in terrazza, si arrampica sulla tua lattina di birra, ne beve avidamente una goccia che si trovava sul bordo e se ne va via in fretta volando.
(No, non ha avuto neppure mezza esitazione etilica)

09/07/14

Ansia da prestazione

Buono: ti inserisci in una specie di circolo letterario dove si leggono e commentano libri a cadenza bimestrale
Molto buono: racconti a tutti che scrivi libri
Cattivo: vogliono leggerli e commentarli al prossimo incontro

08/07/14

La prima settimana

Festeggio una settimana esatta dalla mia separazione legale con un bel taglio di capelli e un leggero rinnovo del guardaroba grazie ai saldi.

07/07/14

La mamma perfetta

Non sono le mie urla, non sono le loro lacrime, non è la mia rabbia, non è il loro senso di frustrazione.
Ciò che odio di più, quando litigo con le mie figlie, è il bruciore che mi rimane in fondo alla gola, a ricordarmi per il resto della giornata che la mamma perfetta non esiste, e se anche esistesse non sarei io.

06/07/14

C'erano...

C'erano un avvocato, un ingegnere, un radiologo, uno storico e un operatore del turismo.
No, non è l'inizio di una barzelletta, ma il condimento di un sabato sera/notte tra i più divertenti, spensierati, goliardici e alcoolici della mia vita.

L'avvocato era carino, simpatico, ma parlava troppo.
L'ingegnere era timido.
Il radiologo era molto simpatico, gentile, delicato, ma bruttino.
Lo storico aveva messo gli occhi addosso alla mia amica.
L'operatore del turismo si riteneva bello e seduttore, mi lusingava con lo sguardo e fingeva di interessarsi a quel che dicevo, ma dopo che gli ho concesso l'occasione di carezzarmi il viso non ha saputo fare nessun passo successivo, dimostrando di essere tutto fumo e poco arrosto.

Non è una barzelletta, ma non ridevo così tanto da mesi e mesi.

05/07/14

La domanda corretta

Uscendo con un'amica, la domanda giusta da farsi non è "Come sto?", ma "Sono abbastanza milf?".

04/07/14

Oggi

Oggi avresti compiuto 36 anni, ma te ne sei andato dalla tua vita e dal mio mondo troppo presto.
Mentirei se dicessi che non passa giorno senza che il mio pensiero non si rivolga a te anche solo per un istante, ma ti penso spesso.

Buon compleanno, Andrea. Chissà come sarebbe stata la mia vita, adesso, se quella volta ti avessi sorriso e salutato invece di voltarmi dall'altra parte sperando che tu ti accorgessi che stavo facendo finta di non conoscerti. Non voglio avere la presunzione di supporre che saresti ancora vivo, ma di certo io non avrei questo buco nel cuore.
È strano, sai. Il cuore non ce l'ho più, ma la ferita per la tua morte la sento ancora, dopo 14 anni, come se fosse di ieri.

03/07/14

48 ore

Sono trascorse esattamente 48 ore, eppure non mi sembra che sia cambiato nulla.
Tutti mi chiedono come sto, come mi sento. Non lo so. Non sto. Non sento.

Per il momento mi limito a sfoggiare il bikini azzurro, e tanto mi basta.

01/07/14

Ormai ho firmato

La prima benedizione è stata quella del sangue. Le mestruazioni, poco prima dell'alba.
La seconda benedizione sono stati gli amici. I loro messaggi mi hanno sostenuto e incoraggiato a partire dalle prime ore del mattino.
La terza benedizione è stata la musica. La canzone giusta, con le parole giuste, al momento giusto.
La quarta benedizione è stato l'azzurro del cielo. Mi ha avvolto e ricoperto durante il tragitto a piedi dalla macchina al tribunale.
La quinta benedizione sono stati gli sguardi ammirati degli uomini per strada. Ero la più figa delle donne in giro.
La sesta benedizione è stata l'acqua. L'aula predisposta all'udienza si era allagata e abbiamo dovuto spostarci in una più grande e più comoda.
La settima e ultima benedizione è stato il tempo. Nove minuti in tutto per porre fine ad un matrimonio durato poco più di nove anni.

E' andata. E' andata bene. E' andata in fretta.
Da oggi sono una donna ufficialmente libera.

Ce l'ho fatta.

Alla fine, quando eravamo ciascuno per la sua strada anche fisicamente, gli ho mandato un sms. Un riferimento ad una frase che dicevamo spesso in relazione all'indissolubilità del nostro matrimonio e che, adesso, ha totalmente ribaltato il suo significato pur mantenendosi identica: "Ormai ho firmato".
Poi, però, ho pianto. E mi farebbe piacere sapere che un po' l'ha fatto anche lui.