31/05/18

L'ho cercato su Google

"Mamma, visto che a dicembre finalmente compirò 13 anni e potrò aprirmi il mio canale YouTube, pensavo di fare qualche video di prova, per vedere come viene"
"Obbeddamatri. Certo Matilde, mi sembra un'ottima idea"
"Ho cercato qualche software per l'editing e ne ho trovato alcuni a pagamento..."
"Mh... Pagamento quanto? Perché un conto è se costa 5 euro, un altro conto se ne costa 50... Se ne costa 500 ti devi mettere a fare i video per i matrimoni per scomputartelo"
"Non ho ancora visto quanto costa, però non voglio che li spendi tu questi soldi e ho pensato che posso pagarlo io"
"Ah sì?"
"Posso lavorare durante l'estate"
"Matildina, tu non puoi ancora..."
"Si mamma, lo so che prima di 16 anni non posso lavorare, però ho cercato su Google "come guadagnare soldi a dodici anni" ed ho scoperto che posso fare dei lavoretti tipo portare a spasso il cane dei vicini, oppure fare i biscotti e venderli al parco, o anche spalare la neve, anche se dubito che in estate potrei trovare lavoro come spazzaneve, nemmeno a Torino..."

Mi riempie d'orgoglio il fatto che, in autonomia, lei decida di procurarsi le risorse per concedersi un "capriccio", e che questa sua fissazione per YouTube si stia convertendo in un modo per imparare ad utilizzare nuovi strumenti e che lei lo stia prendendo sul serio, addirittura pianificando un periodo di prova e tirocinio autogestito. Mi aveva già sorpreso e riempito di orgoglio il fatto che si sia andata a cercare tutti i termini d'utilizzo di YouTube al punto che e diventata il punto di riferimento per tutte le questioni giuridiche sul diritto d'autore della famiglia Van Pelt.
Ma che sia una ragazzina che cerca su Google "come guadagnare soldi a dodici anni" mi ha fatto sbellicare dalle risate. Isteriche. Disperate.
Non ce la posso fare.

29/05/18

Certe affinità

Ci sono cose che fai perché devi. C'è poco su cui discutere: sei costretta. Dalle circostanze, dalle promesse fatte, dal buon senso, dall'amore per le figlie, dal senso del dovere.
Ne hai fatte a centinaia di cose così, e ogni volta ti sei sforzata di dare il meglio di te, di praticare la gentilezza, di essere educata e rispettosa. Ma dentro un po' ti rode, ti scoccia la profanazione della tua quotidianità, l'impegno, il dubbio su cosa sarà opportuno e cosa no, ma lo fai, devi farlo, non puoi esimerti.
Poi lo fai.
Accade.
E va bene.
Perché alla fine ti accorgi che ti fai tante paturnie ma in realtà è sempre piacevole. Vedi le tue figlie felici e raggianti, e lo sei anche tu, ma in fondo in fondo qualcosa ti dice che la tua non è una felicità di riflesso, ma sei tu davvero felice di quel che accade. Ti diverti, ti piace la chiacchiera, sei sinceramente interessata a quel che ti racconta, ti affascina la sua recensione del film che vuoi vedere, sei concorde con quella sul libro. Perché potra succedere qualsiasi cosa, ma con quell'uomo tu ci hai fatto due figlie, e quelle no che non sono state cose che hai fatto perché costretta, e a parte il lato strettamente passionale ormai scomparso, la sua compagnia continua a farti piacere.

Certe affinità non si verificano mai per caso, e sopravvivono anche al corso degli eventi.

28/05/18

Quando muore una non famosa ma che ha fatto a modo suo la storia

Stamattina ho saputo che è morta Angie Cafiero.
Lei ed io non ci siamo mai state troppo simpatiche, perché lei era molto amica di Schroeder e della ragazza con cui lui stava prima di me, e questa cosa ad Angie non andava molto a genio.
Lo so che ne sto parlando come se fosse una celebrità. Ecco, forse non lo era ma avrebbe meritato di esserlo.
Tra tutti i vari oggetti del "che ne sanno i duemila", potremmo tranquillamente aggiungerci anche lei. Che ne sanno i duemila di quanto avrebbe potuto essere diverso, oggi, il panorama del web italiano se non fosse esistita Angina Pectoris?
Forse adesso che cito il suo nickname storico vi dice qualcosa.

Ripeto che non ci stavamo simpatiche ma abbiamo collaborato per anni come guide superEva, lei da decana io da pivella, qualche volta ci siamo virtualmente afferrate per i capelli ma in un momento in cui ero stata vittima di una decisione "dall'alto" che limitava la mia possibilità di gestione della guida della città di Palermo, so che lei si è pronunciata in mio favore, rivolgendosi ai capi con qualcuna delle sue tipiche e colorite espressioni partenopee.

Non siamo state mai amiche, nemmeno su Facebook, ma leggere questa notizia, oggi, mi ha messo tristezza.

È stata un caposaldo del web 2.0 italiano, una promotrice d'avanguardia del web fatto dagli utenti del web. Cucinava molto bene e raccontava un sacco di aneddoti sullo zio prete. So che negli ultimi 15 anni ha avuto una vita travagliata e fatta di sofferenza.
Ciao Angie, insegna agli angeli la ricetta del filetto alla Rossini, unico post della mia guida sull'opera lirica in cui abbiamo collaborato in modalità pacifica.

25/05/18

Il brivido

Il vero brivido non mi è venuto quando ho anticipato tramite email al padrone di casa la mia intenzione di disdire il contratto di affitto, per quanto abbia dovuto adottare la "regola dei 5 secondi" per cliccare su invia.
Il vero brivido è stato ricevere la sua risposta 10 minuti dopo.

24/05/18

Il regalo perfetto

120 minuti di percorso relax in una Spa elegante e ben curata, dove quando ho prenotato mi ha risposto un imitatore di Platinette mentre di persona sembrava il sosia di Luxuria.
Mai regalo di Natale fu più gradito.

23/05/18

La pozzanghera

Chi dice che non si può vedere il cielo guardando in basso?


22/05/18

Le scarpe da lavoro

Queste sono le pantofole che indosso dentro casa dei bambini che accudisco.


Otto mesi, per undici ore per tre giorni la settimana. Qualcuno potrebbe "leggermi la vita" nei buchi, nell'usura, nella deformazione delle suole.

Quello che noto io sono due cose: la prima è che le pantofole di Tiger che costano 4 euro, li valgono tutti, non un centesimo di più, non uno di meno. La seconda è che la ragazza che viene a fare le pulizie due volte a settimana fa proprio un ottimo lavoro.

21/05/18

Conterranei

"Ma lei di dov'è?" chiedo ad un signorotto di mezza età che usa modi di dire siciliani per rivolgersi al fruttivendolo marocchino.
"Eeeeh, di dove sono..."
"Siccome puru io ricu c'hamu a fari, deduco che siamo conterranei"
"Aaaaaah! Esatto! Siamo conterranei!"
"Vede? Io sono di Bagheria, mi sono trasferita qui a Torino l'anno scorso"
"Bagheria! Bella è Bagheria!"
"Si, certo, pure troppo bella. Infatti è per questo che ce ne siamo scappati, troppa bellezza. Non pensavamo proprio di meritarla tutta quella bellezza"

Lui ha riso, ma non sa quanto piacere e quanto dolore mi ha dato scambiare due parole in dialetto con uno sconosciuto al mercato.

18/05/18

Dopo 16 anni

Oggi si è chiuso un cerchio. Dopo 16 anni dalla prima psicoterapia, siamo finalmente riusciti a dare un nome e un volto al mostro che ha condizionato la mia vita. Non è detto che si riesca, adesso, a vincerlo. Non è nemmeno detto che si riesca anche solo a combatterlo, e persino ad accostarcisi.
E' come provare a strapparsi da soli un dente afferrandolo solo con le dita.

Per 16 anni ci sono cresciuta, l'ho coltivato ed allevato, perché 16 anni fa c'era, ma non si manifestava con quei sintomi evidenti che ha avuto, poi, negli ultimi 4 anni.
Ho 16 anni di svantaggio conclamato, ma forse anche 35, visto che proprio oggi ho recuperato un ricordo di quando avevo 4 anni e che ne definiva già la presenza nel mio modo di pensare i rapporti con gli altri.

Nessuno è al sicuro dall'influenza e dal condizionamento che la propria famiglia di origine può imporre più o meno consapevolmente.

17/05/18

Chiedere aiuto

Non lo avevo mai fatto prima d'ora. Ho chiesto aiuto ai miei genitori perché mi sono accorta che alcune scadenza inaspettate del mese di maggio cadono prima dell'accredito del mio stipendio.
Non lo avevo mai fatto prima, o meglio, quando l'ho fatto in passato ho sempre restituito il prestito entro il mese successivo, ma stavolta non ce la farò.

Loro sono stati quasi contenti di aiutarmi, ma non per la mia ammissione di aver sovrastimato le mie capacità di farcela, quanto per il fatto che ho chiesto aiuto a loro, riconoscendo il loro ruolo e gratificando il loro desiderio di essermi d'aiuto.
Fosse successo anche solo 6 mesi fa, non lo avrei fatto. Oggi ho deciso che poteva avere senso fare una telefonata a mio padre prima di racimolare collanine e braccialetti e andare dal primo "compro oro" nei paraggi.

Come mi fa sentire questa cosa? Boh, strana. Però più tranquilla, e non solo perché il mio problema è stato arginato.
Mi sento anche un po' più "brava figlia", e forse ancora ogni tanto ci sta.

16/05/18

Anche con le foglie

Il mio albero al parco della Tesoriera ha messo le foglie.


Eppure anche così ricoperto, continua ad avere quell'aria dimessa che tanto ci accomuna.

15/05/18

Si può definire collega?

Mio marito ha una fidanzata.
Va bene, non è più mio marito, ma per la legge italiana ancora lo è (e lo sarà ancora per lunghissimi anni, ma questa è una storia che meriterebbe un post a parte), e va bene che la parola "fidanzata" può andare bene solo fino ai 30 anni.

Il mio ex marito ha una nuova compagna.
Forse può suonare meglio, ma tanto la sostanza non cambia.
Ad ogni modo, l'ho conosciuta e devo ammettere che mi è piaciuta assai. Non ho ancora capito se Matilde e Angelica lo sanno in maniera esplicita, ma ho visto come lei si relaziona con loro, e mi è piaciuta.
Quando ci siamo salutate mi sono chiesta con quale stato d'animo lei abbia affrontato la mia conoscenza, chissà che impressione le fatto io, chissà se era preoccupata o in ansia.
Chissà se il termine "collega" può essere adatto a definirci reciprocamente :-D

14/05/18

Le porte dell'inferno

La meditazione ti stravolge.
Ti costringe a stare ferma, seduta, inerte; a chiudere il mondo esterno al di fuori dei tuoi occhi chiusi, e se anche siete in trenta a meditare, tu sei solo te.
Inizi dal respiro. Inizi ad osservarlo. Non devi controllarlo, devi solo lasciarlo fluire e tutt'al più tenerne il conto. Contare i respiri aiuta a tenere la mente impegnata e l'attenzione canalizzata.
Solo quando arrivi almeno a 10 respiri senza esserti distratta puoi passare avanti. Puoi passare alla disciplina, al controllo. Inspiri ed espiri con tempi stabiliti. Uno sforzo che abbassa rapidamente il fervore della mente. Non arrivano pensieri a confonderti, sei in uno stato di calma controllata.
Ora puoi fare il secondo passo. Ora puoi ascoltare. Cominci dal corpo fisico, la gamba intorpidita, il doloretto al ginocchio, il prurito alla pianta del piede. Poi le emozioni: cosa senti?
Ed ecco il problema. Se non sei esercitata, se non sei abituata, se non pratichi la meditazione con costanza, questo è il punto devastante.
Perché ancora fino a quando porti la consapevolezza sul corpo puoi piacevolmente sorprenderti di percepire muscoli e punti che non credevi di avere, ma quando ascolti le emozioni è come un fiume che rompe gli argini.
È come spalancare ed affacciarsi incautamente sulle porte dell'inferno.
Non è fatale, non è impossibile. Ci vuole esercizio e pratica ed è per questo che decidi di svegliarti ancora prima la mattina.
Vuoi praticare con costanza quotidiana, perché è risaputo che solo attraversandolo l'inferno, puoi giungere al paradiso.

11/05/18

Fare l'uomo

Sono uscita dalla mia odierna seduta di psicoterapia con la maturata consapevolezza del voler fare l'uomo della coppia.
Mi trovo e mi impantano a lungo in relazioni con uomini che non rientrano negli stereotipi della mascolinità, e rifuggo come la peste gli uomini che, invece, mostrano uno spiccato aspetto virile. Non parlo solo di *sesso* allo stato brado, ma proprio del modo di relazionarsi con me, il mondo, la vita l'universo e tutto quanto.
Tralascio i dettagli, anche se ce ne sono alcuni di davvero simpatici e divertenti, e chiarisco fin da subito che escludiamo si tratti di (mia) omosessualità latente e negata.
E' un po' il modo per come sono stata cresciuta, del dovermi dimostrare all'altezza di certi standard fuori dalla mia portata.
In pratica sono una specie di Lady Oscar. Ma meno bella.

10/05/18

La felicità è un compromesso

Dobbiamo accettare l'inesistenza della felicità assoluta e perpetua. Ci hanno cresciute con il sogno del principe azzurro, del mulino bianco e di Cicciobello. Non è così, non funziona così. Ci hanno mentito, ci hanno ingannato per spingerci a cercare sempre oltre, per non accontentarci, per non apprezzare, per garantirci un rinnovato ed eterno desiderio di ciò che non esiste. Per non lasciare mai che ci distogliessimo dall'avida ricerca della felicità.
La felicità non esiste. Esistono momenti di appagamento o luoghi di serenità mischiati nel caos delle nostre vite. Esistono i compromessi. La perfezione non appartiene a questo mondo. Non esiste il compagno perfetto, la famiglia perfetta, il figlio perfetto. Esiste la normalità claudicante, e la sua vera forza sta nell'aiutare e lasciarsi aiutare quando, inciampando, ci si rialza.

Io sono ancora nella fase discendente della caduta. Non ho ancora toccato il suolo, ma già pregusto il dolore dell'urto, il livido dell'indomani. Vedo la terra sempre più vicina, e mi viene quasi da recitare la battuta del capodoglio nella Guida Galattica per gli Autostoppisti, quando tutto si ferma, e invece dello "Splat!", sento che qualcuno mi afferra per il braccio e mi trattiene.

La felicità è un compromesso.
Il compromesso tra uno "Splat!" distruttivo e catartico e il sollievo per non avere altri lividi da nascondere.

09/05/18

Ma anche basta

All'inizio la cosa mi divertiva. Poi ha cominciato a darmi fastidio, dunque replicavo, ribattevo, spiegavo.
Ora sono proprio stanca.
Ogni volta che porto i Bambini in giro, ci sono almeno due o tre persone che non riescono a trattenersi dal fermarmi, chiedere se sono gemelli, fingere di non essere sorpresi del fatto che siano maschio e femmina, manifestarmi la loro commiserazione e farmi i complimenti.

Oggi una signora mi ha fermato credendo che io non sarei riuscita a dormire stanotte se lei non mi avesse detto di avere anche lei due nipotine gemelle, e ogni tanto deve accudirle, quindi sa bene quanto sia difficile e impegnativo, ma me lo diceva con lo sguardo di chi vorrebbe poter protestare che noi mamme prima facciamo i figli gemelli e dopo li molliamo ai nonni.
"Io sono la tata, non sono figli miei" le ho risposto stancamente.
"Eh, ma è uguale, lo sai pure tu quanto è impegnativo accudire due gemelli"
"Certo che lo so, ma io, a differenza sua, vengo pagata per farlo, è il mio lavoro, dunque non mi lamento"

Cheppalle.

08/05/18

Ready player one

Non ho visto il film, ma ho appena finito il libro.
È una ca##ata. Scontato, fantasioso, scorrevole, avvincente, ma non di certo un capolavoro.
Eppure, lo leggi d'un fiato e con il magone.
L'ambientazione è futuristica ma dannatamente verosimile e attuale, ed evoca la nostra giovinezza, di noi 30-40enni, la nostra musica, i nostri telefilm, i nostri videogiochi, facendoci sentire maledettamente vecchi.

Il film dev'essere spettacolare.

07/05/18

Lo sguardo di chi si defila

Non appena salgo l'ultima rampa di scale, mi accolgono le urla disperate di Bambina che si sentono fin dietro la porta chiusa.
Sulla soglia trovo Bambino con il papà.
"Che succede?" domando.
"Bambina piange" è la risposta del papà "perché si è svegliata presto ed ha visto la madre uscire".

Bambina è inconsolabile. Urla più che piangere, e non si calma. La prendo in braccio e la coccolo un po'. Fa una pausa di 30 secondi, poi ricomincia. Bambino è tranquillo, mangia biscotti e osserva il padre che fa colazione.

"Oggi è proprio lunedì" sorrido a entrambi "dai, prepariamo la colazione e prendiamolo di petto questo inizio settimana". Riscaldo il latte per tutti e due, nel frattempo il loro papà si prepara ad uscire.
Bambina mi sta in braccio, perché appena provo a metterla giù ricomincia a urlare, Bambino nota che il padre sta indossando la giacca e inizia un timido brontolio. Il padre ci saluta e fa per uscire, ma Bambino gli si attacca alla gamba. Non c'è verso di farlo mollare, dunque la Rottermeier che è in me prende servizio.
Siedo Bambina sul seggiolone, lei ricomincia a strillare. Vado a prendere Bambino e lo strappo letteralmente via dalla gamba del padre. Ora piange e urla anche lui.

Ecco, caro padre dei Bambini, quando a fine mese mi pagherai lo stipendio ricordati dello sguardo che avevi oggi, quando ti sei defilato rapidamente.

04/05/18

Alberi

Li abbiamo visti spogliare, perdere le foglie rosse e gialle, lasciar cadere tutto il superfluo, tutto ciò che non era più vivo addosso a loro. 
Li abbiamo visti addormentarsi, rinsecchirsi, manifestare la propria forma scheletrica e scura, nuda.
Li abbiamo visti imbiancarsi, ricoprirsi di neve.
Li abbiamo visti germinare, abbiamo cercato avidamente sulla loro superficie le incoraggianti protuberanze delle gemme, e le abbiamo osservate con gratitudine.

Poco a poco le gemme sono diventate foglioline e in pochissimo giorni la città è di nuovo esplosa di verde.
Gli alberi di Torino hanno ripreso a vegetare a pieno regime. Prima o poi lo farò anch'io.


03/05/18

Un altro passo

Entrare a casa tua è sempre faticoso.
Gli odori, i colori, le tue abitudini, il tuo ordine maniacale e il tuo disordine caotico. Il nostro tacito accordo prevede che io entri in casa tua quando tu non ci sei, perché ho bisogno di utilizzare la tua lavatrice, dato che mi hai permesso di risparmiarmi di comprarne una mia, ed io ti ripago il favore occupandomi anche del tuo bucato. Scambio equo.
Fino a qualche mese fa, la lavatrice era anche il pretesto che usavo con le mie figlie per venirti a trovare. E quanto lunghi erano i tempi di carico e scarico della biancheria!
Ad oggi, invece, entro in casa tua solo quando so che non ci sei.
Precauzione inutile quanto sciocca, perché ci sei tu in ogni angolo, in ogni centimetro, in ogni cartaccia lasciata in giro e nella gradazione cromatica dei dorsi dei libri. E so che ci sono anch'io, in casa tua. Quando torni sai esattamente dove sono stata, cosa ho toccato.
Potrei comprarmi una lavatrice tutta mia, ma il mio progetto e più grande: voglio andarmene da questo palazzo, voglio trovare un'altra casa, rimanendo in zona per non dover cambiare scuola per le mie figlie, ma non più qui.
Chissà, quando ci riuscirò, se saranno anche le strade, gli alberi e i marciapiedi a testimoniarci reciprocamente il nostro passaggio.

02/05/18

Uomini del nord

"Ma che brava, quindi sai anche cucinare..."
"Beh, non sono certamente un grande chef, ma me la cavo"
"Interessante"
"Guarda, io sono una donna siciliana: ho imparato a cucinare prima ancora di imparare a sparare con la lupara"

E chi vuole capire, capisce :-D