31/12/14

Due cose

Cose che non avrei immaginato di poter fare:
1) guidare la mia panda durante una nevicata
2) una battaglia di palle di neve con le mie figlie sul terrazzo di casa mia (nella foto: il muro)

L'ha fatto vero!

29/12/14

Eh?!

Non che non sia mai successo. Di sicuro almeno 4 o 5 volte negli ultimi 36 anni, l'ultima delle quali 10 anni fa esatti. Ed è anche vero che, oltre le 24 ore, le previsioni diventano meno attendibili.
Ma leggere il nome della mia cittadina associato alla previsione meteo "neve" mi fa un certo effetto :-)

24/12/14

Nove

Nove anni. L'ultimo compleanno a una cifra. Il penultimo per il quale basteranno le dita delle mani, poi bisognerà ricorrere ai piedi.
Nove anni son tanti, eppure mi sembrano pochissimi. E quanto è cambiata la mia vita, da nove anni in qua.

Però di una cosa sono certa: sei il dono più prezioso che abbia ricevuto negli ultimi nove anni.
Buon compleanno piccola mia.

20/12/14

Mug rug

Dopo tanti anni, con le crocettine palermitane, ci siamo scambiate l'impossibile, ogni occasione è sempre stata buona... BFC a gogò, swap di natale, di pasqua, a tema colore, a tema puntaspilli, per ogni stagione e tecnica creativa, al punto che, da un po' di tempo, abbiamo allentato i ritmi. Solo uno, tuttavia, è l'unico swap che persiste e viene riproposto ogni anno: lo swap di natale. Perché natale è natale.

Quest'anno è stato scelto il "mug rug", del quale io neppure conoscevo l'esistenza e che ho scoperto essere una mini tovaglietta per la tazza da tè (mug).

Questa è quella che ho realizzato io.

18/12/14

Adeste fide...che?!

- "...venite adoremus..."-
"Venite ...che?"
"Venite adoremus"
"Venite a Doremus? Ma Gesù bambino non era nato a Betlemme?"

-_-'

17/12/14

Gli alberelli

Non mi ricordo se l'avevo scritto, ma ho seguito per 8 settimane i bambini della classe di Matilde in un laboratorio di cucito, durante il quale hanno realizzato 7 banner raffiguranti un alberello formato da 15 Yo-Yo, alcuni pacchi regalo applicati a zig-zag e una stella in fimo che ha realizzato una delle mamme che con queste cose ci sa fare.
I banner verranno regalati alle maestre (3 + 2 di sostegno + 1 di religione) e sono questi.

15/12/14

La penultima

Ho fatto la penultima seduta di psicoterapia, ché la mutua ne passa solo 10, le altre si pagano 60 euro cad. e non è il caso, per quanto sia stata molto tentata.

Cosa è venuto fuori? Dolore. Ancora dolore. Sempre dolore.

Quando tutto finì e tutto il resto cominciò, io iniziai a dimagrire a vista d'occhio. Gli amico me lo facevano notare ed io rispondevo loro che non stavo dimagrendo, bensì mi stavo disidratando visto che ho passato ogni giorno dei primi tre mesi a piangere ogni 6-8 ore, dopo i pasti.
Poi ho smesso.
Ebbene adesso, a circa un anno dal fattaccio, quasi come se ne avessi preso veramente coscienza solo adesso, ancora piango, di nuovo piango. Credevo di aver finito, invece a quanto pare non ho ancora pianto a sufficienza.

Due cose mi ha detto il dottor Mercurio. La prima è che ammettere di sentire la sua mancanza (proprio adesso che è natale, la festa della famiglia per eccellenza; che fare l'albero da sola è stato uno strazio e che Angelica non ha nemmeno voluto aiutare ma non sarei stata in grado di sopportare oltre per cui non le ho chiesto il motivo, perché se solo avesse fatto un accenno al fatto che non c'era il padre mi sarei buttata giù dal balcone senza neppure passare dal via) non significa ammettere di voler tornare con lui.

Seconda cosa: che posso concedermi di vivere questo dolore, ancora e ancora, senza soffocarlo, senza metterlo a tacere, fino a quando non sarà davvero tutto metabolizzato.

La penultima seduta.
Ma quando finirà questo percorso in cui mi sento sicura perché ho lui come guida, che ne sarà di me?

Lo scopriremo solo vivendo, diceva il poeta.

11/12/14

Guancia a guancia

E' la sua inaspettata tenerezza che ti disarma.
La sua straordinaria capacità di abbracciarti forte forte, quasi come se volesse spremerti, per poi farti, subito dopo, la battutaccia sulla tua lentezza.
E il modo in cui ti sorprende quando, senza che te l'aspetti, poggia la sua guancia sulla tua e ti dice "Oggi sei calda".
Buon segno. Vuol dire che sono ancora viva.

10/12/14

Delirio

Capisci di avere la febbre alta, durante la notte, quando la trascorri sognando di iniziare con l' insegnare alla mamma di una compagna di tua figlia un modo per fare dei fiori di stoffa, ma va a finire che litigate di brutto perché lei ha usato la tua gonna per ritagliarne le sagome; e ti alzi pensando "Ma vedi che str*nza questa" e non ti rendi conto che era stato un sogno fino a quando non ti guardi allo specchio e ti dici "Tu hai la febbre".

09/12/14

Gare

- Whoooooosch! -
- Tump tump tump tump tump -
"Oh no! Ho perso!"
"Hai perso? Che cos'hai perso, Matilde?"
"Ho perso la gara contro lo sciacquone del bagno. Avevo detto che sarei riuscita ad arrivare al mio letto prima che l'acqua smettesse di scorrere!"

Se vedete vostra figlia di quasi 9 anni tirare lo sciacquone in bagno e poi fuggire verso il proprio letto, non preoccupatevi: sta solo facendo una gara.
Le cose gravi sono altre.

08/12/14

Il mio simbolo

L'unica persona che potrebbe capire questa foto, quasi certamente non legge più questo blog.
Non la spiegherò e la pubblico lo stesso.

Questo è il simbolo delle mie feste natalizie, a partire da quest'anno per tutto il resto della mia vita.

Ora vado a strafogarmi di nutella, che magari aiuta.

07/12/14

Come Bud Spencer...

...che mangiava la zuppa di fagioli direttamente dalla padella.
(Il mio pranzo, però, è tofu con cavolo cappuccio, curcuma, cumino, zenzero e salsa di soia)

06/12/14

Cosa c'è che non va?

Niente.
E' che per ora va un po' così.
E' che il mese di dicembre è un mese strano, pieno di alti e bassi, di tante cose da fare e di poca voglia di farle. Tanti ricordi, qualche rimpianto, molta nostalgia, un pizzico di rammarico...
Il tempo che passa e la vita che cambia, la quotidianità che si assesta pure con troppa facilità, che in soli due mesi mi fa chiedere come io abbia potuto fare fino all'anno scorso, senza questo impegno mattutino costante, senza questa sensazione di padronanza dei luoghi e dei tempi. Senza questa solitudine.
Ma davvero c'è stato un tempo in cui non ero sola?

Cosa c'è che non va?
Niente.
E' che ci avviciniamo al natale ed è stato proprio nella sera del 25 che tutto è cominciato, o finito, a seconda dei punti di vista; e oggi son 10 mesi che vivo da sola con le bambine.
E' che per ora va un po' così.

02/12/14

Noncelapossofare

"Mamma lo sai i miei compagni F e G mi hanno fatto leggere sul vocabolario una cosa che non ho capito nemmeno cosa significa"
"E che cosa?" (la fronte imperlata di sudore)
"Una cosa che è una gomma e che serve per non fare nascere i bambini, ma non ho capito in che modo"

No. Non sono pronta per la preadolescenza di mia figlia. Proprio no.

01/12/14

Al negozio di ricambi auto

È una strafiga.
Entra con fare deciso dentro il negozio di ricambi auto. Apre un po' la lampo del suo giubbino per godersi lo spettacolo delle espressioni sui volti degli astanti alla comparsa della scollatura della sua camicia adornata da un filo di perle.
Si avvicina al banco e dice al commesso con atteggiamento sicuro: "Ho bisogno di quattro lampadine, due abbaglianti e due anabbaglianti, per la panda del 2001, credo che sia l'attacco R2".
Il commesso sorride, sparisce dietro gli scaffali, torna con due scatoline da una lampadina ciascuna.
La strafiga, sentendo vacillare la sua strafigaggine, insiste: " Mi servono sia gli abbaglianti che gli anabbaglianti "
Il commesso le risponde a metà tra l'imbarazzato e l'intenerito: "Sì, sono due funzioni in una stessa lampadina".
La strafiga fissa il suo sguardo negli occhi del commesso, battendo le palpebre diverse volte. Poi le scappa il sorriso: "Ah. Ho imparato una cosa nuova".
E gli astanti sorridono di rimando.

Tanto lei lo sa che, mentre usciva dal negozio, le hanno ugualmente guardato il sedere tutti quanti.

30/11/14

Il calendario dell'avvento

Ho imparato che, per salvare le mie mani dalla mia furia autolesionistica, devo tenerle impegnate.

Lo dico ogni anno e non lo faccio mai. Quest'anno, finalmente, le mie figlie avranno un calendario dell'avvento.
24 piccoli sacchettini appesi ai riccioli della ringhiera delle scale. Ho impiegato meno di 5 ore a tagliare, cucire, rifinire, completare e appendere i sacchettini.
Poi me ne sono andata a dormire, e per un giorno le mie unghie si sono salvate.

28/11/14

Tutte

Me le sono mangiate proprio tutte.
Le unghie. Mi sono rosicchiata le dita fino all'osso, mentre guidavo. E credo che in macchina, guidando, sia stata la prima volta in tutta la mia vita.
Perché?
Boh?
Vogliamo dare la colpa alla radio? All'autoradio che ha proposto "Gli uomini non cambiano" seguita da "T'innamorerai"? Può darsi.
Vogliamo dare la colpa al fatto che sto letteralmente impazzendo dal desiderio di un abbraccio, e che l'unica persona con la quale mi sento serena nel chiederlo, ogni volta che ci vediamo ce ne ha sempre una per cui alla fine neanche glielo chiedo? Forse.

La verità è che sono sola. Sono stanca. E sono stanca di essere sola.

27/11/14

Care farfalle...

Io vi amo e vi rispetto come creature di Madre Natura, capisco benissimo che tra pesticidi e schifezze varie avete una vita difficile, ma che l'istinto di conservazione della specie è un richiamo più forte di qualunque repellente chimico e - in quanto mamma - capisco benissimo anche la premura e l'ansia di mettere al mondo i figli in un luogo sicuro e in un ambiente adatto a loro, alla loro crescita e alla loro nutrizione.
Il problema è: ma con tanto mondo che c'è qui intorno, proprio nelle mie 3-dico-3 piantine di broccoli dovete andare a deporre le vostre uova?!

26/11/14

Sarta no

Quando mi chiedono che lavoro faccio, io rispondo che non è un lavoro, quanto piuttosto un impegno, e che cucio per conto di una designer tessile.
Quando, poi, mi dicono "Ah, tu cuci! Allora sei sarta!", io rispondo che no, non sono una sarta. Cucio ma non sono una sarta.
Perché non sia mai che a qualcuno venga in mente di cominciare a portarmi i pantaloni a cui fare l'orlo o sostituire le cerniere.

Funziona. Funziona con tutti tranne che con la mia dirimpettaia, che basta che si affaccia al suo terrazzo per vedermi cucire in cucina.
E coi suoi occhi di lince (ma come diamine fa?) se ho la macchina montata col cotone bianco, mi porta le riparazioni da fare col bianco, se ho il nero, quelle del nero e così via.
Però suo marito fa il bombolaro, e mi fa lo sconto e mi sale la bombola fino al secondo piano.
Ma sì, dai... ogni tanto questo baratto di prestazioni professionali si può fare. :-D

25/11/14

Va bene che...

Va bene che me lo sono cercato io...
Va bene che la riunione odierna dell'interclasse è stata sfiancante...
Va bene che magari qualcuno può sentirsi infastidito dal mio modo impeccabile e corretto di esprimermi, che non da appigli ai contestatori, nè di natura grammaticale nè per quel che riguarda i contenuti...
Va bene che sono in SPM e tutte cose mi fanno venire l'orticaria...
Va bene tutto.
Ma se tu ti senti in diritto di scassarmi la min#ia alle 9 di sera perché vuoi sapere il perché e il per come dei 5 euro che raccoglierò per tutto quello che riguarderà la recita e la festicciola di natale a scuola, e mi pianti un pippone immane perché a suo tempo non ti feci fare i bottoni in fimo per i lavoretti, per i quali avevi chiesto 12 euro, mentre ora annuncio che servono soldi per acquistare il materiale e te ne sbatti del fatto che io ho messo a disposizione in omaggio la mia iuta, le mie stoffe e il mio cotone per realizzarli...
...io mi sento in diritto di risponderti a tono, umiliandoti per la proposta assurda che avevi fatto allora e per queste paranoie che stai facendo adesso.

E quando mi dici "Buon lavoro" io puntualizzo "Buon volontariato, vorrai dire".
E se ti senti offesa è un problema tuo.

24/11/14

Beata te che vai a farti il massaggio

"Ce la fai a fare quest'esercizio almeno 15 minuti al giorno?"
"Questo con l'elastico per aggiustare il problema alla spalla?"
"Questo"
"Ma sì, dai. Si tratta della sinistra. Mentre lo faccio posso tenere il telefonino nella destra per giocare"
Di come vai dall'amico fisioterapista a farti fare un massaggio e, dopo che ti ha munciuniato e sprovato per capire cosa ti fa male, quando e fino a quanto, te ne torni a casa con la diagnosi di alcunni muscoli mollicci da potenziare e gli esercizi da svolgere.

21/11/14

A ciascuno il proprio shopping

Esci per comprarti qualcosa di nuovo, un mini abito da indossare coi leggins o qualcosa del genere, e un libro da regalare a un bambino di 6 anni.
Torni a casa dopo aver speso 90 euro.
75 dei quali in libreria e non di certo per il ragazzino.

20/11/14

Inno alle lacrime

E poi succede che si apre l'ascensore sul corridoio del quinto piano, e dalla finestra aperta arriva il suono di una piccola orchestra di flauti, dalla scuola lì di fronte, che attacca l'"Inno alla gioia" e tu, che stai per usufruire della tua ottava seduta di psicoterapia, lo prendi come un buon segno.
Poi il dottore apre la porta del suo studio e ti fa accomodare verso la seduta più forte e impegnativa di sempre, dove in 50 minuti scarsi riuscirà a farti piangere, ma proprio con lacrime vere e copiose, soltanto invitandoti a stare con gli occhi chiusi a riconoscere e accogliere alcune sensazioni del tuo corpo.

Altro che gioia...!

18/11/14

Gandalf-sempre-lui

- Piripiripiripiripiripiripiripiì - 

"Chi è?"
"Sono io! Chi può essere?!"

Mi ha telefonato 4 volte al cellulare ed io non gli ho risposto. Ha chiamato a casa e gli dava occupato. Allarmato, ha chiamato mia madre ed ha saputo che ero a casa con Angelica che stava male.
Quindi è venuto a casa, e mi ha trovato devastata, in pigiamone e calze da notte, con Angelica addosso lamentosa e piagnucolante, mentre cercavo di liquidare una scocciatura al telefono senza riuscirci. Mi ha tolto Angelica di dosso e le ha offerto dell'acqua, permettendomi di chiudere la telefonata.

"Scusami se non ti ho risposto, mi dispiace averti fatto preoccupare. E grazie che sei venuto"
"Grazie? Eddechè? Io sono venuto a portarti una camicia che me s'è strappata e volevo sapere se me la puoi riparare"

Gandalf-sempre-lui.


17/11/14

La definizione

"[...] una donna che è stata moglie per un tempo molto limitato rispetto al "finché morte non vi separi", ma che sarà madre per sempre[...]".

Ecco la mia fotografia.

(Mi stupisco ancora quando scopro, intorno a me, persone dotate di un'intelligenza emotiva superiore alla media, ben celata e camuffata in un'apparenza algida e sticazzista).

14/11/14

Il morto che passa

- Piripiripiripiripiripiripiripiripì -

"Chi è?"
"Signora, è sua la panda qua sotto? La può spostare per favore, che deve passare il morto?"

Non saprei vivere altrove.

12/11/14

Cose che non vorresti mai vedere #29

Un cilindretto verde chiaro sfumato all'ocra che galleggia nell'acqua della pentola dove stai cucinando i broccoli e che, dopo averlo tolto dalla pentola con il cucchiaio e averlo attentamente osservato, riconosci come un bruco bollito.

11/11/14

Omologata

La mia parola del giorno è "omologata".
Anche se, in realtà, andrebbe al maschile perché è "omologato" lo stato dell'emissione del decreto di omologa.

Oggi ho ricevuto una mail dall'avvocato che comunicava lo stato di "omologato" per quanto riguarda l'emissione del decreto di omologa del giudice Pinco Pallino sulla richiesta di Schroeder e Lucy van Pelt.
Che oggi hanno ricevuto la conferma (approvazione) della loro richiesta di separazione.

Omologata.
Da oggi, ufficialmente separata a norma di legge.
Omologata.

Coccolàtemi, per favore.

10/11/14

Riparliamo della "coppetta"

Come per il precedente post di medesimo argomento, nelle righe seguenti parlerò di cose delicate e specificatamente femminili. Maschi e/o deboli di stomaco passino avanti.
E nonciscassatelamin#ia.


Sono al terzo giro.
Il primo, lo sappiamo già com'è andato. Il secondo non ha fatto molto testo perché è arrivato giusto mentre ero a Londra (ma ne parlerò più dettagliatamente tra poco). Il terzo sta per volgere al termine.


Andiamo al secondo.
La coppetta in fase di collaudo e per di più in trasferta.
Ho voluto ugualmente dare una seconda chance alla coppetta che avevo già: meluna soft taglia L. Il primo giorno è stato accettabile. E' capitato proprio durante la giornata in cui siamo state agli studios di Harry Potter. Per sicurezza ho messo un bell'assorbente ma è andata discretamente. Perdite leggerissime.
Il secondo giorno, come già detto, io sono a livelli di emorragia. E' stata la giornata in cui siamo state in giro per Londra dalla mattina al pomeriggio inoltrato e devo ammettere che, dopo le prime due ore, vedendo che le perdite erano già significative ma non avendo a disposizione bagni oltre quelli pubblici, alla prima stazione l'ho tolta e sono andata di assorbenti-materassoni.
No, per me, al secondo giorno di ciclo, senza avere la possibilità di usare un bagno comprensivo quanto meno di lavandino, no, non si può fare.
Dal terzo giorno è andata meglio, perdite lievi e va bene così.


Però avevo sempre quel tarlo in testa: la coppetta perde perché non si apre del tutto. Ora, non voglio spaventare nessuno, ma io quando la estraggo la trovo proprio ovalizzata.
Presa da una botta di coraggio, mi son detta "Massì! E che sarà mai!" e mi sono comprata una seconda coppetta, sempre della Meluna, ma stavolta quella tosta, quella modello sport, sempre di taglia L ma se fosse stata disponibile sarei stata disposta anche a prenderla XL.


Quando è arrivata, già al tatto mi ha terrorizzata: ha la stessa morbidezza di un copertone. Ho provato a chiuderla "a tulipano" (il mio metodo congeniale per inserirla) e ho capito che, anche ripiegata, probabilmente non sarebbe entrata mai.
E invece no. Invece entra. Non fa male, non da fastidio e - attenzione attenzione - si apre bene, si spalanca proprio.


Dunque questo ciclo l'ho fatto tutto con la coppetta per muscolature vigorose. E scusate se è poco! Tzè! Due parti naturali eppure c'ho le pareti vaginali che ci posso schiacciare le noci, altroché!
Va bene, la smetto.


Torniamo a noi.
Perdite molto ridotte, anche al secondo giorno (level: emorragia, ricordàtelo), durante il quale devo comunque svuotarla molto spesso, almeno 4 volte durante la giornata (ma considerando che se usassi gli assorbenti dovrei cambiarne almeno 6 o 7 da quando mi sveglio a quando vado a letto, non è male).
Paradossalmente la notte va molto meglio. Di solito se non uso gli assorbenti a misura di materasso faccio un casino dappertutto, dentro e fuori dal pigiama, con la coppetta invece non ho avuto mai perdite durante la notte, forse per una questione di forza di gravità.


Andiamo alla mattina, invece. Questa è una nuova scoperta che ho fatto oggi e la scrivo qui in modo che possa tornare utile anche alle altre che hanno il mio stesso problema, perché mi sa che non è spiegato da nessuna parte oppure non l'ho trovato io.
Probabilmente perché sto distesa, o perché la muscolatura si rilassa, la mattina appena alzata è un incubo tirare fuori la coppetta dalla sua allocazione. Se ne sale fino a dove nessun uomo era mai giunto prima, o comunque di sicuro non negli ultimi mesi, ed ho serie difficoltà ad afferrarla proprio.
Innanzi tutto specifichiamo: come la afferro?
Entrambi i miei modelli hanno l'anello alla base. Io infilo indice e medio e cerco di "pinzare" l'anello facendo scendere la coppetta fino a quando arriva al punto dove posso afferrarla con indice e pollice (che è più corto del medio), poi la tiro delicatamente e, se è il caso, reinfilo il medio solo per schiacciarla un po' e rompere "l'effetto ventosa" (oh, che volete, ci sono passate due bambine da lì: sì, ci riesco a mettere dentro contemporaneamente la coppetta, il pollice, l'indice e il medio).
La mattina appena alzata, però, ho difficoltà immense. La tocco, la pinzo tra indice e medio ma non scende. Si storce. Si gira verso il davanti. Nasconde il suo anello dietro una cosa che potrebbe essere la vescica. Un casino. Sto lì per minuti interi a ravanare nella speranza di farla scendere fino a poterla afferrare col pollice, ma niente. Provo a spingere, col diaframma, provo a spingere da fuori con l'altra mano sull'utero, ma niente. Poi alla fine ci riesco ma non so nemmeno dire quale sia la mossa risolutiva.
Stamattina pensavo che dovrei procurarmi delle pinze da ginecologo... tipo il forcipe per estrarre la coppetta.
Però, per disperata, mi son detta "Ora mi siedo direttamente sul bidè e ci infilo un solo dito, la schiaccio anche a costo di fare uscire tutto il contenuto (ecco perché mi sono seduta sul bidè) e la tiro fuori.
Non ridete: mi è venuto spontaneo di sbracciarmi, come se avessi dovuto infilarci tutto il braccio lì dentro.
Invece, il miracolo.
Appena mi sono seduta a cavallo del bidè, ZAC! l'anellino era lì a.portata di pollice. E poi ci ho riflettuto: certo! Da seduta (sarebbe stato persino meglio da accovacciata) la cervice viene spinta verso il basso e, di conseguenza, pure la coppetta si trova più in fuori.
Ora: perché mai questa cosa non è scritta da nessuna parte? Ovunque, nelle istruzioni per estrarla, viene detto di lavarsi bene le mani e poi infilare le dita e afferrarla secondo la posizione che si preferisce, in piedi, o seduta sul wc. Ma perché non lo dite, invece, che se ci mettiamo sedute sul wc o sul bidè la coppetta viene automaticamente spinta più in fuori agevolandone l'estrazione?
Oh.
Adesso lo dico io.


Comunque, in conclusione: con la coppetta dura è andata meglio (perché evidentemente ce l'ho dura pure io...).
Se qualcuna volesse la mia soft taglia L con l'anello me lo dica, la cedo volentieri (non c'è da schifiarsi: è pulita e sterilizzata e l'ho usata solo due cicli).


E questo è quanto.

09/11/14

Ecco la borsa di ieri

(Per la gioia di Santarellina, che si sente destabilizzata dalle foto delle mie borse che NON abbiano come supporto la scala di ferro che va dalla mia prima alla mia seconda terrazza! :-D )

08/11/14

Bizzarrie della passione

Quando lavoravo in radio, tornavo a casa e rifuggivo qualunque fonte sonora. Silenzio. Solo silenzio. Al massimo il ticchettio dell'orologio in cucina.

Adesso torno a casa, dopo 5 ore di cucito, e mi organizzo i laboratori di cucito per i bambini, al sabato mattina, e al sabato sera mi metto a creare e cucire una borsa da regalare per il compleanno di un'amica.

C'è qualcosa che non torna. Evidentemente non tutti i lavori sono uguali. Ed evidentemente non tutte le passioni danno a noia se si esagera.

07/11/14

Ti senti vecchia se...

...tua figlia di quarta elementare deve studiare i Sumeri e la maestra lascia anche una breve ricerca sui recenti e bellicosi fatti dell'Iraq e tu, invece di cercare sui libri o su wikipedia, glieli racconti a voce, ripescando i tuoi ricordi di quando avevi poco più di 12 anni e la sera, al tg1, guardavi le immagini dei bombardamenti in diretta...
...e mentre racconti ti torna la pelle d'oca e ti ritrovi con la voce strozzata quando arrivi al punto in cui descrivi della statua di Saddam buttata giù dagli iracheni e ti sembra che sia successo solo ieri anche se sono passati 10 anni.

Ti senti vecchia se racconti a tua figlia avvenimenti del passato e, mentre per te sono fatti ancora ricchi di una forte carica emotiva, per lei sono solo pagine del libro di storia.

06/11/14

La supposta

"Buongiorno, Lucy! Come stai?"
"Oh! Signora Madre Del Tizio Che Per Ora Mi Sta Facendo Marcire Il Fegato! Come mai da queste parti? E' venuta a stare un po' da suo figlio?"
"Sì, sono arrivata la settimana scorsa e me ne dovevo andare ieri, ma alla fine ho deciso di rimanere perché mio figlio sta un po' male... ha la febbre alta da ieri notte..."
"Beh, capisco..."
"Eh... un conto è se sono lontana, a casa mia, ben altro discorso è se sono già qui. Sinceramente stamattina non me la sono sentita di andarmene, perché almeno posso essergli utile"
"Già... il cuore di una mamma..."
"E infatti... Vedi, per esempio... Lui è stato tutta la mattina a letto, ha un mal di testa che non riesce nemmeno a sollevarla dal cuscino... almeno ci sono io qui con lui, e infatti gli ho potuto comprare le medicine. Gli ho preso la tachipirina in compresse effervescenti, che lui in casa non ne aveva più e ieri sera, per darsi aiuto in qualche modo, gli ho potuto solo dare una supposta di quelle che avevo io in borsa."

Non bisogna mai lasciarsi trascinare dai dispiaceri, dalle delusioni, le amarezze, le umiliazioni. Alla fine c'è un equilibrio cosmico delle energie che tende sempre a ripristinarsi dopo ogni episodio di disturbo.

Ed io non riuscirò mai più a guardare in faccia il Tizio in questione, senza pensare che aveva la febbre e si è messo una supposta.

04/11/14

Le giornate "dimmerda"

Cominciano con una serie di starnuti da allergia, a che cosa, poi, non è ancora dato di sapere.
Proseguono con lo smalto sulle unghie scheggiato e il temperino da make-up che cade e si apre il suo contenitore spargendo il contenuto dappertutto.
Continuano con un'ennesima dimostrazione pubblica di quanto uno stronzo non sia mai soddisfatto della sua stronzaggine e sappia di poter fare molto di più e lo fa.
Poi al lavoro si inceppano due macchine, la telefonata all'ortottista è un disastro, si rompono due aghi, la radio prende male, il ciclo arriva e non arriva, comincia la botta di sonno dell'antistaminico preso alle 7, un'email mette in luce i difetti di Buongiorno Luna, piove.

E non è nemmeno ora di pranzo.

03/11/14

Tra i 67 e i 68

Posso dire che è da più di un mese che il mio peso va dai 67 ai 68 chili e qualcosa (ma mai toccando i 69).
Posso ritenermi molto soddisfatta, sono tornata indenne dal matrimonio di mio fratello, dal viaggio a Londra e persino dalla settimana in cui ho esagerato in 5 giorni quasi consecutivi tra addio al nubilato, compleanni passati presenti e futuri e matrimonio di Anna. Sono persino passata liscia attraverso la mia settimana di sindrome premestruale aggravata da crisi di nervi - manco a dirlo - a causa di un certo tizio che forse credeva di avercele più dure di me (le corna), ma evidentemente non gli era chiaro con chi aveva deciso di avere a che fare. Insomma, per farla breve, quanto cioccolato ho mangiato negli ultimi 7 giorni nemmeno negli ultimi 7 mesi, ma mi muovo tanto e forse questo è bastato.

Sì, si, lo so... il tizio... Prima o poi la racconto per intero questa storia, che a tratti ha dell'imperdibile ridicolo.

01/11/14

Puoi dire quel che vuoi, ma...

...SE ti rifiuti di incontrarmi.
...SE non mi saluti quando mi incontri.
...SE non rispondi alle mie telefonate.
...SE dici a destra e a manca che io sono una stronza con cui non vuoi più avere niente a che fare.
...SE asserisci di non volermi parlare per chiarire la situazione perché dici di non avere nulla da chiarire.
...SE declini gentilmente l'intercessione offèrtati da terzi per evitarti il disagio di parlarmi, costringendo me a parlarti, cercarti, talvolta anche inseguirti fisicamente pur di riuscire a dirti quelle due parole indispensabili...

 ...beh, allora non offenderti, dolcezza, ma io mi sento autorizzata a credere che tu ti sia innamorato perso di me e che il tuo orgoglio ferito non riesce a farti accettare il mio rifiuto.

Prendi e porta a casa.
(E lo vedo dal tuo sguardo che stai ancora girovagando tra le macerie del tuo muro, chiedendoti stupidamente come io possa avertelo distrutto in sole 4 parole...)

31/10/14

Preferisco le streghe

NON SI OFFENDA NESSUNO*
Tutto questo fiorire di santini come immagini del profilo di whatsapp mi ha fatto venire l'orticaria! Dunque anch'io ho cambiato immagine... come antidoto ;-)

(Non sono mai riuscita a capire queste crociate contro halloween. Cioè, se non lo volete fare non fatelo, non travestitevi né voi né i vostri bambini, rifiutate gli inviti alle feste, ignorate il campanello... Ma perché dovete scassare la min#ia a chi vuole godersi la carnevalata autunnale? Perché, col solito malcostume cattolico, vi arrogate il diritto di moralizzare gli altri secondo la vostra morale? E sappiate che trovo ben più oscena la vostra di carnevalata, quando organizzate la festa al catechismo con i bambini travestiti da santi, con tanto di saio e aureola finta. Patetico a dir poco!)

Viva le streghe!
Felice Samhain a tutti!

30/10/14

Visto che la pubblicità è l'animo del commercio...

...e che il fatto che io possa o non possa vedere una carta da 50 euro ogni tanto dipende soprattutto dal volume di "commercio" svolto, vi segnalo il sito web con tanto di shop online di Filly Cusenza, la designer tessile con cui collaboro.
http://www.fillycusenza.it

A onor del vero, forse il sito rende poco la bellezza e la ricca varietà delle creazioni artistiche che realizziamo insieme, ma è anche quello in fase di lancio. Per qualsiasi domanda potete scrivere all'indirizzo indicato, o telefonare, o persino chiedere alla sottoscritta.

Vabbè, io il link ve l'ho dato, poi vate vobis.

29/10/14

La rara virtù della discrezione

"Gandalf, devo confessarti una cosa"
"Sentiamo"
"Io ho un blog"
"..."
"Un blog mio, personale. Ci scrivo sotto pseudonimo. Lì mi faccio chiamare Lucy Van Pelt"
"E da quant'è che c'hai 'sto blog?"
"Sette anni"
"SETTE ANNI?! E io che pensavo di non conoscerti bene... io non ti conosco per niente se tu c'hai un blog da sette anni ed io non l'ho mai saputo"
"Non lo sanno in molti. Anzi non lo sa quasi nessuno. Degli amici reali, intendo. Cioè, poi ci sono decine di persone che conosco nel mondo reale e che leggono il mio blog, ma è solo perché li ho conosciuti *tramite* il blog."
"E perché non lo hai mai fatto conoscere agli altri?"
"Per mia serenità. Per avere la possibilità di scrivere senza freni inibitori."
"Quindi dei tuoi parenti non lo sa nessuno?"
"L'unico che lo sapeva e lo leggeva era Shroeder, il mio ex marito. Ora non lo legge più, almeno credo. E poi pure mia cognata, ma lei mi ha trovato per altre vie e mi ha riconosciuta, non gliel'ho detto io"
"Quindi per il resto... nessuno?"
"Nessuno. Forse la mia amica Emilia. Una volta gliel'ho raccontato ma non so se lo legge"
"E quand'è che me lo dai l'indirizzo, così recupero i sette anni perduti?"
"Vuoi l'indirizzo?"
"No? Me lo devo cercà su gugòl?"
"No, vabbè, ora te lo do".

...

SMS dell'indomani
Mittente: Gandalf
"Non leggerò il tuo blog"

Risposta
"Non se hai preso questa decisione per delicatezza nei miei riguardi o per ripicca per il fatto che non te l'avevo mai raccontato... in entrambi i casi preferisco così!"

Controrisposta
"Per la prima, scema! Immagino che in questi sette anni tu possa aver parlato di me e voglio che continui a farlo liberamente, senza inibizioni"
Addendum
"Però a ben pensarci, anche la seconda sarebbe stata appropriata per la mia personalità. E' che me sto a invecchià, e certe cose non so' più capace a farle. Anche se, forse, a te una ripicca del genere non l'avrei fatta lo stesso".

Gandalf e la sua inaspettata e ben scoperta discrezione. :-)

28/10/14

I pomodori arancioni

"Allora, io sto andando dal fruttivendolo... cosa volete?"
"L'uva!"
"E quelli là... come si chiamano...?"
"Quali, Angelica?"
"Quelli là, quelli che sembrano pomodori... ma sono arancioni... e si mangiano col cucchiaino..."
"Cachi, Angelica... si chiamano cachi!

:-)

27/10/14

1960

Ok, stavolta vi ho avvisato per tempo.
Questo è il post 1960. Ne mancano 18, ma ora non vi avviso più.

Ricordatevi del concorsone "Psychiatrichelpìzzati e vinci"!

25/10/14

Il mastodontico post su Londra

Tutto ciò che avreste voluto sapere prima di andare a Londra e nessuno vi ha mai detto.

Fa freddo, fa caldo, piove e c'è il sole
Checché possa dire la vostra applicazione per il meteo, a Londra il clima è variabile e incerto, con cambiamenti repentini e rapidissimi. Vi alzate dal letto che fuori ci sono 9°, uscite e vedete il cielo limpido, tempo mezz'ora pioverà. Smette di piovere, spunta il sole, si arriva anche a 18°, dovete togliervi il giubbotto, ma non fate in tempo ad allacciarvelo in vita per continuare a girovagare, che si rannuvola tutto. Tempo mezz'ora e piove. Eccetera eccetera.
Quando preparate la valigia, metteteci dentro un esemplare d'abbigliamento per ciascuna stagione, perché le toccherete tutte in 24 ore.

 I trasporti pubblici
A Londra ci si muove alla grande e con spaventosa facilità. Quando prenotate un albergo, fregatevene della posizione rispetto al centro. Tutt'al più abbiate cura che ci sia una fermata del bus vicino. Gli autobus sono puntuali, frequenti, sia di giorno che di notte, vivibilissimi e puliti. E vi aiuteranno a raggiungere almeno una stazione dell'underground. Da lì state sereni che potrete andare OVUNQUE, ma proprio OVUNQUE. La rete della metropolitanea è una vera e propria ragnatela. Il 90% delle stazioni è toccato da almeno 2 linee diverse per cui qualunque sia il punto in cui vi trovate e qualunque sia il punto in cui volete arrivare, basterà prendere la metro e in due, massimo tre cambi di linea arriverete a destinazione.
Le metro sono velocissime, frequentissime e frequentatissime. Alle stazioni ci sono i sedili per l'attesa ma credo che nessuno ci abbia mai poggiato le terga lassù, perché non fa in tempo a partire una metro che al massimo in 2 minuti arriva quella successiva.
Però costa un pozzo di soldi. Dice che sono i trasporti pubblici più costosi d'Europa.
La soluzione ideale è fare l'abbonamento "Oyster Card", che si compra nelle stazioni dei treni. Io ho fatto l'abbonamento settimanale (credo sia il taglio minimo), è costato 36 sterline (circa 50 euro) e vale per tutti gli autobus, l'underground e l'overground (una specie di tram). E' costato indubbiamente un botto, però ne è valsa la pena, proprio per la capillarità della copertura dei servizi.

Il cibo
Credo che non esista una "cucina inglese", o forse si è estinta. Si può mangiare ovunque, qualsiasi cosa e a qualunque ora. Ogni 10 metri c'è una catena di fast food, un kebabaro, un cinese, un messicano, un indiano, una pizzeria o un supermercato.
I fast food offrono per lo più cibo preconfezionato, ma freschissimo: mentre noi sappiamo perfettamente che i tramezzini pomodoro e maionese esposti in un bar o una gastronomia probabilmente stanno lì da 10 giorni, a Londra, visto che evidentemente nessuno cucina mai in casa propria, sono freschissimi e rimpiazzati più volte al giorno. Ho trovato cibi "Suitable for vegetarian" ovunque e di qualunque tipo, persino l'insalata con i cubetti di tofu grigliato.
I ristoranti sono abbastanza cari.
I supermercati sono di concezione diversa da quella nostra: vendono quasi esclusivamente cibo già cotto e confezionato, o già pronto solo da ficcare in forno. Gli Inglesi non cucinano, ve l'ho detto. Quindi vi si trova di tutto, a partire dal sushi fino al pollo arrosto, il risotto ai funghi, la macedonia di frutta, la torta con su scritto "Happy birthday" e i calici di plastica con già dentro il vino. Di fame non si muore.

Gli Inglesi
Sfatiamo quel luogo comunque che vuole gli Inglesi come un popolo di antipatici precisini, che se non hai una pronuncia perfetta nemmeno ti ascoltano o fingono di non capirti. Ti ascoltano e si scervellano anche per capire quello che vuoi dire, anche se parli inglese come lo parlo io, ossia un misto di parole inglesi pronunciate malissimo, gesti didascalici e qualche espressione in siciliano che - si sa - è l'esperanto del futuro.
Vanno sempre di fretta, corrono, salgono e scendono gli scalini delle scale mobili dell'underground come se la loro vita dipendesse dal fatto di prendere la coincidenza tra la Victoria line e la Piccadilly line, e non ce n'è motivo perché, come già detto, pure a perderla la coincidenza, al massimo si ritarda di 2 minuti, 120 secondi. Per carità, magari, a seconda delle situazioni, 120 secondi possono davvero fare la differenza tra la vita e la morte per qualcuno, ma che sia qualcosa che riguardi tutta quella massa di gente mi sembra un tantinello esagerato. Dunque tenete la destra. Sulle scale mobili state fermi a destra. E ricordatevi che loro camminano a sinistra. Nei corridoi, sulle scale, mantenetevi a destra sulla corsia di sinistra, altrimenti vi travolgono, se ne fregano, vi atterrano e vi calpestano. Peggio per voi che ve la prendete comoda e non correte come loro.

La qualità della vita del turista
Eccellente, a dir poco. Non so come sia, viverci. Ma girovagare bighellonando tra parchi immensi e monumenti imponenti... val la pena, sì sì.

24/10/14

Quel modo freddo di vivere la rabbia

"Se suo marito le chiedesse scusa e le proponesse di riprovarci, lei cosa risponderebbe?"
"Non se ne parla nemmeno"
"Ne è sicura?"
"Assolutamente. E spero anche che non gli venga mai in mente di propormelo"
"Perché?"
"Perché gli risponderei di no in maniera categorica, e andrebbe a finire che alla fine la stronza sono io"
"Ma perché lei risponderebbe di no in maniera categorica?"
"Perché non riesco neanche a soffermarmi col pensiero sulla possibilità di riaverlo in casa"
"Perché è ancora arrabbiata con lui?"
"Io non sono arrabbiata con lui. Non sono mai stata arrabbiata. Nonostante tutto, io non ho mai neppure alzato la voce con lui. Io sono ferita"
"..."
"Vede, dottor Mercurio, la sera del fattaccio, quando mi ha confessato quello che mi ha confessato, mio marito mi ha uccisa. Non solo in quel momento, ma anche nei giorni seguenti io non sono mai riuscita ad avere una reazione vitale come quella dell'arrabbiarmi."
"Ne è sicura?"
"Sì. Io sono morta dentro, capisce? In quel momento sono implosa. Sono collassata al mio interno"
"Capisco perfettamente. Ma io credo che quando lei parla di implosione, in realtà non riconosce la sua rabbia. La sua morte interiore non è altro che il suo particolare modo freddo di vivere la rabbia".

E' rincuorante scoprire che, a distanza di anni e con due psicoterapeuti diversi, tornano d'attualità sempre gli stessi argomenti. Per la serie: puoi sbatterti quanto vuoi, ma per quanto tu possa riuscire a curarti, non potrai mai riuscire a guarirti.

23/10/14

Ai miei tempi rispondevo "Niente!"

"E allora, Angelica, che hai fatto oggi a scuola?"
"Le cose solite che si fanno a scuola"
"Cioè?"
"Imparare!"
"Ah, bene, e imparare che cosa?"
"Tutto!"

22/10/14

Oggi sposi



E così, Anna e Nicola, oggi si sposano.
Qualche settimana fa, lei mi ha chiesto di scrivere qualcosa per loro, da leggere durante la cerimonia, ma… io… io non sono il tipo che legge in pubblico, e Anna lo sa! Tuttavia… Tuttavia me l’ha chiesto, ed io, ad Anna, non riesco a dire di no.
Lei è Anna, la mia “Annuzza Bedda”, la mia “Piccipucci”… come faccio a dirle di no? E’ la mia pittrice preferita, la mia compagna di avventure e tatuature…
E Nicola… beh… lui è… è… Boh? Lui è il millenario fidanzato nonché imminente marito della mia Annuzza Bedda, e tanto gli basta.

Dunque ho accettato. Li odierò per sempre, ma ho accettato.
Quindi eccomi qui, a scrivere un testo per loro. Un testo alla mia maniera. Un testo che in questo preciso istante viene pubblicato come post programmato sul mio blog.

Un testo che parla di matrimonio.
Ecco, il vero problema, è questo.
Lo so che millanto una brillante carriera di scrittrice, e uno sfolgorante successo da blogger, ma… per un matrimonio? Io? Per un matrimonio? Come faccio *io* a scrivere un testo per un matrimonio?!
Io, che ho visto disintegrarsi quello mio poco meno di un anno fa. Credo proprio di essere la persona meno adatta per… Aspetta.
Forse, proprio il fatto che abbia sulle spalle un matrimonio fallito, fa di me una delle persone più adatte a parlare e scrivere di matrimoni. D’altro canto, di opinioni ed esperienza in merito ne ho a bizzeffe. Fondate per lo più sulla mia esperienza personale, certo, ma non per questo meno valida. Anche perché del matrimonio ho proprio vissuto tutto, o quasi, nel bene e nel male.
Lo conosco bene il matrimonio. L’istituzione. Il sacro vincolo.
Anche se, forse, non l’ho conosciuto affatto.
Cos’è, in fin dei conti, un matrimonio? Non è certo il semplice e freddo attenersi a quegli articoli della costituzione che verranno letti tra poco. E non è nemmeno un giuramento reciproco fatto sotto l’occhio benevolo di una qualsivoglia Entità Divina. No, il matrimonio è ben altro.

Il matrimonio è pensare in due, vivere in due, essere in due. Ecco il punto fondamentale e imprescindibile di un matrimonio: il numero due. Un numero due che mai meglio di adesso è la somma di uno più uno. E’ un due indivisibile. E tutta la sua forza, tutta la sua essenza, tutto il suo potere sta nel segno “più” che unisce gli uno. E’ tutto lì. Il segno “più”. Quel segno “più” che graficamente rappresentiamo come una croce, e non a caso. Perché quando si decide di sommarsi a qualcuno, ci si arricchisce, ci si guadagna, si aumenta e ingrandisce la propria persona e la propria personalità, ma il tutto avviene sempre con qualche sofferenza, qualche dispiacere, qualche croce, appunto.
Però è bellissimo. Quando i due uno si sommano, così aguzzi, stretti e lunghi come sono, in piedi in bilico sull’unico pixel che fa loro da base, diventano due, bello, pieno e rotondo in cima e ben piantato sulla sua larga stanghetta alla base. Quant’è bello il due. Quant’è solido.
Ecco, questo è l’unico augurio che mi sento di fare ad Anna e Nicola: siate due, sempre. Belli rotondi e pieni in cima e saldamente poggiati alla base. Finché sarete due, niente potrà colpirvi.

A questo punto ho finito.
Adesso a voi la parola, la vita, l’avvenire, tutto il futuro che abbiamo davanti.
Mi raccomando, fate i bravi. E per l’impegno materiale e spirituale che mi avete fatto volontariamente assumere per il vostro matrimonio, quando un giorno avrete dei figli, se dovesse arrivare una femminuccia, il minimo che posso aspettarmi da voi è che la chiamiate Lucy.
Voi chiamatela Lucy che poi, per lo “psychiatric help”, la istruisco io.

20/10/14

Cose che ti risollevano la giornata

Scoprire che qualcuno ha comprato il tuo libro proprio nel giorno del tuo compleanno, e lasciarti coccolare dall'idea che non sia stata una coincidenza ^_^

19/10/14

In questo uichènd

Ho iniziato con le pulizie generali di tutta la casa, la strada, il quartiere, l'intero universo... Ho continuato con un addio al nubilato chiassosissimo e divertente... Ho proseguito con una mattinata culturale, ascoltando Daniel Pennac che parlava di scuola, di cultura e di educazione alla cultura... Sono andata avanti con l'incontro del circolo letterario... Concludo mettendomi il pigiama.

Beddamatri, quando arriva il lunedì?

17/10/14

Tuttavia

Tuttavia ci sono giornate che prendono così. Basta un niente, una sciocchezza qualsiasi, ad esempio la fodera di un vecchio portadocumenti in plastica che fa capolino dal caos sulla scrivania, che lo apri e ci trovi dentro una vecchia tessera del cral del 2011 e d'improvviso...
...d'improvviso crolli, e gli occhi ti si riempiono di lacrime e non riesci a trattenerti. E allora piangi. E ti sfoghi, o almeno è ciò che credi, e non capisci perché piangi, non capisci per CHE COSA piangi. Se è perché nel 2011 eravate ancora una famiglia in assetto standard, se è perché non riesci a immaginare che sia possibile che sia successo veramente, se è perché ti sembra impossibile pensare a come era prima, perché ti sembra un sogno e non sai, non capisci, se ciò che ti sembra un sogno è la vita attuale oppure quella che è da poco finita. Sembra incredibile che solo fino a qualche mese fa le cose erano diverse - meglio o peggio non è facile dirlo: diverse - e ti sembra ancora più incredibile pensare che tutto ciò che è successo, sia accaduto per davvero, ma contemporaneamente pensi che ti viene ancora più difficile pensare di tornare indietro, rimangiare le scelte, le decisioni.
Però c'è questa casa che non fa che ricordarti ciò che è stato, prima durante e dopo, e ne hai tempo a sbatterti a destra e sinistra, a cambiare la disposizione dei mobili, sostituire le foto nelle cornici, aggiungere, togliere, modificare... perché poi basta un niente, basta un'insulsa tessera del cral del 2011 e ti ritrovi di nuovo nell'abisso, nell'inferno, nella disperazione più nera.
E pensi che tutto questo non lo meritavi.
Tuttavia.
Tuttavia è successo.
E l'unica cosa che puoi fare è asciugarti le lacrime e convincerti che va tutto bene.

16/10/14

1952

Lo so, avevo detto che avrei avvisato al numero 1950, ma mi è scappato.
Comunque, per voi saperlo, questo è il post numero 1952.
Ricordatevi il concorsone "Psychiatrichelpìzzati e vinci" al post 1978!

15/10/14

Fiera

Fiera di me, camminando a testa alta, col mio solito passo spedito.
Fiera di me, sulla strada verso casa, per aver vinto.
Fiera di me, in un cielo azzurro e luminoso, per aver affrontato il muro e averlo distrutto, quasi come se fossi stata alla guida di un carro armato, diritta verso l'obiettivo, precisa, inesorabile e inarrestabile. L'effetto sorpresa, il coraggio e la voglia di colpire, di affrontare, di dimostrare. L'irrefrenabile desiderio di umiliare.

Io ho vinto. Sono fiera di me.
Lui sta ancora a guardare le macerie intorno a sé, chiedendosi che ne è stato del suo bel muro. Sono fiera di me.

14/10/14

Sono tornata da Londra

Tra qualche giorno pubblicherò il mio "Mastodontico post su Londra", ma, per il momento, vi basti sapere che sono tornata.

11/10/14

36 e 7

Se tutto è andato bene, in questo momento sono in Inghilterra, in viaggio verso Glastonbury. Avevo detto che non avrei scritto nulla da lì, e infatti è così.

Però oggi io compio 36 anni, e questo blog ne compie 7; dunque un post (anche se programmato) ci stava.

Auguri a noi.

09/10/14

Fly to London

Innanzi tutto vi avviso che questo è un post programmato.
In questo preciso istante dovrebbe aver appena staccato le ruote da terra l'aereo che mi porterà a Londra.

Se avete buona memoria dovreste riconoscere la data odierna.
Sì. Oggi *sarebbe stato* il mio anniversario di nozze. Oggi *avremmo festeggiato* i nostri 10 anni di matrimonio, che probabilmente in questa vita non mi sarà mai dato di festeggiare.

Per evitare di tagliarmi le vene, me ne vado a Londra con un'amica, per qualche giorno. Ce ne andremo agli studios Warner, a vedere i set di Harry Potter, e poi una mega sfacchinata verso Glastonbury, alla ricerca di Avalon tra le sue leggendarie nebbie, dove spero vivamente che la Dea mi illumini.

Torneremo a Palermo lunedì, ma dubito seriamente che scriverò qualcosa qui prima di allora. Non ho molta voglia di stare dietro al wi-fi. Anzi coglierò l'occasione proprio per staccare da tutto e quasi tutti.

Fate i bravi mentre non ci sono! Io ho promesso ad un'amica che, invece, farò la monella, la monellissima, la monellerrima!!! ;-)

08/10/14

Pig Pen

Pig Pen è un personaggio minore dei peanuts, ma famoso e riconoscibile da chi abbia visto almeno uno dei cartoni animati, perché vi compare molto più spesso che nelle strisce.
Pig Pen, per intenderci, è il bambino polveroso e impolverato, quello che si porta addosso "secoli di storia" e che è capace di sollevare una nuvola di polvere anche in mezzo alla neve.

Di Pig Pen cito spesso una frase, che lui dice nel cartone "È Natale, Charlie Brown", che è una piccola perla di saggezza, sarcasmo e percezione deviata del sé.
" ...ti sbagli, io sono molto signorile invece, sono un concentrato di signorilità".

Ecco, oggi una certa persona mi ha dato prova di essere l'incarnazione di Pig Pen: un concentrato di signorilità avvolto da una nuvola di polvere e terra.

Ma vaffancuBo.

07/10/14

Cedere

La mia parola del giorno è stata "cedere".
A sentire il mio psicoterapeuta, dovrebbe diventare la mia parola della vita.

Cedere nei riguardi degli altri.
Cedere nei riguardi di me stessa.
Riconoscere le debolezze, ammetterle, contemplarne l'esistenza, e cedere.

Più che cedere, oggi sono proprio franata. Di dentro. Il mio blocco di cemento armato ha iniziato a sgretolarsi lungo le crepe causate dal verbo "cedere".
La seduta di psicoterapia più faticosa mai avuta finora.

Adesso vado. Voglio provare a cedere un'altra volta. Vado a fare una telefonata. Se riesce bene, aggiorno il post. Se non aggiorno il post significa che il muro contro cui ho deciso di scontrarmi, è ancora più solido e forte di me.

06/10/14

Otto mesi

Da otto mesi sono sola, anche se, tra figlie, amiche, amici, parenti e qualche corteggiatore, non sono mai stata sola.
Mi ci sono sentita, questo sì, ma non lo sono mai stata.

Come va?
Boh? Va.
L'importante è che vada, in un modo o nell'altro.

Sembrerebbe che, in qualche modo, siamo riuscite a trovare un certo equilibrio in casa e fuori. Ci siamo abituate alla nuova routine, all'assenza fisica, al diverso assetto concreto e finanziario.
Angelica è quella che risente ancora dolorosamente della mancanza del padre in casa, e quando lo vede gli si appiccica addosso peggio di una cozza, e a vederla mi sanguina il cuore. Perché non è giusto. Non è giusto che una bambina così piccola debba vivere questo dolore che non è neppure in grado di capire. Ancora dopo otto mesi mi domanda perché ci siamo lasciati, suo padre ed io, e chi l'ha deciso. Non capisce, non sa e non potrebbe comprendere quanto sia stata dolorosa e altrettanto inevitabile la scelta. Quanto io abbia dovuto difendere con le unghie la mia dignità di donna e moglie. E quanto io stia male a vederla, a sentirla, a rispondere a quelle sue domande in modo sereno ed equilibrato, mentendole anche un po'.
Prima o poi lo saprà, e spero che a quel punto capirà la mia decisione.
Vivo di questa speranza.

Per il resto, a parte il magone costante nei confronti delle bambine, io sto bene, sto meglio. Mi sento ottimista. Mi manca solo un vero lavoro retribuito, per il resto, poi, non mi lamento.
Infine ci starebbe bene anche un flirt, a questo punto della storia, ma già a inizio estate ne stava cominciando uno che è subitaneamente finito (per mia fortuna oserei aggiungere) e non sono sicura di esserne davvero pronta.
Che poi non è il sesso in sé. Quello, se volessi veramente, probabilmente potrei anche procurarmelo con relativa facilità.
È l'uomo accanto. È una carezza. È qualcuno che ti aiuta a spostare i mobili pesanti o aprire i barattoli. È qualcuno contro cui accucciarti quando, in un letto matrimoniale incredibilmente grande e disperatamente vuoto, senti freddo nelle prime notti d'autunno.
Ecco, è questo che mi manca davvero.

Però sto bene.

05/10/14

Di nuovo 68

Finalmente ho riperso, in 5 settimane, i due chili che avevo ripreso durante l'estate di bagordi.
Il difficile sarà, adesso, passare indenne attraverso l'autunno-inverno fatto di castagne, cioccolata calda e uno sconsiderato numero di torte di compleanno.

04/10/14

Io cucio

Mi son trovata un impegno. Non un lavoro: un impegno. Per essere un lavoro dovrebbe essere retribuito, e non lo è, non regolarmente, non adesso, non in modo significativo. Non.
Vado a cucire per conto di una designer tessile, che crea borse e accessori in stoffa, per l'abbigliamento e per la casa.
Questo so fare: cucire. E lo faccio. E lo faccio bene, e con passione, e con gioia.
Se solo mi pagassero, sarebbe davvero un sogno che si realizza.

(La designer lavora in "conto vendita" in alcuni negozi, per cui se, alla fine di ogni stagione, tolte le spese dall'eventuale ricavo delle vendite, le resta qualcosa, mi da una percentuale che nemmeno so quant'è. Per cui, se tutto va bene, i primi soldi potrei vederli verso aprile 2015. Coraggio. La vita è troppo breve per sprecarla disperandosi)

03/10/14

Gratificazione e gratitudine

Non so di quale delle due si sia trattato, mai ha fatto molto piacere sapere che una certa persona si è accorta di una certa gentilezza da parte mia nei riguardi di un'altra persona a lei cara, e che lo abbia riferito ad un'amica comune.
Meglio sarebbe stato se me l'avesse detto direttamente, ma si sa, non tutti gli adulti lo sono davvero.

02/10/14

Tuoni e grilli

La cosa bella, di dove vivo, è che nel primo autunno può scoppiare un temporale con lampi, tuoni, fulmini e saette, e piovere tonnellate e tonnellate d'acqua, ma poi, dopo un'oretta scarsa, tutto si placa e, poco a poco, si sentono i grilli tornare alla loro vita notturna.

01/10/14

Il dolore

Il dolore fisico non sempre è solo il sintomo di qualcosa di negativo. Talvolta è il segno di qualcosa che si sta producendo, costruendo, creando.
Il dolore del parto, ad esempio. Produce marmocchi.
O il dolore della ceretta. Produce pelle liscia.
O il dolore di quando vai a sbattere il mignolino del piede contro lo spigolo della sedia. Produce parolacce.

Poi c'è un altro dolore produttivo, ma vi svelerò qual è solo tra qualche giorno.
E se volete tirare a indovinare, accomodatevi ai commenti. 'Nsi vince niente però, sappiatelo! :-)

30/09/14

Incidente live

Fa una certa impressione assistere ad un incidente live.
Ancora di più se il suddetto accade non mentre tu stai lì a guardare, ma mentre stai al telefono con la persona che sta per essere investita.

Cominci col rispondere alla telefonata, giusto il tempo dei saluti, e poi senti i santioni del tuo interlocutore, mentre urla all'indirizzo di qualcun altro. Provi a capire cosa dice ma sai, senti, che in quel momento la sua attenzione è rivolta altrove, ed è inutile che fai domande. Allora ti fermi, cerchi di fargli sentire che sei ancora lì, al telefono, collegata all'auricolare del suo casco da motociclista e, fortunatamente, riesci a farti dire dove si trova. Lo raggiungi in gran fretta, sbattendotene altamente di quello che stavi per fare, e ti precipiti per sincerarti che non sia successo niente di grave, tanto spavento, un mezzo graffio, qualche pezzo di plastica rotta. E fortunatamente è così.
E finisci col seguire in macchina l'ambulanza. E non avresti mai immaginato che la prima volta che l'avresti fatto sarebbe stato perché lì dentro c'era Gandalf, il *tuo* Gandalf.

(Non s'è fatto niente, ma a me durante quei pochi minuti di telefonata, saranno venuti almeno altri 14 nuovi capelli bianchi. L'assicurazione copre anche il parrucchiere?)

29/09/14

Dopo 10 giorni

No, non sono affogata nelle acque nere di casa mia. E' che in questi ultimi 10 giorni sono accadute diverse cose che, chi più chi meno, mi hanno tenuta lontana da questo blog.

  • L'intervento sinergico di due idraulici improvvisati che mi hanno risolto in mezz'ora il problema dello scarico.
  • Il computer desktop che, dopo un'onorata carriera durata ben 8 anni, ha deciso di esalare l'ultimo bit.
  • La seduta di psicoterapia che mi ha lasciato particolarmente provata.
  • L'inizio della scuola che mi ha, da un lato, liberata, dall'altra incatenata in una frenetica routine fatta di sali e scendi da casa per accompagnare e riprendere le due pargole che hanno avuto orari di uscita differenti.
  • L'espletamento di improcrastinabili formalità estetiche tipo la pulizia del viso e la ceretta total-but-very-total-body prima dell'evento dell'anno.
  • Arginare e contenere la frenesia, l'ansia, la depressione, l'isteria della mia famiglia in vista dell'evento dell'anno.
  • Preparazione dei bagagli per l'evento dell'anno con tanto di selezione tra ciò che poteva essere trasportato nella stiva dell'aereo una settimana prima dai miei genitori e ciò che dovevo trasportare io in cabina qualche giorno dopo.
  • Coordinare il ritorno in terra sicula di mio fratello P, espatriato per l'erasmus, facendo coincidere con precisione il suo arrivo con la mia partenza con tanto di consegna del mezzo di trasporto.
  • Preparazione degli ultimi bagagli, del pranzo a sacco per noi in aeroporto e per mio fratello a casa sua.
  • Partire per Torino, sempre lei, sempre bella, sempre accogliente, teatro dell'evento dell'anno.
  • Arginare e contenere l'isteria generale di tutta la famiglia allargata e acquisita conto terzi, in vista dell'evento dell'anno.
  • Scassare la min#ia a chicchessia, ammorbando gli astanti con le mie infinite e ossessive prove di recitazione del testo che, tanto gentilmente, i protagonisti hanno deciso di farmi leggere durante l'evento dell'anno.
  • L'evento dell'anno. Il matrimonio di mio fratello T e mia cognata V, svoltosi in una tiepida, soleggiata, allegra e stupenda giornata, nella magnifica location del castello di Nichelino.
Poi, che domenica sera l'aereo di ritorno abbia portato appena 4 ore di ritardo, e che siamo tornati a casa allo stremo delle forze pressappoco alle 3.30 del lunedì, è tutta un'altra storia.

19/09/14

Cose che non vorresti mai vedere #28

L'acqua che fuoriesce a fontana dallo scarico del piatto doccia, 5 secondi dopo che hai tirato lo sciacquone del water.

18/09/14

La pretesa di estremismo

Scusate, ma devo sfogarmi.
Non lo sopporto.
Non sopporto la gente che, quando mi dichiaro vegetariana, si sente in diritto di denigrare la mia scelta pretendendo da me un estremismo immotivato.


Quelli che ti dicono: "Ah, certo, tu non mangi animali morti... ma il pane lo mangi? La pizza? E non ci pensi ai lieviti? Non ti fanno pena? Non sono animali morti, quelli?" e credono anche di essere divertenti.

No, i lieviti non mi fanno pena.
Neppure i fermenti lattici, volendo anticipare la tua prossima domanda. Ma non mi fanno pena neanche gli insettacci che uccido in casa mia (zanzare, formiche, scarafaggi, ragni, scorpioni...). Non è che per forza bisogna essere o bianchi o neri. Come ci insegnava quella ninfomane letteraria, esistono tante ma proprio tante sfumature di grigio. E allora è anche vero che ho letto di persone che non uccidono neppure gli insetti che si ritrovano in casa, ma li allontanano gentilmente (c'era uno che raccontava di usare un piattino con gli avanzi di cibo ad uso e consumo delle formiche, e se se le ritrovava in dispensa creava loro un percorso verso il piattino con alcuni granelli di zucchero), ma non significa che TUTTI dobbiamo fare così.
Sarebbe come se io pretendessi un analogo estremismo da parte dei carnivori: "Ah, la mucca te la mangi, e allora perché il cane no? Non è sempre carne? Non è sempre animale?" ecc.

Non lo sopporto.

Ho detto.

17/09/14

Arance rosso sangue

di John Hawkes.

Bleah.
Dovevo leggerlo nell'ambito di quella specie di circolo letterario di cui ho parlato qualche tempo fa, ma non sono riuscita a terminarlo.
Bleah.
Una lentezza autocompiaciuta, e una trama talmente inconsistente, da farmelo mollare a circa 1/3.
Sembra scritto da D'Annunzio. Una ricerca tale dell'immagine, dell'estetica, della costruzione... che mi aspettavo da un momento all'altro "...che ci intrica i malleoli, o Ermione".
L'ho già detto "Bleah"?

16/09/14

Io e la coppetta

AVVERTENZE: questo è un post di argomento delicato e specificatamente femminile. I deboli di stomaco passino avanti.
E non dite che non v'avevo avvertito.

Come avrete intuito, si parla di coppetta mestruale.
Sono al quarto giorno del primo ciclo di prova e, devo ammettere, mai mestruazioni mi sono sembrate più lunghe e impegnative.

Al primo giorno, solitamente ho poco più che spotting, o comunque flusso minimo. Il primo incontro con la coppetta è stato entusiastico: facile da inserire e ancora più facile da togliere. Sinceramente credevo che l'aspetto più difficile da vincere fosse lo schifo, ma in realtà già dopo il secondo svuotamento il senso di schifo non c'era più. La coppetta è stata comodissima, non l'ho sentita per niente, ha retto benissimo anche per la prima notte. Eccellente!
Al secondo giorno, le cose cambiano. Solitamente durante il secondo giorno io ho un flusso tipo emorragia, roba da farmi temere di morire dissanguata. E lì la coppetta non ce l'ha fatta. Perdite considerevoli anche a sole due ore dal precedente cambio.
Ho cercato informazioni in rete, consultato amiche, e alla fine ho capito una cosa fondamentale: dentro il mio corpo la coppetta non si apre bene, non si apre del tutto, con l'effetto di ridurne la capacità (se resta schiacciata c'è meno spazio all'interno, dunque si riempie prima). Bel problema.
Credevo fosse una questione di taglia: ho preso una L (la più piccola delle misure consigliate a chi ha già avuto parti naturali) e temevo fosse troppo grande.
Ho anche provato le diverse maniere di chiuderla per inserirla: mi era stata caldamente consigliata la piegatura "a C", ma evidentemente non andava bene; poi ho provato quella "a S" che mi dava l'illusione di aiutare il movimento di apertura dell'imboccatura della coppetta, ma non sono sicura che fosse realmente efficace, a parte che "a S" la coppetta diventa una cosa enormissima da inserire... L'ultima prova che ho fatto è stata quella con la piegatura "a tulipano" e forse, ma dico forse, si è aperta meglio. Dal terzo giorno si sono ridotte notevolmente le perdite, nonostante io abbia continuato a trovare la coppetta sporca anche all'esterno, ma è anche verso che, generalmente, dal terzo giorno in poi mi si riduce drasticamente anche il flusso.
In tutto questo, comunque, ho considerato che forse il vero problema di base è la morbidezza del materiale. Temendo che mi desse fastidio, io ho scelto il modello "soft" (che comunque tra le mani è infinitamente meno morbido di quanto mi aspettassi) e probabilmente ho dei muscoletti niente male, belli tonici nonostante i due parti, che non si lasciano "forzare" facilmente dai corpi estranei. Non da quelli particolarmente morbidi, per lo meno...
E questo per quanto riguarda la "tenuta" della coppetta.

Andiamo adesso al metterla e toglierla.
La parte più complicata è inserirla. A toglierla non ci vuole niente. L'aspetto più fastidioso è quello di dover stare lì a ravanare con le dita (due, tre... l'intera mano all'occorrenza) per sincerarsi che, da inserita, si sia aperta (non è vero che ci ho messo dentro l'intera mano!).
Per dirla brevemente: da quelle parti non c'è mai stato un tale traffico di dita nemmeno quando ho partorito! 8-|

Insomma, la coppetta mestruale è cosa buona e giusta, ma evidentemente bisogna procedere per tentativi prima di trovare il modello ottimale. Io ho deciso che do una seconda possibilità a questa Soft taglia L col prossimo ciclo, dopo di che me ne compro un'altra più rigida e vediamo come va.

Ovviamente sono bene accetti commenti, consigli e suggerimenti da chi ha avuto il coraggio di arrivare a leggere questo post fino in fondo.

14/09/14

Evangelion

Non sono mai stata un'appassionata di cartoni animati "di nicchia". Appassionata di cartoni, sì, ma di quelli nazionalpopolari, trasmessi da Bim bum bam e simili.

Già i "Cavalieri dello zodiaco" o "Ranma" mi facevano sentire un po' sofisticata rispetto ai miei coetanei, ma non ho mai avuto veri motivi per approfondire la conoscenza dei manga giapponesi.

Fino a quando mio fratello non mi ha detto "Sai, insieme al mio amico Nerd abbiamo visto tutta la serie di Evangelion, è un anime che secondo me ti piacerà". 


Dunque, supportata dalla guida dell'amico Nerd, anche io ho visto tutta la serie di questo anime del quale non avevo mai sentito parlare, più i due lungometraggi col finale alternativo. Che dire? M'è proprio piaciuto.
Credo che in tv ci propinino cartoni animati che sono, sì, magnifici (alcuni sono entrati di diritto nella categoria "grandi classici") ma che non siano rappresentativi appieno di quella che è una grandissima e validissima parte della cultura giapponese.

Considerando, poi, che si parla di Lilith in un modo diverso ma simile a quello in cui ne parlo io in "Buongiorno Luna", lo ha fatto automaticamente entrare nella classifica dei miei "cartoni animati della vita"! :-D

13/09/14

"Disappearing nine-red"

Non è una coperta, è LA coperta.
Non è un quilt, è IL quilt.


"Disappearing nine-patch" è il nome del modulo patchwork che costituisce la parte centrale del quilt. Trattandosi di esattamente 9 diversi tessuti in tono del rosso, ho deciso di sfruttarne il nome per dargli il titolo.
E' la coperta dono di nozze per mio fratello e mia cognata.

Per fortuna che l'altro, di fratello, si sposerà tra almeno una decina d'anni!

04/09/14

La mia azione illuminante di oggi

Oggi ho pranzato in un noto ristorante di Porticello, una località di mare vicino casa mia.
Ci sediamo, arriva il tizio, presenta brevemente i due diversi tipi di menu di pesce e io gli comunico (per quanto gliel'avevamo già detto ieri, quando abbiamo prenotato) che io sono vegetariana. Lui mi guarda come se si meravigliasse delle mie sembranze umane. Colorito tutto sommato normale, anche un po' abbronzata, due occhi, un naso, una bocca... insomma, un essere umano come tutti gli altri.
Dopo aver preso le ordinazioni degli altri commensali, mi guarda interrogativo. Io gli dico ammiccando (sono incorreggibile, lo ammetto, ci scherzo sempre su io per prima): "E a me cosa propone?".
Lui mi risponde imbarazzatissimo, quasi a mezza voce: "Che mangiano i vegetariani?", ma dopo un brevissimo attimo di silenzio, durante il quale, evidentemente, stava scorrendo in testa tutti gli ultimi 15 anni di carriera gastronomica, gli viene il colpo di genio: "Le posso portare delle verdure grigliate! O un'insalata...?".
Ma è mai possibile che ancora oggi la gente pensi che i vegetariani mangino solo insalata e verdure grigliate?!
Sfodero il mio più affascinante sorriso (per far vedere che la mia normalità si può riscontrare anche nella dentatura: identica a quella di tutti gli altri esseri umani) e gli propongo: "Che ne dice di un paio di bruschette per antipasto e bel piatto di pasta alla Norma?".
Lui mi ha guardato con un lampo di illuminazione spirituale negli occhi, come se pensasse "Cavolo! Questo è facile. Sono cose normali, le sappiamo cucinare benissimo", ha preso nota ed è andato in cucina.
Dunque, se mai un giorno vi trovaste a passare da Porticello e decideste di pranzare insieme ad altri commensali onnivori, e se dichiarandovi vegetariani vi propongono le bruschette e la pasta alla Norma invece delle solite verdure grigliate, sappiate che è merito mio! ;-)

02/09/14

Il trauma del rientro

Vento.
Freddo.
Pioggia.
Polvere.
Frigo vuoto.
Le mie figlie che litigano.
Due chili in più.

Noncelapossofare.

29/08/14

Il gentiluomo

Mi ha portato a cena al ristorante vegano, mi ha aperto la portiera dell'auto, mi ha offerto l'appoggio del suo braccio quando ho avuto un lieve vacillamento sui tacchi 12, mi ha portato in giro come fossi una gran dama, mi ascoltato senza annoiarsi e si è un po' raccontato.
Mi ha fatto trascorrere una serata bellissima, serena, divertente, dandomi attenzioni che raramente avevo ricevuto prima d'ora e facendomi sentire una principessa.
Lui si era definito "Perfido", ma in realtà è un gentiluomo.

28/08/14

Essere all'altezza

Se hai un appuntamento con una persona molto più alta di te, e le volte precedenti in cui vi siete visti sei dovuta stare in punta di piedi o salire su uno scalino anche solo per un abbraccio e un saluto, è tempo di farsi trovare preparate, e dimostrare di essere, in tutti i sensi, all'altezza.

27/08/14

Ho scoperto

Ho scoperto che la città di Torino è orientata in modo perpendicolare a come immaginavo io.
Ho scoperto che riesco ad andare e tornare dal mercato senza perdermi.
Ho scoperto che certi tipi di frutta e verdura costano meno che da don Pinuzzo, il mio fruttivendolo.
Ho scoperto che i filoni di pane, qui, si chiamano bastoni.
Ho scoperto una bancarella di scampoli di tessuti elasticizzati che sarà la mia rovina.
Ho scoperto che, dopo una giornata di pieno novembre, ci si può svegliare ritrovandosi nel bel mezzo di un tiepido ottobre, anche se è ancora agosto e le mie figlie, da casa, mi mandano foto che le ritraggono in mutande mentre io, ieri, indossavo confortata le maniche lunghe e il giubbino jeans.
Ho scoperto che questa città mi piace.

26/08/14

Vita piena e ricca di eventi (e di lavoro)

Giovedì 21: concerto ad Alcamo del gruppo di mio fratello.
Venerdì 22: gita a Favignana
Sabato 23: preparazione bagagli
Domenica 24: imbarco sulla nave Palermo-Genova
Lunedì 25: arrivo a Genova e trasferimento a Torino
Non è che ho snobbato questo blog, negli ultimi giorni. È che avevo di meglio da fare.
(Come avrò di meglio da fare, ad esempio, nei prossimi giorni dove, chiusa a chiave nel soggiorno di casa di mio fratello, dovrò riuscire a confezionare, impacchettare e cucire a mano 120 sacchetti di confetti e 120 bomboniere per il suo imminente matrimonio. Gasp!)

21/08/14

Il modo migliore

Non c'è modo migliore per concludere una serata di struscio, chiacchiere, bevute, cibo cinese, bevute, passeggiate notturne sui tacchi 13, risate, bevute e spensieratezza goliadica, che dire alle altre due compagne di serata: "Aspettate, prima di ritornare è meglio rimboccare l'acqua nel radiatore, che sta ventola che si accende continuamente non mi piace".
E allora tu, con il tuo rossetto rosso fuoco, il tuo top aderente e i tuoi tacchi 13, apri il cofano della tua panda "vintage" con in mano la bottiglia da 2 litri che ti porti dietro, individui il radiatore, il serbatoio dell'acqua, sviti il tappo e via, glo glo glo glo...

Perché le vere donne sanno che le mani sporche di grasso di automobile si abbinano perfettamente al look da strafiga.

19/08/14

La fine a ca##o

"Ciao Lucy, senti io l'ho finito il tuo libro, poi ne parliamo meglio, però senti, finisce proprio a ca##o, cioè sta cosa, l'email, Lù, è ridicola ,stona proprio, non lascia spazio all'immaginazione del seguito. Non è che proprio faccia pensare che sia conclusa lì la storia, perché si capisce che ci sarà un terzo libro, ma non invita a fantasticare. Sì, lo so che soprattutto negli ultimi capitoli tu hai lasciato tante piccole questioni sospese, piccoli accenni eccetera, però no, non va, sta fine non va, è proprio un modo a ca##o di finire un libro".
E chi l'avrebbe immaginato che Gandalf sarebbe stato un lettore critico più drastico del Perfido?

16/08/14

Giochiamo...?

"Mati, giochiamo a Matilde e Angelica?"

Ai miei tempi si giocava ad essere "altri". Principesse, dive dello spettacolo, esploratrici, donne adulte...
Mah...

14/08/14

Il dott. Mercurio

Chiamiamolo dott. Mercurio. E' il mio psicoterapeuta, e Mercurio è uno dei suoi nomi, o cognomi: sono così strani e insoliti che si fa fatica a capire con quale coraggio i suoi genitori lo abbiano chiamato così.

E' un uomo di 50-55 anni, calmo, pacato. Indossa degli occhialetti rettangolari che gli conferiscono un'aria da medico di base più che da strizzacervelli. Ha un curioso modo di arricciare il naso mentre scrive, al punto che all'inizio pensavo che fosse disgustato da quel che gli raccontavo.

Ho già fatto con lui anche la seconda seduta, a soli 3 giorni dalla prima, perché la prossima sarà a settembre.
E alla fine, come sempre, la colpa di tutto è di mia madre.

11/08/14

Un melone ti salverà (e garantirà la continuità della tua specie)

"Mamma, il melone tocca a me per prima"
"Non è vero, tocca a me!"
"No, a me!"
"No, a me!"

Ordinaria quotidianità.

"Va bene, facciamo così, vi preparo due fette contemporaneamente, così le avrete insieme, va bene?"
"No, prima devo averla io, perché io sono nata prima!"
"Certo, Matilde, tu sei nata prima, ma non è una buona ragione..."
"Invece devo averla prima io, perché.... perché..."
"Sentiamo, Angelica, quale sarebbe la tua buona ragione?"
"Perché... perché senza di me i miei figli non possono nascere!"


Ordinaria quotidianità. Straordinaria capacità di cadere sempre in piedi.

10/08/14

La dieta della solitaria

Dal pranzo del sabato al pranzo della domenica (compresi), io sono sola. Sola e responsabile della mia irresponsabile dieta.
Lo confesso: quando non devo dare l'esempio alle mie figlie, il mio pasto-tipo è composto da schifezze, non tanto per la qualità di cibo-spazzatura (anche perché in casa non ne teniamo proprio), quanto per gli accostamenti inopportuni.

Per dire: ieri ho pranzato con gli avanzi di patate bollite, una manciata di arachidi salate, una decina di pomodorini nudi e crudi, due fette di melone bianco, un caffè doppio, due tazze di infuso di zenzero menta e chiodi di garofano e un bicchiere di succo d'ace corretto con due dita di vermouth.
A cena un pacco di crackers, due fette biscottate con la marmellata di mirtilli, una manciata di pistacchi tostati, una fetta di torta al cioccolato e una birra.
Il pranzo di oggi non lo so, ma c'è un peperone in frigo che si domanda quando sia ora di andarsene con le sue gambe e delle uova che stanno per diventare pulcini.

E poi da stasera, roba sana e salutare come sempre.

09/08/14

Tu vivi al mare

Da anni, da quando bazzico internet e intrattengo rapporti cordiali con amici d'oltrestretto, ogni volta che dico "Vado al mare" mi sento rispondere "Ma tu ci vivi al mare".

Credo sia giunta l'ora di chiarire questa cosa.
No. Io non ci vivo al mare. Il mare più vicino a casa mia è ad almeno 5 km a volo d'uccello, e comunque è un mare dove non mi bagnerei nemmeno il mignolo del piede.
"Dovresti vedere l'adriatico, allora!", mi ha risposto una volta un'amica, "E considera che per bagnarmici il mignolo del piede io devo farmi 120 km!".
Va bene. Se io mi faccio 50 km sono a Cefalù. Se io mi faccio 90 km sono a San Vito lo Capo. Se me ne faccio 170 sono a Gioiosa Marea. Lipari è a un tiro di aliscafo. Va bene. Mare di qualità ben superiore.
Ma io NON VIVO AL MARE.

Secoli fa, quando internet era solo per pochi eletti eppure avevamo tutti un senso di protezione della nostra privacy e della nostra identità che adesso sembrerebbe da paranoici, avevo due mie fotografie digitalizzate tramite lo scanner, che diffondevo agli amici virtuali solo dopo almeno una decina di email di carteggio.
Una delle due mi ritraeva seduta su un muretto ai piedi di un albero, in camicia e giacca sui jeans, come si usava negli anni '90.
Quando la mandai ad un ragazzetto di un paesino sperduto della toscana, lui mi disse: "Sai, devo confessarti una cosa: la tua foto mi ha meravigliato. Ogni volta che ho provato ad immaginarti, ti ho sempre visualizzato con lo sfondo di una spiaggia, col mare e i gabbiani in lontananza. So che è sciocco, ma ti immaginavo come se indossassi sempre e solo il costume da bagno".

Ecco.

No.
IO NON VIVO AL MARE.

(Però, in fondo, lo capisco. Quando io penso ai miei amici del nord, da ottobre ad aprile, io penso che vivano sommersi dalla neve. Persino mio fratello, che sta a Torino, io me lo immagino sempre imbacuccato come se dovesse scalare l'everest ogni volta che esce per andare al lavoro.)


07/08/14

Finalmente!

Finalmente, dopo 2 fax e 4 spedizioni, ho avuto la conferma di aver attivato gli addebbiti automatici per l'energia elettrica e il telefono sul conto corrente. In fondo, avevo iniziato a richiederli solo verso il 3 o il 4 di marzo...!

'na fatica!

06/08/14

6 mesi

Mezzo anno.
Accidenti come passa il tempo.


05/08/14

La chiamata

"Pronto?"
"È la signora Lucy Van Pelt?"
"Sono io, sì"
"La chiamo dal centro di salute mentale della Cittadina Dove Lei Abita. Lei aveva richiesto il servizio di sostegno psicologico..."
"Sì, certo. Ho anche già fatto il colloquio preliminare con lo psichiatra qualche settimana fa"
"Io la chiamo per darle il primo appuntamento con lo psicologo che la seguirà nelle prossime settimane. Le va bene il prossimo lunedì alle 9?"
"Mi va benissimo, grazie".

...il più delle volte è una richiesta. Recita il sottotitolo di questo blog. Per fortuna, ogni tanto, anche le mie richieste vengono esaudite.

04/08/14

Saranno anche principesse tutte glitterate...

...ma quando dici loro "Ragazze, impugnate chiavi inglesi e brugole,che c'è da montare un dondolo", diventano due eccellenti bracci destri che sgomitano per chi deve stringere i bulloni, per chi deve decifrare le istruzioni e si lasciano andare anche a qualche espressione poco signorile.

03/08/14

Scarpe nuove

Stamattina, al mio risveglio, non sono riuscita a credere di essermi lasciata convincere dalle mie amiche a comprare e indossare in modo estemporaneo, ieri sera, queste scarpe.
E non ero nemmeno ancora ubriaca.

02/08/14

12 anni mancati

Consentitemi un post serio e piagnucoloso, ogni tanto.

Oggi sarebbero stati 12 anni che stavamo insieme.
E...

No. Non ce la faccio.
Mi ero già intessuta nella mente tutto un post nostalgico e narrativo, dove magari avrei raccontato dettagli del passato e alla fine avrei anche pianto un po' nello scriverlo, ma non ci riesco. Me lo sono tutto costruito e scritto in mente, ma qui, adesso, con la tastiera, non ce la faccio.

Stasera la passerò con un paio di amiche. Credo che lascerò annegare nell'alcool tutta la giornata di oggi, con il suo carico emotivo di pensieri e ricordi. Tanto usciamo a piedi.

01/08/14

Cose che non vorresti mai vedere #27

Una ragazza di 16-17 anni che, nel bagno del lido che frequenti (lido *balneare* = mare, sabbia, sole, schizzi d'acqua, farsi una nuotata), impiega almeno 12 minuti a rifarsi il trucco, con tanto di correttore, fondotinta, eye liner, rimmel, rossetto.

31/07/14

Sottile piacere

Non avrei mai potuto immaginare quanto fosse perversamente godurioso bloccare qualcuno su facebook.
"Vuoi bloccare l'utente selezionato? Se clicchi si, l'utente non potrà più leggere i tuoi post pubblici nè i tuoi commenti, non potrà più inviarti messaggi o taggarti nelle foto. Confermi?"
Clic.

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhh! Che senso di leggerezza!

30/07/14

Per dieci minuti

E' l'ultimo romanzo della Gambarale.
Che dire? L'ho comprato in ebook perché costava molto meno che in versione cartacea e, visto che il penultimo l'avevo lasciato a metà, non ci ho voluto spendere soldi.
Ora, invece, dopo che l'ho letto, dopo che l'ho divorato (letto in 48 ore e non ci riuscivo da ANNI), posso dire che lo coprerò di sicuro *anche* in versione cartacea, per averlo, e poi anche per regalarlo.
E' un libro che mi ha cambiato prospettiva.
E' il quarto libro che sia riuscito a farmi piangere sul serio (gli altri tre: Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, L'amico immaginario, L'imprevedibile viaggio di Harold Fry), però devo ammettere che c'è riuscito solo per la storia che racconta.
La mia storia.
Magari non proprio del tutto identica alla mia (lei ha un lavoro retribuito per mezzo del quale vivere e non ha figli), ma per poltissimi aspetti molto simile alla mia storia, dannatamente simile. Quasi precisa identica.

La Gambarale è stata piantata dal marito all'inizio del 2012, proprio mentre stava iniziando a scrivere il terzo romanzo "Quattro etti d'amore, grazie", quello che io ho lasciato a metà e forse adesso mi spiego il perché e quasi quasi potrei dargli una seconda opportunità.
E' stata piantata all'improvviso, dopo una lenta agonia che non lasciava presagire nulla di una rottura, piuttosto di un infinito trascinarsi per inerzia. Fino a quando lui non la lascia, perché si è invaghito di un'altra.
Ecco, qui c'è la prima differenza con la mia storia, ma solo perché in quella sua si tratta di una "sbandata" di tre mesi, mentre nel mio caso... vabbè, lasciamo stare che non ne vale manco la pena di usurare i tasti del pc per raccontarne i dettagli.
Quindi lei va in analisi e la sua dottoressa, a un certo punto, le propone un gioco: per un mese prendersi l'impegno di fare per dieci minuti al giorno qualcosa di mai fatto prima.
E così cominciano le lezioni di violino e di hip hop, le camminate all'indietro, il cucinare i pancake, guardare un video su youporn, leggere Harry Potter e altre cose.
Il libro non è altro che il diario di quei 31 giorni. Un mese in cui la sua visione della vita e della sua situazione cambia radicalmente, proprio attraverso quei dieci minuti quotidiani.

Ho pianto. Ho pianto spesso e tanto in certi passaggi. Ad esempio al pensiero del primo natale che trascorrerò da separata, o durante certi dialoghi col marito, che mi hanno ricordato molto alcuni miei col mio ex.

Se consiglio di leggerlo non lo so. Ma se siete donne separate da poco, che si sentono pallottole impazzite, come me e con l'autrice, molecole eccitate e fuori controllo, masse informi di materiale organico che va avanti per abitudine più che per voglia di andare avanti, ecco, questo è uno dei libri che può essere utile leggere.
Sull'utilità del giochino non mi pronuncio. Ho pensato che potrei farlo anche io, ma forse non ne avrei la costanza.
Però è un bel libro. E si piazza nella lista dei libri che mi hanno cambiato la vita.

29/07/14

Cominciamo bene...

"Vieni, Angelica", la chiama un bambino del lido, "andiamo insieme al miniclub!".
"Io ci sono già stata e ho fatto due disegni", risponde lei.
"Anche io ho fatto un disegno, vieni, te lo faccio vedere", insiste il bambino.
"L'hai già finito? Tutto tutto? Pure colorato senza lasciare spazi bianchi?", domanda lei con fare da maestrina.
"No", risponde mortificato il poveretto, "devo ancora finire di colorarlo".
"Allora vai", lo liquida lei con un gesto della mano, "poi quando lo finisci mi vieni a chiamare".

Resterà zitella, dice un amico mio. In effetti il rischio c'è.