30/09/15

L'incubo

È interessante osservare come, talvolta, nei miei sogni si vengano a creare situazioni e comportamenti perfettamente credibili, al punto che quando mi sveglio mi resta forte addosso l'emozione provata, spesso di rabbia, durante il sogno. E a quella vi si aggiunge l'ulteriore rabbia per la consapevolezza del fatto che era un sogno, ma avrebbe benissimo potuto essere la realtà.

E comunque, nessuno che abbia visto "Inside out" potrebbe mai più evitare di pensare al "filtro realtà" al risveglio da un sogno.

29/09/15

I funghi

Glieli chiedevo da tempo, e ogni volta il fruttivendolo mi rispondeva che no, non c'erano ancora i funghi, ancora faceva troppo caldo, forse la settimana prossima ecc.

Oggi li aveva, belli grandi e bianco, esposti in modo che non si potessero non vedere.

"Buongiorno, mi dai per favore un po' di uva?"
"Altro?"
"Sì, grazie, anche un melone bianco"
"Poi?"
"Delle banane... Quattro, grazie"
"Poi, altro?"
"Uhm... Zucca rossa ce n'è?"
"No, la zucca mi è finita"

Sì, sì, lo so, sono stron#a.

"Oh, vedo che oggi hai i funghi! Fammene mezzo chilo, dai"
;-)

28/09/15

Ma parla come mangi

"Roberto" dice la mamma di un bambino di quinta elementare "a me non importano i rapporti interpersonali che hai coi tuoi compagni. Quando ti chiedo cosa hai fatto a scuola, voglio sapere cosa hai fatto dal punto di vista didattico"
Poi si gira verso di me con aria tronfia, come a volersi compiacere del fatto di usare parole colte nel dialogo col figlio.
Io l'ho guardata non trattenendo un sospiro. Povero Roberto, pensavo.

25/09/15

Il biglietto da visita

"Senti Lucy..."
"Dimmi Architetto-con-cui-collaboro"
"È da tanto tempo che ti voglio raccontare una cosa, ma solo adesso, forse, si sta presentando l'occasione. Ti ricordi di quando, un anno fa, tu mi hai contattato per chiedermi di farti lavorare con me? Certo, all'epoca, io non ti conoscevo bene, anche se avevi portato Matilde qui ai laboratori diverse volte. Quando poi ho parlato di te alla Collaboratrice Tedesca, lei che è sempre un po' diffidente e scettica, mi ha detto che sì, una mano in più ci serviva, ma che dovevamo anche stare attente a chi ci mettevamo in casa, per così dire..."
"Naturale"
"E sai cosa le ho risposto io? Le ho detto che era vero che non ti conoscevo bene, ma che conoscevo tua figlia. E per avere una figlia come Matilde significava che eri una persona in gamba".

Mi son venute le lacrime agli occhi, e poi ho fatto due considerazioni.
Di solito è il contrario, di solito si da fiducia ai giovani proprio in virtù della stima per i loro genitori, e a me è successo l'opposto.
Quando penso che le mie figlie sono il mio biglietto da visita non mi rendo conto di quanto sia fortemente vero.

24/09/15

Una lettera per Momo

Lo so che dovrei parlare di "Inside out", come stanno facendo tutti ultimamente, e a maggior ragione in forza del fatto che l'ho visto al cinema proprio ieri, ma no, non parlerò di quel film, non ora.

Oggi pomeriggio ho visto "Una lettera per Momo", di Hiroyuki Okiura.
È di qualche anno fa, ma l'ho visto oggi e ne voglio parlare. Perché mi ha commosso, sul serio, fino alle lacrime.
Perché una lettera come quella per Momo ce l'ho avuta anche io, parecchi anni fa, e so benissimo cosa significhi sopravvivere a qualcuno con il quale si ha litigato e non si ha avuto il tempo, la possibilità, la voglia di fare pace.

Andrea mi ha preso per mano, durante il mio sogno, ed io mi sono svegliata con la vivida sensazione di essere stata toccata. E quella stessa sensazione mi è tornata alla mente e sulla mano mentre Momo riceveva la sua lettera.
Per questo ho pianto.
Per questo ne scrivo.

23/09/15

Ci dev'essere un motivo

Ma perché mai, se la faccio esercitare a casa, Matilde è capacissima e velocissima nel fare le operazioni di aritmetica, mentre a scuola, accidenti a lei, ne ha sbagliate la metà nel test d'ingresso?

Solo per far disperate me o c'è qualche disegno superiore che a me sfugge?
Sgrunt.

22/09/15

Star table natalizia

Una decina di giorni fa ho partecipato ad un corso di patchwork avanzato, nella fattispecie, un corso sull'utilizzo della rasterquick (un tipo particolare di fliselina, prestampata in triangoli equilateri adiacenti) nella tecnica del "paper piecing" (ossia del riuscire a cucire frammenti minuscoli di stoffa e strisce sottili) per realizzare, infine, una "star table".
Lo so che sembra che sto supercazzolando, e un po' è così in effetto! :-D

Vabbè, in parole povere, ho imparato a fare questa.

21/09/15

La nonna

Lo scorso venerdì mattina, più o meno alle 8 del mattino, è morta la mia nonna paterna.
Se n'è andata serena e in pace, in salute e ragguardevole età di 97 anni.

Qualcuno mi ha chiesto come mi sono sentita. Beh... Triste, ovviamente.
Anche se è un dato di fatto che nessuno di noi è eterno, la nonna ci aveva abituati male, in proposito. L'avevamo vista cadere e rialzarsi come se nulla fosse in diverse occasioni, anche recenti. L'ultima proprio sei anni fa, quando è letteralmente caduta ma miracolosamente rimasta integra. Si è fatta una settimana a letto, ma anche da coricata faceva la bicicletta con le gambe, nel timore che le gambe non la reggessero più una volta passata la convalescenza.
Aveva superato tutto. Ma non era eterna.

Non posso dire di essere emotivamente scossa, perché non ho avuto legami affettivi forti con nessuno dei miei nonni. Non mi ricordo gesti affettuosi da parte di nessuno di loro, carezze, baci, coccole. Da questo punto di vista le mie figlie sono senza dubbio più fortunate.
Però era mia nonna, ed era nata nel 1918, e quando mi raccontava aneddoti della sua infanzia mi sbrava incredibile ascoltare quei ricordi di vita vera sullo sfondo di case piene di tecnologia wireless. Averla davanti ae e sentirle raccontare del viaggio in due giorni a dorso di mulo che l'aveva portata dalle Madonie alla città, e sentire in sottofondo i suoni di notifica di uno smartphone. Cose dell'altro mondo, per davvero, o di quell'altro ancora, per meglio dire.

Mi mancherà.

17/09/15

Infortunio con lo yoga

"Gandalf, ho bisogno di te. Sto malissimo, ho un torcicollo pazzesco!"
"Torcicollo? Che hai fatto? Mica hai continuato a cucì come te ho visto cucì io?! Te l'avevo detto che nun te aggiustavo più!"
"No, no...è iniziato stamattina, mentre facevo il saluto al sole..."
"Facevi er saluto ar sole e te sei fatta venì per torcicollo?! Guarda, Van Pelt, solo tu te potevi fa' male facendo yoga!"
Sì, va bene, lo so.
Ora smettila di ridere e dammi un appuntamento in emergenza.

15/09/15

Magari cambio idea

"Io non voglio avere figli"
"Eh? Angelica, come mai dici questa cosa (considerato che hai solo 5 anni)?"
"Io da grande non voglio avere figli, perché ho paura che mi vengono figli maschi"
"Tesoro mio, se la nonna non avesse avuto figli maschi, tu e Matilde non avreste un papà, non credi?"
"Beh... in effetti..."
"Se l'altra nonna non avesse avuto figli maschi, voi due non avreste gli zii che tanto vi fanno giocare e divertire"
"E' vero"
"E poi pensa a tutti i tuoi compagni maschietti... se le loro mamme non avessero avuto figli maschi, tu non li avresti come amici e compagni di giochi"
"Giusto"
"In fin dei conti non è così tragico avere figli maschi, non trovi? Spesso sono simpatici"
"Sì, è vero. Ma tanto ancora io sono piccola e ci vuole taaaaaaaaaaaaaaanto tempo prima di avere i figli, e magari nel frattempo cambio idea"

Ecco, appunto, affrontiamo i problemi quando si presentano e non con decine e decine di anni in anticipo.

14/09/15

La potenza del vintage

E' lento, rumoroso ed ingombrante, ma l'efficacia con la quale riesce ad inviare i fax il mio vecchissimo portatile Dell, non la batte nessuno! :-D

(E' un ferrovecchio del 2007, ma si accende ancora, funziona ancora, si relaziona ancora con tutti gli altri dispositivi di rete e, meraviglia delle meraviglie!, ha la presa telefonica, che sembrerà anche obsoleta, ma che quando la Telecom ti chiede anacronisticamente di inviare tramite fax la ricevuta della spedizione di un pacco ordinario ti capita proprio alla perfezione!)

11/09/15

L'amico Nerd

Il vero nome dell'amico Nerd è un nome lungo e bello e che, come il mio, è un nome di origine ebraica e  che contiene in sè la radice della parola che si riferisce alla divinità, ma su questo blog continuerò a chiamarlo "Amico Nerd" come nome proprio (e magari ci mettiamo pure le maiuscole).
Ho conosciuto l'Amico Nerd un anno e mezzo fa, in occasione del mio primo cosplay al Torino Comics (all'epoca fu lui ad avere l'idea di travestirci da Minions - precursori noi! - regalandoci un bagno di folla ed un successo insperato).
L'Amico Nerd, infatti, vive a Torino, come mio fratello, è originario del sud, come mio fratello e fa un mestiere da nerd, come mio fratello. No, non si tratta di mio fratello sotto mentite spoglie, e neppure di un suo sosia.
L'Amico Nerd ha gli occhi celesti, chiari, cangianti in base alla luce, con una corona dorata che circonda la pupilla destra, e che - come il "glow in the dark" - più stanno al sole e più diventano azzurri, meno stanno alla luce e più si spengono verso il verde.
L'Amico Nerd è alto circa 4 cm in più di me e tanto mi basta, perché mi permette di indossare scarpe con tacco comodo, che sono le mie preferite in assoluto, il giusto compromesso tra la femminilità e la praticità.
L'Amico Nerd ha un delizioso e appena accennato accento della sua regione, che gli da quel tocco "esotico" che dalle mie parti non guasta.

Nella seconda metà del 2014, tra l'Amico Nerd e me è nata un fitta e regolare corrispondenza elettronica che si è protratta nei mesi, dapprima incentrata su argomenti da nerd: manga, videogames, anime, video virali di gattini che fanno impazzire il web ed altre amenità, poi, pian piano, gli argomenti di discussione si sono spostati sempre più verso il personale, verso le confidenze, verso le condivisioni di stati d'animo e disagi, miste ai puri e semplici racconti di come andavano le nostre giornate.
Non potrei dire di essermi mai sentita davvero corteggiata dall'Amico Nerd, o comunque non in maniera standard, tuttavia...
Durante lo scorso inverno qualcosa è cambiato in me. Complice la psicoterapia, la nuova consapevolezza, il desiderio di rinascere ed un non trascurabile periodo di tempo con la morte dentro l'anima, all'affacciarsi della primavera le timide gemme ed i teneri germogli della natura sono sbocciati anche dentro il mio spirito e, miracolosamente, il mio cuore ha ripreso a battere.
Ma per davvero.
Ne ho anche parlato qui.
E quello che, in quel post, non ho detto è che io ero con lui.
Quando ho sentito di nuovo il mio cuore battere, ero abbracciata a lui, all'Amico Nerd.
Lo abbracciavo sotto tutto un altro impulso, ma quell'esplosione, quel battito, quel ritorno alla vita sono stati, per me, indice di qualcosa che stava succedendo e di qualcosa che forse non sarebbe mai stata più soltanto ciò che era stata fino a quel momento.
C'è voluto del tempo e tanto, ancora, ce ne vorrà, ma...

L'Amico Nerd ed io ci siamo incontrati molto spesso negli ultimi 5 mesi, quasi a cadenza mensile e alternando i viaggi da e per il nord e viceversa.
L'Amico Nerd ed io abbiamo deciso di imbarcarci in quella che potrebbe essere la più grande stronzata del secolo, oppure la più stupefacente meraviglia delle nostre vite. O entrambe le cose, non è mica detto che l'una debba per forza escludere l'altra.

Non so come abbia fatto, ma l'Amico Nerd mi ha convinto a dare un'altra possibilità al genere umano: a quello maschile, nello specifico, ma anche a me stessa. Mi ha invitata a rinascere, a rimettermi in gioco con regole diverse e nuove, per non ricadere negli stessi sbagli e scoprire quanto possa essere divertente farne di nuovi.
L'Amico Nerd ha riportato in vita il mio cuore, dimostrandomi che, nonostante tutto, io sono ancora capace di innamorarmi.

Non sappiamo come andrà, come proseguirà, quanto durerà e come evolverà, ma sono sempre più convinta che l'Amico Nerd sia per me non soltanto una "seconda possibilità" che mi è stata offerta dalla vita, ma proprio e precisamente una benedizione da parte degli Dei.

(Ed ecco il motivo se, come mi ha fatto notare più di qualcuno, negli ultimi tempi sembro tutta "affragolata e cuoriciosa" :-D )

10/09/15

Madonna del Cardellino

Adoro i puzzle.
Adoro le donne e Madonne del rinascimento.
Adoro trascorrere i pomeriggi ricostruendo puzzle di donne e Madonne del Rinascimento.



09/09/15

La coppetta ed io, 13 lune dopo

In realtà non le ho contate, ma sono pronta a scommettere che sono anche 14.

Come al solito, quando si parla di "cose da femmine", invito i deboli di stomaco, gli ipersensibili, quelli dallo scandalo facile e generalmente tutti i maschi di passaggio ad astenersi dal leggere questo post. Si parla di mestruazioni.
Io vi ho avvertito, poi non dite che non ve l'avevo detto e vi lamentate con me.

Uso da esattamente un anno la coppetta mestruale e, contrariamente a quel che pensavo, non faccio che benedire il momento in cui mi sono decisa a provarla. Per rinfrescarci la memoria vi ricordo che dal terzo ciclo in poi ho usato la Meluna "sport" taglia L, più rigida ed estremamente più performante per la mia conformazione fisica.

A distanza di un anno, quindi, mi sembrava doveroso fare un bilancio, considerando soprattutto il fatto di aver avuto modo e occasione per utilizzarla in svariate circostanze, col caldo, col freddo, a casa, fuori casa, in viaggio, al lavoro, durante la lezione di yoga e persino essendo ospite a casa di altre persone.
Comoda. Maledettamente comoda. Dal quarto-quinto ciclo in poi si può dire che ci si prende la mano e diventa prassi normalissima.
Non fa più nessuno schifo o impressione infilare le dita lì dentro a recuperarla. Riesco a ripiegarla e inserirla al primo tentativo. La estraggo con maestria. Ho sviluppato la giusta percezione di quando è il momento di svuotarla, sia nei giorni di flusso abbondante che in quelli da ultime gocce.

L'unico inconveniente è che all'inizio del ciclo, al primo inserimento, non si apre mai. E' come se fosse "fredda" e avesse bisogno di stare un paio d'ore dentro il suo allocamento per riscaldarsi e ammorbidirsi. E' ormai matematico, per me. So già che quando la inserisco per la prima volta, dopo due ore devo cambiarmi perché mi sarò sporcata, devo estrarla (e la trovo sempre ovale, schiacciata, mai rotonda) e reinserirla. Dopo di che, fila tutto liscissimo o quasi.

Due segreti ho imparato durante questo anno di studio e "ascolto".
Trattenere la pipì crea volume che va a premere sulla coppetta riducendone la sua capacità, dunque svuotare la vescica spesso aiuta a non avere perdite.
Quando la inserisco devo spingerla più in fondo possibile. Più entra, più morbidi sono i tessuti, meno impedimenti incontra e più facilmente si aprirà.

Per concludere: la coppetta ha vinto.
Ah, un'ultima cosa. Sembrerà sciocco, ma una cosa che ho scoperto è che il sangue mestruale non ha nessun odore, neppure quando viene raccolto per 10 ore (ad esempio dopo la notte). Sembrerà una cosa superflua, ma, al di là del fastidio fisico degli assorbenti, del prurito e dell'irritazione della pelle, una delle cose che più detestavo era quell'odoraccio di rancido ogni volta che andavo in bagno.
Il sangue non puzza. Puzzano gli assorbenti.

E per finire: il sibilo che emette quando la estraggo e "prende aria" è impagabile! :-D

In hoc signo vinces.

08/09/15

Quel genere di cose... (a proposito del post di ieri)

"Ma... per curiosità: cos'è successo al volante?"
"Si stava letteralmente sbriciolando e l'ho fasciato"
"Ah. Pensavo che stessi preparando pure la Panda per il cosplay. Magari da mummia, anche se, in effetti, non è proprio a tema Totoro"

Ecco. E' esattamente questo il genere di cose che mi fa credere che tra il mio ex marito e me ci sarà sempre, SEMPRE, un'intesa intellettuale che pesca in quel bacino di esperienze condivise e peculiarità affini che si sono create, sviluppate e cresciute insieme per 11 anni e che si mantengono parallele anche adesso.
Cioè, lui può avermi fatto il torto più grave che un marito possa mai aver fatto alla moglie, ma nel momento in cui ci scambiamo battute come queste, io non posso fare a meno di ridere, perché è quel genere di ironia che mi fa ridere e perché lui sa benissimo qual è il genere di ironia che mi fa ridere.



(Per la cronaca, al volante della mia panda è successo questo)


07/09/15

Per amor delle figlie

Che sia soltanto per la condivisa volontà del bene delle figlie che abbiamo in comune (della piccola, nella fattispecie), che oggi pomeriggio abbiamo trascorso un paio d'ore insieme?
No. Non soltanto.
Perché quando ci siamo seduti in quel bar, ad ingannare l'attesa, abbiamo parlato d'altro, e anche dopo, mentre lo riaccompagnavo a casa sua.

Mi viene difficile ammetterlo, ma mi sbagliavo quando credevo che mai e poi mai sarei potuta essere sua amica.
A me la sua compagnia fa piacere, trovo sempre interessanti i nostri scambi e i nostri dialoghi, conosce le apparecchiature tecnologiche di casa mia meglio di me e non si tira indietro quando gli chiedo aiuto o istruzioni, e mi spiega pazientemente le cose, e poi c'è sempre quella base di esperienze in comune che ci permette ancora adesso di capirci al volo, anche solo citando la battuta di un film.

Forse mi sbagliavo. Forse, e non solo per amore delle figlie, io e il mio ex marito potremo essere amici.

04/09/15

La fatidica domanda

E così trascorri la serata con tua figlia la grande, che a dicembre compirà 10 anni e che si trova nel momento adatto per scoprire come funzionano un po' le cose, a parlare delle cose "da grandi".
Le donne, gli uomini... Insomma le cose che riguardano la vita, l'universo e tutto quanto.

"Mamma, ormai il come fanno i bambini a uscire dalla pancia della mamma mi è abbastanza chiaro, ma... Ecco, non ho ancora capito bene come facciano ad entrarci".

Prendi un grande respiro, e cominci a raccontare...

03/09/15

Il paradiso degli orchi

Che io ci arrivi sempre tardi, coi film, ormai è risaputo.

Carino, ma niente di che.
La migliore è la zia Julia, anche se pure Therese era abbastanza calzante e Jeremy sufficientemente irriverente.
Pessimi gli occhiali di Il Piccolo, che invece di essere rosa glieli hanno fatti blu, e l'apparecchio acustico che si sono inventati.
Imperdonabile l'assenza di Clara.

Sono contenta di averlo visto, ma non posso dire che non avrei potuto farne a meno.

02/09/15

Piccola rubacuori

Ed è quando capisci che tua figlia grande non ha ancora abbastanza malizia dal nascondersi da te e farsi, per comodità, un paio d'ore di telefonata in vivavoce con un compagno di scuola, che pensi che tu, alla sua età, avresti riconosciuto facilmente un corteggiatore, ma il problema è che non ne avevi.

01/09/15

Ancora cosplay

Questo non è difficile da indovinare.
Il difficile è stato incollare tutti gli occhi dei Nerini del buio che adornano l'abito.
(L'evento sarà a Palermo il 19 settembre, e solo allora vi mostrerò l'abito completo)