30/07/15

Il dirimpettaio junior

Fa capolino dalla porta della terrazza, crede che non ci sia nessuno ed esce.
È in mutande. Ha 16 anni ed è il figlio della mia dirimpettaia.
Saltellando arriva ai fili per stendere la biancheria, raccoglie un paio di pantaloncini e fa per rientrare, ed è in quel momento che mi vede.
Assume una dozzina di tonalità del rosso e si precipita in casa.

Tranquillo, ragazzo. Potresti venirmi figlio. O peggio: genero.

29/07/15

Come scrivo i post

E' da parecchio tempo che non scrivo un post in cui mi interrogo sul cammino di questo blog, sul suo scopo, la mia relazione con esso ecc.
Stasera sono particolarmente stanca-ma-felice per essere riuscita a completare tutto il lavoro in urgenza-emergenza che mi era piombato addosso lunedì, mi sono seduta al computer-vero, mi sono anche accesa l'aria condizionata (sarà la quarta volta che lo faccio quest'anno), per cui posso mettermi comoda e sproloquiare un po'.

Una volta qualcuno mi ha fatto notare che talvolta scrivevo titoli "sibillini" per invogliare la gente alla lettura. Parlo ovviamente di quelli che mi seguono attraverso i lettori di feed, che leggono il titolo del post e giusto qualche riga iniziale.

Parliamo, dunque, dei titoli ai post.
Generalmente è la prima cosa che scrivo. Me lo disse anche un amico scrittore, che io ho proprio la passione per i titoli (e stando a lui ne ho anche "il talento", ma forse voleva solo fare il lumacone con me in tempi - ahilui - sbagliati). Dunque il più delle volte, quando penso/mi succede/assisto a qualcosa che mi "folgora" e mi fa subito decidere di farci un post, al 99% delle volte la prima cosa che mi viene in mente è il titolo.
Mi capita anche di cambiarlo, dopo aver scritto il post ed essermi accorta che è fuorviante o non focalizzato, perché spesso mi faccio un'idea ben precisa di come scrivere quel post, ma poi, in fase di stesura, prende tutta un altra piega, e allora un dialogo diventa un racconto e viceversa, oppure salta fuori un aspetto collaterale della vicenda che, a ben rifletterci, è più interessante della vicenda stessa ecc.
Cose che succedono. Quindi cambio il titolo in corso d'opera.
Ad esempio è appena successo a questo post. Ho iniziato a scriverlo volendo fare una specie di resoconto, di studio statistico sulle visite ricevute, i lettori fissi e i commenti, invece ne è venuto fuori tutto un altro discorso.

E adesso mi chiedo che cosa dirà, qualcuno, riguardo il fatto che io faccia meta-blogging, ossia scriva un post per parlare di come scrivo i post.
Un altro "mezzuccio" per ottenere visite? Non credo.

E comunque, per voi saperlo, il famigerato post sulle forbici che ho trovato dentro la lavatrice, per qualche strano gioco di parole chiave nei motori di ricerca, è in assoluto il mio post più letto di sempre: quasi 2400 visite da utenti unici, e circa 8000 commenti di spam (che non compaiono, ovviamente).
Mah...

28/07/15

L'emulazione lascia il posto alla competizione

Fino a poco tempo fa il rapporto tra Matilde e Angelica era di reciproca emulazione, per quanto possa sembrare strano.
La piccola imitava la grande, per sentirsi grande; la grande imitava la piccola perché sembrava divertirsi di più.
Da qualche tempo le cose sono cambiate e, invece di guardare all'altra come un modello da imitare, cercano di fare meglio, di più.
Più rumoroso, più pericoloso, più antipatico, più sporco, più disordinato.

Una competizione al peggio.

Ed io continuo a temere il momento inevitabile in cui si innamoreranno entrambe dello stesso ragazzo.
Credo proprio che, quando succederà, l'unica soluzione sarà di sedurlo io e farne il mio toy boy... :-D

27/07/15

Homeworking

Belle le ferie.
Tranne quando arrivano ordini urgenti.
L'unico fattore positivo è che puoi comodamente lavorare da casa, dove le tue figlie hanno i loro spazi e i loro giochi, e ti camminano in testa per la metà del tempo rispetto a quando te le porti al lavoro, e soprattutto tu ti senti libera di trasformarti in un mostro urlante all'occorrenza, mentre con loro al lavoro ti trattieni.
Belle le ferie.
Già.

25/07/15

Microsoddisfazione

Lui: "Mih, ma queste cose di pyssla ancora sono così?"
(Il pyssla è un gioco ikea: sono dei piccoli cilindretti di plastica colorata che si montano su delle strutture apposite per formare dei disegni, come se fossero le tessere di un mosaico, e per completare la creazione bisogna scioglierli col ferro da stiro)
(Sul fatto che il mio ex marito si senta ancora in diritto di fare commenti sul mio modo di gestire e non gestire la casa ne parleremo in un altro momento)
Io: "Eh già"
Matilde: "In effetti, mamma, queste cose le avevamo fatte un sacco di tempo fa..."
Io: "Lo so, ma da allora io il ferro da stiro non l'ho più acceso. Forse avreste fatto meglio a portarvi tutto l'ambaradan da papà, che di sicuro lui stira di più di me"
Lui: "Io ho un ferro da stiro, ma l'avrò acceso si e no tre volte. La prima delle quali solo per vedere se funzionava"
Io: "Beh... stirare è una gran scocciatura..."
Lui: "Sì, infatti..."
Io: "Ah, bene! Vedi? Quindi adesso capisci perché io ho sempre odiato stirare e l'ho sempre fatto raramente! Che meraviglia! Vedi come basta cambiare geolocalizzazione per modificare anche il proprio punto di vista? E' sufficiente cambiare posizione rispetto all'asse da stiro per cambiare anche opinione a riguardo. Che bellezza! E' proprio vero che questa esperienza sta facendo crescere e maturare tutti quanti!"
Lui (dopo aver accusato il colpo ma cercando al suo solito di cadere sempre in piedi): "Beh, sì... in effetti io mi stiro soltanto le camicie, ma me le stiro sempre"
Io: "Esattamente come facevo io prima, quando me ne occupavo io. Ora, invece, accendo il ferro da stiro soltanto per il pyssla o per il patchwork. Ne ho guadagnato molto in salute, tempo libero e risparmio sulla bolletta della luce"

Eh, quanno ce vo', ce vo'...! ;-P

24/07/15

Prova costume

"Ma io non ti avevo mai vista in costume. In bikini sei uno schianto!"

Non è solo per il complimento.
Non è solo perché mi fa piacere sentirmi dire che sono in discreta forma.
Non è solo perché una frase del genere, detta ad alta voce in un contesto pubblico, ha canalizzato su di me l'attenzione degli altri e per i successivi 60 minuti mi sono sentita la donna più sexy del lido.

È per la persona che me l'ha fatto il complimento.
Una donna.
Una delle donne più belle e attraenti che io conosca.

Ecco. È questo che mi ha realmente fatto più piacere.

23/07/15

La cosa più bella

"Mamma!"
"Sei tornata!"
"Tesori miei! Ma quanto siete cresciute!"
"Oh, mamma, ci sei mancata tantissimo!"
"Oh, amori miei, anche voi mi siete mancate tantissimo, sapete? (Menzogna fetente, lo ammetto) E allora...? Com'è andata questa settimana? Che avete fatto con papà?"
"Abbiamo fatto tante cose belle e divertenti!"
"Sì, però lo sai qual è stata la cosa più bella di questa settimana?"
"Quale?"
"Il tuo ritorno!"

:'-)

15/07/15

Per Torino

Questo è un post programmato.
A quest'ora, se tutto è andato bene, dovrei aver già allacciato la cintura di sicurezza e posto il telefonino in modalità aereo.

Vado a Torino.
Vado a Torino a divertirmi, nel senso letterale della parola, ossia a rivolgere la mia attenzione ad altre cose/persone rispetto a quando sono a casa.
Vado ad aiutare per un trasloco.
Vado ad insegnare ad andare in bici.
Vado a offrire le mie doti di parrucchiera.
Vado a vedere la Bohème al teatro Regio.
Vado a imparare a sopravvivere dopo aver assaggiato il peperoncino habanero.
Vado a fare la spesa al mercato di corso Racconigi.
Vado a fare da assistente ad uno dei migliori cuochi di Torino.
E, se mi resta tempo, vado a visitare qualche museo, stravaccarmi sui prati erbosi, esplorare la città in bici, prendere confidenza con il groviglio di linee di autobus e quasi certamente - almeno una volta - rifare l'esperienza di guidare in città col car sharing.

Ma soprattutto, fondamentalmente, vado a fare una duplice esperienza di full immersion in un nuovo contesto, e una full emersion da quello mio di sempre, che durerà più a lungo di tutte le precedenti volte.

Da domani, fino al mio rientro a casa, questo diventerà un blog fotografico. Le parole verranno dopo.

Cià.

14/07/15

Formiche vegan

Va bene che è estate.
Va bene che da 11 anni a questa parte il mio dubbio sul fatto che il muro portante esterno di casa mia si regga in piedi non tanto sui mattoni quanto su un intero formicaio si è fatto sempre più certezza.
Va bene che uso un insetticida scaduto da due anni solo per la pigrizia di andarlo a comprare.
Va bene che, se io lascio una briciola sul pavimento, lo sbaglio è mio e non loro.

Ma... pure la lattuga?!
Ma com'è possibile che anche se rimane un coriandolo di lattuga sul mio piano di lavoro in cucina, poche ore dopo lo trovo pieno di formiche?!

...mi dovevano capitare pure le formiche vegane in giro per casa, che se cade un pezzo di formaggio sotto il tavolo della terrazza lo schifano e si fiondano sulla lattuga che sta sul piano della mia cucina.

13/07/15

Ci ho ripensato

Le ferie sono per chi può permettersele.

10/07/15

Basta

Non ho speranza di riposarmi fino al pomeriggio di mercoledì 15, quando mi siederò al mio posto sull'aereo che mi porterà a Torino.
Fino a quel momento dovrò ancora sbattermi tra il lavoro  e la gestione delle bambine senza scuola e da un intero mese addentro alla delusione del non poter andare al mare come vorremmo.
L'anno prossimo, se arricchisco, mi prendo una ragazza alla pari, ché da sola non ce la faccio proprio.

Nel frattempo qui abbasso la saracinesca e mi metto in ferie.
Non mi mancano gli argomenti per scrivere, ma mi mancano le forze, e non riesco più a mantenere la media di un post al giorno, per cui basta. Chiuso fino a data da destinarsi.

Buone vacanze a chi può.

07/07/15

Una precisazione

Dalla mia risposta al commento di Assia al post sulla pelle, potrebbe sembrare che io lavori in un ambiente rigido e freddo. Non è così, per nulla.

La mia "capa" è una delle persone migliori che io abbia mai incontrato, e certamente la più sensibile e onesta tra i datori di lavoro.

La prima cosa che mi ha chiesto, quando ha iniziato a progettare un nuovo modello di borsa in pelle, è stato "Ma poi tu te la senti di cucirla? Non ti crea disagio?".
Io le ho semplicemente risposto che sì, tendenzialmente mi avrebbe creato disagio, ma che mi sarei sforzata di non pensarci.
E così ho fatto.
Sì, mi fa un po' venire i brividi, soprattutto quando dispieghiamo i pezzi interi, ma alla fine tra le mie mani passano quadrati e rettangoli, e mi viene semplice far finta di nulla.
Perché ci tengo a questo lavoro e, allo stato attuale, la mia parte posso farla soltanto in quell'ambito, e di me e delle mie capacità c'è bisogno proprio in quell'ambito. Come dire: posso occuparmi solo delle borse in pelle, e delle borse in pelle posso occuparsene solo io.
E tutto questo, comunque, soprattutto perché non sono così estrema e ottusa come gli altri credono.

03/07/15

La dirimpettaia

Invidio la mia dirimpettaia. Invidio la sua voce.
Quando urla contro i suoi figli riesce ad emettere l'aria con una tale potenza da farle vibrare lo scheletro intero e non solo le corde vocali. E poi l'ugola e il palato molle.
Perché si sente, si sente proprio il "trillo" dei tessuti molli che vibrano.
E poi ci da sotto di diaframma, si capisce benissimo, perché le urla sono potenti e roboanti, profonde. Strilla ma non stecca, non va in acuto, niente falsetto.

Invidio proprio la mia dirimpettaia. Avrebbe avuto un gran talento come cantante lirica.

02/07/15

La nemesi

Cosa ci può essere di peggio, per una vegetariana, del trovarsi costretta a maneggiare, tagliare e cucire per lavoro la pelle vera, col suo odore tipico e la sua consistenza, e la sua difficoltà di gestione?
Il sentirsi investire dall'energia negativa quando, dispiegandola, ne riconosci le forme, il collo, le zampe, le irregolarità di durezza e spessore che ti sbattono in faccia il fatto che quello, poco tempo fa, era un animale vivo.

(Son due giorni che sono di pessimo umore. Lo faccio solo per soldi, sappiatelo)

01/07/15

È passato un anno

È passato un anno.
Non saprei dire se mi sembra che sia trascorso appena un giorno oppure un secolo.
Di sicuro, un anno fa, non avrei mai immaginato tutti i cambiamenti che sarebbero avvenuti nella mia persona nell'arco di soli 12 mesi.
È passato solo un anno eppure mi sento una persona diversa. E faccio enorme fatica a credere che tutto ciò sia accaduto veramente, e non me lo sono solo immaginato.

Un anno.
E pensa a quando saranno due.