30/03/14

Nessun rimpianto

Non ho nessun rimpianto, nessun rimorso. Soltanto certe volte capita che, appena prima di dormire, mi metto ad ascoltare canzoni come queste, e allora mi rovino la sera, la notte, e probabilmente anche l'indomani mattina.

29/03/14

Come vent'anni fa

Peccato solo per le tette...

27/03/14

Tutta colpa di Freud

...non son mica tanto convinta però.

26/03/14

Per fortuna

"Mamma, lo sai, oggi Vincenzo a scuola si è mangiato un pezzo di carta con la colla"
"Davvero? Beh, può accadere: Vincenzo è un bambino piccolo... ha da poco compiuto 3 anni. E che cosa è successo?"
"Che tutti dicevano che poi moriva"
"E quindi?"
"E quindi la maestra gli ha pulito la bocca e alla fine non è morto"
"Ah"
"Per fortuna"

Già, per fortuna.

25/03/14

Sporcarsi le mani coi vermi schifosi

E poi ti ritrovi a camminare per strada, pensando che più che la primavera sembra sia appena arrivato l'inverno, e ti balena in mente quella scena, quella tremenda scena, quella di cui non potresti fare a meno ma che hai rimaneggiato più e più volte, senza trovare pace, senza soddisfazione, senza il giusto compromesso e - soprattutto - con quella frase incoerente e fuori luogo, che non sta bene né al personaggio né al contesto e che è in contraddizione con ciò che viene raccontato 150 pagine prima, quella frase sullo sporcarsi le mani coi vermi schifosi.

Ti guardi riflessa su una vetrina di scarpe. Passa veloce uno sconosciuto dietro di te, e allora l'illuminazione.

Da quattro anni ci lavori su quella scena, ma se non ti passava alle spalle quello sconosciuto non la risolvevi mai.

24/03/14

Fine settimana

Venerdì.
Un invito a cena a sorpresa, anche se già proposto da diverso tempo.
La rivelazione in positivo del nostro ospite, che per la prima volta dopo un po' di volte, mi ha finalmente fatto sentire accolta in casa sua, si è tolto di dosso la corazza da uomo ferito e diffidente ed è pure riuscito a farmi ridere raccontando aneddoti della sua gioventù.

Sabato.
Mattina ordinaria.
Pranzo con mio fratello.
Pomeriggio di cucito e patchwork.
Tardo pomeriggio al cinema con una nuova e inaspettata amica.
Pizza e chiacchiere, molte risate e un po' di lacrime per le vicissitudini sentimentali recenti di entrambe, ma la gioia condivisa per la nuova affinità.

Domenica.
Scoprire di essere ancora in grado di tenere il ritmo di una lunga passeggiata in bicicletta, con le salite e senza le marce, è stato entusiasmante.
Il mal di gola che m'è rimasto in eredità un po' meno.

20/03/14

Pecché so' maco!

"Mamma, non ho più fazzoletti per la scuola!"
"Ma come, Angelica, te ne ho dato un pacco proprio ieri!"
"Lo so, ma io li avevo messi qui, nella tasca, e poi sono spariti. Sono proprio una maga!"

19/03/14

Il sorriso della giornata

Andare al centro commerciale con le bambine, girovagare in un grande negozio d'abbigliamento, notare un abitino nero, cercare la taglia L (non XL, e nemmeno XXL), infilarsi in camerino lasciando le bambine sedute sulla panchetta, indossare l'abitino, uscire e farsi guardare dalle bambine.

"Uao mamma, sembri una donna!"

Ecco, basta poco per sorridere.

18/03/14

Una follia ti resusciterà

La butto lì: ho deciso di riprendere a studiare.

Da quasi 4 anni sono una consulente volontaria per l'allattamento al seno. Tra alti e bassi, in questi anni ho seguito corsi e percorsi di formazione, ho fatto esperienze, ho persino prestato servizio di volontariato al reparto di maternità di un ospedale di Palermo per quasi un anno.
Già un paio d'anni fa mi era venuto il pallino di fare "il salto di qualità", di studiare per superare l'esame che certifica a livello internazionale i consulenti professionali per l'allattamento (cioè quelli che possono essere remunerati per i loro servigi), ma la cosa non andò a buon fine. Angelica era ancora troppo piccola, lo studio da affrontare era davvero tanto. I soldi necessari per libri, corsi, viaggi, corsi e per l'esame stesso erano troppi.
Ma fondamentalmente il problema era che, a parte i miei genitori e la mia amica e collega che avrebbe intrapreso il percorso insieme a me, *nessun altro* aveva mostrato un minimo segno di interesse alla cosa, un incoraggiamento, un supporto. Neppure scoraggiamento, eh. Perché tutto posso dire, ma non di certo che quella persona mi scoraggiava. Non gliene importava proprio niente direttamente, mi liquidava con un "Se lo vuoi fare, fallo" che mi ha sempre risuonato peggio di un "Non voglio che tu lo faccia", perché quello, quanto meno, era prendere una posizione, esprimere un'opinione, mostrare interessamento.
Ma sto tergiversando. Quella parentesi è ormai chiusa e sigillata (tra l'altro credo che domani o dopodomani al massimo l'avvocato depositerà tutto il papello in tribunale, per cui bisogna solo aspettare l'udienza dal giudice ed è fatta).

Stavamo dicendo.
Mi mancava il giusto supporto.
Ora no. Una volta che quel luogo deputato alla mia eterna ricerca di supporto è stato chiuso, non ho più bisogno di cercarlo lì.
Ora il supporto dei miei genitori e della mia amica e collega (nonché di una miriade di altra gente con cui ne ho parlato) mi basta. E allora lo faccio, mi lancio.

Prima di sostenere l'esame finale dovrò sostenere 8 esami universitari in materie di scienze della salute, inoltre devo frequentare 6 minicorsi di pertinenza sanitaria ben specifica, ma che la referente stessa mi ha suggerito di fare col CEPU se non riesco a trovarli organizzati dalle ASL, ospedali, croce rossa, protezione civile ecc. Figurati. Sono di quei corsi tipo per il primo soccorso, per la terminologia medica, e cose simili.
Certo, gli esami universitari mi spaventano un po', ma sono sicura che potrò farcela mettendomi d'impegno.

Ora ho una motivazione diversa. Ora ho necessità di ridare un senso alla mia vita. La batosta è stata forte.
Io faccio finta di niente, scherzo, gioco e rido, ma tutta la storia mi ha devastato dall'interno, mi ha fatto implodere, ha scavato dentro di me, nella mia autostima, nella mia capacità di fidarmi degli altri o anche solo di relazionarmi con loro.
Ho bisogno di fare qualcosa. Di dimostrare che sono ancora viva e capace di vivere.

Che poi, come dice la mia amica e collega, non importa tanto la meta, quanto il cammino affrontato. Magari dopo un anno mi renderò conto che la mia meta è un'altra, mi si aprirà un altro percorso da fare e lo affronterò. Ma sarà in ogni caso tutto guadagnato.
Questa nuova follia mi riporterà in vita, e ne ho bisogno.

(Metti caso, poi, che mi trovi pure il fidanzatino ventenne e allora sarebbe il massimo!!! :-D )

17/03/14

Può succedere

Può succedere che, mentre ritiri la biancheria asciutta, una delle mollette di legno decida di lasciarti addosso un ricordino: una scheggia di almeno 6 mm che si insinua con decisione sotto la pelle del polpastrello del tuo anulare destro, sporgendo di una codina di 1 mm che sai già che si spezzerà appena proverai a toccarla.
Succede che prendi la tua pinzetta, impugnandola con la sinistra, afferri la codina sporgente della scheggia e tiri con delicata decisione, e questa si spezza.
Succede che tua figlia ti chiede perché imprechi e tu rispondi che stavi recitando un'antica formula magica in lingua aramaica.
Succede che ti rassegni a usare l'artiglieria pesante: afferri uno spillo con la sinistra e, seguendo la strada già segnata dalla scheggia, trafiggi e rompi la pelle soprastante, fino a raggiungere la nuova coda.
Succede che contemporaneamente provi a spingere la scheggia verso fuori, e tua figlia cominci a dubitare del fatto che quelle siano parole magiche aramaiche.
Succede che, dopo tanto ravanare, tiri fuori un micron di scheggia e non ci scommetteresti mezza lira di riuscire ad afferrarla con la pinzetta.
Succede che ci riesci.
Succede che la tiri fuori con delicata decisione e viene via tutta intera, in uno strisciare ruvido che non riesci neppure a capire con quale strato del derma lo avverti.
Succede che, certe volte, Rambo ti fa un baffo.

14/03/14

Nudo e crudo

Questo è il prototipo: la pura stampa tipografica di ciò che amichevolmente chiamo "il NUOVO" e che, nel concreto, è il secondo episodio di "Buongiorno Luna".

Per ora lo faccio girare in lettura ad amici e simpatizzanti, poi lo rileggo io, per l'ultima volta, infine mi auguro che Anna abbia preparato la copertina e spero, entro giugno, di poterlo pubblicare coi soliti mezzi: i miei.

(Nel frattempo la scrittura del terzo episodio si è fermata a metà tra il capitolo 2 e il 4. Ci sta un capitolo in mezzo che non sono ancora riuscita a "vivere").

13/03/14

Tre feste in sei giorni

Le mie figlie hanno una vita sociale che io, a 15 anni, me la potevo solo sognare.

12/03/14

Biscotti

Le serate devono pur passare in qualche modo...

10/03/14

Mozzicone di colore

Mi chiedo: ma la maestra cosa deve pensare di me, notando la dimensione media dei colori a matita di Matilde?

09/03/14

La mia borsa

La settimana scorsa avevo l'intenzione di dedicare il sabato delle bimbe-col-papà alla trasformazione di una vecchia gonna in una nuova borsa PER ME.
Sarebbe stata una delle rarissime volte in cui avrei messo mano a stoffa, forbici, spilli e macchina da cucire per qualcosa PER ME.
E infatti, proprio nel bel mezzo della cucitura delle fettucce per il manico della borsa, in un boato allarmante, la macchina da cucire aveva deciso che quel giorno sarebbe stato dedicato all'arrabbiatura e alla disperazione.

Durante la settimana ho fatto qualche prova, ho cambiato ago, ho cambiato cotone, ho cambiato tessuto, ma l'indisposizione della macchina seguiva un percorso random, cuciva, poi decideva di non cucire (con esattamente lo stesso ago, filato e tessuto di 5 secondi prima), poi ci ripensava e cuciva di nuovo, ma ogni tanto saltava un punto ecc.
Rassegnata a dover affrontare (insieme a tutto il resto) pure la spesa per l'assistenza, l'ho lasciata totalmente in pace da mercoledì fino a sabato.

Ieri, altro sabato di bimbe-dal-papà, le ho fatto un discorsetto. Le ho detto che lei lo sa che le voglio bene, che non vorrei mai doverla rimpiazzare con una pischella dell'ikea da 80 euro, che finora era stata un cannone, non mi aveva mai dato modo di lamentarmi, e che non capivo per quale motivo, all'improvviso, aveva iniziato a far capricci, che l'olio singer non gliel'ho fatto mancare mai e neppure il solletichino col pennello sotto la placchetta della base.
L'ho lasciata a riflettere da sola per un'oretta, poi sono tornata e le ho detto: bene, io devo cucire questa borsa, con o senza di te. Ma preferirei con te.

Io l'ho sempre sostenuto: la violenza genera violenza, l'aggressività genera aggressività, la gentilezza genera gentilezza.
Ha cucito tutto, non ha avuto esitazioni.
Al momento di assemblare la fodera interna (con la pattina per la cerniera già in doppio e ripiegata verso l'interno) alla parte esterna in velluto, l'ho ringraziata per aver fatto un lavoro eccellente fino a quel momento e l'ho incoraggiata a superare anche quest'altra sfida: 2 strati di velluto e 4 strati di cotone e, in prossimità del manico, 6 strati di velluto e 2 di cotone.

La picciridda è stata un portento. Ecco il risultato:

Alla fine le ho pure dato un bacio, ma non raccontatelo in giro! ;-)

08/03/14

Il Terzo

Non potendo mai più arricchire la mia vita di un terzo figlio (e credo che questa sarà in assoluto l'unica cosa che non perdonerò mai al mio futuro ex marito), mi sto attivando per arricchire "Buongiorno Luna" di un terzo romanzo, che si intitolerà "Il figlio della Terra".

Sapevàtelo.

07/03/14

Dipendenze

Una tazza d'acqua bollente, un ciuffetto di foglie di menta, un chiodo di garofano, 5 o 6 tocchetti di zenzero, un cucchiaino di zucchero di canna.
Ecco: la mia nuova dipendenza.

06/03/14

Un mese

Stasera è un mese esatto dalla prima sera che trascorro da sola (con le bambine) in questa casa.

Se mi guardo indietro penso che mai nessun febbraio mi è sembrato tanto lungo. Se provo a guardare avanti mi vengono le vertigini alla sola idea di quel che potrà essere.

A distanza di un solo mese, il primo mese, tuttavia posso già fare alcune considerazioni sulla situazione in generale.

La separazione è uno status strano. Quando il tutto era ancora solo nell'aria, un caro amico mi disse "Quante persone conosci che sono separate?", io gli risposi che me ne venivano in mente 3 o 4 coppie al massimo e lui, ridendo, ribattè: "Aspetta e vedrai".
Da quando ho iniziato a dare la notizia, la risposta più frequente che ho ricevuto è stata "Pure tu?!". A quanto pare chiunque ha tra le sue conoscenze una coppia che si è recentemente separata. Qualcuno mi ha persino confidato di trovarsi già alla seconda unione. Alcuni mi hanno confessato di pensarci pure loro da diverso tempo. Qualcuno ha persino già tra le mani "un'alternativa".
Il mio amico aveva ragione: è come con le lumache quando piove. Vengono tutte fuori, una ad una.

La separazione è uno status strano. Mi capita di avere la sensazione che la donna separata faccia drizzare le antenne di più della ragazza giovane e single. Forse perché la ragazza giovane e single ti incastra facilmente con pretese di storie serie, matrimoni, sogni di maternità ecc, mentre la donna separata su quel fronte ha già abbondantemente dato (e magari non vuole nemmeno sentirne più parlare per anni e anni), dunque diventa, paradossalmente, più appetibile.
Cioè: non posso pensare che invecchiando io sia migliorata. E quando mi capita di dire a qualcuno (maschio) che mi sono da poco separata, noto in lui un'espressione che non ho mai notato in nessun maschio al quale spiegavo di essere single, a 20 anni. E a 20 anni le tette ce le avevo ancora e belle sode.

La separazione è uno status strano. Inizi col barricarti in casa e svegliarti ad ogni minimo sospiro ti giunga dalla casa accanto o dalla strada, e finisci, dopo un mese, ad andartene a dormire lasciando le finestre un po' aperte, così la cucina arieggia durante la notte.

La separazione è uno status strano. Ti ritrovi a chattare col tuo futuro ex marito, magari anche scherzando e giocando con quelle stesse battute che vi hanno fatto innamorare anni prima e vi hanno tenuti uniti fino al crollo definitivo e improvviso, e ti rendi conto che da quando siete separati parlate e comunicate almeno il triplo di quando vivevate nella stessa casa.
Forse certe relazioni hanno bisogno di viaggiare solo attraverso certi canali. E allora non dirò mai che mi pento di averlo sposato, perché altrimenti non avrei mai avuto nella mia vita le mie due figlie che sono il bene più prezioso che potrò mai avere in tutta la mia esistenza, ma di sicuro è stata la convivenza il nostro problema, lo svegliarsi accanto tutte le mattine e il condividere gli stessi spazi negli stessi tempi.
Non potremo mai essere amici, dopo tutto quel che è stato.
Non potremo mai più essere una coppia, dopo tutto quel che è stato.
Ma resteremo legati per sempre, dalle nostre figlie, ma anche da quell'affinità intellettiva che ci ha uniti 11 anni fa e continuerà a farlo tra altri 11, 20, 50 anni. Ciò che ha salvato la nostra unione fino al crollo.

La separazione è uno status strano. Fa riflettere su tante di quelle cose presenti passate e future, che viene il mal di testa.

05/03/14

Giorni e notti

Ci sono giorni in cui ti può aiutare solo il barattolo di crema di nocciole e cioccolato.
Ci sono notti in cui il tiepido calore delle tue figlie che dormono nel tuo stesso letto, è l'unica cura.

Me la caverò.

01/03/14

Un pomeriggio rovinato

Alle 11.30 le bambine escono di casa insieme al loro papà che è venuto a prenderle. Le riporterà alle 17, più o meno.
Più di 5 ore di beata solitudine.

Decido: è il momento di darsi una mossa. Prendo quella vecchia gonna che mi sta larga e ci faccio una bella borsa in velluto a fantasia, ideale in quelti ultimi sgoccioli d'inverno.
Prendo, faccio, taglio, imbastisco, preparo, cucio.
Ecco. Cucio.
Cucio solo fino a quando non succede la tragedia.
In un punto un po' spesso (lo ammetto), l'ago si fracassa letteralmente in 3 parti, con un boato tremendo e uno strano aumento della luminosità della lampadina.
Sostituisco l'ago e dopo un secondo mi si piega pure questo (ma che è, acciaio?!) e la lampadina si brucia.
Ri-sostituisco l'ago, rassegnata a finire il lavoro aiutandomi con la luce della lampada da tavolo, ma qui la catastrofe: il filo superiore non aggancia il filo inferiore. Salta i punti, non tutti, ma buona parte.

Cosa sia successo non lo so.
L'unica cosa che so è che volevo fare una cosa per me, UNA! ed è stata una rovina.

La settimana prossima ci devo mettere in conto pure questa.

(Siccome ho capito che ormai le macchine da cucire le fanno non con la garanzia ma con la data di scadenza, credo che da questo momento in poi, specie se all'assistenza mi chiederanno più di 50 euro, mi compro la macchina giocattolo dell'ikea da 80 euro e poi la sostituisco io, deliberatamente, ogni 2 anni, così risparmio soldi, fatica e arrabbiature)