12/08/16

Cià


La foto potrebbe essere fuorviante, ma in effetti in questo momento sono davvero al mare.
Come già anticipato in un altro post, in realtà io non trascorrerò al mare tutte le mie ferie, anzi se mi va bene mi restano giusto due, massimo tre giorni, e anche sparsi, per cui per quest'anno niente abbronzatura. Pazienza.

In ogni caso, visto che ufficialmente da oggi decorrono i miei 30 giorni di disoccupazione, durante i quali voglio occuparmi e dedicarmi a cose, viaggi, persone ed esperienze che, per svariati motivi, non trovano molto spazio nella mia vita, mi metto in ferie anche qui e mi impegno a staccare pure lo smartphone se necessario.

Dunque ciao. Ci rileggiamo tra un mese esatto.

11/08/16

Cose che non vorresti mai vedere #40

Il nero e freneticoo brulichio di vita dentro una confezione intatta di farina che hai da poco acquistato al supermercato.

10/08/16

Fuori posto

Ci sono momenti in cui mi sento fuori posto. Ovunque.
Con amici vecchi e con amici nuovi. Da sola. In attività e in ozio. Con le mie figlie. Mentre aiuto gli altri e mentre mi faccio i fatti miei. Quando faccio le pulizie e quando fisso il muro di fronte a me ignorando il casino che ho in casa. Curata e trasandata.
Di persona e sul piano virtuale. In casa e fuori casa.
Fuori posto, ovunque e in qualunque modalità.

È che sto invecchiando. E male per giunta.


09/08/16

Pedalare sotto la pioggia

Esci di casa che c'è il sole.
Dopo circa 3 km di pedalate inizia a piovigginare. Poco. Pensi che è solo acqua, che durerà poco, e che così ti mantieni fresca.
A 4 km da casa smette. Continui bella allegra e ottimista.
A 6 km da casa ricomincia, più insistente. Sommato alla tua velocità, l'impatto delle gocce sulla pelle nuda delle tue braccia ti fa immaginare che sia grandine.
A 6,5 km smette. Continui.
A 7,5 km da casa comincia il diluvio universale, improvviso e inesorabile. Non ha alcuna pietà di te che ti trovi a quasi 8 km da casa, lungo la statale, dove persino le ville hanno gli accessi solo coi cancelli e non c'è una tettoia da nessuna parte.
A 8,3 km da casa c'è un grande slargo dove ti fermi solo perché piove tanto da impedirti di tenere gli occhi aperti. Non c'è riparo. Sei bagnata fino all'inverosimile e senti il cuscinetto d'acqua dentro le scarpe. Ti senti ridicola, ma lo fai. Prendi dallo zainetto il giubbino impermeabile e lo indossi, soprattutto per riparare lo zaino che contiene alcune apparecchiature elettroniche non non amerebbero trovarsi a galleggiarvisi dentro, tipo il telefonino, la batteria esterna, il lettore mp3.
Dopo circa 9 minuti di pioggia torrenziale che ti godi fino all'ultima goccia, smette. Ci pensi qualche secondo. Ti togli il giubbino, ché fa comunque un caldo d'agosto, e invece di tornare a casa prosegui ancora un po' lungo il tragitto che ti eri prefissata, ché tanto ti asciugheresti ugualmente tutta la pioggia addosso prima di arrivare a casa.
A 10 km da casa fai inversione e torni, anche se la tua meta iniziale era ancora 5 km oltre. Durante il ritorno c'è un sole sbruffone che non ti da il tempo di asciugarti la pioggia di dosso che già ti fa nuovamente inzuppare di sudore.
Quando arrivi a casa ti sembra incredibile aver attraversato tutta la gamma meteorologica in meno di 2 ore.

08/08/16

La mia "pastafforno" con le melanzane

Visto che mi è stata chiesta, ecco la ricetta della "pastafforno". Ma prima una precisazione di ordine linguistico.
La "pasta al forno", a Palermo si chiama "pasta col forno", e non perché venga condita con l'elettrodomestico, besì viene sottinteso il mezzo per la cottura: si tratta, dunque, di "pasta cucinata col forno". Poi viene tutto reso più conciso e veloce con il termine unico "pastafforno".

Altra precisazione. Noi facciamo le lasagne e i cannelloni, ma quando si parla di pasta al forno si usano gli anelletti (sulla confezione chiamati "anelloni", ma è un barbarismo), che è un formato di pasta che esiste solo nel palermitano, ed è questo:


Terza precisazione: le melanzane adatte a questo genere di preparazioni (come anche per la caponata o la parmigiana, o torte salate e sformati vari) sono quelle nere e oblunghe, che noi chiamiamo "nostrane" per distinguerle da quelle viola e rotonde, che chiamiamo "tunisine".
Le melanzane da friggere e soffriggere sono queste:


Vanno dunque tagliate a tocchetti, lasciando la buccia ma facendo cubetti anche di sola polpa. Ciò che rende queste melanzane ideali per questo tipo di preparazioni è proprio il fatto che non si disfano cuocendosi, anche i cubetti di sola polpa, pur senza il sostegno della buccia, durante la cottura rimarrà compatto, ammorbidito, ovviamente, ma ancora ben distinguibile e non "a crema".

Si tagliano le melanzane e si friggono con poco olio (io ormai da anni utilizzo soltanto l'EVO) e sale. Usando poco olio è fondamentale che la padella sia con una buona antiaderenza. Bisogna muoverle mediamente spesso, e assaggiarle per valutarne la cottura. Occhio che scottano.

Nel frattempo si prepara la salsa.
Dalle mie parti il sugo di pomodoro è LA salsa, quella per eccellenza.
Pomodoro, cipolla e basilico. Un po' di sale e un po' di zucchero, ché ormai non li fanno più i pomodori belli dolci e saporiti di una volta.


Quando la salsa e le melanzane sono pronte, si cuoce la pasta. Io in genere ne considero 60-70 gr a persona, ché poi col condimento diventa una porzione XL.

Tornando agli anelletti, dunque, sono la pasta ideale alla cottura al forno perché non scuoce. Dopo 10 minuti sarà abbastanza al dente da poter sopportare il passaggio in forno senza diventare semolino.

Si amalgama il tutto aggiungendo un po' di parmigiano, si riempie una teglia.


Si inforna per una ventina di minuti a 200° e basta. 


Facile, semplice, veloce e vegetariana ;-)

Non ho la foto finale, perché l'ho dimenticata. Gandalf, comunque, si è leccato pure i baffi che non ha! ;-)

04/08/16

Tre cose sulla terza serie di Sailor Moon Crystal

1) E' bellissimo, per me che negli anni '90 con loro ci sono cresciuta, cogliere l'occasione di Uranus e Neptune per introdurre con le mie figlie l'argomento dell'omosessualità. Non che non abbiamo mai trattato l'argomento, ma lo abbiamo sempre fatto in teoria. Un cartone animato può essere la giusta via di mezzo tra l'immaginario e la realtà. E quando, nella scena finale, le tre Sailor del sistema solare esterno "adottano" la neonata Hotaru, dichiarando che saranno i suoi genitori, e le mie figlie commentano "Bene, così avrà due mamme e una mezza mamma e mezzo papà", trovandolo fattibile e per certi versi persino divertente, nella sua bizzarria, allora ho capito che il cammino sta procedendo bene.

2) La sigla finale con Milord che si spara le pose è ridicola.

3) Sta diventando un discreto modo per imparare il giapponese!

03/08/16

Giochiamo

"Giochiamo che tu eri un gattino ed io la tua padroncina...?"
...
"Giochiamo che eravamo due sorelle che lavoravano in una lavanderia e dovevano piegare i teli da mare dei clienti...?"
...
"Giochiamo che io ero l'insegnante di scuola guida e tu eri l'allieva...?"

Ad ascoltare gli sviluppi incredibili delle trame dei loro giochi, ci si diverte di più che al cabaret.

"Matilde, giochiamo che eravamo due bambine che si davano pugni...?"
'-_-

02/08/16

L'alba


(All'orizzonte, da sinistra verso destra, Alicudi, Filicudi e Salina)

01/08/16

Ostinata


E' inutile fare annunci plateali, dichiarazioni categoriche, sceneggiate tragicomiche. Quando si riceve una determinata notizia, non si può farne a meno. Bisogna fare una coperta.
Patchwork.
A mano.
Entro febbraio.

Che il tunnel carpale mi fa un baffo.