24/05/16

La craniata

Fa parte di quelle raccomandazioni dette e ripetute per migliaia di volte alle mie figlie... e alla fine è toccato a me.

Stamattina, mentre stavo preparando delle verdure per la cena, le bambine facevano colazione.
Mi cade per terra un pezzo di qualcosa, mi chino per raccoglierlo e quando mi rialzo (con tutto l'impeto e il vigore che solo chi deve prepararsi la cena alle 7 di mattina può avere) vado a sbattere la testa contro lo spigolo dello sportello aperto del pensile sopra il lavello.
Contrariamente a quel che si può pensare, non ho detto parolacce e non ho nemmeno urlato, ma il dolore è stato lancinante, ho visto un lampo bianco e per diversi minuti sono stata a tenermi una mano sulla testa nel timore che si aprisse in due.

Le mie figlie, che hanno assistito, hanno avuto due reazioni opposte.
Angelica, vedendomi soffrire e lacrimare, ha detto un timido "Mi viene da piangere", poi però è venuta a darmi un bacio sulla testa "così passa più in fretta".
Matilde è scattata subito all'azione: "Tranquilla mamma! Continuo a preparare io le verdure!".

Direi che, per fortuna, non è successo nulla di grave. Non ho perso i sensi, non ho divelto l'intero pensile dalla parete (l'impatto è stato talmente forte che non mi sarei meravigliata se fosse successo), non mi si è rotto/spaccato nulla, non ho perso sangue. Ho un bernoccolone in testa che viene ben camuffato dai capelli ricci, ma soprattutto ho potuto osservare il modo con cui le mie figlie reagiscono/reagirebbero quando mi succede qualcosa: una in modo materno, coi baci-panacea, l'altra con l'azione: tranquilla mamma, ci penso io a continuare a cucinare. Per la serie, se anche tu dovessi morire, qui, in questo istante, davanti a noi, non temere; tutte le zucchine saranno state comunque affettate a dovere.

E' rassicurante tutto ciò

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