Ne avevo già il sospetto, perché avevo riconosciuto la sua voce dopo averla sentita urlare diverse volte attraverso la parete, ma quando li ho visti entrare dal portoncino ne ho avuto la conferma: i vicini di casa del Capitano.
L'ascensore è già al piano terra, faccio finta di nulla e resto indietro per dare loro la possibilità di prenderlo prima di me, ma lui ci dice di salire prima noi tre. Cavaliere, lui. Bistrattato di sicuro vocalmente da lei, e forse non solo vocalmente a sentire certe cose che lei gli ha urlato in passato a un volume di voce che per cui era impossibile non sentirle. E che gli ha fatto, sul pianerottolo delle scale.
Continuo a fingere di non capire, entro in ascensore con lei e il bambino e chiedo a che piano vanno.
Oh, che combinazione, lo stesso a cui vado io.
A quel punto lei mi fa: "Ah, allora abitiamo accanto e non ci siamo mai incontrate"
"Io non abito qui"
"Ah, siccome ho conosciuto il Capitano, ho visto qualche volta anche i suoi figli..."
"..."
"...non ho ancora conosciuto la moglie".
Io ho continuato a sorridere cordialmente in silenzio, senza aggiungere altro, senza qualificarmi ecc.
Non lo so se si è resa conto del discorso sconclusionato che ha fatto, ma d'altro canto da una che una sera d'inverno ha buttato letteralmente fuori dalla porta di casa il marito/compagno urlandogli addosso le peggiori parole, il tatto e la delicatezza è una delle ultime cose che ci si potrebbe aspettare.
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