16/02/14

Grazie

Le bambine se l'è venute a prendere il padre e tu hai una mattina e un pomeriggio da riempire.
Potresti tornartene a letto a dormire. Potresti approfittarne per mettere ordine in casa, che questa sorta di trasloco al contrario ha messo più caos del previsto.
Potresti stravaccarti sul divano, sparandoti puntate su puntate dei tuoi telefilm preferiti.
Potresti fare indigestione di romanzi, fumetti, blog, videogame.
Potresti immergerti nella scrittura, ché c'è quella scena al capitolo 8 che non regge per niente.
Potresti. Ma è domenica, c'è un cielo azzurro che fa paura e una temperatura tiepida che sembra maggio.
Un paio di telefonate, uno scambio di sms e ti trovi un impegno. Che ormai devi mettertelo in testa: sei sola, ma non lo meriti.

Ti fai la ceretta, ti trucchi, indossi una delle due sole gonne che possiedi. Ti guardi allo specchio e ti scambieresti per una maestra di catechismo, ma va bene lo stesso, da qualche parte dovrai pu ripartire. Certo, il rinnovo del guardaroba potrebbe essere già un bel passo avanti.

E allora esci. Sola, libera e leggera. E ti senti bellissima nella tua mise da catechista.
Ti dirigi alla stazione a passo spedito , ma non abbastanza veloce da non poterti specchiare nelle vetrine. E allora succede.
Un motorino rallenta e il tizio che guida ti regala uno sguardo concupiscente che visto con altri occhi sarebbe stato volgare, ma che a te è sembrato il più dolce e delicato del mondo.
Non puoi farne a meno: sorridi.
E il tizio non saprà mai quanto, per quello sguardo in quel momento, gli sei grata.

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