Dal basso della mia ignoranza credo che abbia delle capacità cognitive almeno il triplo più sviluppate dei suoi coetanei, e ci scommetterei qualunque cosa che riuscirebbe a far mangiare la polvere anche a molti bambini di 7-8 anni. Ha una proprietà di linguaggio impressionante, un lessico sconvolgente, una capacità di riassumere e raccontare con dovizia di particolari non soltanto le esperienze che ha fatto (quello è quasi facile), ma soprattutto storie che gli sono state raccontate o documentari che ha visto. E anche nella produzione narrativa, quando deve inventare una storia, approfondisce la psicologia e lo stato d'animo dei suoi personaggi in un modo che secondo me risulterebbe difficile persino a molti adulti. A 4 anni.
Però ha una disregolazione emotiva preoccupante. Non è nemmeno il classico bambino che dà di matto quando si arrabbia, no, anche quello era facile. Lui colpisce con precisione e crudeltà, con ragionata cattiveria nell'intento di fare male laddove fa più male col (suo) minore sforzo possibile. Una specie di torturatore dell'Inquisizione. A 4 anni.
Gli ho visto fare cose a un bambolotto (per fortuna) che mi hanno fatto pensare che potesse essere il caso di dire ai genitori che se stanno pensando a un fratellino o sorellina forse è meglio che desistano.
Come è consuetudine nella nostra coppia di fatto, la mia collega ed io, i bambini "impegnativi" me li smazzo sempre io, sia perché sono fisicamente quella più forte, sia perché credo di essere quella che ha un minimo (ma proprio minimo) di competenza teorica in più.
In soli 2 giorni l'ho dovuto contenere fisicamente 7 volte per allontanarlo dal bambino vittima di turno dei suoi pizzicotti sulle palpebre, o dei suoi calci sulle orecchie, o sul cui viso si siede chiudendo la bocca con le chiappette e le narici con le dita. A 4 anni.
Ma andiamo a noi.
Al parco giochi la prima volta che intervengo per contenerlo e portarlo via dal gruppo è perché ha dato un calcio in fronte alla bambina che spingeva l'altalena, perché gli aveva detto che se lui continuava a chiamarla "Topina" lei non lo spingeva più.
Tralascio la conversazione che ne è scaturita a riguardo, è una perla che serberò per me, ma gli prometto che lo lascerò tornare tra gli altri a giocare solo se mi promette a sua volta che non picchierà più nessuno. Lui promette, ma io pretendo la famigerata Promessa Col Mignolino, lo spauracchio degli spergiuri, la Promessa che se non la mantieni ti cade il dito mignolo.
Lui è la prima volta che ne sente parlare, ma accetta. Conoscendolo gli racconto che il bidello della scuola dove andavo io da piccola aveva una mano dove gli mancavano due dita, proprio perché da bambino aveva fatto due promesse che non aveva mantenuto. Io ce l'avevo davvero un bidello con una mano mutilata, ma era un reduce di guerra e gli era scoppiata una granata in mano, ma vabbè.
Lui si incuriosisce e mi chiede di mostrargli una foto. Gli rispondo che non sono sicura di avercela, si tratta di cose di tanti anni fa, di sicuro non ce l'ho lì al parco giochi, forse l'ho nel computer, poi magari quando torniamo in ludoteca la cerco. A questo punto avrei già dovuto accorgermi dell'errore, ma quando si ha a che fare con bambini e con esseri umani in generale non si è mai "arrivati", c'è sempre una nuova lezione da imparare, un nuovo errore da non ripetere ecc.
Passano 20 minuti e Il Biondino picchia una bambina che stava dietro di lui in fila per arrampicarsi su un gioco. Lo vado a recuperare e lo allontano dal gruppo e mentre lo tengo in braccio (scalciante) noto che improvvisamente si ferma e si guarda le mani. Mi siedo sulla panchina tenendolo in braccio e vedo che si sta contando le dita. "Sono ancora tutte!" mi dice trionfante.
A questo punto rincaro la dose: "Guarda che non cade subito il mignolo. Il bidello della mia scuola ci raccontava che quando non aveva mantenuto la promessa, subito non gli succedeva niente, ma poi l'indomani mattina si svegliava che gli mancava un dito".
Il Biondino accusa il colpo con malcelata preoccupazione, ma insiste sulla foto, vuole vedere questa storpiatura della realtà; io insisto su come non sia affatto gentile picchiare gli altri e insomma - a farla breve - lo accompagno a chiedere scusa, lo reinserisco nel gruppo e fine.
Arrivati in ludoteca, ogni 5 minuti viene a chiedermi se ho trovato la foto del bidello.
Ogni 4 minuti io mi sbatto la testa al muro chiedendomi come diamine mi sia venuto in mente di raccontare una cosa del genere proprio a lui, perché era prevedibile che non me l'avrebbe lasciata passare.
Apro il computer, vado su chatgpt e gli chiedo di crearmi l'immagine di un uomo anziano con una mano integra ed una con solo 3 dita. Non ho voluto cercare su google perché ero sicura che avrei trovato solo roba vera, drammatica, cruenta e splatter, e ci mancava solo questo.
L'intelligenza artificiale, però, è pure lui meno sveglio del Biondino stesso e mi fa l'immagine di un vecchio con 4 dita. Apro photoshop e l'altro dito glielo cancello io.
Il Biondino se l'è bevuta. Gli ho detto che il mio bidello si chiamava "il signor Salvatore". Lui vuole anche perché io gli racconti in che modo ha perso le dita, vuole sapere quali erano le promesse che non aveva mantenuto, ma a questo punto io - avendo imparato la lezione - gli dico che non ce l'ha mai voluto raccontare.
Quando si ha a che fare con bambini non si è mai "arrivati", c'è sempre una nuova lezione da imparare, un nuovo errore da non ripetere e i migliori trainer sono proprio loro: i bambini. Per tutti gli anni a venire potrò dire che per me Il Biondino è stato una specie di professore di un master specialistico.
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