16/10/09

Una pausa risolutiva

Quando ad agosto mio marito mi aveva annunciato il nostro viaggio a Londra ai primi di ottobre, ho subito pensato a Matilde e alla sua prolungata assenza da scuola.
E' chiaro che non ero certo preoccupata per i compiti o per il programma non svolto... piuttosto temevo che la settimana di "vacanza" le facesse perdere un'abitudine che all'epoca stimavo come già acquisita, e che il rientro avrebbe comportato problemi.
Poi, invece, è andata come è andata... l'abitudine non è stata acquisita e fino al giorno prima di partire i saluti all'asilo erano annaffiati di lacrime.

Poi siamo partiti.
Alla vigilia del rientro, la streghetta, diceva alla nostra padrona di casa che voleva restare lì con lei e non voleva tornare a casa. Si è convinta a partire solo perché B le ha detto che comunque, anche se fosse rimasta a Londra, lei doveva andare al lavoro quindi l'avrebbe portata in un asilo inglese.
Poi siamo tornati.

Già mercoledì mattina Matilde è andata a scuola.
Come al solito, durante la colazione è iniziata la tiritera: "Io non ci voglio andare a scuola".
Io stavo ancora male, ero molto sorda e molto stanca, poco paziente e per nulla tollerante. L'ho serenamente portata a scuola e l'ho salutata in fretta con un "Ciao amore, racconta alla maestra che ti sei seduta nell'autobus a due piani!" e via! Zut!
Il segreto è la rapidità.
Anche ieri, durante la colazione, la stessa solfa "Io non ci voglio andare a scuola", ma ad ogni battuta io le rispondevo "Ma va là" ed è diventata una specie di canzoncina, un duetto canoro.
Arrivati a scuola l'ho salutata, lei mi ha guardato aprendo la bocca come a voler dire qualcosa ma io gliel'ho impedito con un "Non cominciare."
Anche stamattina, stessa storia, stesso duetto, stesso sguardo appena arrivati ed io "Non dire sciocchezze".

Insomma, sta di fatto che non piange più. Il duetto romantico orami credo che ce lo trascineremo fino all'università, come rituale di pre-saluto, e in fin dei conti, forse, quella pausa dalla scuola ci voleva proprio.

Meglio così.

4 commenti:

utente anonimo ha detto...

Alla fine della fiera è sempre vero ciò che insegna la saggezza popolare: non tutto il male viene per nuocere. Non avrei mai immaginato che al mondo potesse esistere un solo motivo per ringraziare un bruttissimo raffreddore dell'aiuto portato. A quanto pare invece devi proprio ringraziare il tuo raffreddore che ti ha portato a liquidare la faccenda capricci con un discreto successo!
baci baci
fede
p.s.: ancora non ho ricevuto l'indirizzo dell'abbinamento Amarcord...

francyna ha detto...

ihihih quanta pazienza ci vuoleeee...
il tuo metodo però pare funzionare... ;) grandeee :)
un saluto!

poveromabello ha detto...

Senza dubbio una pausa risolutiva, tu le fai conoscere il mondo e lei cresce a vista d'occhio... ah, mi sembra che abbia già aperto un suo blog, poi vi passo il link! :)

MarinaPazienza ha detto...

 noi mamme facciamo fatica, ma in realtà è così, la strada è la serenità senza tentennamenti

quando capiscono  che l'alternativa non c'è,  allora i bambini smettono di fare i capricci!!!