23/03/15

Ma che bella sorpresa

I film, lo sapete, non sono il mio forte. Non sono appassionata, non sono fruitrice, non sono esperta.
Eppure a inizio anno mi sono fatta la tessera di carnet di 10 ingressi al cinema vicino casa mia a prezzo scontato.
Perché i sabati sera sono quasi sempre senza le bambine e, tranne qualche sporadico impegno mondano, sono proprio sola.
Non che non ci voglia anche un po' di solitudine, ma mi fa anche piacere fare qualcosa ogni tanto e spesso mi sono sentita incuriosita da qualche nuovo film al cinema ma non abbastanza da organizzare e proporlo a qualche amica, mentre in questo modo, con la tessera, posso anche permettermi l'improvvisata, la cosiddetta "botta di oramai".
E poi volevo scoprire quanto fosse deprimente andare al cinema da sola.

Ebbene, non lo è.

Sono andata, dunque, a vedere "Ma che bella sorpresa" con Claudio Bisio e qualcun altro di cui non ricordo il nome.
Il film è carino, divertente, brillante. Spesso mi sono trovata a ridere proprio, di gola, e non è una cosa che mi capita spesso coi film.
Più che altro mi ha fatto riflettere sugli "amanti immaginari", per quanto l'intento principale degli autori era, probabilmente, far riflettere sul concetto di "donna ideale".

In qualche modo mi sono rivista lì, quando in fase acuta di scrittura mi sono ritrovata a "vivere" Buongiorno Luna come se fosse qui ed io fossi lì, compresa la storia d'amore col Principe Immanuel.
In qualche modo mi sono fatta pena. Cioè, vedersi "allo specchio" in questo modo ribalta davvero il proprio punto di vista nella percezione di sé.

Claudio Bisio vive (in modo molto più psicopatico di me, va bene) una storia d'amore con la sua donna ideale, e mi ha fatto pena. Io - non ho problemi a confessarlo - più volte mi sono ritrovata, nei momenti di difficoltà, dove la solitudine era un aggravante, a dirmi in mente "Dai, Immanuel, facciamo insieme questa data cosa", e solo adesso mi rendo conto di quanto sia penoso.
Forse è ora che io smetta. Dovrei trovarmi un compagno in carne ed ossa.
Però è un peccato, perché il Principe Immanuel stende i calzini esattamente nel modo in cui io ritengo sia giusto stendere i calzini. ;-)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Secondo me non è penoso, è poetico.
La fantasia e l'immaginazione sono le uniche cose perfette e che possono dare effettivo sollievo alla routine quotidiana.
Immanuel nella realtà non esiste e mai esisterà, ma che male c'è se esiste per te e ti fa sentire meno sola quando la solitudine ti riempie?
Ognuno ha il proprio Immanuel. Spero.

LA Santa