16/04/18

Il posto e la casa

Ho fatto un fine settimana lungo a casa, giù.
Mancavo da più di quattro mesi, dalla fine Delle vacanze di Natale, e tornare, stavolta, ha avuto un senso diverso e inaspettato.
Bagheria mi ha accolto come due mani messe a conca, come una culla, come una madre. Come casa.
Ho istantaneamente ripreso contatto con il territorio come se me ne fossi andata ieri. Mi sono mossa a piedi con padronanza, ma soprattutto con piacere. Ho intensamente sentito la gioia del camminare per strada, ascoltare le voci, i rumori. E nell'aria quel familiare profumo di fiori. Ho parlato in dialetto con la certezza di essere compresa, non giudicata e non considerata come una che si lascia andare ad un divertente momento folkloristico. Ho guidato ricordandomi subito tutti i corollari e i postulati al codice della strada che vige in Sicilia. Ho fatto scorpacciate di fragole, arance, ricotta e gelato a prezzi quasi dimezzati rispetto a Torino. Ho incontrato amici. Mi sono messa d'impegno per pianificare un'agenda dettagliata e precisa  che mi permettesse di rivedere amici che non vedevo da agosto, e ci sono riuscita. Ho riso come con facevo da secoli. Ho rivisto e toccato il mare, e porcatrottola quanto mi manca. Me ne sono andata col magone, per la prima volta da quando sono emigrata. Non volevo andarmene, volevo restare, magari non per sempre, ma magari qualche altro giorno in più. Mi sono sentita a casa. Ero a casa.
Eppure mi sono anche sentita fuori posto. A casa ma fuori posto. Immersa nuovamente in una realtà disagiata e squallida, mediocre. Con le città sporche, i cumuli di spazzatura ad ogni angolo, le macchine parcheggiate in quarta fila, gli ambulanti che non emettono scontrino, quelli che quando vedono che stai per attraversare la strada accelerano per non doversi fermare, i padri che portano sul motorino due figli contemporaneamente e nessuno di loro indossa il casco, e la gente in attesa fuori dal centro vaccinazioni davanti cui sono passata un paio di volte. Fuori posto, nel posto da cui ho voluto portare via le mie figlie.
Non avrei voluto andarmene, è quella la mia casa. Me ne sono comunque andata, perché non è quello il mio posto.

1 commento:

alinipe ha detto...

Credo che questo sentirsi un po' strappati, un po' fuori posto ovunque e un po' a casa in piú luoghi sia la la maledizione e il dono dell'espatrio.

Un abbraccio.