11/08/20

Sulla guida

 Certe volte rifletto sul mio rapporto con la guida.

Ho preso la patente più tardi rispetto alla norma, avevo quasi 21 anni. Il ritardo è stato dovuto al mio blando interesse per l'autonomia (facevo una vita tanto banale e povera che per quello che mi serviva, bastavano i miei piedi e - al massimo - il treno per andare all'università). 

Per anni ho avuto la patente, ma non guidavo. Quando mi sono sposata, avevamo soltanto una macchina e la usava quotidianamente Schroeder, quindi io continuavo a muovermi a piedi.

Non posso negare che un altro degli aspetti positivi della fine del mio matrimonio è stato proprio il mio "lanciarmi" seriamente nella guida, da sola o in compagnia, in autostrada o nei sentieri di campagna, in salite, discese, tornanti e rettilinei, di giorno e di notte, col bello e col cattivo tempo.

Ho imparato a guidare a Palermo, grande e inarrivabile palestra di guida. Ho sempre detto che una volta sopravvissuta alla guida a Palermo, niente può spaventare, non in Italia almeno, non so, forse potrebbe essere peggio soltanto l'India, o il Sudamerica, insomma luoghi così.

Ho imparato a guidare con la grandissima Julie, la buonanina della Panda del 2001, cambio manuale, sterzo ingrippato, ma nessuna paura. E penso che tra poco anche Matilde inizierà a cimentarsi alla guida, magari anche solo per gioco, per cominciare a capire i meccanismi, tanto ormai è alta quanto me e arriverebbe benissimo ai pedali. Però lei avrebbe a disposizione macchine molto più nuove, facili e automatiche di quelle che ho avuto io. Mi domando, quindi, queste nuove generazioni impareranno a guidare soltanto col servosterzo, col cambio automatico, con la telecamera posteriore?

Il vero problema non è tanto il contenuto della mia domanda, lo so. Quanto il fatto stesso che io me la ponga in questi termini. Ci manca un pelo perché io dica: "Ai miei tempi dovevi parcheggiare a orecchio, sentire col corpo la vicinanza del paraurti della macchina dietro...".

Bei tempi...!

1 commento:

Niki ha detto...

La Turchia, la vera guida per professionisti e' quella