Ammetto che sia difficile, ma non impossibile. Per quanto mi riguarda credo sia uno dei principi che riesco a seguire con più facilità... Poi non so se il mio non-attaccamento sia più il frutto di un dis-amore di fondo nei riguardi della vita in generale, ma affronto con poca tragicità le perdite o la fine delle cose.
In questi giorni ho preso coscienza della fine della mia amicizia con la mia Amica Palermitana, che andava avanti da 15 anni.
Mentirei se dicessi che non ho pianto, ma lo sto accettando.
E' stata un'amicizia molto piena, che è persino riuscita a sopravvivere alla distanza fisica, ma da un anno e mezzo circa aveva preso già una piega diversa.
Incomprensioni, equivoci e - forse - un po' di invecchiamento di entrambe ci ha portato a non capirci più. Nonostante per me lei sia sempre stata la "me al di fuori di me", la persona a cui raccontavo tutto, ma proprio tutto tutto tutto, perché anche solo parlandone con lei ad alta voce facevo chiarezza nel mio sentire e nel mio pensare. Sa di me le cose peggiori. Conosce tutti i miei segreti più orribili, tutte le sfaccettature dei miei lati oscuri, le mie incoerenze, le mie insicurezze, le mie doti e le mie capacità, ma non ci capiamo più.
Insieme a Gandalf, è stata una delle persone che mi hanno salvato la vita letteralmente quando mi sono separata da Schroeder... non mi sono buttata da un ponte solo perché lei mi ha trattenuta.
Nei lunghi anni di crisi con l'Ingegnere io cercavo scuse per uscire e fare lunghissime passeggiate parlandone con lei al telefono, ché magari a casa non ero mai sola e libera di esprimermi e parlare al telefono, e quanto mi faceva stare meglio.
Riflettendoci, però, secondo il principio del non-attaccamento io sono disposta ad accettare la fine di questo rapporto, appartiene al ciclo delle cose e delle situazioni, ciò che mi distrugge, però, è il simbolismo che c'è dietro.
Rosanna, per me, era casa mia ancora di più di quanto lo siano i miei genitori. Rosanna, per me, era il colore e il profumo del mare che ho lasciato, il calore del sole che ho lasciato, il cielo azzurro che ho lasciato.
L'idea di non avere più la sua presenza nella mia vita è un po' come se me ne stessi andando ancora una volta e questa volta definitivamente, da casa mia.
Credo sia questo il vero lutto che devo elaborare. Rosanna era la Sicilia, era la mia vera casa.
Oggi a Torino splende il sole, il cielo è azzurro e luminoso, il sole splende e probabilmente potrei anche accontentarmi di andare a osservare lo scorrere di un corso d'acqua come surrogato del mare, ma non è casa mia. Rosanna lo era, e ormai non vuole esserlo più.
Stacci.
Ok, ci sto, ma posso piangere almeno un poco?