13/09/13

La mamma verde

La vita da mamma è sempre ricca di esperienze, positive, negative e medie. Non ci si annoia mai, e questo tutte le mamme lo sanno.
I bambini, per loro stessa natura, sono portati a fare esperienze, positive, negative e medie. Cadono, sbattono, scivolano, si sbucciano le ginocchia e i gomiti, gli esce sangue dal naso, si graffiano. Reagiscono quasi sempre bene. Dopo al massimo 30 secondi dal "trauma" sono di nuovo in piedi a riprovare ciò che ha causato "l'incidente", per farlo meglio, o peggio, o uguale. Cadono e si rialzano.

Matilde no.
Matilde vive i piccoli incidenti come grandi tragedie. E' capace di piangere e tremare al pensiero di togliere una spina dal dito, di disinfettare un graffio, di mettere un cerotto. Ogni volta è sempre l'ultima volta. Non andrò mai più in bicicletta. Non correrò mai più. Non camminerò mai più.
Questo atteggiamento tendente al dramma, devo ammettere, si è manifestato dopo l'intervento di tonsille e adenoidi, con la sua convalescenza lunghissima e dolorosissima: da allora ogni cosa è un dramma e ogni goccia di sangue ci ucciderà. Poi, è comunque sempre capace di affrontare cose che la maggior parte dei suoi coetanei non si sognerebbe mai di lasciarsi fare, tipo la visita otorinolaringoiatrica tramite sonda a fibre ottiche infilata dal naso per arrivare alle orecchie, o estrarre un dente da latte che non vuole cadere nonostante il corrispettivo permanente sia già tutto spuntato dietro, oppure mettere l'espansore del palato ecc.

In linea generale, dunque, le sue sono sempre tragedie che sembrano portare alla fine, ma poi vengono affrontate.

Tranne ieri, che mi ha fatto prendere una paura che mi saranno spuntati altri 3 capelli bianchi nuovi nuovi.

Provando la bicicletta di un amico, si è graffiata un polpaccio. Io l'ho vista quando il sangue arrivava già a macchiare i calzini, ma dato che lei sembrava non essersene accorta, non ho detto nulla. Però, evidentemente, il sangue che colava le ha dato il giusto fastidio, per cui si è grattata. Grattandosi ha sentito il senso di liquido, si è guardata e si è accorta del graffio (lungo e copioso, ma pur sempre solo un graffio).
E' scattata la tragedia, ovviamente.
In questi casi io mi sforzo sempre di essere positiva e accogliente, la tranquillizzo sempre dicendole "Non è niente, ora lo asciughiamo col fazzoletto" anche se mi verrebbe di urlarle "Ma che cavolo ci piangi per un graffio! Se non ti grattavi non te ne accorgevi nemmeno!". Positiva. Tranquillizzante.

Forse lo sbaglio è stato che quando lei mi ha detto di volersi coricare io mi sono limitata a farla sedere per tamponarle il sangue.
Pochi secondi dopo, il sanguinamento si è fermato ed io, come faccio sempre, l'ho incoraggiata a tornare a pedalare, per evitare di lasciarla soffermare troppo sull'accaduto con la sua inevitabile presa di posizione "Non andrò mai più in bicicletta per tutta la mia vita".
Si è alzata in piedi, ha fatto per uscire fuori ma è tornata indietro subito dopo, piagnucolando che le cose non avevano i colori giusti.
Le ho chiesto in che senso e lei mi ha risposto: "Tu, per esempio, hai la faccia verde".

E' stato un attimo.
L'ho vista impallidire di colpo. Lei che ha sempre avuto le labbra rosse che fin da neonata mi chiedevano se le mettessi il rossetto, aveva le labbra bianche. Le ho accarezzato il viso ed era ghiacciata.
Ho fatto in tempo a prenderla in braccio, chiamandola per non farle perdere i sensi, e distenderla sul divano tenendole le gambe sollevate. Non è arrivata a svenire, anche se ha avuto lo sguardo assente per un nanosecondo. Poi, continuando a parlarle e tenendole le gambe sollevate, l'ho invitata a respirare bene ma lentamente e poco a poco ha ripreso colore.

Le tragedie le ha sempre fatte, ma non aveva mai mostrato questo senso di disagio nei confronti del suo sangue.

Si è messa seduta e non ha nemmeno aspettato i due minuti che le avevo suggerito prima di alzarsi in piedi: gli altri stavano mangiando le brioscine al cioccolato e lei si è precipitata da loro.

Sono ca##ate, è vero, ma io ho guadagnato almeno 3 capelli bianchi nuovi.

La sera, a cena, ha raccontato a suo padre che si era sentita male quando aveva scoperto di essersi graffiata, e vedeva "la mamma verde". Ora speriamo solo di non aggiungere anche questo all'elenco delle situazioni "da tragedia", perché davvero, io non ce la posso fare.

3 commenti:

poveromabello ha detto...

Io sarei diventato effettivamente verde... #_#

Anonimo ha detto...

Povera Mati!!! Io sarei morta, altro che 3 capelli bianchi....


LA Santa

Valeria ha detto...

Ossantapace, povera stella!! (e povera te, cacchiarola...)