16/04/19

È bastata la parola

Non sono mai stata troppo esigente con le babysitter delle mie figlie. Vuoi anche perché erano già grandi quando ho iniziato ad averne bisogno, ma fondamentalmente gli aspetti che valuto sono, in ordine d'importanza:
- la puntualità
- l'uso corretto della lingua italiana, sia parlata che scritta
- l'iniziativa autonoma nel segnalarmi eventuali avvisi sul diario, materiale scolastico da procurare ecc. a prescindere dalla possibilità che me le comunichino le mie figlie.

Ho avuto babysitter che avevano accudito decine di bambini o alla prima esperienza. Non è mai stato un aspetto che ho indagato più di tanto, ma non me ne pento.

Però ce ne vuole a non avere mai-ma-proprio-mai aver avuto a che fare con un farmaco pediatrico comunissimo...


Sarà anche vero che io ho usato il nome commerciale di un farmaco senza specificare che si trattava di uno sciroppo, ma... quanti zero di bambini hai mai frequentato se pensi che così, per un mal di testa, io chiedo tramite whatsapp alla babysitter di fare una puntura a mia figlia?!
In pratica ha letto la parola "siringa" e il panico che le è esploso in testa le ha offuscato il raziocinio.

Vabbè...

2 commenti:

Valeria ha detto...

vorrei spezzare un'arancia in favore dell'incauta... io l'ho scoperto ieri cosa fosse e come si usasse il nurofen -.-''' (uguale alla tachipirina, peraltro :P)

Lucy ha detto...

Infatti sono disposta a passare sopra al fatto che ho usato solo il nome commerciale del farmaco, senza specificare oltre. Ma davvero credeva che io le chiedessi di fare una puntura a mia figlia???