Ieri pomeriggio, chiacchierando con una collega del corso di teatro, ho fatto una riflessione: le lezioni che mi piacciono di più sono quelle "su copione", dove c'è una situazione da analizzare e un personaggio da conoscere, capire, interpretare, ma sta tutto già scritto lì.
Lei, invece, si diverte molto di più nelle lezioni "di improvvisazione", dove c'è una situazione da analizzare e un personaggio da conoscere, capire, interpretare, ma devi crearlo tu.
La mia riflessione è questa: rispetto alla mia collega, ma probabilmente all'80% della gente che conosco, io faccio un lavoro dove devo costantemente improvvisare. Creo, immagino e poi modifico tutto "in corsa" a seconda del riscontro più o meno consapevole da parte degli allievi. Posso aver creato e studiato la lezione perfetta, provata e riprovata per bilanciarla, per renderla fluida e quant'altro, ma quasi sempre mi ritrovo a rimodulare le sequenze, aggiungere pezzi e toglierne altri, e succede sia durante le lezioni agli adulti che con i bambini.
"E adesso cosa m'invento?" è una frase che penso almeno 3-4 volte durante una lezione con gli adulti e 8-9 durante quelle coi bambini.
Per lavoro, io, improvviso costantemente.
E mi invento e rinvento personaggi da interpretare: sono di volta in volta accogliente, simpatica, severa, attivante, incoraggiante, rassicurante, entusiasta, empatica, comica, rilassante, spirituale, rigorosa. A volte anche tutto questo insieme, durante la stessa lezione da 50 minuti.
Ed è, ovviamente, ben diverso da chi fa un lavoro di scrivania, dove le procedure sono quelle e a quelle bisogna attenersi. Ci può essere un lavoro creativo, ma è comunque ingabbiato in regole e leggi ben definite.
Io la capisco, la mia collega, che almeno una volta la settimana vuole "inventare", vuole "esprimersi".
Ecco, io no. Io, almeno una volta la settimana, voglio avere dei confini stretti e ben definiti entro i quali muovermi, voglio mettere in scena, prestare il mio corpo, la mia mente e il mio spirito a qualcosa "creato da altri", dove la metto per un attimo in pausa la funzione "e adesso cosa m'invento?".
Per una volta voglio solo affidarmi alle invenzioni degli altri.
Nessun commento:
Posta un commento