Oggi a Torino è una bella e tiepida giornata di sole. 21 anni fa lo era anche a Palermo, ed era il giorno del mio matrimonio.
In genere non ne parlo mai, non ne parlo più, non su questi lidi per lo meno; però dopo tutti questi anni dal suo inizio (e dalla sua fine) oggi voglio condividere una riflessione a riguardo.
Per molto tempo ho sostenuto di non essermi mai pentita di aver sposato mio marito, perché diversamente non sarebbero mai nate le mie (nostre) figlie; oggi mi sento di correggere questa falsa convinzione: ho maturato la consapevolezza di quanto fosse ipocrita e vagamente pericolosa quella frase, deresponsabilizzante nei miei riguardi e rischiosamente gravosa nei confronti delle ragazze. Come se fosse loro il peso di dare un senso e una ragione d'essere a ciò che è stato e che poi non è stato più.
Quindi no, non rimpiango di essermi sposata, né di essermi sposata con lui. Perché lo volevo. 21 anni fa io lo volevo. A prescindere da tutto ciò che c'è stato dopo. E non me ne sarei pentita nemmeno se non avessimo avuto figli.
Oggi io non sarei quella che sono, se 21 anni fa non mi fossi sposata con lui.
Certo, probabilmente molte cose sarebbero diverse, ma sarebbero anche migliori? Non è dato saperlo.
Negli ultimi 12 anni ho vissuto male questo giorno, con un grande senso di delusione e sconforto, rabbia che ho soffocato, tristezza che ho nascosto e confuso con frasi e convinzioni ipocrite.
Oggi no.
Oggi voglio prendere per mano quella ragazza felice e fermamente convinta di stare per iniziare la parte più bella della sua vita, portarla all'altare e farle una carezza.
No, non le direi nessuna frase "epica", solo una carezza. Dopo 21 anni me ne sarà grata.
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