02/12/07

La sirena

Ho letto l'ultimo romanzo di Camilleri.
Non m'è piaciuto. Non sembra nemmeno un romanzo, sembra più una bozza, specialmente nella seconda parte della storia.

Bah...

Sinceramente ho sempre preferito il Camilleri "storico", rispetto a Montalbano, per quanto non posso fare a meno di lui.
Però credo che, come romanziere, Camilleri dia il meglio di sè nei romanzi storici. Il suo apice è stato "Il re di Girgenti", credo che difficilmente leggerò un romanzo che mi appassionerà così tanto anche alla decima-dodicesima lettura.
Ma anche gli altri romanzi storici sono piccole perle: uno su tutti "La concessione del telefono". Il mio romanzo preferito in assoluto prima del re di Girgenti. La suddivisione tra "Cose scritte" e "Cose dette", dove non c'è alcuna partecipazione emotiva del narratore ai sentimenti dei personaggi se non quella che trapela direttamente dalle loro parole, scritte o dette. Una forma di narrazione che è stata poi estremizzata ne "La scomparsa di Patò", vero e proprio giallo scritto e raccontato esclusivamente attraverso parole scritte, giornali, lettere anonime, biglietti, cartoline, scritte sui muri ecc. Un genio, Camilleri. Un genio che ha scritto "Il birraio di Preston" facendo in modo che i capitoli si potessero leggere in ordine sparso, senza per questo perdere nè la suspance nè il piacere della lettura e della storia. Splendido. Da rileggere, prima o poi.

Ma questa "Maruzza Musumeci" non mi è piaciuta per niente.
Comincia in maniera classica, per poi trasformarsi in un lieve "thriller"... ti tiene un po' sul filo, per qualche decina di pagine, poi smuore. E continui a leggere, nell'attesa che si riprenda, e tra poco succede qualcosa, forse tra qualche pagina, forse nell'altro capitolo, invece è un agonizzare della narrazione, si racconta sempre meno, e la storia assume sempre più la forma di riassunto.
Deludente, davvero.

Rivoglio Zosimo e Padre Uhù.

1 commento:

kobaino ha detto...

beh, ognuno di noi è unico. quindi ognuno di noi conta tanto quanto l'altro. quindi i tuoi suoceri contano tanto quanto te, me, conrad e stevenson. possono avere una esperienza diversa sulle spalle, ma non più o meno valore. certo, poi magari i tuoi suoceri non hanno mai scritto un cazzo di bello, ma una sola loro azione bella o importante nella vita ed ecco che assurgono allo stesso ruolo di tutti gli altri. o no?