09/03/16

In sedici anni

Ne avresti potute fare di cose, in sedici anni.
Invece quella notte di sedici anni fa hai deciso di morire, o forse no, forse hai solo deciso di tirare la corda fino al massimo, e non volevi veramente che si spezzasse. Tuttavia si è spezzata, e a distanza di sedici anni, ancora oggi io ti penso, talvolta ti sogno e ogni volta mi meraviglio di vederti vivo, e mi dico sempre "Ma allora non è vero che è morto", e tutte le volte, al risveglio, sono convinta che tu sia ancora vivo.
Oggi è una giornata fredda e ventosa, ben diversa da quella di sedici anni fa; me la ricordo come se fosse ieri, mi ricordo ogni cosa, dove mi trovavo, come ero vestita e cosa facevo quando ho ricevuto la telefonata che mi comunicava la tua morte.
L'incredulità.
L'incredulità sulla notizia ricevuta e la corsa, a piedi, fino a casa tua, per sincerarmene. L'abbraccio di tua madre. Il mio disprezzo verso tuo padre, che ancora oggi non capisco come non si vergognasse di essere ancora vivo mentre tu eri lì, morto sul tavolo del salotto.
Sedici anni sono tanti, sono una vita intera.

Andrea è morto da sedici anni, eppure ancora oggi, nonostante tutta la vita che c'è stata dentro, fuori e intorno a me, io quel buco nel cuore ce l'ho ancora.

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