07/05/19

Il salto nel vuoto

Ho declinato l'offerta. Rifiuto e vado avanti, ho detto. Ho bisogno di altro, ho bisogno di credere di poter avere altro, essere altro, di più, meglio.

I genitori dei Bambini che accudisco mi hanno proposto di restare con loro, ma soltanto tre ore al pomeriggio, dopo la scuola. Il compenso, per quanto adeguato in termini assoluti, non mi basterebbe nemmeno per l'affitto, dunque ho ringraziato e rifiutato.
Certo, erano soldi sicuri, ma se volevo "soldi sicuri" me ne restavo nella mediocrità della vita che conducevo dove, bene o male, campavamo col solo assegno di mantenimento. A me non interessa "tirare a campare". Io voglio sentirmi gratificata e realizzata per le mie conoscenze, le mie competenze, le mie capacità.

Certo, questo è un salto nel vuoto, perché potrei ritrovarmi a inizio settembre totalmente disoccupata e senza alcuna prospettiva, ma me lo devo. Non ho affrontato tutto questo per "accontentarmi", perché dove stavo ero già "accontentata". Mi devo dare una possibilità, altrimenti tutto questo patire sarà stato inutile.

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