02/09/20

La doppia cittadinanza

Questo post avevo iniziato a scriverlo martedì scorso, il 25 agosto.
Non so perché negli ultimi mesi faccio così fatica a dedicarmi al blog. Non è che mi manchi il tempo, tutt'altro, e non è nemmeno che non ho niente da dire, anzi!, è un momento in cui sono sommersa di pensieri e riflessioni, avvenimenti pochi ma significativi, quindi di materiale ne avrei in abbondanza. E' che mi manca la parola. E' che mi manca la capacità di fermarmi e trasformare in parole tutti quei pensieri, quelle riflessioni, quegli avvenimenti.

Il titolo del post, se l'avessi pubblicato martedì scorso, sarebbe stato riferito alla battuta che ci ha fatto l'autista NCC(*) che ci ha portato in aeroporto quando ci ha chiesto se eravamo "arrivate" o "tornate".
Poi, durante la settimana, quella frase, quella definizione di "doppia cittadinanza" mi è tornata in mente diverse volte, proprio mentre tornavo a muovermi per le strade di Torino.

Oggi sono esattamente 3 anni da quando siamo partite. 
In questi 3 anni ho visto Bagheria cambiare poco, qualche negozio chiude, qualcunaltro apre, cambiano alcuni sensi di marcia nelle strade, hanno costruito un paio di nuovi palazzoni ecc. Una cittadina dove ho vissuto per 39 anni e mi accoglie sempre, anche se ogni volta con qualche novità. Non posso dire di non sentirmi più padrona del territorio, tuttavia quei cambiamenti mi spiazzano ogni volta, e ogni volta mi sento sempre meno "di casa".
Torino la sto imparando. Giorno dopo giorno mi è un po' più familiare, ma di fondo non ho mai quella sensazione di essere "a casa".
Quindi, in definitiva, più che una "doppia cittadinanza" mi sembra quasi di non averne nessuna: come se stessi lentamente perdendo la prima pur non riuscendo ad acquisirne appieno la seconda.

Se penso alle mie figlie, poi, ho la sensazione che giù abbiano "le persone", mentre su abbiano "i luoghi".

Per oggi reisto alla tentazione di tornare a rileggermi qualche post vecchio, di 3-4 anni fa, quando il trasferimento era solo un progetto, perché temo la nostalgia. Non tornerei mai sui miei passi, quello mai, tanto più che seriamente io qui a Torino ho trovato terreno fertile per la mia realizzazione professionale, però ogni tanto qualche pensiero buio mi prende... Ma forse è solo che oggi piove.

(*): ho iniziato a utilizzare un servizio di NCC per i trasferimenti per e dall'aeroporto: mi costa solo 9 euro in più rispetto ai mezzi pubblici, con un risparmio enorme di tempo e fatica, e comunque costa 20 euro meno del taxi preso al momento.

1 commento:

Niki ha detto...

Non lo so io quale è la mia città figurati te