04/06/08

Quello che ho sognato

Eravamo nella casa di campagna dei miei nonni. Una ragazza sconosciuta entra dal cancello e si dirige lentamente verso il balcone, vi arriva quasi sotto e comincia un po' a scavare. Nel frattempo si lamenta e piagnucola, dice "Povera la mia pietra!"
Io la guardo incuriosita, e stranizzata dall'indifferenza dei miei, che sono lì in campagna e sembra quasi che non si siano accorti di quella ragazza. Mi sporgo un po' e vedo che la ragazza, scavando, ha fatto emergere un viso, il mio viso. E' una specie di statua che mi raffigura. Il viso è tutto rovinato, sbriciolato... Noto che mia madre le si avvicina e la ragazza dice "Questa è la mia bambola... Povera la mia Pietra..." E con l'aiuto di mia madre tirano fuori dalla terra tutta la mia figura, una specie di statua di ceramica, con le gambe in frantumi. Ma "sepolta" assieme alla statua c'è anche una bambina, ed è ancora viva e vitale... Quella bambina ha il viso rotondo e gli occhi azzurri e luminosi. Riconosco che è Valeria, mia cugina, da piccola. Allora guardo meglio la ragazza e riconosco anche lei: è la commessa che lavora al negozio con lei.

Poi mia figlia si è svegliata ed io mi sono alzata, avendo ancora davanti agli occhi quelli azzurrissimi di mia cugina. Avevo anche un po' di agitazione addosso, il sogno è stato macabro, inoltre il risveglio forzato proprio nella fase piena del sogno mi faceva ancora confondere la realtà con l'immaginazione.
Solo dopo qualche minuto, dopo che ho aperto le finestre, ho ripreso contatto con il mondo.

Una statua in frantumi, proprio nella casa di campagna dove ho vissuto i migliori momenti goliardici con mia cugina, sepolta e riesumata dalla commessa del negozio.
Devo essermi sentita proprio così, al suo matrimonio, quando ho riconosciuto la commessa tra gli invitati, mentre io ero nascosta dietro una colonna della chiesa, come una ladra.
Il fatto che il mio inconscio ci sia arrivato dopo un mese, però, mi fa capire quanto anche lui sia stanco e privo di energie...

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