04/04/08

Il campo del vasaio

E' l'ultimo romanzo "montalbaniano" di Camilleri.
La prima cosa che mi sono ritrovata a pensare (ma non è un pensiero nuovo) è stata una considerazione sull'editoria. Il "Tailleur grigio", edito da Mondadori, è scritto quasi interamente in italiano, come tutti gli altri romanzi di Camilleri pubblicati da Mondadori.
Quelli editi da Sellerio (come la quasi totalità dei romanzi con Montalbano) sono un crescendo di dialetto, a cominciare da "La forma dell'acqua", fino all'ultimo "Campo del vasaio", sempre più dialetto, sempre più dialetto.... tanto che si ha l'impressione che le uniche frasi in italiano siano quelle dell'avvocato Guttadauro, e quelle di Mimì Augello quando s'incazza (che, al contrario di tutti gli altri, quando s'incazza parla solo in italiano)

Allora...
Purtroppo anche questo romanzo mi ha lasciato un po' delusa. E allora mi chiedo se sia Camilleri a "fagliare" oppure sono io che sto cambiando.
A metà romanzo avevo già capito chi era l'assassino.

Montalbano sta invecchiando, ed è una cosa che mi piace davvero tanto di questa "saga", ossia che il tempo passa anche per i personaggi, e dal 1986, anno de "La forma dell'acqua", al 2008, sono passati 22 anni anche per il commissario.
Già i riferimenti ai fatti di cronaca ma soprattutto di politica, rendevano Montalbano un personaggio attuale, non una figura incastonata in un periodo immobile, durante tutti questi 22 anni. Ogni romanzo è ambientato *oggi*.

Ma torniamo al "Campo del vasaio". Si dice che nel vangelo di Matteo, il campo del vasaio sia il campo che i sacerdoti che scoprirono il cadavere di Giuda comprarono coi suoi 30 denari "del tradimento". Il campo del vasaio è un luogo argilloso, dove la terra non si accumula, la vegetazione non cresce, e se piove si scivola, si cade, si rimane imprigionati nel fango cretoso, e sporchi. Che quando si asciuga l'argilla sul corpo e sugli abiti, rimane lì, con tutta l'aria di volerci rimanere per sempre. Il campo del tradimento.
Dove viene trovato un uomo, fatto a pezzi, 30 per la precisione, subito dopo essere stato giustiziato con un colpo alla nuca. Più mafia di così...!

Ma non vi racconto il seguito, nel caso voleste leggerlo.

Da notare: Montalbano ricorda l'episodio del campo del vasaio del vangelo leggendo un libro di Camilleri "La scomparsa di Patò".
Piccola parentesi: "La scomparsa di Patò" fa parte di quei romanzi "storici" che adoro, perché Camilleri rende al meglio nell'argomento storico. E' edito da Mondadori ed è una garanzia linguistica. Inoltre è una storia interamente raccontata attraverso cose scritte. Non c'è una narrazione vera e propria, ma ci sono articoli di giornale, verbali dei carabinieri, lettere anonime, lettere firmate, scritte sui muri... Un saggio preziosissimo su come si possa scrivere una storia lasciandola scrivere agli altri... bellissimo.

Altra nota: una specie di postfazione di Salvatore Silvano Nigro, che credo sia uno importante nella casa editrice, ma che scrive uno sproloquio pieno di parole da vocabolario che alla fine ci si chiede "Ma che voleva dire?"
Probabilmente niente.

2 commenti:

dalle8alle5 ha detto...

Ultimamente ho avuto parecchie delusioni letterarie. Ho un sospetto: che paghino gli scrittori in base al numero delle parole?

tarta1 ha detto...

si sicuramente sono pagati in base alle parole ....

e al contrario chissà quanti buoni scrittori restano chiusi nei cassetti perchè nessuno si degna di leggere cose buone


miiii come sono strana oggi