30/08/08

DI quando uno scarafaggio mi ha tenuto in ostaggio

Prendendo spunto dalla sfida che si sono lanciata Orka e Giada vi racconto la mia.

Era luglio del 2005. Ero incinta, disoccupata ma felice. Le nausee avevano iniziato a darmi tregua, il sole splendeva e la temperatura non era ancora delle peggiori. Insomma, una bella giornata.

Mia madre mi telefona e mi dice di avere la macchina dal meccanico per un controllo, quindi di non potere venire a prendermi. Poco male: stavo benissimo e una passeggiata a piedi mi avrebbe fatto molto piacere.
Avevo già preso l'abitudine a parlare col pancino, quindi gli annuncio che ci stavamo vestendo per andare dalla nonnina.... Ero tutta fiocchettosa e sorridente, insomma.

Mi vesto, prendo la borsa, le chiavi di casa e mi affaccio sulla scala che va fino al portoncino d'ingresso. C'è una macchia scura sul tappetino. Cos'è? Una foglia?? Un po' di fango?? Scendo due o tre gradini (la rampa è costituita da 23) per guardare meglio. Il mio sospetto di fa sempre più verosimile, man mano che scendo. Mi fermo e risalgo di corsa.

Faccio il numero di telefono di mia madre.
"Mamma, ho un problema"
"Che ti è successo? Stai male?" mi chiede lei, che pensa sempre che io le telefoni quando sono in fin di vita
"C'è uno scarafaggio sul tappetino davanti alla porta!"

Mia madre dapprima sembra quasi delusa che il motivo della telefonata sia "solo" quello, poi mi da, per telefono, i suoi suggerimenti.

Il primo del quale è: scendi e pestalo.
Cosa? Io posare la suola della mia scarpa su uno scarafaggio gigante e farcito, che magari fa pure "crock" mentre lo schiaccio? Piuttosto me ne rimango barricata in casa fino a quando non torna mio marito!

Secondo suggerimento: affacciati dal balcone, vedi se c'è qualcuno che conosci che sta passando in quel momento davanti casa tua, passagli una scopa dal balcone e aprigli il portoncino.
Ingegnoso! Mi affaccio e - cornuto del sole! - non c'è anima viva, tranne qualche anziana signora che va al fruttivendolo ma che non conosco.

Terzo suggerimento: telefono a B (amico di famiglia che abita qualche traversa vicino casa mia, ndr) e gli dico di venire a darti una mano.
Mi piace l'idea, riattacco per lasciarle il telefono libero. Probabilmente in quel momento maledice di non avere la macchina a disposizione.

Nel frattempo vado a cercare uno spray insetticida qualsiasi. Lo scarrafone era sempre stato immobile e poteva fare già la differenza sapere se era vivo, morto o x.
Trovo una lattina quasi vuota di spay per le mosche. Mannaggia alla pupazza, erano giorni che mi ripromettevo di compare lo spray per le formiche e scarafaggi...!
Scendo nuovamente le scale e mi avvicino ancora di più. Spruzzo l'insetticida e scopro che lo scarafaggio era x.
In un gesto che mi ha fatto accapponare la pelle, quando è stato raggiunto dallo spary si è mosso, ha leggermente dispiegato le ali ed ha provato a rigirarsi. L'orrore si impadronisce completamente di me, che torno su e chiudo la porta che da sulle scale, nel dubbio che il mostro decida di volare e inseguirmi.
Mia madre mi ritelefona. B non è incasa. Lei non può muoversi. L'unica è rimanere a casa pure io aspettando mio marito.

Ma alla fin fine, il coraggio è solo questione di volontà.
"Vabbè mamma - le dico con quel tono brusco e sbrigativo che le fa sempre temere il peggio perché significa che sto per fare una ca##ata delle mie - faccio qualcosa, vedo, provo, insomma io peso 1000 volte più di lui, che sarà mai.... eventualmente ti richiamo" Click.
Mia madre stava per dire qualcosa, nel tentativo di dissuadermi, ma non le ho lasciato lo spazio per farlo perché avrebbe davvero potuto farmi cambiare idea.

"E allora, persciolino - nome del mio pancino, all'epoca - facciamo vedere quanto siamo coraggiosi, su!"

Vado a prendere una scopa vecchia, quella con cui pulivo il terrazzo. Scendo le scale predisponendomi l'animo in "Terminator Mode on". Questo mode prevede lo sguardo forzatamente truce e il passo pesante, l'aria spazientita della serie "devo fare sempre tutte cose io" e il cervello vuoto da pensieri e riflessioni.

Arrivo a tre scalini dal mostro, con la scopa do un colpo alla maniglia aprendo il portoncino, poi pesto letteralmente lo scarafaggio con la scopa, intrappolandolo tra le setole.
Esco, chiudo la porta e lascio la scopa dall'altro lato della strada, dirigendomi a passo spedito verso casa di mia madre.

Scarafaggi, tzè.

Quando è tornato mio marito, gli ho ordinato di comprare la polvere insetticida e cospargere tutto il pianerottolo, dentro, fuori, sopra e sotto il tappetino che è davanti alla porta. Da allora rinnoviamo la polvere ogni estate e non abbiamo mai più avuto mostruose intrusioni in casa, ma da allora ogni volta che rincaso ho sempre il terrore di trovarmi il mostro lì, resuscitato, che mi guarda dallo scalino col suo ghigno demoniaco.

2 commenti:

Simonyou ha detto...

mi hai fatto morire dal ridere...mi sono rivista anche io, che schifo che mi fanno diosanto...mi spiace non essere passata per Palermo, mi sarebbe piaciuto incontrarti..ma tornerò...la Sicilia mi ha stregata...un bacio grande...

moonsweet ha detto...

certo che gli scarafaggi fanno schifo a tutti, e tutti hanno esperienze orride con loro!!!


Giada